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opinione : ALL'OMBRA DELLA VERITA'
Inviato da Redazione il 7/2/2005 20:01:16 (5186 letture)



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src="http://www.luogocomune.net/lc/images/library/verit-o.jpg">ALL'OMBRA
DELLA VERITA'
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(E' stata pubblicata la  href="http://www.luogocomune.net/lc/modules/news/article.php?storyid=504#1">II
Parte: href="http://www.luogocomune.net/lc/modules/news/article.php?storyid=504#1">UN'ARMA
DI DIFESA -
LE FALLACIE PIU COMUNI)



I PARTE - Il metodo del ragionamento




Su questo sito si discute, in Internet si discute, nel mondo, in
generale, si discute. E per farlo usiamo tutti, indistintamente, gli
stessi due strumenti: il linguaggio, e la Logica. Ma mentre il
linguaggio è chiaramente acquisito, la Logica pare in qualche
modo
"esistere" a priori, risultando immutabile nel tempo ed invariata in
ogni luogo. Che tu vada in Russia o nel Congo, che tu parli cinese o
afrikaans, ciò che è logico rimane logico sempre e
comunque,
dappertutto e per tutti. (Di fronte a questo non può non venire
in
mente, anche a chi non sia cristiano, la frase inziale del Vangelo di
Giovanni: "In principio era il Logos").



Nonostante questa apparente universalità, però, gran
parte delle
discussioni fra gli esseri umani non porta a nulla di costruttivo, e
anzi si finisce spesso per allontanarsi ancora di più uno
dall'altro.
Perchè? Se i dati sono riscontrati oggettivamente, e la Logica
è uguale
per tutti, ...


...non si dovrebbe arrivare automaticamente alle stesse
conclusioni?



Uno dei motivi perchè ciò non accade, ovviamente,
è quello che possiano
definire una "differenza di opinione", dove il divario non stia nel
modo di analizzare i dati disponibili, ma nel "valore" intrinseco che
ciascuno di noi assegna a questi dati. E questa diversa scala di valori
ha radici culturali, emotive e personali che sfuggono completamente al
mondo ordinato e preciso della Logica.  (Come dissero Eisntein ed
Heisemberger, dopo aver passato tre giorni rinchiusi in uno chalet a
confrontare le proprie idee sull'Universo, "we agree to disagree",
siamo d'accordo sul non esserlo. I due infatti partivano da presupposti
scientifici diversi, e le loro teorie rimangono a tutt'oggi
inconciliabili fra loro).



Il secondo motivo, altrettanto diffuso, è quello di una errata
applicazione dello strumento logico. Ovvero, i due contendenti non
discordano in realtà sulla tesi di fondo, ma non riescono a
giungere ad
un accordo per un' errata applicazione delle "regole del gioco", e
questo genera fra i due una sensazione di discordia di fondo.





IL RAGIONAMENTO LOGICO



Un ragionamento logico è definito tale quando si componga di tre
elementi essenziali, che sono: premessa, inferenza, e conclusione.
Possiamo descrivere la premessa come una specie di "affermazione"
generica, nota a tutti e fuori discussione, l'inferenza come
un'affermazione particolare, che si applica solo nel caso specifico, e
la conclusione come una nuova affermazione, che nasca dalla somma delle
prime due. Oppure possiamo definire un ragionamento logico, in maniera
molto più semplice, "due siccome e un quindi". Facciamo un
esempio:



PREMESSA (generica): (Siccome) I cani hanno quattro zampe, una coda e
abbaiano.

INFERENZA (specifica): (E siccome) L'animale che ho davanti ha quattro
zampe, una coda e abbaia.

CONCLUSIONE (nuova affermazione): (Quindi) L'animale che ho davanti
è un cane.



Ogni nuova affermazione che si ottenga con un tale procedimento,
cioè
ogni conclusione, può a sua volta diventare la premessa per un
nuovo
pezzo di ragionamento, ovvero di una nuova "tripletta" fatta di due
siccome e un quindi. (Da cui l'espressione "segui il filo del mio
ragionamento").





METODO DEDUTTIVO E METODO
INDUTTIVO




Vi sono due tipi di ragionamento, quello deduttivo e quello induttivo,
che sono anche detti "aristotelico" e "platonico". Ambedue seguono lo
schema premessa-inferenza-conclusione, ma si distinguono sia per il
tipo di premessa che per la garanzia che danno sulla conclusione
ottenuta.



