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storia & cultura : L'ultimo golpe: la strage di Capaci
Inviato da Redazione il 22/5/2013 0:00:00 (8745 letture)

di Massimiliano Paoli

"L'esistenza di eventuali, quanto non improbabili mandanti occulti, che restano sullo sfondo di questa vicenda, costituisce il principale enigma a cui questo processo non ha dato una convincente ed esaustiva risposta. [...] Appare necessario indagare nelle opportune direzioni per individuare gli eventuali convergenti interessi di chi a quell'epoca era in rapporto reciproco di scambio con i vertici di Cosa nostra e approfondire, se e in che misura, sussista un collegamento tra le indagini di Tangentopoli e la campagna stragista, e, infine, per meglio sviscerare i collegamenti e le reciproche influenze con gli eventi politico-istituzionali che si verificarono in quegli anni". Estratto dalla motivazione dei giudici della Corte d'assise d'appello di Caltanisetta per il processo inerente alla strage di Capaci.

"Mandanti occulti". Quante volte abbiamo letto o sentito queste due parole apparentemente vaghe, inafferrabili, quasi dietrologiche?

Molte, forse troppe volte.

Troppe perché per lunghi anni, per molte stragi italiane, quelle due parole sono spesso andate a braccetto col termine impunità; due parole che trasudano verità indicibili. Verità indicibili che si sanciscono sul grande scacchiere della politica internazionale: un'inevitabile partita a scacchi giocata tra stati e lobby sulla pelle di tanti, di troppi. Una partita che ha tolto al nostro paese eccellenze sul fronte morale e professionale, ma soprattutto ha privato esseri umani del calore dei propri cari e viceversa. La più tragica delle banalità.

La nostra storia però, di banale ha ben poco.

La nostra storia comincia con le dichiarazioni del vecchio boss di Altofonte (da tempo collaboratore di giustizia) Francesco Di Carlo. [...]


L'atmosfera, sul piano internazionale, è quella del riassestamento geopolitico dopo il crollo del muro di Berlino; in Sicilia invece è quella dei veleni, delle missive anonime del famigerato "corvo" di Palermo, del fallito attentato all'Addaura(1) contro Giovanni Falcone, Carla Del Ponte e Claudio Lehmann.

"[...] Di Carlo, nel corso del dibattimento inerente al fallito attentato all'Addaura, ha riferito di aver ricevuto, intorno al 1990, quindi dopo il fallito attentato dell'Addaura, due visite all'interno dell'istituto penitenziario di Full Sutton [situato in Inghilterra], da parte di soggetti appartenenti ai servizi segreti. Di Carlo ha correlato questi colloqui al proposito di eliminazione di Giovanni Falcone. Più in particolare, ha riferito che, nell'istituto penitenziario [...] si è trovato a condividere, dall'86, il regime carcerario con Nezzar Hindawi, soggetto di origine palestinese, che aveva lavorato per i servizi segreti siriani, coinvolto nell'attentato all'aereo di linea caduto in Scozia che provocò la morte di circa 300 persone [la strage di Lockerbie]. [...]. Nezzar Hindawi era riuscito a procurargli un incontro con soggetti provenienti da Roma, uno dei quali verosimilmente di nazionalità italiana, mentre gli altri tre provenienti da altri Paesi, tutti appartenenti o, comunque, in contatto, secondo quanto riferitogli da Hindawi, con i servizi segreti arabi con ruoli di comando. [...]. Questi appartenenti alle strutture dei servizi segreti, gli hanno richiesto un supporto per un progetto di eliminazione di Giovanni Falcone al quale, in Italia, alcuni personaggi già stavano lavorando. Gli chiesero se poteva fornire loro un'indicazione di individui in grado di agevolare l'esecuzione di un attentato. Francesco Di Carlo, avendo motivi di rancore personale nei confronti di Falcone, che lo «aveva fatto condannare», forniva loro il nominativo di suo cugino Antonino Gioè, il quale, poi, veniva effettivamente contattato. Lo stesso Di Carlo, successivamente, avvertiva Gioè di essere cauto con tali personaggi"(2).

