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Iraq : LA "CASA DELLE TORTURE"
Inviato da Redazione il 20/6/2005 11:59:46 (6065 letture)

LA "CASA DELLE TORTURE"

L'articolo è dal New York Times di oggi. Si suggerisce una lettura attenta ai particolari.

Iraqis Found in Torture House Tell of Brutality of Insurgents
Iracheni ritrovati in una "casa delle torture" descrivono la brutalità dei ribelli.

By SABRINA TAVERNISE - Published: June 19, 2005 (NYT)

KARABILA, Iraq, Sunday, June 19 - Marines on an operation to eliminate insurgents that began Friday broke through the outside wall of a building in this small rural village to find a torture center equipped with electric wires, a noose, handcuffs, a 574-page jihad manual - and four beaten and shackled Iraqis.

Nel corso di un'operazione anti-ribellione iniziata venerdi, i Marines hanno abbattuto il muro esterno di una casa in un paesino di campagna, e hanno trovato un locale di tortura attrezzato con fili elettrici, ...

… un cappio, un manuale della jihad da 547 pagine, e quattro iracheni malmenati e incatenati.

The American military has found torture houses after invading towns heavily populated by insurgents - like Falluja, where the anti-insurgent assault last fall uncovered almost 20 such sites. But rarely have they come across victims who have lived to tell the tale.

L'esercito americano ha trovato [svariati] locali di tortura dopo aver preso possesso di città ad alta concentrazione di ribelli, come Falluja, dove l'offensiva contro di loro ha rivelato l'autunno scorso quasi 20 luoghi di questo genere. Ma raramente i Marines erano usciti a trovare qualcuno che fosse sopravvissuto per raccontare la propria storia.

The men said they told the marines, from Company K, Third Marines, Second Division, that they had been tortured with shocks and flogged with a strip of rubber for more than two weeks, unseen behind the windows of black glass. One of them, Ahmed Isa Fathil, 19, a former member of the new Iraqi Army, said he had been held and tortured there for 22 days. All the while, he said, his face was almost entirely taped over and his hands were cuffed.


Gli uomini hanno raccontato ai marines di essere stati torturati con scosse elettriche e immobilizzati con delle strisce di gomma per oltre due settimane, nascosti alla vista da finestre con i vetri oscurati. Uno di loro, Ahmed Isa Fathil, di 19 anni, ex-membro del nuovo esercito iracheno, dice che è stato trattenuto e torturato in quel luogo per 22 giorni. Per tutto il periodo è stato ammanettato, con il volto quasi completamente coperto dal nastro isolante.

In an interview with an embedded reporter just hours after he was freed, he said he had never seen the faces of his captors, who occasionally whispered at him, "We will kill you." He said they did not question him, and he did not know what they wanted. Nor did he ever expect to be released.

In un intervista con un giornalista "aggregato", a poche ore dalla liberazione, ha detto di non aver mai visto in faccia i suoi secondini, i quali di tanto in tanto gli sussurravano "ti uccideremo". Ha detto che non gli hanno mai fatto domande, e di non sapere che cosa volessero. Nè si aspettava certo di venire liberato.

"They kill somebody every day," said Mr. Fathil, whose hands were so swollen he could not open a can of Coke offered to him by a marine. "They've killed a lot of people."

"Ogni giorno uccidono qualcuno" ha detto Mr. Fathil, le cui mani erano così gonfie da non riuscire ad aprire una lattina di Coca offertagli da un Marine. "Hanno ucciso un sacco di gente".

From the house on Saturday, there could be heard sounds of fighting from the large-scale offensive to eliminate strongholds of insurgents, many of whom stream across Iraq's porous border with Syria.

Da quella casa sabato si potevano sentire i rumori dell'ampia offensiva contro i capisaldo dei ribelli, molti dei quali fluiscono in Iraq attraverso le larghe maglie del confine siriano.

As the marines walked through the house - a squat one-story building of sand-colored brick - the broken black window glass crunched under their boots. Light poured in, revealing walls and ceiling shredded by shrapnel from the blast they had set off to break in through a wall. Latex gloves were strewn on the floor. A kerosene lantern lay on its side, shattered.

