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Energia e Ambiente : Il tritacarne globalizzato
Inviato da Redazione il 16/10/2009 9:50:00 (10293 letture)

di Marco Cedolin

Al fondo del sito web del Corriere della Sera, accanto alle valutazioni sui risultati auditel del “ciclone” D’Addario e alla notizia della finta lite fra Madonna e Lady Gaga, qualche giorno fa si poteva leggere un interessante articolo che racconta la triste vicenda di una ragazza americana di 22 anni, ritrovatasi paralizzata dopo 9 mesi di coma, a causa dell’ingestione del “cibo spazzatura” acquistato in un supermercato.

Stephanie Smith, questo è il nome della sfortunata giovane del Minnesota, un paio di anni fa durante il barbecue domenicale, fece lo sbaglio di mangiare una polpetta di carne tritata contenente il micidiale E.Coli. Carne prodotta dalla multinazionale alimentare Cargill, con sede a Minneapolis e filiali praticamente in tutti i paesi del mondo, dall’Australia al Vietnam, dal Guatemala al Ghana, per arrivare alle 11 sedi presenti in Italia, dove risulta leader nella produzione e vendita di dolcificanti, amidi, aromi ed addensanti, oltre che del cibo per animali.

La carne mangiata da Stefanie Smith, che la stessa Cargill garantiva, tramite la scritta posta sulla confezione, essere selezionata e di prima qualità, ...

... una volta analizzata è risultata qualcosa di profondamente diverso da quanto garantito dalla multinazionale. Si trattava infatti di un amalgama nauseabondo (reso appetibile attraverso l’introduzione di additivi chimici) costituito da ritagli di mattatoio e grasso, centrifugati in un impianto del Wisconsin e provenienti da almeno altri tre stati americani e da un macello dell’Uruguay.

Mentre la ragazza stava lottando contro la morte nell’ospedale in cui era stata ricoverata, altre 940 persone si ammalarono, fortunatamente in modo meno grave, a causa di quelle stesse polpette, prima che la Cargill si vedesse costretta a ritirare 400 quintali di carne macinata dal mercato.

Il tragico caso di Stephanie Smith rappresenta solamente la punta dell’iceberg costituito dalla jungla in cui si dibatte il sistema di produzione e distribuzione alimentare statunitense, all’interno del quale manca non solo la capacità d’introdurre nuove regole, ma anche la volontà di fare rispettare quelle esistenti, dal momento che il rispetto delle regole comporterebbe degli esborsi economici ritenuti inaccettabili. Una jungla all’interno della quale ogni anno nei soli Stati Uniti, 70 mila persone contraggono agenti patogeni a causa dell’ingestione di cibo “spazzatura” prodotto dalle grandi multinazionali alimentari.

In Europa ed in Italia, grazie a leggi più severe e ad una maggiore cultura in fatto di cibo, la situazione è un poco migliore, anche se la globalizzazione sempre più spinta dei prodotti alimentari, unitamente alle sempre più scarse risorse economiche a disposizione dei consumatori, stanno drammaticamente avvicinandoci ogni giorno di più al modello americano. Come dimostrano i tanti casi di frodi alimentari, alcune delle quali anche di estrema gravità, che coinvolgono praticamente tutto il vecchio continente, senza risparmiare assolutamente il nostro paese.

A confermare la continua avanzata del “tritacarne globalizzato” nella conquista di nuove fette di mercato, ci sono un paio di notizie balzate agli onori della cronaca proprio in questi giorni, che riguardano l’Italia e la Francia, i due paesi forse più famosi nel mondo per la buona cucina ed il buon cibo.

A Pisa, a pochi passi da piazza dei Miracoli e dalla cupola del Battistero opera del Brunelleschi, dovrebbe aprire i battenti entro la fine dell’anno, nonostante le proteste della Confesercenti, un fast food della catena Mc Donald’s che sostituirà lo storico ristorante - pizzeria “il Giardino”.
A Parigi, all’interno del museo del Louvre, nonostante in molti abbiano storto il naso di fronte all’invadenza della gastronomia malata che diffonderà odori sgradevoli, verranno inaugurati il prossimo mese un ristorante ed una caffetteria gestite dalla catena MC Donald’s che intende in questo modo festeggiare i suoi 30 anni di presenza in Francia.

L’immagine dell’hamburger spazzatura che soppianta in maniera sempre più decisa le specialità gastronomiche locali, rende perfettamente il senso dell’omologazione al ribasso, imposta anche in campo alimentare dalla società globalizzata. Un’omologazione che mira a sradicare i cittadini dalla propria cultura e dalle proprie radici, nel tentativo di renderli “consumatori perfetti” per prodotti standardizzati di bassa qualità che possano venire veicolati con uguale successo in tutto il mondo, quasi si trattasse del mangime destinato agli allevamenti di polli in batteria.

Marco Cedolin

http://ilcorrosivo.blogspot.com/
http://marcocedolin.blogspot.com/

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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
Mullah
Inviato: 16/10/2009 10:08  Aggiornato: 16/10/2009 10:08
So tutto
Iscritto: 14/10/2009
Da:
Inviati: 13
 Re: Il tritacarne globalizzato
Cfr. il capoverso n. 16 del Manifesto del fronte popolare italiano "Dobbiamo sviluppare e insegnare ai nostri figli una religione civile della Madre Terra. La possibilità di vivere con il proprio lavoro sulla propria terra deve essere promossa" (http://www.appelloalpopolo.it/?p=22).

etrnlchild
Inviato: 16/10/2009 10:45  Aggiornato: 16/10/2009 10:45
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 1/10/2007
Da:
Inviati: 1200
 Re: Il tritacarne globalizzato
A proposito di Mc Donald's da vedere, per chi non lo avesse gia' fatto, il film documentario "Super Size me".