Nel ragionamento deduttivo la premessa è sempre qualcosa di
categorico,
di astratto, di prestabilito - una specie di verità assodata da
cui si
parte (tutti i cani hanno quattro zampe, una coda e abbaiano). In
quello induttivo invece la premessa è data dall'osservazione di
dati
singoli, che non erano mai stati raccolti prima, e che sono quindi in
grado di portare a una nuova "verità assodata" di tipo generale.
L'esempio più classico è quello del procedimento
scientifico, dove un
esperimento ripetuto a sufficienza permette di stabilire una nuova
legge della Natura. Ad esempio, i ripetuti lanci di sfere di vario
peso, effettuati da Galileo dalla Torre di Pisa, permisero di stabilire
(anche se con approssimazione) le proprietà di accelerazione dei
corpi
nello spazio.



Oppure, per usare di nuovo l'esempio iniziale, l'equivalente induttivo
sarebbe:



PREMESSA: Ho davanti un animale che ha quattro zampe e una coda, e
abbaia.

INFERENZA: Avevo già incontrato numerosi animali che presentano
tutti le stesse caratteristiche.

CONCLUSIONE: A questo punto posso stabilire con relativa certezza che
esista una categoria di animali con quelle precise caratteristiche, che
io chiamerò "cani".



In altre parole, il ragionamento deduttivo parte da un'affermazione
generale, di tipo teorico, che si dà per scontata (tutti i cani
hanno
ecc. ecc.), e giunge ad una conclusione specifica, di tipo pratico,
(questo animale è un cane). L'induttivo invece parte da
un'affermazione
specifica, di tipo pratico (ho davanti un animale con quattro zampe
ecc…), e giunge ad una conclusione generale, di tipo teorico (esiste
quindi una categoria che chiamerò "cani"). Dal generale al
particolare,
dal particolare al generale. Dall'astratto al concreto, dal concreto
all'astratto.



Ciascuno dei due metodi offre precisi





VANTAGGI E SVANTAGGI



Il metodo deduttivo offre il vantaggio di garantire la validità
della
conclusione, purchè la premessa sia valida: se è vero che
"tutti i cani
hanno quattro zampe ecc…", questo che ho davanti è SICURAMENTE
un cane.
Ha però lo svantaggio di produrre una conclusione "più
piccola" della
premessa stessa: si parte dalla categoria "cani", si arriva a "questo"
cane specifico.  (In altre parole, la conclusione è
garantita perchè è
già contenuta dalla premessa).



Il ragionamento induttivo invece non può garantire la
validità della
conclusione (se un domani saltasse fuori un animale che ha quattro
zampe e una coda e abbaia, ma si arrampica anche sugli alberi come una
scimmia, la mia nuova categoria "cani" va a farsi benedire), ma mi
permette di arrivare a conclusioni "più ampie" della premessa
iniziale
(sono partito osservando un singolo animale, ho concluso con una nuova
categoria che prima non avevo).





DUE VOLTI DELLA STESSA MEDAGLIA?



In realtà, appare ovvio che qualunque affermazione categorica
che noi
usiamo come premessa per un ragionamento deduttivo, debba inizialmente
essersi formulata come conclusione di un percorso induttivo. Ovvero,
prima che l'uomo potesse stabilire che "i cani hanno quattro zampe, una
coda, e abbaiano", ha dovuto osservarne abbastanza da poterlo dire con
relativa certezza.



Ma allora, cosa è nato prima? L'osservazione, o l'affermazione?



Ovvero, tutte le "Verità" che l'uomo oggi considera tali, sono
nate da
un'osservazione iniziale del mondo esteriore, tramite i cinque sensi, o
vi è per caso anche una innata forma di conoscenza interiore -
il
famoso "sesto" senso - che non necessita di verifiche di nessun tipo
per affermarsi come tale?



Sappiamo di scoprire, o scopriamo di sapere?





II PARTE - UN'ARMA DI DIFESA -
LE FALLACIE PIU COMUNI




Mente in inglese fallacy è un termine usato comunemente, a noi
la
parola fallacia suona un pò strana. Il Garzanti peraltro la
riporta,
con queste definizioni: Apparenza ingannevole, falsità,
slealtà,
malafede, sbaglio, errore, sofisma, vizio di ragionamento.



A noi interessa soprattutto l'ultima definizione. Vizio di
ragionamento, aggiungiamo, strettamente tecnico, secondo quelle
che sono le regole della cosiddetta Logica Formale. Un pò come
dire
"mani in area è rigore". Sta all'arbitro, di volta in volta,
giudicare
se il giocatore abbia toccato il pallone con le mani, ma la regola
è
quella e non cambia per nessuno.



Il vantaggio di saper riconoscere le varie fallacie permette spesso di
non farsi fuorviare dai ragionamenti altrui - anche se spesso in
perfetta
buona fede - e di evitare in genere inutili perdite di tempo ad ambedue
i contendenti.



Le fallacie più comuni, molte delle quali portano ancora il nome
latino, sono le seguenti:






Argomento ad hominem.
Quando si attacca la persona e non l'idea di cui è portatore.



"L'ha detto Giulio? Ma quello è un cretino!" Sarà anche
cretino, ma è
la sua idea che va confutata, indipendentemente dalla persona.