Al riguardo, queste sono le sue rivelazioni:

Mi dissero che in Italia - dichiarerà in seguito ai magistrati - c'era chi lavorava a togliere di mezzo Falcone. E chiedevano un aiuto. Io gli indicai mio cugino Nino Gioè. Poi so che si sono incontrati. Lui [Gioè] mi disse: «Hanno mezza Italia nelle mani, possiamo fare tante cose». Io avevo avuto per amico un generale che comandava i servizi segreti [il piduista del SISMI Giuseppe Santovito] a Roma. [...]. Perciò capivo un po' di servizi e quello che c'era sotto. E allora mio cugino cercavo di guidarlo: «Si, fanno favori, però vedi che al minuto opportuno scaricano, stai attento sempre». L'unica cosa che potevo dire era questa. Non lo so se poi si era esposto tanto, perché l'ultima volta che l'ho sentito Nino era molto preoccupato.

"Di Carlo ha riferito anche di un secondo incontro, svoltosi a distanza di 4-6 mesi dal primo, una sera intorno alle 20, con quattro personaggi dall'accento americano o inglese, che, mostrando di essere a conoscenza del precedente incontro, lo invitavano a collaborare con la giustizia, chiedendogli informazioni sull'omicidio del banchiere [piduista] Roberto Calvi e minacciandolo di morte. Di Carlo ha aggiunto, inoltre, di aver fatto avere a Salvatore Riina, tramite suo fratello Giulio [...] e [...] Antonino Gioè, una lettera con la quale spiegava quanto era accaduto e di aver avuto, in seguito, nel corso di un colloquio telefonico, assicurazioni da parte di Riina, che lo ha tranquillizzato con la promessa che si sarebbe occupato della situazione e avrebbe risolto il problema"(3).

"[I]l procuratore Tescaroli parlò di «riottosa indisponibilità delle autorità della Gran Bretagna a collaborare per l'espletamento della commissione rogatoria richiesta, tesa a verificare le […] indicazioni [del Di Carlo]»"(4).

L'enigma Gioè

Come evidenzia la sopracitata testimonianza, un ruolo centrale nello sviluppo delle trame che vedono protagonista Cosa Nostra (in particolar modo lo zoccolo duro dei cosiddetti corleonesi) e certi settori degli apparati di sicurezza nei primissimi anni novanta, viene ricoperto da Nino Gioè: autorevole esponente della cosca di Altofonte.

Nella "biografia non autorizzata" di Nino si scorge subito un'anomalia: secondo l'ex parà della "Folgore" Fabio Piselli, Gioè era «un ex sottufficiale dei paracadutisti», e quindi «il ministero [della Difesa] lo conosceva bene».

Questa notizia, che proviene da "fonte di autorità giudiziaria", se confermata darebbe un notevole impulso di credibilità (se ce ne fosse ulteriore bisogno) a chi, come il sottoscritto, crede che nella torbida stagione delle stragi, strutture clandestine dei servizi segreti abbiamo quantomeno fornito alla mafia il retroterra logistico-informativo per mettere a segno quei gravissimi delitti.

Ma mettiamo momentaneamente da parte questa "suggestiva" pista investigativa e torniamo al boss della "famiglia" di Altofonte ed al suo identikit ufficiale.

Nato il 4 febbraio del 1948, Gioè gestisce un distributore di benzina nel piccolo comune palermitano. Viene arrestato per la prima volta nel '79 con l'accusa di detenzione d'armi e traffico di stupefacenti; in seguito verrà accusato di sequestro di persona, omicidio e occultamento di cadavere.

Nel 1981, detenuto nel carcere siciliano di Sciacca, ha il piacere di conoscere il signor Roberto Da Silva, nato a Rio de Janeiro nel 1953 e arrestato il 14 febbraio del 1981 per un furto pluriaggravato di mobili antichi.

"L'8 gennaio 1982 [...] Da Silva, fu colpito da un altro mandato di cattura del giudice istruttore del Tribunale di Reggio Emilia, per associazione a delinquere finalizzata, anche in questo caso, alla ricettazione di mobili antichi. [...]. Nello stesso mese, il 18 gennaio 1982, [...] fu accertato che il Da Silva Roberto non era altri che Bellini Paolo(5). Per effetto di questa vicenda furono arrestate quattro persone, tra cui un tenente colonnello dell'esercito del Distretto militare di Modena, perché era stata asportata la cartella contenente le impronte digitali del Bellini, che poi servirono per la comparazione con le impronte digitali del Da Silva Roberto"(6).

"Dal rapporto tra Bellini e Gioè, dieci anni dopo, avrebbe preso corpo l'idea delle stragi mafiose sul continente [quelle del '93]"(7).

Ma andiamo per gradi...

***

L'articolo prosegue qui, a pag. 5 del PDF (scaricabile).

***

Di Massimiliano Paoli (m4x) vedi anche "L'affaire Moro: un caso mai risolto".