"Lo spirito del guerriero non conosce né il lasciarsi andare né il lagnarsi, né conosce il vincere o il perdere."
Lezik85
Inviato: 16/10/2009 11:40  Aggiornato: 16/10/2009 11:42
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 11/4/2009
Da: Freedonia
Inviati: 1463
 Re: Il tritacarne globalizzato
Simil articolo a riprova che la carne è meglio bandirla dalle nostre tavole (non prima di aver sputato in un occhio a tutti quelli che sostengono che l'essere umano sia onnivoro). Non solo per il nostro benessere ma anche quello altrui:

L'economista Jeremy Rifkin, scrittore, docente alla Wharton School of Finance and Commerce e presidente della Foundation on Economic Trends e della Greenhouse Crisis Foundation, uno dei più famosi "teorici" no-global, ha scritto un famoso libro: Ecocidio, ascesa e caduta della cultura della carne, (Mondadori), nel quale con mirabile acume analizza il costo che ha per l'umanità questa "attitudine", sviluppatasi esponenzialmente nell'ultimo secolo.

La tesi iniziale di Rifkin è significativa: sono due miliardi gli uomini che soffrono la fame. Il numero potrebbe decrescere ma, come al solito, l'interesse dei pochi (potenti) prevale sul destino dei molti (fragili).
Egli illustra come il "racket dell'Hamburger", assorbendo il 36 per cento della produzione mondiale di grano per l'allevamento del bestiame, impedisca di eliminare il problema nella fame nel mondo.

Centinaia di milioni di persone nel mondo lottano ogni giorno contro la fame perché gran parte del terreno arabile viene oggi utilizzato per la coltivazione di cereali ad uso zootecnico piuttosto che per cereali destinati all'alimentazione umana. I ricchi del pianeta consumano carne bovina e suina, pollame e altri di tipi di bestiame, tutti nutriti con foraggio, mentre i poveri muoiono di fame.

Negli ultimi cinquant'anni la nostra società globale ha costruito a livello mondiale una scala di proteine artificiali sul cui gradino più alto ha collocato la carne bovina e quella di altri animali nutriti a foraggio.
Oggi i popoli ricchi, specie in Europa, Nord America e Giappone, se ne stanno appollaiati in cima a questa catena alimentare divorando il patrimonio dell'intero pianeta.

Il passaggio avvenuto nel mondo agricolo dalla coltivazione di cereali per l'alimentazione umana a quella di foraggio per l'allevamento degli animali rappresenta una nuova forma di umana malvagità, le cui conseguenze potrebbero essere di gran lunga maggiori e ben più durature di qualunque sbaglio commesso in passato dall'uomo contro i suoi simili.
Oggi, oltre il 70 per cento del grano prodotto negli Stati Uniti è destinato all'allevamento del bestiame, in gran parte bovino.
Sfortunatamente, di tutti gli animali domestici, i bovini sono fra i convertitori di alimenti meno efficienti.

Sperperano energia e sono da molti considerati le "Cadillac" delle fattorie animali.

Per far ingrassare di circa mezzo chilo un manzo da allevamento, occorrono oltre 4 chili di foraggio, di cui oltre 2 chili e mezzo sono cereali e sottoprodotti di mangimi, e il restante chilo e mezzo è paglia tritata.
Questo significa che solo l'11 per cento di foraggio assunto dal manzo diventa effettivamente parte del suo corpo; il resto viene bruciato come energia nel processo di conversione, oppure assimilato per mantenere le normali funzioni corporee, oppure assorbito da parti del corpo che non sono commestibili, ad esempio la pelle o le ossa.

Quando un manzo di allevamento sarà pronto per il macello, avrà consumato 1.223 chili di grano e peserà approssimativamente 475 chilogrammi.

Attualmente, negli Stati Uniti, 157 milioni di tonnellate di cereali, legumi e proteine vegetali, potenzialmente utilizzabili dall'uomo, sono destinate alla zootecnia: è una produzione di 28 milioni di tonnellate di proteine animali che l'americano medio consuma in un anno.


Altro tasto dolente poi della filiera carnea sono gli allevamenti intensivi ( ), dove ogni orrida e ripugnante azione viene sviluppata all'insaputa del consumatore e sulla sua pelle, oltretutto.

ah, dimenticavo. buon appetito

stg44
Inviato: 16/10/2009 11:41  Aggiornato: 16/10/2009 11:41
Ho qualche dubbio
Iscritto: 25/3/2008
Da:
Inviati: 79
 Re: Il tritacarne globalizzato
Molti anni prima di Super Size Me io e alcuni amici facemmo il medesimo esperimento per una settimana durante una vacanza ad Amsterdam.
Tornati a casa eravamo 4 merde,grassi,brufoli e foruncoli nel naso,sudati e gonfi.
Il tipo l'ha fatto per un mese,non so come sia vivo...