Questo può valere anche per la "fonte" in senso lato: "Ho letto
su un sito internet
che l'11 Settembre non fu affatto portato a termine da 19 arabi..." "Ma

là, lascia
perdere. In Internet girano tante di quelle stronzate!"



Ne girano a quintali, se è solo per quello, ma sono le idee
specifiche che vanno confutate, non
il luogo (comune) da cui provengono.






Argomento ad ignorantiam.
Un cosa è vera (o falsa) sono perchè non è mai
stato dimostrato il contrario.



Atlantide è esistita: dimostrami che non è vero.

Dio non esiste: dimostrami che c'è.






Falso dilemma. Un esempio
classico è quello dell'interminabile dibattito fra
creazionismo ed evoluzionismo, dove la fallacia viene curiosamente
adottata da ambo
le parti senza ormai più nessun ritegno.



Da una parte si dice: "L'evoluzionismo non dà conto del
passaggio dalla scimmia all'uomo (anello mancante), quindi ha ragione
il creazionismo". Dall'altra si risponde: "Siccome il mondo non
può avere seimila anni, come vorrebbe la Bibbia,  è
l'evoluzionismo la teoria giusta".



Questa fallacia presuppone che non vi siano alternative alle due tesi
concorrenti, quando in realtà non è possibile affermarlo.
Ben
diverso sarebbe sostenere che un uomo "è morto, poichè
non è più vivo", o viceversa, quando le alternative siano
effettivamente solo
due.



La fallacia del falso dilemma è molto più diffusa di
quello che si
creda, perchè si nasconde spesso in proposizioni che a prima
vista
suonano perfettamente coerenti. Consideriamo le risposte a queste due
affermazioni:



A - Credo che il capitalismo
abbia assunto nella nostra società una forma disumana”

R - “E allora cosa dovremmo dire dei morti fatti dal comunismo?”



A - “La democrazia moderna ha fallito il suo compito”

R - “Ma sì, torniamo pure alle dittature che torturano la povera
gente”



Ambedue le risposte presuppongono che vi siano solo due alternative al
problema, il che in ciascun caso non è assolutamente vero.






La domanda "pesante"style="font-weight: bold;">. Si
pone quando viene implicata una premessa che non è
necessariamente vera.



Hèi, come stai? Hai smesso finalmente di picchiare tua moglie?
(Dove sta scritto che io abbia mai iniziato, scusa?)






Petitio principi: quando
si inserisce la conclusione nella premessa, in modo da poterla
dimostrare con maggiore facilità. (Equivale al cosiddetto "giro
vizioso").



 "La Bibbia è parola divina."  "Come fai a
dirlo?"  "Lo dice la Bibbia
stessa!" (Episodio vero, capitatomi con un Testimone di Geova).



Ma vi sono anche forme molto più subdole, e meno facili da
individuare: "Non è possibile che Kennedy sia
stato ucciso da una cospirazione, poichè ci sono quintali di
prove che
dimostrano che Oswald agì da solo".



Si dimentica in questo caso
che tali prove sono state raccolte, gestite e fornite al pubblico dalle
stesse autorità che, nel caso del complotto, avrebbero avuto
tutto l'interesse a falsificarle.






Uomo di paglia. Avviene
quando si attacca
un'argomentazione che l'avversario ha fatto in separata sede,
e che risulta particolarmente facile da confutare, nell'intento si
sminuire la validita della sua argomentazione corrente.



Io e te siamo discutendo di coltivazione delle banane. Ad
un certo punto tu mi dici: "Tu hai scritto l'anno scorso che i
mandarini
non crescono bene in Sicilia, mentre questo non è vero",
sottintendendo che la mia argomentazione sulle banane sia meno
valida. (Si chiama "uomo di paglia" perchè è più
facile da
sconfiggere di un uomo in carne ed ossa).



Impone inoltre l'idea che se si sta davvero cercando di conoscere la
verità conviene prendere in considerazione la tesi contraria
più forte,
e non la più debole.






Argomento ad autoritatem (diffusissimo
di questi tempi): Chi sostiene una certa tesi è un luminare nel
campo, quindi ha
ragione.



Questo non è necessariamente vero, anche se per questo non
dobbiamo
rigettare per principio qualunque cosa esca dalla bocca di un esperto
di settore. Un utile criterio discriminante può essere
l'eventuale
"interesse aggiuntivo" legato alla sua affermazione: se Einstein
sostiene una certa caratteristica dell'Universo, non avendo
apparentemente nulla di aggiuntivo da guadagnare (oltre al piacere di
avere ragione), forse ci si può anche fidare. Ma se un noto
architetto
sostiene che le Torri Gemelle sono cadute per conto loro - essendo la
cosa particolarmente controversa -
non solo è igienico dubitarne, ma si può in certi casi
addirittura
sospettare che il luminare sia stato interpellato proprio per
supportare una bugia (in cambio di una lauta ricompensa, ovviamente).
Il caso dell'Universtità Purdue - per chi conosce bene la
questione 11
Settembre - è particolarmente indicativo. E comunque in
generale, il
mondo è pieno di "esperti a gettone", il cui  numero sembra
aumentare proprio con il calo di attenzione critica con cui assorbiamo
quotidianamente le informazioni dai media ufficiali.