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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
Redazione
Inviato: 22/5/2013 6:38  Aggiornato: 22/5/2013 6:41
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
Ho appena visto il pezzo di Ballarò dedicato alla ricorrenza.

Semplicemente vergognoso il modo in cui si cerca di portare tutta l'attenzione sui dettagli tecnici dell'attentato, mentre si ignorano alla grande le profonde motivazioni politiche che avrebbero portato alla sua esecuzione.

E quando Grasso, interpellato in materia, ha detto che certe collusioni fra stato e mafia sono ormai dimostrate, si è comunque dimenticato di stupirsi per il fatto che nessuno abbia mai cercato di portarle alla luce.

E' come su Falcone lo avessero ammazzato i marziani, per cui dobbiamo accettare questa realtà delle cose senza poterci fare nulla.

edo
Inviato: 22/5/2013 7:59  Aggiornato: 22/5/2013 9:11
Sono certo di non sapere
Iscritto: 9/2/2006
Da: casa
Inviati: 4529
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
Citazione:
E quando Grasso, interpellato in materia, ha detto che certe collusioni fra stato e mafia sono ormai dimostrate, si è comunque dimenticato di stupirsi per il fatto che nessuno abbia mai cercato di portarle alla luce.


Il messaggio subliminale è: "arrendetevi all'ineluttabile... sempre. Perchè capire non vi servirà a niente. Per arrivare a questo bel risultato sociale vi staremo così sul collo per rendervi quasi impossibile la sopravvivenza fisica, che non avrete nessuna energia da dedicare a qualunque presa di coscienza".

Se questa nazione (tanto per restringere il campo) non fosse un cesso, non avrebbe un primo cittadino che anzichè pubblicare le intercettazioni, le distrugge.
Se le distrugge, un motivo ci sarà, e non certamente di forma.

p.s. e non dimentichiamoci quell'altro bellimbusto che, da ministro prima, e presidente poi, della repubblichetta delle banane; faceva parte di una organizzazione militarizzata ed extraparlamentare (gladio)... è questa la gente che dovrebbe difendere la costituzione e i diritti dei cittadini!!!

Calvero
Inviato: 22/5/2013 10:11  Aggiornato: 22/5/2013 10:11
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/6/2007
Da: Fleed / Umon
Inviati: 13165
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
___________
______

Un appunto per la nostra epoca.

Visto che il futuro lo scrivono, non si pensi che fare dietrologia abbia l'accezione negativa che i propagandati credono.

Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
f_z
Inviato: 22/5/2013 11:18  Aggiornato: 22/5/2013 11:18
Mi sento vacillare
Iscritto: 16/1/2012
Da: Un mondo popolato da (troppi)pezzi di merda
Inviati: 958
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
Citazione:
Autore: edo Inviato: 22/5/2013 7:59:11

Se questa nazione (tanto per restringere il campo) non fosse un cesso


E' vero ma se ti puo' consolare io vivendo in UK ti posso dire che lo stato e' una organizzazione criminale anche qui, e le differenze tra i vari stati sono piu' formali che sostanziali.

La realta' che vedo io oggi e' che ogni singolo stato del cosiddetto "blocco occidentale" e' una organizzazione criminale e che i "cittadini" sono in realta' degli schiavi.

Non c'e' nulla da salvare in questo sistema, l'unica possibilita' e' distruggerlo.

Codardo e' il soldato che "esegue gli ordini".

Eroe e' il soldato che ha il coraggio di sparare in faccia ai suoi "superiori".

Peccato che i soldati siano tutti scelti minuziosamente tra gli appartenenti alla prima categoria.
wendellgee
Inviato: 22/5/2013 13:08  Aggiornato: 22/5/2013 13:08
Mi sento vacillare
Iscritto: 17/1/2013
Da:
Inviati: 700
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
Il PDF è un po' lungo lo leggerò con calma.
L'autore scrive anche su agoravox?

Offtopic: ma per acquistare il nuovo documentario di Massimo bisogna avere per forza un account paypal? Postepay no?