Mentre i marines attraversavano i locali - un basso edificio di mattoni color sabbia ad un piano - i frammenti di vetro nero della finestre scricchiolavano sotto i loro piedi. La luce che entrava rivelava pareti e soffitto crivellati dall'esplosione che loro avevano innescato per penetrare attraverso la parete. Guanti di gomma erano sparpagliati a terra, e una lampada a petrolio giaceva su un fianco, frantumata.

The manual recovered - a fat, well-thumbed Arabic paperback - listed itself as the 2005 First Edition of "The Principles of Jihadist Philosophy," by Abdel Rahman al-Ali. Its chapters included "How to Select the Best Hostage," and "The Legitimacy of Cutting the Infidels' Heads."

Il manuale ritrovato - uno spesso e consunto fascicolato in arabo - si presentava come "I principi Filosofici della Jihad" di Abdel Rahman al-Ali - 2005, Prima Edizione. Fra i capitoli, "Come scegliere l'ostaggio ideale", e "Sul diritto di tagliare la testa all'infedele".

Also recovered were several fake passports, a black hood, the painkiller Percoset, handcuffs and an explosives how-to-guide. Three cars loaded with explosives were parked in a garage outside the house. The marines blew them up.

Ritrovati anche dei passaporti falsi, un passamontagna nero, un antidolorifico Percoset, manette e manuali sugli esplosivi. Tre auto zeppe di esplosivi erano parcheggiate nel garage di fronte. I marines le hanno fatte brillare.

The only possible explanation for the seizure he could think of was his time in the new Iraqi Army. Unemployed and illiterate, Mr. Fathil signed up after the American occupation began.

L'unica spiegazione possibile per la sua cattura poteva essere stato il periodo passato nel nuovo esercito iracheno. Disoccupato e analfabeta, Mr. Fahil si era arruolato dopo l'inizio dell'occupazione americana.

But nine months ago, when continuing working meant risking the wrath of the Jihadists, he quit. In all, 10 friends from his unit have been killed, he said. So have his uncle and his uncle's son, though neither ever worked as soldiers.

Ma nove mesi fa, quando continuare a collaborare significava rischiare di incorrere nella furia dei jihadisti, si era dimesso. Nella sua unità sono stati ben dieci gli amici uccisi, ha detto, ed anche suo zio, ed il figlio di suo zio, pur non essendosi mai arruolati, sono stati uccisi.

The men tended to talk in whispers, he said, telling him five times a day, in low voices in his ear, to pray, and offering him sand, instead of water, to wash himself. Just once, he asked if he could see his mother, and one of them said to him, "You won't leave until you are dead."

I secondini cercavano di parlare sottovoce, ha detto, sussurandogli all'oreccho cinque volte al giorno di pregare, mentre per lavarsi gli davano sabbia al posto dell'acqua. Un volta chiese di vedere sua madre, ma uno di loro gli rispose "non te ne andrai da qui se non da morto".

Mr. Fathil did not know there were other hostages. He found out only after the captors left and he was able to remove the tape from his eyes.

Mr. Fathil non sapeva che ci fossero altri ostaggi. Lo ha scoperto solo dopo che i sequestratori se ne sono andati, ed ha potuto togliersi il nastro adesivo dagli occhi.

The routine in the house was regular. Because of the windows, it was always dark inside. Mr. Fathil said he was fed once a day, and allowed to use a bathroom as necessary in the back of the house.

I ritmi nella casa erano regolari. A causa delle finestre [scure], all'interno era sempre buio. Fathil ha detto che gli davano da mangiare una volta al giorno, e che poteva usare i servizi, sul retro della casa, ogni volta che ne avesse bisogno.

When marines burst in, one of the captives was lying under a stairwell, badly beaten. At first, they thought he was dead.

Quando i Marines hanno fatto irruzione, uno dei prigionieri era disteso in un sottoscala, gravemente ferito. All'inizio hanno creduto che fosse morto.

The others were emaciated and battered. Mr. Fathil had fared the best. The other three were taken by medical helicopter to Balad, a base near Baghdad with a hospital.

Gli altri erano emaciati e malconci. Mr. Farhed se l'era cavata meglio di tutti. Gli altri tre sono stati portati da un elicottero di soccorso alla base di Balad, dotata di ospedale, vicino a Baghdad.