Fallacia del piano inclinato (o piano
scivoloso),
dove si prospettano conseguenze catastrofiche ad un
certa
tesi, nell'intento di invalidarla.



All'ipotetica proposta: "Se gli immigrati illegali avessero la
patente potrebbero lavorare molto di più", qualcuno potrebbe
replicare: "Già bravo, cominciamo col dargli la patente e va a
finire che fra
qualche anno ce li ritroviamo al governo".



A parte che non è affatto garantito che ciò accadrebbe,
la tesi non può comunque restare invalidata da qualcosa
che le è esterno. Ovvero, qualunque cosa possa succedere per
aver dato
la patente agli immigrati, non cambia il fatto che questi sarebbero
più
produttivi se l'avessero.







Fallacia di composizione
: avviene quando si attribuisce al tutto
la qualità di una parte.



Gli appartamenti di quell'edificio sono molto piccoli. Quell'edificio
ha tanti appartamenti. Quell'edificio è piccolo.



Il suo opposto è la



Fallacia di sottrazione,
che avviene quando invece si attribuisce alla parte una qualità
del tutto.



Gli aborigeni si stanno estinguendo. Arrawang è un aborigeno.
Arrawang si sta estinguendo.






Negazione
dell'antecedente,

quando si fa risalire un evento ad una causa non necessariamente
correlata.



Mio cugino ha urlato. Subito dopo è crollato il Muro di Berlino.
Mio cugino ha fatto crollare il Muro di Berlino.



Il suo contrario è la



Affermazione del conseguente. style="font-weight: bold;">Fallacia che avviene quando si
presume un effetto da una  causa non necessariamente correlata.



Quando l'Inter vinse il campionato pioveva. Oggi piove. Oggi l'Inter
vince il campionato. (Magari)






Queste sono le fallacie più diffuse, che è utile
conoscere
per districarsi in eventuali situazioni di stallo durante una
discussione. Ve n'è poi almeno un'altra dozzina, che sono
però molto
meno insidiose, e molto più facili da individuare. Per il nostro
scopo
quelle presentate dovrebbero essere più che sufficienti.


Massimo Mazzucco






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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
drew
Inviato: 8/2/2005 15:18  Aggiornato: 8/2/2005 15:18
Ho qualche dubbio
Iscritto: 31/8/2004
Da:
Inviati: 166
 Re: ALL'OMBRA DELLA VERITA'
Vediamo se ho capito: Affermare: "Vi sono due tipi di ragionamento, quello induttivo e quello deduttivo..." significa che stiamo usando il metodo deduttivo (premessa categorica, prestabilita). Da un punto di vista induttivo potrei dire che ne esiste almeno un terzo che chiamerei "il metodo del risultato" cioè: chi conduce il ragionamento sa già a che conclusione vuole arrivare (ma ovviamente non la esplicita agli altri), dopodichè dichiara premessa ed inferenza inserendo in almeno una di essa qualche elemento di falsità (ben nascosto di modo che i più non se ne accorgano) e quindi giunge alla conclusione desiderata, magari convincendo una numerosa platea. Non sarà molto logico, ma mi sembra un metodo assai diffuso di ragionare. Sono andato fuori tema?

Santaruina
Inviato: 8/2/2005 15:40  Aggiornato: 8/2/2005 15:40
Sono certo di non sapere
Iscritto: 13/10/2004
Da: Sud Europa
Inviati: 5123
 Re: ALL'OMBRA DELLA VERITA'
Anch’io a volte ho l’impressione che possa capitare che anche coloro che si affidano al metodo induttivo spesso abbiano già in mente la conclusione a cui arriveranno. In fondo scegliere la premessa e l’inferenza “giusta” non è poi così complicato… Naturalmente non è detto che ciò sia fatto sempre in malafede. Citazione:
Ovvero, tutte le "verità assodate" che l'uomo oggi considera tali, sono nate da un'osservazione iniziale del mondo esteriore, tramite i cinque sensi, o vi è per caso anche una innata forma di conoscenza interiore - il famoso "sesto" senso - che non necessita di verifiche di nessun tipo per affermarsi come tale?
Forse è davvero così, forse ci sono delle conoscenze interiori che non siamo in grado di riconoscere o di ammetterne l’esistenza. E a volte il metodo induttivo non fa altro che fornire una veste “scientifica” a queste conoscenze. “Il metodo del risultato” He he he… condivido… Blessed be