Il mio blog:
lumiebarlumi.blogspot.com
m4x
Inviato: 22/5/2013 13:45  Aggiornato: 22/5/2013 13:45
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
Scrissi una stronzatucola su Agoravox. Se ti può interessare un paio d'anni fa un giornale locale mi pubblicò questo pezzo su Contrada & friends > http://www.ognisette.it/primo-piano/primo-piano-2011/aprile-2011/il-mignolo-col-prof

PS - Grazie Massimo

wendellgee
Inviato: 22/5/2013 15:45  Aggiornato: 22/5/2013 15:45
Mi sento vacillare
Iscritto: 17/1/2013
Da:
Inviati: 700
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
Citazione:
Autore: m4x Inviato: 22/5/2013 13:45:12 Scrissi una stronzatucola su Agoravox. Se ti può interessare un paio d'anni fa un giornale locale mi pubblicò questo pezzo su Contrada & friends > http://www.ognisette.it/primo-piano/primo-piano-2011/aprile-2011/il-mignolo-col-prof


Ho letto l'articolo su Contrada.
Il mio problema con questo tipo di storie è che, non avendo molta dimistichezza con i nomi in questione (ad eccezione, ovviamente, dei più noti) faccio fatica a seguire. Inoltre, le numerose sfaccettature degli episodi raccontati mi impediscono di ricordare bene le vicende.
Comuqnue, continuerò a leggere sperando che alla fine mi rimanga qualcosa.
Si potrebbe fare affrontare la questione su tre livelli:
- il primo con degli articoli brevi ed estremamente semplificati per chi come me è a corto di notizie sugli avvenimenti, magari con dei rimandi ad altri articoli più lunghi e dettagliati;
- il secondo è composto da articoli più complessi come quelli che scrivi tu;
- il terzo ed ultimo livello è rappresentato dalle fonti che correttamente citi nei tuoi articoli.

Il mio blog:
lumiebarlumi.blogspot.com
Marzo
Inviato: 22/5/2013 19:23  Aggiornato: 22/5/2013 19:23
Ho qualche dubbio
Iscritto: 8/4/2008
Da:
Inviati: 242
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
io trovo vergognoso anche la presenza di Grass in parlamento...

In un mondo in cui le guerre sono chiamate missioni di pace, i mercenari sono diventati contractors, i partigiani diventano terroristi, gli onnivori mangiatori di carogne, io sono fiera di essere una"complottista".

Fiammifero
horselover
Inviato: 22/5/2013 20:25  Aggiornato: 22/5/2013 20:25
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 1/9/2012
Da:
Inviati: 1898
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
la mafia è la forma siciliana del capitalismo. l'accumulazione iniziale del capitale è sempre criminale

horselover
Inviato: 22/5/2013 20:27  Aggiornato: 22/5/2013 20:27
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 1/9/2012
Da:
Inviati: 1898
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
falcone pensava di combattere la mafia da roma, ma quelli erano li da molto prima di lui

krom2012
Inviato: 22/5/2013 21:00  Aggiornato: 22/5/2013 21:00
Mi sento vacillare
Iscritto: 31/3/2010
Da: ll'oltretomba
Inviati: 576
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
Come dice il comico Paolo Rossi: "È un Paese dove lo Stato c'è, esiste, e si è insinuato come un cancro nella mafia!"

...il cielo è sempre più bianco...
Nihander
Inviato: 22/5/2013 21:34  Aggiornato: 22/5/2013 21:34
Ho qualche dubbio
Iscritto: 22/2/2012
Da:
Inviati: 266
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
"ATTENZIONE OFF TOPIC"

http://www.repubblica.it/esteri/2013/05/22/news/fbi_uccide_durante_interrogatorio_amico_degli_attentatori_di_boston-59386716/?ref=HREC2-1

E' bellissimo vedere queste notizie in 45ma pagina.

Capite? Uno di quelli che vivevano con uno degli "attentatori" di Boston, è stato ucciso durante un interrogatorio da un agente dell'FBI. Motivazione? Era stato aggredito dal ragazzo.

Naturalmente come si può pensare che sia strano che mentre ti interrogano in una stanza 6x2 con agenti fuori e dentro tu possa ribellarti e aggredire un uomo armato. Naturalmente l'uomo aggredito, armato come non mai, in una centrale in cui ci sono almeno 4-5 persone che possono intervenire per interrompere l'aggressione, cosa fa? SPARA! E come spara? A una gamba? A un braccio? No, lo AMMAZZA.

Probabilmente un testimone "scomodo"? Aveva visto o sapeva qualcosa?

Naturalmente Ibragim Todashev viene immediatamente descritto dal giornalisto non come un "ragazzo ceceno di 27 anni", ma come un CECENO AMICO DI TERRORISTI CHE HANNO UCCISO 3 PERSONE ALLA MANIFESTAZIONE DI BOSTON.