PikeBishop
Inviato: 16/10/2009 12:02  Aggiornato: 16/10/2009 12:02
Sono certo di non sapere
Iscritto: 1/11/2005
Da: Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
Inviati: 6263
 Re: Il tritacarne globalizzato
Citazione:
Altro tasto dolente poi della filiera carnea sono gli allevamenti intensivi ( ), dove ogni orrida e ripugnante azione viene sviluppata all'insaputa del consumatore e sulla sua pelle, oltretutto.


E' meglio che tu non vada a vedere le serre dove coltivano la frutta e verdura pompata che ci vendono, se no ti unisci anche tu a Prahlad Jani

Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
Hito
Inviato: 16/10/2009 12:09  Aggiornato: 16/10/2009 12:09
Ho qualche dubbio
Iscritto: 27/1/2009
Da: Matuzia
Inviati: 111
 Re: Il tritacarne globalizzato
@ Lezik85

Aggiungici anche gli incentivi dati dagli U.S.A. per la produzione di bio combustibili, che andranno inevitabilmente a sottrarre altri terreni... ma tanto tra poco arriva il codex che mette tutto a posto...
-.-

Vincent51
Inviato: 16/10/2009 12:31  Aggiornato: 16/10/2009 12:31
Mi sento vacillare
Iscritto: 29/7/2006
Da: Barcelona
Inviati: 326
 Re: Il tritacarne globalizzato
La storia di quella ragazza è terribile... per un hamburger...

Proprio ieri ho buttato nella spazzatura 2 hamburger comprati in un supermercato: a parte colorarli con le coccinelle (non scherzo, sta scritto sull'etichetta, coloranti: coccinella) una volta sulla piastra hanno iniziato a rilasciare una tale quantità di grasso che praticamente li stavo friggendo... uno schifo... poi mi sono ricordato dell'articolo che avevo letto su questa storia e da lì al cestino il percorso è stato molto breve...

Fang
Inviato: 16/10/2009 12:56  Aggiornato: 16/10/2009 12:56
Ho qualche dubbio
Iscritto: 24/11/2007
Da:
Inviati: 80
 Re: Il tritacarne globalizzato
Una precisazione : la E.coli (Escherichia coli) è un batterio che vive normalmente nell'intestino di uomo ed animali a sangue caldo. Esistono però dei ceppi enterotossici (di solito si fa la ricerca del ceppo O157:H7) che possono causare disturbi gravi ed anche la morte. Fanno parte dei cosidetti "patogeni emergenti", ovvero agenti eziologici che stanno solo ultimamente causando un certo numero di casi. Personalmente credo che ciò sia dovuto anche ai mutati processi di produzione.

doktorenko
Inviato: 16/10/2009 13:16  Aggiornato: 16/10/2009 13:16
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 7/8/2009
Da:
Inviati: 2332
 Re: Il tritacarne globalizzato
Citazione:
Vincent51:
coloranti: coccinella


http://www.fda.gov/OHRMS/DOCKETS/98fr/E6-1104.htm

II. Description of Cochineal Extract and Carmine

A. Source and Identity of Cochineal Extract and Carmine

Cochineal is a dye made from dried and ground female bodies of the
scale insect Dactylopius coccus costa (Coccus cacti L.). Powdered
cochineal is dark purplish red. The chief coloring principle in
cochineal is carminic acid, a hydroxyanthraquinone linked to a glucose
unit. Cochineal contains approximately 10 percent carminic acid; the
remainder consists of insect body fragments.


B. Uses of Cochineal Extract and Carmine

Cochineal, carmine, and cochineal extract have a long history of
use. Cochineal originated in Mexico and was used by the ancient Aztecs.
It was discovered there by 16th century Spanish explorers, who
introduced it to Europe and the rest of the world. Cochineal was listed
in the United States Pharmacopeia from 1831 to 1955 and in the National
Formulary until 1975.

Food uses for carmine include popsicles, strawberry milk drinks,
port wine cheese, artificial crab/lobster products, cherries in fruit
cocktails, and lumpfish eggs/caviar. Cochineal extract is used in fruit
drinks, candy, yogurt, and some processed foods.

Carmine has been reported to be used in 814 formulations
including lipsticks, blushers, makeup bases, eye shadows, eyeliners,
nail polishes, hair colors, skin care lotions, bath products, baby
products, and suntan preparations.

CiEmme
Inviato: 16/10/2009 13:52  Aggiornato: 16/10/2009 13:52
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/2/2008
Da: Roma
Inviati: 446
 Re: Il tritacarne globalizzato
Citaz dall'articolo:
....omologazione al ribasso, imposta anche in campo alimentare dalla società globalizzata....

Omologazione dovuta alla ricerca sfrenata del profitto, non dall'intenzione di ridurci a consumatori perfetti. Quella e' solo una conseguenza (di secondaria importanza per l'industria globale) dell'attuale paradigma produttivo.

Sperare che l'economia basata sul profitto sviluppi un'etica condvisibile e sostenibile? Yeah, right...in your wildest dreams....

Una bussola non dispensa dal remare.
clim77
Inviato: 16/10/2009 13:56  Aggiornato: 16/10/2009 13:57
Ho qualche dubbio
Iscritto: 1/8/2007
Da:
Inviati: 38
 Re: Il tritacarne globalizzato
Il problema esposto nell'articolo mostra chiaramente, se mai ce ne fosse bisogno, alcuni problemi legati ad una alimentazione "industriale" ormai generalizzata. Il semplice fatto di accettare di consumare alimenti lavorati e trasformati da altri (soprattutto se questi altri sono i cari amici delle multinazionali) mette in una posizione di dipendenza e di deresponsabilizzazione. Non dico di fare come nei monasteri zen, dove era l'allievo migliore ad occuparsi dell'alimentazione di tutti, però....