-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
vulcan
Inviato: 8/2/2005 16:52  Aggiornato: 8/2/2005 16:52
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: ALL'OMBRA DELLA VERITA'
Una disquisizione sulla logica o sulla sua metodologia non ha rilevanza alcuna se non applicata ad un obbiettivo specifico, essa perciò assume valore solo se finalizzata alla ricerca della verità! Da sempre infatti ciò che interessa l’uomo quale animale razionale è la verità! Ma quale è la verità? La cosa cui crediamo di più per definizione, o quella che ci viene suggerita dalla logica deduttiva o induttiva? La verità è un dato assoluto o relativo? La verità è un dato temporaneo o definitivo? E’ suscettibile di cambiamento in modo dinamico oppure è statica? Quante verità esistono? Una per ognuno oppure una per tutti? Citazione “ In realtà, appare ovvio che qualunque affermazione categorica che noi usiamo come premessa per un ragionamento deduttivo, debba inizialmente essersi formulata come conclusione di un percorso induttivo. Ovvero, prima che l'uomo potesse stabilire che "i cani hanno quattro zampe, una coda, e abbaiano", ha dovuto osservarne abbastanza da poterlo affermare con relativa certezza. “ Per quanto riguarda il percorso logico, l’affermazione sopra è perfettamente condivisibile, ma non sufficiente per individuare con certezza “tutta la verità”, le ragioni sono ben descritte. In entrambi i casi si giunge ad una conclusione, e questa conclusione è adottata come “vera”. Probabilmente la “verità” è solo ciò in cui realmente crediamo, specialmente se non si tratta di cose misurabili, dove la logica non può essere verificata in termini ad esempio matematici o aritmetici, oppure quando si tratta di questioni in cui la logica non è parametro di riferimento. Questa affermazione diviene ancor più vera tanto più ci si avvicina al mondo dell’in conoscibile e dell’esistenza umana. Ho esagerato?

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
Redazione
Inviato: 8/2/2005 22:22  Aggiornato: 8/2/2005 22:22
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: ALL'OMBRA DELLA VERITA'
DREW: Non solo non hai esagerato, ma hai anticipato la seconda parte della scheda, che devo ancora completare, e che riguarda le cosiddette "fallacie" logiche. VULCAN: Per me è chiaro che si tratti sempre e comunque di verità relativa. E' la "verità dell'uomo", cioè quel sistena di cordinate cognitive che si è andato stabilendo sin dalla prima induzione empirica dell'uomo delle caverne, che probabilmente è stata qualcosa come "cazzo che freddo quando nevica!". Cioè dal primo rapporto che l'uomo ha stabilito fra esperienza sensoriale e "ripetitibilità scientifica dell'evento". Fra Pathos e Logos, fra materia e intelletto. Finchè, a furia di cogitare, arriva Descartes che capovolge il processo empirico e utilizza la mente come prova della sua materialità fisica. Ma lo fa sempre dentro le coordinate relatiìve dell'universo sensoriale conosciuto. Ovvero, secondo me la "verità" dell'uomo si rincorre nel momento stesso in cui cerca di definirsi in termini assoluti. Per chi ha anche una dimensione spirituale, la cosa appare normalissima (anzi, direi necessaria), per chi non ce l'ha (agnostico), o la rifiuta del tutto (ateo), il problema pone leggeri problemi supplementari. SANTA: ti ho lasciato in coda perche la mia risposta mi sembra già inclusa in quella precedente. E' comunque un gioco di specchi, all'interno del quale uno sceglie quale riesce a distorcere meglio a suo favore un'immagine che è già deformata in partenza. Ovvero, sanza stare a usare tutti questi paroloni, ogni scarrafone è bello a mamma sua. *** VULCAN: ti contesto solo una frase, che ho rivisto adesso rileggendo. "... la logica non può essere verificata in termini ad esempio matematici o aritmetici,... " Logica e matematica sono secondo me la stessa cosa (io la chiamo logimatica). [ Modificato da Redazione Attivo 8/2/2005 21:32 ]

ivan
Inviato: 8/2/2005 22:37  Aggiornato: 8/2/2005 22:37
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: ALL'OMBRA DELLA VERITA'
"Se i dati sono riscontrati oggettivamente, e la Logica è uguale per tutti, ... ... non si dovrebbe arrivare automaticamente alle stesse conclusioni? " Per tre motivi principali: 1) la mente ragiona come gli fa comodo ragionare (a volte a costo di negare la realtà e rifugiarsi nella pazzia); 2) perchè chi ci comanda in realtà è il subconscio: avete visto (o letto il libro) il film "il pianeta proibito"? verte proprio su questo tema; 3) la mente tende a prendere come vere solo le verità di certe autorità (il padre, la fede religiosa, la tv, il partito politico, etc: dipende dai contesti) e a ignorare o riggettare le verità proposte altre "entità". "METODO DEDUTTIVO E METODO INDUTTIVO" Io ci aggiungerei anche il "principio di non contraddizione": uno svilupoo logico per essere valido non deve portare a risultati contraddittori.

vulcan
Inviato: 8/2/2005 22:59  Aggiornato: 8/2/2005 22:59
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: ALL'OMBRA DELLA VERITA'
Redazione, non per niente a scuola in "logimatica" prendevo sempre 5!!