But he still had been hurt badly. Marks from beatings criss-crossed his back, and deep pocks, apparently from electric shock burns, were gouged in his skin.

Ma anche lui è stato seriamente colpito, con i segni dei pestaggi che gli attraversavano la schiena, e profonde piaghe sulla pelle, apparentemente dovute agli shock elettrici.

The shocks, he said, felt "like my soul is being ripped out of my body." But when he would start to scream, and his body would pull up from the shock, they would begin to beat him, he said.

"Queste scosse, ha detto, erano come se mi strappassero l'anima dal corpo". Ma appena il suo corpo si riprendeva dallo shock, e lui iniziava a gridare, cominciavano subito a picchiarlo - ha detto.

Mr. Fathil has been at the Marine base south of Qaim since his release, on Saturday around noon. His mother still does not know he is alive.

Mr. Fathil è rimasto alla base dei Marines, a sud di Qaim, sin dalla sua liberazione, sabato a mezzogiorno. Sua madre ancora non sa che è vivo.

When she was mentioned, he bowed and lowered his head, and began to cry softly, wiping his face with the jumpsuit given him by the marines.

Nel sentirla nominare, ha chinato e abbassato la testa, ed ha iniziato un pianto sommesso, asciugandosi il volto con la tuta che gli avevano dato i Marines.

He asked a reporter for help to move to another town, because it was too dangerous for his family to remain in their house. He begged not to have a photograph taken, even of the scars on his back. The captors took pictures of that, he said.

Ha chiesto aiuto a un giornalista per cambiare città, perchè era troppo pericoloso per la sua famiglia restare nella loro casa. Ha implorato che non gli venissero scattate foto, nemmeno delle cicatrici sulla schiena. "I sequestratori le hanno fotografate", ha detto.

His town has always been a good place, he said, but the militants have made it hell.

La sua città era stata sempre un bel posto, ma i ribelli l'hanno trasformata in un inferno.

"These few are destroying it," he said, his face streaked with tears. "Everybody they take, they kill. It's on a daily basis pretty much."

"Questi pochi la stanno distruggendo - ha detto, col volto rigato dalle lacrime - Uccidono chiunque catturino. Avviene praticamente ogni giorno."


******************

Dunque, ragioniamo. Innanzitutto, abbiamo i Marines che stanno perlustrando questa quieta cittadina, e vengono a trovarsi proprio accanto ad un covo di ribelli, attrezzato con tanto di sala delle torture. I ribelli erano già scappati, ma, nonostante la situazione debba apparire del tutto quieta, i soldati preferiscono non bussare, e decidono invece di tirare direttamente giù un muro per entrare. Dev'essere la forza dell'abitudine.

Entra finalmente così, nella "piccola casa di mattoni ad un piano", la tanto agognata luce, che però ci rivela - orrore degli orrori - quattro poveracci incatenati e tumefatti.

Ora, nonostante le pareti e il soffitto risultino "crivellati dall'esplosione", i quattro prigionieri all'interno si rivelano assolutamente immuni alle schegge dello shrapnel, visto che lamentano solamente contusioni e dolori vari alla schiena, dovuti alle frustate prese in precedenza. Beati loro, che hanno la pelle dura.

Abbiamo inoltre dei ribelli così astuti che, per non segnalare all'esterno il loro covo, e per farlo apparire come una qualunque abitazione del paese, decidono di montare finestre oscurate dappertutto, che sui "muri chiari di mattone" non si notano nemmeno se li indichi col dito puntato.

Come quei gipponi SUV bianchi immacolati, con le maniglie bianche e le ruote bianche cerchiate di bianco, e con le portiere che "pompano" musica rap, che dietro ai vetri oscurati non lo capisce nessuno che c'è il pimp del quartiere che fa la ronda quotidiana.

Procediamo: dopo aver passato un minuto di raccoglimento per la povera "lampada a petrolio che giace su un fianco", ci ritroviamo fra le mani il pezzo da novanta, la Prova delle Prove, il Capo d'Accusa Supremo: il manuale della Jihad.