Io spero solo che il meteorite arrivi presto, così almeno il pianeta si salverà.

wendellgee
Inviato: 22/5/2013 22:50  Aggiornato: 22/5/2013 22:50
Mi sento vacillare
Iscritto: 17/1/2013
Da:
Inviati: 700
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
Citazione:

Grazie per la segnalazione.
Esilarante questa parte:
"L'Fbi continuava a chiedergli dei collegamenti con l'attentato, ma lui rispondeva che non vi era alcuna connessione. Io, lui e i miei amici sapevamo che una cosa del genere sarebbe accaduta - ha aggiunto l'amico della vittima - ecco perché voleva lasciare il Paese e aveva comprato i biglietti aerei per tornare in Cecenia. Ma l'Fbi faceva pressioni e così ha deciso di restare: solo loro sanno cosa è davvero successo"

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cavillo
Inviato: 23/5/2013 0:20  Aggiornato: 23/5/2013 0:21
Ho qualche dubbio
Iscritto: 8/11/2010
Da:
Inviati: 158
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
Ok, però anche i memoriali di Vincenzo Calcara potrebbero essere interessanti, il problema è che su queste storie campeggia la scritta "achtung minen"

Ermetico
Inviato: 23/5/2013 18:32  Aggiornato: 23/5/2013 18:32
Ho qualche dubbio
Iscritto: 28/7/2011
Da:
Inviati: 66
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
Qualche giorno fa ho letto su Comedonchisciotte un articolo inerente al tema:

Brusca è quasi innocente?

Citazione:
Un libro sbagliato che tuttavia apre a un’ipotesi inquietante: un’altra mano dietro la strage di Capaci? Stefania Limiti, "Doppio Livello, come si organizza la destabilizzazione in Italia” (ed. Chiarelettere). Quasi 500 pagine, documentate, ricche di riferimenti, dense di fatti e pure di congetture inconcludenti. L’interesse si fa acuto nel capitolo di Capaci, l’ultimo di otto: “Dopo la strage di Capaci", in effetti, a differenza di quanto avvenne poi per quella di via D’Amelio, esecutori e concorrenti esterni non ebbero alcun bisogno di depistare l’inchiesta”. Tenuto conto di quanto segue, tali parole non fanno onore a chi investigò sulla morte di Falcone. ...

Citazione:
... Riassumiamo gli elementi sin qui acquisiti e aggiungiamo taluni altri, certificati dall’inchiesta.
1. Afferma il c.d. gradiatore: «[...]quei poveri scemi piazzati nella casetta sopra la curva dell’autostrada credono davvero di aver compiuto un attentato con tutti i crismi della professionalità degna dei migliori artificieri militari operanti in un teatro di guerra… ma alla fine assomigliano molto alla mia bimba… non si sono accorti che altri, ben più all’altezza di tali situazioni, hanno fatto tutto con grande capacità, lasciando a loro solo l’effimera illusione di essere veri criminali[...]»
2. La velocità presunta dai mafiosi è di 170 km/h (47 metri al secondo), è grossolanamente errata.
3. Il tempo di reazione di Brusca col telecomando è di 0,63 secondi.
4. Questo tempo di reazione determina uno scoppio anticipato o ritardato tale che, quantunque la velocità fosse solo di 100 km/h, l’auto si sarebbe trovata a 13 metri dall’esplosione, determinando il fallimento dell’impresa.
5. Qualcuno lavorò – con certezza – sul fornello esplosivo il 22 maggio, intorno alle 12,30
6. La quantità e la qualità di esplosivo, determinate dalla perizia scientifica, sono coerenti con gli effetti ottenuti e con le dichiarazioni dei vari imputati/pentiti/testimoni.
7. Attenzione: Falcone scambiò in corsa il mazzo di chiavi, circa 300 metri prima del fornello esplosivo, lasciando la macchina in folle – a una velocità iniziale intorno ai 120 km/h (33 metri/secondo) – così determinando un moto decelerato che nei primi 3 secondi abbassa la velocità a 80-90 km/h
8. Questa decelerazione e il tempo di reazione di Brusca, pari a 0,63 secondi, avrebbero dovuto determinare la posizione di Falcone a 10-12 metri dal muro esplosivo. Essa invece è meno di sei metri ne viene investita: segno evidente che l’impulso esplosivo è stato dato con un tempo di reazione maggiore di 0,1 e minore di 02 secondi, dinamicamente ed efficacemente adattato alla tendenziale decrescenza della velocità.
9. Il tempismo con cui l’auto di Falcone è comunque coinvolta nell’esplosione presume un tempo di reazione ASSOLUTAMENTE NON coerente con quello di 0,63 secondi più volte sperimentato da Brusca.
10. Questo tempismo – quantunque sfuggito all’analisi della Limiti – è quindi un indizio molto, davvero molto forte che l’impulso esplosivo non sia in realtà partito da Brusca.