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
Redazione
Inviato: 9/2/2005 1:29  Aggiornato: 9/2/2005 1:29
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: ALL'OMBRA DELLA VERITA'
Questo testo era in realtà una "scheda" che avevo in preparazione , e l'ho temporaneamente adattato ad articolo perchè ho visto che si stava sviluppando un'interessante discussione sul deduttivo/induttivo. In realtà la scheda non ha la presunzione di spiegare l'origine della verità, ma sarà solo un tentativo di mettere a disposizione alcuni elementi-base della Logica Formale -le "regole del gioco" - proprio per evitare, nelle nostre discussioni - come dice IVAN - che la mente ragioni come le pare. Lo scopo ultimo è infatti quello di listare le fallacie più comuni in cui si ricade ogni tanto tutti, in buona o cattiva fede. Ma ben vengano a questo punto suggerimenti, ampliamenti di concetti o critiche al metodo stesso, che io per primo non condivido fino in fondo. *** (Scherzo - da pronunciare alla milanese, smangiando le vocali): "Questa cosa facciamola insieme compagni, cioè cazzo le cose bisogna farle democraticamente, perchè cazzo al limite non è giusto che ti vengano sempre imposte dall'alto senza una verifica della base, no? Cordone compagni! ..." (Nel caso non fosse chiaro, chi scrive ha "fatto il 68". ) *** Io in compenso ero una chiavica in matemogica [ Modificato da Redazione Attivo 9/2/2005 0:40 ]

Santaruina
Inviato: 9/2/2005 1:57  Aggiornato: 9/2/2005 1:57
Sono certo di non sapere
Iscritto: 13/10/2004
Da: Sud Europa
Inviati: 5123
 Re: ALL'OMBRA DELLA VERITA'
Per me nelle discussioni l’unica regola è il rispetto. Non è una banalità, si può dire qualsiasi cosa, partire da qualsiasi presupposto purchè si tenga sempre presente che capiterà che qualcun altro parta da presupposti differenti. E qualsiasi concetto, espresso senza astio o supponenza, per quanto possa essere più o meno condivisibile non farà che accrescere il proprio bagaglio, se non altro perché si diventa sempre più ricchi nel conoscere pensieri diversi e capire su che cosa si fondano. Detto questo, pensiero forse banale, ritengo che un’approffondimento sul percorso del nostro ragionare e sulle “regole” della logica sia molto interessante anche perché possono emergere molti nostri limiti che magari non pensavamo nemmeno di avere. Per quanto riguarda la verità, si sa già che è molto difficile da incontrare, nonostante si trovi, come tutti sanno, in superficie. Cioè volevo dire che è difficile da trovare perché si nasconde nelle profondità. Sì, insomma, si trova vicino al gatto zoppo che ci lascia lo zampino al lardo di quello che impara a zoppicare diventato saggio a forza di dimenticare. E’ dura… Blessed Be

-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
vulcan
Inviato: 9/2/2005 16:33  Aggiornato: 9/2/2005 16:33
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: ALL'OMBRA DELLA VERITA'
Citazione: ... non si dovrebbe arrivare automaticamente alle stesse conclusioni? Se ho ben capito l’intenzione, la redazione riconduce il discorso al mondo del conoscibile……La sua conoscenza (scoperta), passa obbligatoriamente per il metodo induttivo, essendo quello deduttivo forgiato da altrettanti processi induttivi. Trattandosi di “conoscibile”, solo i quattro sensi, rappresentano il punto di partenza per la raccolta dei dati semplici che attraverso la metodologia del pensiero ci conducono a delle conclusioni più generali. Dall’idea al concetto … La fallacie logiche sono ridotte al minimo qualora siamo in grado di misurare la conclusione e i dati di passaggio da A a B, determinando a ritroso che non esista contraddizione. Quest’ultima condizione è possibile solo nella logica applicata! Non per niente la filosofia è madre di tutte le scienze, ma deve calarsi nello specifico per poter essere precisa. Quando si passa alla concettualizzazione generale … Citazione: Nonostante questa apparente universalità, però, gran parte delle discussioni fra gli esseri umani non porta a nulla di costruttivo, e anzi si finisce spesso per allontanarsi ancora di più l'uno dall'altro. Perchè? Se i dati sono riscontrati oggettivamente, e la Logica è uguale per tutti, ... Quando si passa alla concettualizzazione generale, le interferenze sul processo logico divengono incontrollabili, esse sono di ordine culturale quanto emotive, appartengono alla sfera del collettivo e dell’individuale (Ivan ne ha descritte alcune), queste interferenze non sono misurabili, (mi dispiace redazione ma la logimatica in questo caso credo sia solo fine a se stessa), si puo’ al massimo tentare di elencarle e neutralizzarle in qualche modo. Ma un discorso dell’argomentazione logica su se stessa della filosofia sulla filosofia è necessariamente destinata al fallimento. Mi dispiace anche per il cordone e la base . E’ solo il cane che si morde la coda. È logica la logica? In fine mi domando , ma i sessantottini ce l’avevano la coda!