Proprio stamattina ho fatto un giro ad un consorzio agrario della zona: cereali in chicchi di tutti i tipi (macinabili con una semplice macina casalinga, del costo di poche decine di euro; oppure consumabili direttamente, cuocendoli in pentola a pressione con acqua e sale) prodotti in zona, non trattati, appena raccolti. Costo: 5€, massimo 6€ per 25 chili. Con 25 chili di farina di grano, un po' di tempo e un forno si fanno circa 35 chili di pane casalingo con solo la spesa ulteriore della legna per cuorere il tutto; la stessa quantità comprata in negozio, che se va bene è venduta a 2 o 3€ al kg, non è nemmeno paragonabile come qualità e sapore a quello fatto in casa. E la maggior parte delle volte viene fatta con farina raffinata, o "papponi" chimici già pronti che il "fornaio" deve solo cuocere.
Se l'alimentazione "spazzatura" ha raggiunto anche i semplici fornai e il pane, cioè la base dell'alimentazione, figuriamoci cosa c'è dietro a cosa ben più "complesse", tipo le lavorazioni di carne, dolci, surgelati, ecc.

Ci vuole più tempo in cucina e un diverso stile di vita, se si vuole riprendere la "sovranità alimentare" a casa propria? Senz'altro. Ma come si fa a fare ragionamenti di ben più altra portata e riguardanti ben altre sovranità, se poi quello che mangi tutti i giorni te lo porta in casa la multinazionale di turno?

Quando una volta si mangiava con cose prodotte o fatte da sè, anche le malattie erano più "semplici"; ora, tra alimenti assurdi, medicinali ancora peggiori e chissà cos'altro, non c'è una persona che di malattie non ne abbia addosso parecchie, magari una dentro l'altra, e non si capisce dove inizia l'una e finisce l'altra...
Ognuno farà i suoi conti: la mia conclusione è che meno alimenti lavorati da altri si mangiano, meno rischi si corrono. Zucchero, latte, formaggi, carne, affettati, ecc. sono tutta roba da "festa", mica da alimentazione giornaliera. E proprio per questo vanno preparati con cura e consumati con attenzione.

L'alimentazione di massa non è molto meglio dall'informazione di massa, direi. Anzi, non saprei dire quale delle due faccia più danni. Saluti e.... buon appettito a tutti...

Vincent51
Inviato: 16/10/2009 14:10  Aggiornato: 16/10/2009 14:10
Mi sento vacillare
Iscritto: 29/7/2006
Da: Barcelona
Inviati: 326
 Re: Il tritacarne globalizzato
Citazione:

http://www.fda.gov/OHRMS/DOCKETS/98fr/E6-1104.htm II. Description of Cochineal Extract and Carmine


Sì Sì lo so che viene usato spesso... anche nel mitico Campari lo mettono!

però nella carne, che dovrebbe essere rossa di suo, non lo avevo ancora visto!

jerimum
Inviato: 16/10/2009 14:17  Aggiornato: 16/10/2009 14:17
Ho qualche dubbio
Iscritto: 20/1/2006
Da: Modena
Inviati: 249
 Re: Il tritacarne globalizzato
Lavoro per una multinazionale che produce macchine per il confezionamento del cibo, e come progettista mi trovo dei bei grattacapi ogni volta che dobbiamo presentare un nuovo macchinario alla FDA: senza la loro approvazione sul processo, sui materiali e su tutte le norme di sicurezza infatti non si può vendere ne il suddetto macchinario ne i suoi prodotti negli Stati Uniti.

Le norme a tutela del prodotto che passa nelle macchine per confezionamento alimentare sono si tante, ma sono anche fatte bene: quando vengono rispettate tutte il cibo che viene confezionato ha bassissimi rischi di contaminazione. In una catena molto grande pero', i fattori di rischio aumentano molto, e in una catena globale in maniera esponenziale.

Il problema può nascere, come cita anche il Corriere per una volta in un articolo quasi obbiettivo, in diversi punti della catena: e come dice Marco in questo articolo le norme ci sono ma sono per lo più inapplicate. Se davvero facessero le ispezioni come si deve chiuderebbero un sacco di latterie, macelli, fabbriche di cibo in scatola e quant'altro.

In casi di contaminazioni come questa poi e' sempre molto difficile risalire alla causa vera e propria, e di solito viene fatta partire una task force di esperti che vi può indagare diverso tempo prima di arrivare ad una conclusione.

Ridurre al massimo il percorso produttore-consumatore riduce sicuramente il rischio di intossicazioni, soprattutto quando si conosce il produttore. Ed eliminare le schifezze aiuta ancora di piu !

Spero che la cultura alimentare mondiale cresca nonostante i bombardamenti mediatici che ci impongono porcherie da mettere nello stomaco.