Gli esperti che hanno presumibilmente lavorato sul fornello esplosivo il 22 maggio 1992, alle 12.30, si erano resi conto dell’errore grossolano di Brusca nel presumere una velocità di 160-170 km/h.
Costoro hanno quindi deciso di rimediare, ma non di certo potenziando la quantità di esplosivo, come sostenuto dall’Autrice.
Quand’anche raddoppiata la quantità di esplosivo, gli errori sullo spazio/tempo non avrebbero dato scampo.
Le capacità potenziali di un tiratore/killer possono essere di una raffinatezza inimmaginabile, con un tempo di reazione prossimo a 0,1 secondo, se vi sono stati addestramento e formazione peculiari, tali che Brusca non possedeva affatto. Il suo tempo di reazione – come abbiamo più volte ripetuto – era di 0,63 secondi, certificato da lui medesimo.
Insomma Brusca è, come tanti del suo genere, un volgare sicario e null’altro di più, capace di sparare alle spalle a bruciapelo, su una vittima inerme. Nulla di più.
D’altro canto, lo ripeto, la quantità di esplosivo è certificata.
L’unica spiegazione che rimane pertanto per spiegare la puntualità dell’auto di Giovanni Falcone è che sia stato manipolato l’innesco, l’unica possibile operazione da potersi fare in pieno giorno, alle 12,30 da quanti – rimasti ignoti – gravitavano intorno al furgone bianco, nei pressi del fornello esplosivo.
Forse quegli individui del furgone erano già intervenuti in precedenza per evitare scoppi fortuiti (evento possibile con un circuito di quel genere, esposto alle onde radio) ma non furono notati poiché l’esplosione avvenne numerosi giorni dopo e mancò dunque nei testimoni – a differenza di quelli del giorno priuma – la possibilità di correlare i due eventi.
Questi individui il 22 maggio possono avere fatto i seguenti passi:
1. Tagliare i fili del circuito predisposto dai mafiosi
2. Introdurre un altro innesco con esplosivo fortemente detonante (nitroglicerina?).
Il giorno successivo, 23 maggio, erano sul lato della montagna, a una quota più alta di quella dei mafiosi, con ottiche molto potenti, in grado di seguire con chiarezza e costanza il moto delle auto.
Il killer ha quindi dato l’impulso radio, prima puntando l’auto di Falcone, poi “sparando” l’impulso con tempestività, grazie al suo ottimo addestramento da killer/tiratore professionista, in grado di elaborare lo spazio/tempo con lucidità, continuità e freddezza, operando col minore margine di errore possibile, mentre i dati di movimento del convoglio mutavano in continuazione a causa della sostituzione delle chiavi operata in corsa da Falcone e della conseguente decelerazione del velivolo.
Giustiziamo ora un altro dettaglio messo maliziosamente in evidenza dal c.d. gladiatore: la presenza nel cielo della strage di un velivolo, piper o elicottero che fosse.
Oggi non si può escludere che fosse un volo non autorizzato e tuttavia innocente, il cui pilota, resosi conto dell’attentato, non ha voluto esporsi alle pesanti sanzioni sulla sua condotta che sarebbero conseguite alla sua testimonianza.
Se invece il velivolo aveva a bordo dei delinquenti interessati alla strage, solo chi non ha alcuna dimestichezza col volo di un piper o di un elicottero può presumere che da bordo di un tale mezzo si possa sparare un impulso radio con l’accuratezza indispensabile tale da attivare tempestivamente un telecomando.
È un dato di fatto sperimentale che da quei velivoli è impossibile l’apprezzamento delle distanze e la gestione dello spazio/tempo per un attentato come quello a Falcone.
Domanda: come mai il c.d. gladiatore, dotato di un addestramento militare raffinato ed esteso alla dimestichezza col volo, su aereo e su elicottero, così come agli esplosivi e agli inneschi, come mai costui offre delle informazioni deformate, intossicate, devianti e – per quanto concerne il velivolo – in sintonia con le tesi di Totò Riina?
Allora, diradati i fumi, solo il doppio innesco s’adatta al racconto della “doppia canna”, offerto all’autrice dal “gladiatore”, indipendentemente dal fatto che costui sia o meno quello che dice di essere e abbia detto effettivamente quanto a sua conoscenza.
Troppi anni sono tuttavia inutilmente trascorsi per poter sperare di arrivare alla prova definitiva.
I “misteri d’Italia” sono spesso l’esito d’una procedura investigativa più attenta alle sollecitazioni giornalistiche, non sempre disinteressate, che all’oggettività dei fatti e al rispetto delle procedure.
Si trascurano in tal modo elementi importanti, avvinghiandosi a dettagli marginali.
Quando, a distanza di molti anni, ci si avvede di incongruenze investigative, si evocano misteri, depistaggi e strutture parallele, solo per fare velo a mera incapacità, negligenza e, altrettanto spesso, amore per il quieto vivere in vista di altri incarichi.
Giovanni Brusca non è innocente, ma le responsabilità delle Istituzioni e del giornalismo italiani non appaiono meno lievi.
Ribadiamo quindi che è necessario rintracciare quel c.d. gladiatore che dice e non dice e, quando dice, confonde.
L’Autrice deve/può nascondersi dietro il segreto professionale.
Non di meno il c.d. gladiatore, se davvero è tale, appartiene ai servizi segreti e, come si sa, la legge guarda con attenzione alla collaborazione fra giornalisti e servizi, tanto più se l’Autrice (come conferma la sua lettera, leggi qui) è acritica col c.d. gladiatore, gli scopi del quale sono comunque da approfondire, visto che le sue parole non appaiono aderenti alla verità.
Il c.d. gladiatore – se ancora esiste – è facile trovarlo.
Se un magistrato è interessato, siamo pronti a spiegargli come fare.
A meno che tutti i magistrati, proprio tutti, gradiscano questo libro così com’è; in tal caso sarebbe un’altra storia.
Piero Laporta
Fonte: www.pierolaporta.it
Link: http://www.pierolaporta.it/capaciditutto-2/ 13.05.2013 copyright © 2013
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Per me già la scomparsa e "parziale" riapparizione della memoria del computer a Roma (ma cancellata), per quanto riguarda Falcone, e la scomparsa della borsa con la famosa agenda rossa, per quanto riguarda Borsellino, sono sufficienti per essere certi che, amleticamente, ... "c'è del marcio in Danimarca", ossia: inside job.