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
Santaruina
Inviato: 9/2/2005 17:35  Aggiornato: 9/2/2005 17:35
Sono certo di non sapere
Iscritto: 13/10/2004
Da: Sud Europa
Inviati: 5123
 Re: ALL'OMBRA DELLA VERITA'
Citazione:
Ma un discorso dell’argomentazione logica su se stessa della filosofia sulla filosofia è necessariamente destinata al fallimento.
Potrebbe anche essere così, resta comunque molto divertente (per chi con queste cose si diverte…) Inoltre Citazione:
Quando si passa alla concettualizzazione generale, le interferenze sul processo logico divengono incontrollabili […] si puo’ al massimo tentare di elencarle e neutralizzarle in qualche modo.
Vulcan,e ti pare poco ? Blessed Be

-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
vulcan
Inviato: 10/2/2005 19:34  Aggiornato: 10/2/2005 19:34
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: ALL'OMBRA DELLA VERITA'
Citazione:
Potrebbe anche essere così, resta comunque molto divertente (per chi con queste cose si diverte…)
Hanno smesso tutti di divertirsi .

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
drew
Inviato: 10/2/2005 21:29  Aggiornato: 10/2/2005 21:29
Ho qualche dubbio
Iscritto: 31/8/2004
Da:
Inviati: 166
 Re: ALL'OMBRA DELLA VERITA'
Dell'argomento in questione finora mi sembra di aver capito quanto segue: 1) sia il metodo di ragionamento deduttivo che quello induttivo presentano aspetti critici 2) il metodo deduttivo è in qualche modo conseguente a quello induttivo (con il quale si stabiliscono le affermazioni comunemente riconosciute su cui si basa il metodo deduttivo) 3) in ogni caso è frequente la possibilità di errore nel ragionamento sia per buona che per cattiva fede 4) in molti casi il ragionamento logico non è efficace per giungere a conclusioni certe e condivise Sorge spontanea la domanda: dobbiamo rinunciare al tentativo di giungere a conclusioni condivise o dobbiamo percorrere per questo scopo strade diverse dal ragionamento logico? E se si quali? Drew.

vulcan
Inviato: 11/2/2005 0:19  Aggiornato: 11/2/2005 0:19
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: ALL'OMBRA DELLA VERITA'
Drew il tuo intervento di sintesi giunge ben a proposito. Condivido pienamente i tuoi 4 punti. Santaruina sostiene che la cosa è divertente, ma ho l’impressione che altri abbiano parere differente . Alla tua domanda ho già in un certo senso risposto in anticipo: citazione un discorso dell’argomentazione logica su se stessa della filosofia sulla filosofia è necessariamente destinata al fallimento.La logica è logica? citazione dobbiamo rinunciare al tentativo di giungere a conclusioni condivise o dobbiamo percorrere per questo scopo strade diverse dal ragionamento logico? E se si quali? Penso che oltre alla logica bisognerà aggiungere qualche altro parametro … Ma se Santaruina non ci dà una mano credo che siamo alla fine dell’argomento!!

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
Redazione
Inviato: 11/2/2005 0:55  Aggiornato: 11/2/2005 0:55
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: ALL'OMBRA DELLA VERITA'
Chiedo scusa - notare che chi parla non è affatto uno dall'impostazione mentale "scientifica", anzi - ma la vostra obiezione "cumulativa" (il dubbio di fondo sull'utilità della Logica) potrebbe essere paragonata a chi dice: Che ce ne facciamo delle regole del calcio? Spesso l'arbitro si sbaglia lo stesso, a volte lo fa pure apposta, e poi comunque non servono a togliere la fame nel mondo. Certo, ma servono sempre a giocare meglio una partirta di calcio che a non averle. Quando sei nel mezzo della mischia in area, e volano falciate e gomitate da tutte le parti, non sei più contento che ci siano delle regole comunque? Io tutto quello che ho scritto sopra lo vedo solamente come una regola per procedere, non certo come una mappa del tesoro per trovare. [ Modificato da Redazione Attivo 10/2/2005 23:56 ]