"Accominzamo, con nova promissa, sta gran sulenni pigliata pi fissa!"
La paura di Montalbano, Camilleri
PikeBishop
Inviato: 16/10/2009 14:18  Aggiornato: 16/10/2009 14:18
Sono certo di non sapere
Iscritto: 1/11/2005
Da: Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
Inviati: 6263
 Re: Il tritacarne globalizzato
Citazione:
Ci vuole più tempo in cucina e un diverso stile di vita

Bisogna anche abitare in un posto dove ci sia una produzione alimentare variata: qui da me, per fare un esempio, posso acquistare dai contadini solo rape, patate e mele piu' uova e poco altro. Il supermercato e' inevitabile, anche per comprare granaglie, che ti vendono a peso d'oro in pacchettini ridicoli per spennarti meglio e con una varieta' inesistente, ma non c'e' nessuna altra possibilita'. Tutto quanto e' d'importazione e tutta l'importazione e' in mano ai supermercati, tranne quei negozi di "prodotti naturali" dove devi indossare il vestito da sera per entrare e lasciare in pegno il rolex all'uscita e che ti vendono la stessa roba del supermercato a prezzi maggiorati in pacchetti ancora piu' ridicoli.

Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
doktorenko
Inviato: 16/10/2009 14:28  Aggiornato: 16/10/2009 14:37
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 7/8/2009
Da:
Inviati: 2332
 Re: Il tritacarne globalizzato
Citazione:
Vincent51
Sì Sì lo so che viene usato spesso... anche nel mitico Campari lo mettono!


sempre dallo stesso sito fda:

A. Evaluation of the Allergic Reaction Reports

The data show that a person may become sensitized and reactive to
carmine and cochineal extract from ingestion, inhalation, or topical
exposure to the color additives.

A 1997 article (Ref. 10) describes allergic reactions (including
anaphylaxis) experienced by five patients after ingesting the alcoholic
beverage Campari, which contains carmine.

All five patients were women;
three had a history of allergic respiratory disease, one had only non-
clinical sensitivity to mugwort, and one was nonatopic (had no history
of allergy).

Lezik85
Inviato: 16/10/2009 15:29  Aggiornato: 16/10/2009 15:29
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 11/4/2009
Da: Freedonia
Inviati: 1463
 Re: Il tritacarne globalizzato
Citazione:
E' meglio che tu non vada a vedere le serre dove coltivano la frutta e verdura pompata che ci vendono


Fortunatamente il luogo in cui vivo mi permette di acquistare il più delle vettovaglie da contadini, per il surplus poi il supermercato è d'ordine. Però il consiglio è sempre lo stesso, spulciare per bene le etichette dei prodotti. Ad esempio, se tra gli ingredienti di una vaschetta di carne trovate destrosio, non compratela. E' un mero artifizio per mascherare prodotti di base che nemmeno John Goodman mangierebbe.

Freeanimal
Inviato: 16/10/2009 15:31  Aggiornato: 16/10/2009 15:31
Mi sento vacillare
Iscritto: 17/5/2009
Da: Codroipo (UD)
Inviati: 705
 Re: Il tritacarne globalizzato
Non è un caso che Marco Cedolin usi la parola “jungla” ben due volte nel suo interessante articolo, perché agli anizi del Novecento uscì negli Stati Uniti un libro che s’intitolava proprio “La Giungla”. L’autore, Upton Sinclair, metteva in evidenza lo sfruttamento ai danni degli operai dei macelli di Chicago, e quindi era un libro di Sinistra, ma non tralasciava di mostrare come già all’epoca, per produrre carne macinata, si mescolassero parti di scarto come zoccoli, code, pelle e altro. Quindi, in fatto di cibo spazzatura, c’è un’antica tradizione, in America e nel mondo. Il pregio de “La giungla” è di aver paragonato i macelli di Chicago alle industrie automobilistiche Ford, con la differenza che nel caso delle auto si parlava di catena di montaggio, mentre per le mucche di catena di smontaggio. Anche Bertold Brecht scrisse “Santa Teresa dei Macelli”, dove la questione delle frodi alimentari non veniva, però, toccata, essendo anche quest’opera focalizzata su questioni sindacali. In entrambi i casi, non c’è alcun riferimento alla pietà dovuta a creature viventi e senzienti, rese schiave e assassinate sistematicamente dalla cupidigia umana. Segnalo alcuni testi pertinenti, nella marea di letteratura su questo argomento:

1) Roberto Marchesini: “Oltre il muro”, Ed. La quinta stagione, 1993
2) Plutarco: “Del mangiar carne”, Adelphi, 2001
3) Enrico Moriconi: “Le fabbriche degli animali”, Edizioni Cosmopolis, 2001
4) Charles Patterson: “Un’eterna Treblinka”, Editori Riuniti, 2003

C’è poi un libro di un’autrice giapponese, di cui non ricordo il nome, che s’intitola “Carne”, in cui racconta come ad alcuni allevatori americani che manipolavano e somministravano ormoni alle mucche, fosse cresciuto un bel paio di…tette e, per la stessa ragione, ad alcune bambine, che vivevano nelle fattorie dove gli stessi ormoni venivano utilizzati, fosse spuntato il seno: solo che le bambine in questione avevano quattro anni!
Un paio d’anni fa, un ragazzo inglese che si ostinava a nutrirsi con una dieta McDonald’s, benché scongiurato di smettere, morì all’età di poco più di vent’anni, gonfio e disfatto dai grassi e dal colesterolo. Questa notizia uscì sui giornali, a differenza delle migliaia di morti silenziose dovute alle stesse cause, cioè alle malattie cardiovascolari, frutto di alimentazione carnea. Di ciò non si parla, per non disturbare le industrie della carne impegnate ad uccidere milioni di persone, nel mentre fanno affari d’oro. E le conseguenze di questa immane e pervasiva omertà si possono vedere nell’ignoranza della gente in fatto di alimentazione. Un esempio qui:

http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=76440&sez=PIACERI

Infine, non posso fare a meno di dire che, se c’è una categoria di persone, in Italia, che si è battuta nelle piazze contro McDonald’s, con manifestazioni e volantinaggi è quella degli animalisti, spesso snobbati e derisi, sia dalla gente comune, sia da “compagni di lotta” che dovrebbero condividere le stesse battaglie. Parlo per esperienza e a conferma di ciò porto un paio d’esempi: qualche anno fa, quando i Verdi della mia regione vollero festeggiare una delle loro vittorie elettorali, andarono in campagna a fare una grigliata! Quando il WWF volle inaugurare un nuovo parco naturalistico, fra gli Stands che accolsero il pubblico c’era anche quello che vendeva panini alla salamella.
Dunque, gli animalisti vegetariani si sono quasi sempre trovati soli nella battaglia contro il consumo di carne e se di primato si può parlare, benché sia una magra consolazione, si può dire che essi sono stati i primi in Italia a far sentire una voce dissenziente nei confronti del carnivorismo imperante.

astro7
Inviato: 16/10/2009 17:53  Aggiornato: 16/10/2009 17:53
Mi sento vacillare
Iscritto: 27/11/2007
Da: questa sconosciuta terra di mezzo
Inviati: 472
 Re: Il tritacarne globalizzato
@Lezik 85 :
il consiglio che posso dare e' eche la carne dal supermercato non va comprata a priori! ho amici nel reparto macelleria di due dei piu' grandi magazzini (iper e similari) della mia zona e mi hanno detto che prima di chiusere le confezioni di carne (di qualunque taglio e lavorazione abbiano) ci spruzzano sopra uno spray conservante che serve a preservare soprattutto il colore che altrimenti dopo due giorni sciuperebbe!

una nota sola per quanti scioperano seppur con giusta causa:
tempo fa parti' dalle mie parti un nutrito gruppo di persone per andare a manifestare a Bologna in favore dei prodotti tipici italiani.
Ebbene, terminata la manifestazione, la maggioranza di questi sono andati a strafogarsi in un Mc Donald's !!!
ALLA FACCIA DELLA QUALITA' E DELLA GENUINITA'!

Cassandra
Inviato: 16/10/2009 19:53  Aggiornato: 16/10/2009 19:53
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 10/5/2006
Da:
Inviati: 1551
 Re: Il tritacarne globalizzato
Aspettarsi che qualche legge faccia qualcosa è utopico.
Ricordo anni fa lo scandalo del mascarpone: gente all'ospedale per un mascarpone avariato di una fabbrica della Galbani (sempre la solita Galbani...).

Ebbene: se ne parlò in TV, e la gente smise di comprare mascarpone per paura. Che accadde? Che la Galbani minacciò: se non smettete di parlarne, chiudiamo il reparto mascarpone e licenziamo tutti.

Da allora in TV non si è più parlato di frodi alimentari, se non in modo vago tipo "Sequestrato cibo avariato in provincia di Milano".

Dobbiamo pararci il culo da soli, ragazzi...

"Il buon senso c'era; ma se ne stava nascosto,
per paura del senso comune" (Alessandro Manzoni)
benitoche
Inviato: 16/10/2009 20:50  Aggiornato: 16/10/2009 20:50
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 30/9/2006
Da:
Inviati: 1941
 Re: Il tritacarne globalizzato
CHE COSA SIGNIFICA OGGETTIVAMENTE IL MANGIARE VEGETALI O CARNE
http://www.rudolfsteiner.it/articoli/muccapazza.htm

la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Lezik85
Inviato: 16/10/2009 21:13  Aggiornato: 16/10/2009 21:14
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 11/4/2009
Da: Freedonia
Inviati: 1463
 Re: Il tritacarne globalizzato
Citazione:
ci spruzzano sopra uno spray conservante che serve a preservare soprattutto il colore che altrimenti dopo due giorni sciuperebbe!


Quello di cui stai parlando sono nitriti e nitrati. Anche questi devono essere registrati dietro le etichette (E249, E250, E251, E252), non perchè antipatici ma poichè sono sostanze potenzialmente cancerogene.

peonia
Inviato: 16/10/2009 22:06  Aggiornato: 16/10/2009 22:06
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: Il tritacarne globalizzato
Io mi precipitai a vederlo a Roma, immaginando che non sarebbe durato molto...infatti, dopo una settimana di programmazione, e' letteralmente scomparso dalla circolazione

Credo che se dovessi fare una graduatoria delle peggiori multinazionali, avrei un forte imbarazzo per il primo posto....la gara e' fra:
MONSANTO,GLAXO SMITH & KLINE, MC DONALD'S
e poi tutte le altre....a pari merito per il secondo posto!