Per il resto, per me, è veramente difficile discriminare tra verità e depistaggi all'ennesima potenza.

So tutto? No, grazie!
Il "convinto" avvelena anche te. Digli di smettere.
m4x
Inviato: 23/5/2013 18:58  Aggiornato: 23/5/2013 21:03
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
Ho sempre avuto una certa difficoltà a digerire le tesi sulle doppie bombe in stile Cucchiarelli (resta comunque ottimo il suo lavoro su Piazza Fontana).

Riguardo all'ultima pubblicazione della Limiti mi sembra fin troppo facile (mi riferisco al cosìddetto "ex gladiatore siciliano") parlare in maniera del tutto anonima con un giornalista che ti fa da ventriloquo.

E anche la tesi del doppio innesco (sempre riguardo alla strage di Capaci) mi sembra una gran minchiata visto che l'elemento super addestrato che avrebbe fatto il lavoro sporco al posto di Brusca (facendoli comunque credere che fosse stato lui ad azionare l'ordigno), avrebbe comunque svolto un lavoro da quattro soldi per un motivo ovvio che non necessita di calcoli astrusi: l'esplosivo venne azionato in anticipo e l'auto investita non fu quella di Falcone ma la prima della scorta. E, ciliegina sulla torta, se Falcone si fosse allacciato le cinture di sicurezza o più semplicemente non si fosse messo alla guida della vettura scambiando il posto con il suo autista sarebbe uscito vivo dall'attentato.

La vera domanda secondo me è chi ha dato a Cosa Nostra l'esplosivo militare presente in tutte le stragi. Quell'esplosivo militare che Luca Tescaroli descrive come "rafforzamento". Ma tra rafforzamento e secondo ordigno c'è una bella differenza.

Ermetico
Inviato: 23/5/2013 20:02  Aggiornato: 23/5/2013 20:02
Ho qualche dubbio
Iscritto: 28/7/2011
Da:
Inviati: 66
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
In effetti è mancato veramente poco perchè l'attentato fallisse nel colpire il suo obbiettivo principale, ossia Falcone; oltre la casualità di essere o meno alla guida, la sopravvivenza dell'autista sul sedile posteriore indica che tutta questa precisione "professionistica" al millesimo di secondo non c'è stata, vista l'entità dell'esplosione ed il fatto che meno di un metro ha fatto la differenza tra la vita e la morte tra Falcone/Morvillo e l'autista.