Santaruina
Inviato: 11/2/2005 2:13  Aggiornato: 11/2/2005 2:13
Sono certo di non sapere
Iscritto: 13/10/2004
Da: Sud Europa
Inviati: 5123
 Re: ALL'OMBRA DELLA VERITA'
Citazione:
Sorge spontanea la domanda: dobbiamo rinunciare al tentativo di giungere a conclusioni condivise o dobbiamo percorrere per questo scopo strade diverse dal ragionamento logico? E se si quali?
Credo che l’obbiettivo che dobbiamo centrare non sia quello di trovare conclusioni condivise; il fatto che ad esse non si arrivi sempre tra persone ragionevoli e in buona fede sta solo ad indicare che la logica da sola non è in grado di portare a questo risultato. Infatti Citazione:
..le interferenze sul processo logico divengono incontrollabili […] si puo’ al massimo tentare di elencarle e neutralizzarle in qualche modo.
Ribadisco che questo non è un obbiettivo da poco, la logica per quanto non possa portarci a scoprire una verità unica e condivisibile, può comunque aiutarci a stabilire delle regole (le regole di cui parla Massimo) da seguire nelle nostre argomentazioni. Una volta che vengono accettate e rispettate, qualsiasi concetto potrà essere sviluppato all’interno di queste regole, e dal confronto con le idee diverse si potranno scoprire le differenti sfumature della verità. Sarebbe interessante vedere l’evolversi di due pensieri diametralmente opposti che giungono a conclusioni differenti muovendosi però all’interno del “regolamento”, privi di qualsiasi fallacia. Ciò porterebbe a domandarsi cosa stia alla base dei ragionamenti iniziali e come a volte possa capitare che la “ragione” non parteggi per nessun “contendente”, oppure stia con entrambi, nonostante sostengano idee del tutto divergenti. Questo argomento non termina qui, se sapremo farne tesoro potremo applicarlo in ogni nostra discussione... Blessed Be [ Modificato da Santaruina Attivo 11/2/2005 3:21 ]

-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
drew
Inviato: 11/2/2005 10:02  Aggiornato: 11/2/2005 10:02
Ho qualche dubbio
Iscritto: 31/8/2004
Da:
Inviati: 166
 Re: ALL'OMBRA DELLA VERITA'
Citazione:
...trovare conclusioni condivise; il fatto che ad esse non si arrivi sempre tra persone ragionevoli e in buona fede sta solo ad indicare che la logica da sola non è in grado di portare a questo risultato.
Pienamente d'accordo e anche con Massimo quando parla comunque della necessità di regole, forse nel mio ultimo intervento ho ecceduto nella sintesi. Quello che intendevo chiedere è , visto che la logica evidenzia dei limiti, se riteniamo accettabili anche esposizioni di pensiero non propriamente logiche o se proprio per questo scartarle a prori. Ad esempio si potrebbe decidere di accettare (o di escludere) il metodo della testimonianza che potrebbe essere circa così: "mi rendo conto che ciò che sto per dire non risponde a tutti i dettami della logica, ma ti assicuro che riguardo all'argomento in questione la mia esperienza è stata questa e per me assolutamente vera..." Drew.

Redazione
Inviato: 12/2/2005 9:33  Aggiornato: 12/2/2005 9:33
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: ALL'OMBRA DELLA VERITA'
Assolutamente. Anzi, qui si apre proprio la barriera dove l'intuizione SOSTITUISCE la dimostrazione empirica, ovvero il metodo scientifico. Ovviamente la strada porta dritto verso la dimensione spiritule, e questo a molti "scientifici" dà fastidio. Ma ci sono anche altri sentieri, in quella direzione, assolutamente secolari e altrettanto importanti, che con il processo empirico non sono percorribili.

ivan
Inviato: 27/2/2005 14:44  Aggiornato: 27/2/2005 14:44
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: ALL'OMBRA DELLA VERITA'
Un interressante link, offre dei buoni spunti di riflessione: http://www.comedonchisciotte.luogocomune.net/modules.php?name=News&file=article&sid=648

drew
Inviato: 28/2/2005 13:13  Aggiornato: 28/2/2005 13:13
Ho qualche dubbio
Iscritto: 31/8/2004
Da:
Inviati: 166
 Re: ALL'OMBRA DELLA VERITA'
L'articolo linkato da Ivan mi sembra effettivamente interessante. Procede però zigzagando tra metodo induttivo e deduttivo e ciò rende ai miei occhi (orecchi?) il discorso assai poco convincente. In particolare mi ha colpito il dogmatismo con cui l'articolsita esclude l'esistenza della vita ultraterrena. Nessun uomo di fede potrà mai dimostrarne l'esistenza ma altrettanto il non credente può dimostrarne l'inesistenza.


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