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
peonia
Inviato: 16/10/2009 22:11  Aggiornato: 16/10/2009 22:11
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: Il tritacarne globalizzato
Il passaggio avvenuto nel mondo agricolo dalla coltivazione di cereali per l'alimentazione umana a quella di foraggio per l'allevamento degli animali rappresenta una nuova forma di umana malvagità, le cui conseguenze potrebbero essere di gran lunga maggiori e ben più durature di qualunque sbaglio commesso in passato dall'uomo contro i suoi simili. Oggi, oltre il 70 per cento del grano prodotto negli Stati Uniti è destinato all'allevamento del bestiame, in gran parte bovino. Sfortunatamente, di tutti gli animali domestici, i bovini sono fra i convertitori di alimenti meno efficienti. Sperperano energia e sono da molti considerati le "Cadillac" delle fattorie animali. Per far ingrassare di circa mezzo chilo un manzo da allevamento, occorrono oltre 4 chili di foraggio, di cui oltre 2 chili e mezzo sono cereali e sottoprodotti di mangimi, e il restante chilo e mezzo è paglia tritata. Questo significa che solo l'11 per cento di foraggio assunto dal manzo diventa effettivamente parte del suo corpo; il resto viene bruciato come energia nel processo di conversione, oppure assimilato per mantenere le normali funzioni corporee, oppure assorbito da parti del corpo che non sono commestibili, ad esempio la pelle o le ossa.

Consiglio tutti di vedere il bel video su youtube LA FATTORIA DEL FUTURO....

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
Spiderman
Inviato: 17/10/2009 0:12  Aggiornato: 17/10/2009 0:12
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 19/9/2009
Da:
Inviati: 2722
 Re: Il tritacarne globalizzato

"Ogni giorno racconto la favola mia, la racconto ogni giorno chiunque tu sia, e mi vesto di sogno per darti se vuoi, l'illusione di un bimbo che gioca agli eroi. (Renato Zero)
clim77
Inviato: 17/10/2009 1:39  Aggiornato: 17/10/2009 1:39
Ho qualche dubbio
Iscritto: 1/8/2007
Da:
Inviati: 38
 Re: Il tritacarne globalizzato
@ PikeBishop
Citazione:
Bisogna anche abitare in un posto dove ci sia una produzione alimentare variata

Penso che tu viva in uno dei posti più sfigati del mondo, da quel punto di vista. L'anno scorso mi è capitato di vedere di persona cosa c'è nei supermercati anglosassoni e in quelli americani e canadesi e sono rimasto letteralmente a ...bocca asciutta! Se avessi voluto mangiare tutto TRANNE quello che conteneva zucchero, mi sarei ritrovato a ...masticare la frutta che potrei definire di plastica, tanto era improbabile.

Dipende però anche dall'alimentazione che uno è disposto a tenere: se la base sono i cereali e derivati (diciamo non meno del 60-70% del totale di quello che mangi) e il resto legumi e verdure e poco più, secondo me si può fare anche da te, ci sono aziende agricole in Italia o in Francia che mandano i pacconi da 25 o 50 kg di chicchi anche all'estero; con 50-75 Kg ci campi tranquillamente un anno e di acquisti ne puoi fare anche solo uno, perchè il cereale se conservato bene si mantiene e rimane buono. Se anche non ci fossero, piuttosto te lo mando io, appena vado a fare il prossimo pieno... Non scherzo.

Ma un'alimentazione così, seppure sostenibile a tempo indefinito, non è certo molto diffusa. Per ora, almeno... magari ci si ritorna per cause esterne, in tempi brevi! Confesso che farei molta fatica a vederci un male, se dovesse accadere: fra le altre cose, sarebbe una notevole spinta di allontanamento dagli artigli di multinazionali varie, "medici" sovvenzionati, "riviste scientifiche" leggermente di parte, giornali e relative pubblicità, ecc. ecc.

Ti ringrazio per avermi risposto, Pike; ne approfitto per dirti che apprezzo molto tutti i tuoi interventi. Ciao!

divert
Inviato: 17/10/2009 13:33  Aggiornato: 17/10/2009 13:33
Ho qualche dubbio
Iscritto: 25/5/2009
Da:
Inviati: 78
 Re: Il tritacarne globalizzato
Ci sono diversi documentari sulla questione, oltre a supersize me io vi raccomando calorosamente Food Inc. qui il trailer http://www.youtube.com/watch?v=QqQVll-MP3I
Io l'ho visto è m'è piaciuto parecchio

Non discutere mai con un idiota, la gente potrebbe non notare la differenza.
(Arthur Bloch)
desbouvet
Inviato: 18/10/2009 1:08  Aggiornato: 18/10/2009 1:33
Mi sento vacillare
Iscritto: 10/6/2007
Da:
Inviati: 541
 Re: Il tritacarne globalizzato
Frodi alimentari. O più diplomaticamente, diciamo pure "cause nemiche nutrizionali": per consiglio disinteressato (ahimè...) di una fonte "interna", che ha fatto il giro delle mie conoscenze, è diverso tempo ormai che non tocco più le ---MOZZARELLE--- (e qualunque prodotte le integri) "prodotte" (si fa per dire) da quei noti marchi dal nome "italiano" (ma solo nel nome, magari), che conosciamo tutti...

Non toccatele. Diciamo diplomaticamente che non abbiamo idea di quante acrobazie, da qualche anno a questa parte, impongano alla catena dei rifiu... alla catena alimentare, per metterle in giro.


P.S. n° 1: ci tengo molto a informarvi che il Mc Donald’s che vogliono aprire sotto la Torre Pendente è fortemente voluto dalla Giunta al Governo della Città, di CENTROSINISTRA, ecologista socialista e anche un pizzico pizzico comunista... mentre è fortemente osteggiata dall'opposizione di centrodestra - questo per dire quanto la politica locale sia vile affarismo & ipocrita populismo, insieme, inseparabilmente; è ovvio che se i rapporti di potere fossero rovesciati, in quella città, i centrosinistri e i centrodestri si scambierebbero "naturalmente" il ruolo...