So tutto? No, grazie!
Il "convinto" avvelena anche te. Digli di smettere.
notomb
Inviato: 25/5/2013 15:38  Aggiornato: 25/5/2013 15:38
Ho qualche dubbio
Iscritto: 13/2/2012
Da:
Inviati: 127
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
Per l'esplosivo hanno proprio risolto poco tempo fà. E stato fornito da un pescatore che lo estraeva da bombe di profondità inesplose. Non è uno scherzo è stato pure condannato.

peonia
Inviato: 25/5/2013 15:51  Aggiornato: 25/5/2013 15:51
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
ma voi la vicenda di Gioacchino Genchi non l'avete mai seguita? sembrerebbe...

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
m4x
Inviato: 25/5/2013 18:15  Aggiornato: 25/5/2013 18:37
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
@notomb

L'esplosivo utilizzato nelle stragi mica proveniva solo dal mare...

C'era quello che proveniva dalle cave, e poi, quello che proveniva dai traffici internazionali.

"Rimane tutt'ora aperto il capitolo sulla fornitura agli artificieri di Cosa Nostra, dell'esplosivo militare utilizzato in tutte le stragi del '93 e di cui pentiti e collaboratori sembrano non sapere assolutamente nulla: quasi certamente non il Semtex H, dagli anni '80 in possesso di Cosa Nostra, o il "Torpex" recuperato da ordigni residuati bellici, ma il T4, abbinato a miccia detonante alla pentrite"

http://www.cadoinpiedi.it/2011/05/27/strage_georgofili_anniversario.html

-

"Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti l'esplosivo veniva prelevato da alcuni residui bellici inesplosi della seconda guerra mondial, quindi custodito in acqua, a mare, in contenitori legati con delle cime. In totale per le stragi furono utilizzati 1.300 chili di tritolo e dalle indagini sarebbe emerso che da Porticello [dove agiva il pescatore (Cosimo D'Amato) da te citato] sarebbero arrivati circa 800 chili di esplosivo, ovvero 'gran parte'' del materiale usato per le stragi, poi mescolato anche con T4 e pentrite"

http://www.antimafiaduemila.com/2012111239751/cosa-nostra/stragi-in-manette-luomo-che-forni-leplosivo.html

Ermetico
Inviato: 27/5/2013 22:03  Aggiornato: 27/5/2013 22:03
Ho qualche dubbio
Iscritto: 28/7/2011
Da:
Inviati: 66
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
@ peonia
Citazione:
ma voi la vicenda di Gioacchino Genchi non l'avete mai seguita? sembrerebbe...



Ma dici a me?!



Scusa ma con questo "voi..." ci fai tutti rimandati a settembre?
("Studiate, gente, studiate!")

Due righe per dire semplicemente come "tu" colleghi Genchi, nello specifico, con quanto riportato finora, magari con un link di riferimento, per quanto mi riguarda, mi farebbe piacere.

Ciao

So tutto? No, grazie!
Il "convinto" avvelena anche te. Digli di smettere.
horselover
Inviato: 27/5/2013 22:27  Aggiornato: 27/5/2013 22:28
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 1/9/2012
Da:
Inviati: 1898
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
non dimentichiamo la strage di via dei georgofili, altamente simbolica (georgofili= amici della terra)

m4x
Inviato: 29/5/2013 12:55  Aggiornato: 29/5/2013 13:00
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci
E' simbolica perché al tempo il presidente del senato Spadolini faceva parte dell'accademia dei Georgofili, e curiosamente qualche gorno prima aveva parlato dei collegamenti tra mafia p2 e terrorismo.

Ora, come cazzo poteva sapere Provenzano, Bagarella e quell'altro ammasso di zotici che Spadolini era uno dei messimi esponenti dell'accademia dei Georgofili ?

m4x
Inviato: 29/5/2013 19:43  Aggiornato: 30/3/2014 23:10
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci

m4x
Inviato: 9/7/2014 2:50  Aggiornato: 9/7/2014 2:50
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci

m4x
Inviato: 17/7/2014 15:58  Aggiornato: 17/7/2014 15:58
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci

m4x
Inviato: 5/11/2014 9:54  Aggiornato: 5/11/2014 9:54
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: L'ultimo golpe: la strage di Capaci


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