Sulla politica estera il premier farà bene a consultare gli alleati Abbiamo appreso, da una trasmissione televisiva, della decisione del governo italiano di ritirarsi dall’Iraq, e anche che su questo tema il presidente del Consiglio aveva discusso con il premier britannico Tony Blair. Ora leggiamo una dichiarazione dello stesso premier britannico, resa alla Camera dei Comuni di Londra, nella quale si specifica che "né il governo italiano né quello britannico hanno fissato la data per un eventuale ritiro delle truppe dall’Iraq’’. Blair, inoltre, aggiunge: "Abbiamo sempre detto che ce ne saremmo andati il prima possibile, ma solo quando le forze irachene fossero state in grado di garantire la sicurezza’’. Questa, in effetti, è la nostra stessa visione. Ma, anche a fronte di questa netta presa di posizione, vorremmo dire al presidente del Consiglio che egli è il capo di una coalizione e che, prima di prendere decisioni su questioni di fondamentale rilevanza e delicatezza - come sono quelle che concernono la politica internazionale - è assolutamente indispensabile consultare la coalizione. Egli può farlo in forma collegiale o può farlo in forma bilaterale (contando, per ciò che ci riguarda, sulla nostra più completa riservatezza), ma sappia che la consultazione è sempre utile. Nel merito della questione sollevata, riteniamo che il tema del ritiro delle forze italiane in Iraq si sarebbe dovuto discutere innanzitutto con gli americani. In ogni caso consideriamo sbagliato dare l’annuncio a qualche mese di distanza, perché in questo modo si possono creare delle condizioni obiettive di pericolo e di disorientamento anche per le nostre truppe. Particolarmente equivoco è stato, inoltre, fare questo annuncio all’indomani della morte dell’agente del Sismi Nicola Calipari e del sergente della Folgore Salvatore Marracino. Ci dispiace dover dire che in tal modo il presidente del Consiglio rischia di logorare i rapporti politici con i suoi alleati; ed è più grave che lo faccia con i soli che gli hanno generosamente dato sempre sostegno sulla politica estera, anche nei momenti in cui appariva più difficile poterlo fare. Vorremmo pensare, dunque - come il governo britannico, del resto - che le dichiarazioni del presidente del Consiglio siano state fraintese e che anche noi siamo caduti in questo fraintendimento.

il segretario dei Ds, Piero Fassino, in un’intervista al "Corriere della Sera", spieghi come le riserve all’azione militare in Iraq fossero dovute al timore che l’Atlantico si "allargasse". Oggi, egli può vedere con chiarezza, come tanti altri leader politici europei del resto, che l’Atlantico non si è allargato e che il presidente Bush, senza smentire quelle politiche tanto avversate, è riuscito a convincere, forte dei risultati ottenuti, i partner più scettici. Conseguentemente l’onorevole Fassino fa sapere che il centrosinistra non avrà nessun pregiudizio antiamericano. Anzi, che egli stesso, il suo partito e la sua coalizione, "perseguiranno una strategia di alleanza con gli Stati Uniti".

Dopo la tragedia del Cermis del 1998, quando in val di Fiemme un aereo statunitense tranciò i cavi della funivia provocando venti morti, uno dei quattro piloti, il navigatore Chandler P. Seagraves, è stato promosso da capitano a maggiore nel 2003. Il 10 marzo 1999, dopo l'assoluzione dei militari coinvolti nella strage, Massimo D'Alema dichiarava alla Camera dei Deputati che "Ho sottolineato, nel corso del colloquio con il Presidente Clinton, l'esigenza irrinunciabile che eventuali responsabilità superiori a quelle finora indagate possano venire accertate prontamente, con il massimo di completezza. [...] L'adesione convinta del Presidente degli Stati Uniti a questa nostra richiesta significa che i nostri due governi convengono che le responsabilità della tragedia debbano essere accertate in tutta la loro interezza, senza alcuna zona d'ombra. [...] Per questo complesso di ragioni non intendo commentare nel merito il verdetto della Corte marziale statunitense che lo scorso 4 marzo ha prosciolto da ogni accusa il pilota dell'aereo".

ma come fa la gente a crederci!

Ma è lo stesso satellite che segue Bin Laden nei suoi spostamenti in Afganistan?

gli omissis sul documento diffuso sono fatti ad arte e noi siamo i soliti italiani che nel settore militare contano meno di una pulce in cerca di un cane.

Il guidatore resta illeso. Strano , dovrebbe essere quello piu' colpito visto che è la persona piu' vicina al motore.