P.S. n° 2: anch'io ho visto "Super Size me" e lo ritengo ottimo; riempe senz'altro il nostro povero cervello più di quanto un ciiiiiiisburgher riempa la nostra povera pancia

HanishQalb
Inviato: 18/10/2009 1:12  Aggiornato: 18/10/2009 1:12
Ho qualche dubbio
Iscritto: 15/9/2009
Da: Qaraqorum
Inviati: 64
 Re: Il tritacarne globalizzato
O.T. ma fino ad un certo punto.

A quando un post sull'Aspen Institute Italia?

http://www.aspeninstitute.it/aspen/

"Solo chi è già libero interiormente può agire per la LIBERTA'. Uno SCHIAVO che cerchi di costruire una società libera, non potrà far altro che creare una nuova situazione di schiavitù e costruirà quello di cui uno schiavo ha bisogno: un PADRONE".
masmarupor
Inviato: 18/10/2009 17:32  Aggiornato: 18/10/2009 17:32
Ho qualche dubbio
Iscritto: 11/1/2006
Da: treviso
Inviati: 64
 Re: Il tritacarne globalizzato

e dopo 2 anni di permanenza negli stati uniti il David torna in Italia.
ringraziamo gli sponsor!!!!


[

ci sono persone che sanno tutto...
e purtoppo e tutto quello he sanno!!!
O.Wilde
masmarupor.blogspot
marcocedol
Inviato: 18/10/2009 18:27  Aggiornato: 18/10/2009 21:10
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 30/6/2006
Da: Torino
Inviati: 1340
 Re: Il tritacarne globalizzato
Restando all'interno dei temi che abbiamo trattato nel post e nei commenti mi preme segnalare anche questo articolo in cui si parla ancora di MC Donald's

Freeanimal
Inviato: 19/10/2009 11:58  Aggiornato: 19/10/2009 11:58
Mi sento vacillare
Iscritto: 17/5/2009
Da: Codroipo (UD)
Inviati: 705
 Re: Il tritacarne globalizzato
E poi non va dimenticato il problema della conservazione dei cibi, soprattutto quando a gestirli sono persone contrarie agli sprechi. Forse troppo contrarie.

http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=77064&sez=REGIONI

superava
Inviato: 20/10/2009 6:14  Aggiornato: 20/10/2009 6:14
Mi sento vacillare
Iscritto: 28/8/2008
Da: Riolo Terme
Inviati: 416
 Re: Il tritacarne globalizzato
Sono contento che a volte vengono pubblicati articoli che trattano dell'alimentazione umana.
Io non sono contrario agli allevamenti ma bensi' agli allevamenti intensivi,cioè la corsa portata all'estremo a far ingrassare l'animale il piu' velocemente possibile con il minor costo possibile. Per poi essere lavorata con agenti chimici nel modo che la carne dell'animale o pesce possa durare il piu' a lungo possibile.
Col risultato che questa carne altamente modificata ci danneggi..e lo stesso vale per gli ortaggi trattati piu' del dovuto magari pesticidi e altre porcherie che non servirebbero.
E il bello che ci stanno pure pigliando per il culo anche dall'altra parte con la storia dei prodotti biologici che vengono venduti per non si sa quale motivo a prezzi molto alti piu del dovuto!...Mettetevelo in testa.
nulla è piu' biologico..visto che siamo circondati da strade dove passano automobili ma non solo, che rilasciano inquinamento..piogge acide.. e poi il fattore del trasporto che avviene, per quanto riguarda l'europa per le verdure e frutta non particolarmente deperibili, su gomma.
Come unica soluzione vedo oltre che coltivare e allevare con il minor intervento possibile dell'uomo, la filiera corta per quanto riguarda quei prodotti che si possono benissimo coltivare nelle aree circostanti!

Spiderman
Inviato: 20/10/2009 8:56  Aggiornato: 20/10/2009 8:56
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 19/9/2009
Da:
Inviati: 2722
 Re: Il tritacarne globalizzato
Autore: superava Inviato: 20/10/2009 6:14:16

Citazione:
Sono contento che a volte vengono pubblicati articoli che trattano dell'alimentazione umana.
Io non sono contrario agli allevamenti ma bensi' agli allevamenti intensivi,cioè la corsa portata all'estremo a far ingrassare l'animale il piu' velocemente possibile con il minor costo possibile.


Gli allevamenti intensivi esistono solo perchè il consumo di carne oggi è abnorme (circa 90 kg a testa in Italia), l'unico rimedio è ridurre al minimo il consumo di carne (ancor meglio eliminarlo). Non sono li a caso questi allevamenti, sono presenti per soddisfare le esigenze di mercato.

Citazione:
Col risultato che questa carne altamente modificata ci danneggi..


La carne ci danneggia ugualmente, che sia o non sia di allevamento intensivo (di certo quest'ultima è più dannosa), è un alimento assolutamente inutile per la dieta umana
qui e qui due degli innumerevoli studi che lo confermano.

"Ogni giorno racconto la favola mia, la racconto ogni giorno chiunque tu sia, e mi vesto di sogno per darti se vuoi, l'illusione di un bimbo che gioca agli eroi. (Renato Zero)

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