Alla fine, è sempre il manuale che li tradisce: guarda solo quel cretino di Timothy McVeigh, che dopo aver messo la bomba a Oklahoma City, riesce a farsi fermare in autostrada perchè guida senza targa, e in più tiene proprio sul sedile posteriore, in bella vista, un libro aperto al capitolo "come fabbricarsi in casa delle bombe ad alto potenziale". (E pensare che quelle bombe, secondo la versione ufficiale, le avrebbe fabbricate sei mesi prima dell'attentato).

Per non parlare poi dei nostri 19 assi dell'11 Settembre, che se per caso si salvavano dagli schianti, finivano comunque in galera per aver rubato più manuali di aviazione loro di quanti ne siano stati stampati in tutta America.

E ora abbiamo anche questi "ribelli" iracheni, che devono ripassarsi la Jihad dal mattino alla sera, se no non si ricordano più cosa devono fare. Il manuale, ricordate, era infatti "bello consunto", nonostante sia la "prima edizione" di quest'anno. Questo vuol dire che non solo lo leggevano, ma che debbono anche essersi spellati le mani a dovere, a furia di rivoltare quelle 500 pagine in tutte le direzioni, nei pochi mesi in cui l'hanno avuto a disposizione. (Chissà la Seconda Edizione, che novità porterà mai, fra l'altro? Lo sapete, vero, che la Jihad è un "work in progress"?)

Poi, appena finito di ripassare la Jihad, i nostri si buttavano a capofitto sui manuali per fare le bombe. Anche lì, non è che imparato una volta, te lo ricordi e basta? No, macchè, questi dovevano esser talmente deficienti che, pur avendo in garage tre macchine piene zeppe di esplosivo, si sono completamente dimenticati di innescarle per il primo marine che si fosse avvicinato a curiosare. Pensa che botto, che facevano, lì nel garage al chiuso. Si chiamano booby-traps, e le sanno fare anche in bambini da quelle parti, ma loro non ci hanno minimamente pensato. I manuali evidentemente li tenevano come carta del gabinetto. Oppure si vede che dietro ai vetri neri pensavano di essere al sicuro, e di poterci restare per sempre.

Anche il vizio di lasciarsi indietro dei passaporti falsi, è qualcosa di curioso: proprio ora che diventi fuggitivo, già ti dimentichi di ammazzare quello lì', che è un mese che glielo prometti, ma poi, che fastidio ti può dare avere un passaporto in più in tasca? (In realtà, se si guarda tutta insieme la lista degli "indizi" - passaporti falsi, manette, cappuccio nero e pastiglie di Percoset, a voi chi viene in mente? Un islamico infuriato, o un uomo della CIA?)

Sul capitolo "diritto di tagliare la testa all'infedele", infatti, direi semplicemente di stendere un pietoso velo, e far finta che non sia proprio stato nominato.

Sarebbe invece interessante sapere cosa ci dice il capitolo "Come scegliere l'ostaggio ideale", visto che hanno preso uno al quale non hanno mai fatto una sola domanda, dal quale non volevano nulla, che dall'esercito iracheno era già uscito da nove mesi, e per il quale chiaramente non hanno mai chiesto alcun riscatto. Cosa dirà, alla fine, 'sto manuale: sceglietelo alto, con gli occhi azzurri e di carnagione chiara, cosi le cicatrici si vedono meglio?

Dedichiamo ora un altro momento di raccoglimento, di fronte a questo sensibilissimo essere umano che piange silenzioso al pensiero della mamma, e poi domandiamoci: ma come fa ad "asciugarsi le lacrime con la tuta", che fino a un secondo fa non riusciva nemmeno a tenere in mano una benedetta lattina di coca cola?

Sorvoliamo anche sul fatto che "gli sussurravano cinque volte al giorno di pregare" (voi lo sapete, vero, che l'Islam prevede cinque preghiere nell'arco della giornata? Ecco. E' quindi ovvio che ogni musulmano viaggi con l'assistente personale, che gli tiene il conto preciso delle preghiere già fatte, e di quelle ancora a fare, se no lui da solo non se lo ricorda).

Veniamo invece al gran finale: abbiamo detto che siamo in una piccola casetta di mattoni ad un piano, giusto? Abbiamo detto che siamo in un tranquillo paesino fuori mano, giusto? E abbiamo anche detto che quando lo torturavano, lui urlava come una gallina. Normale, d'altronde, vorrei vedere te o me. Il problema è questo: se lui, fra i quattro, è quello che se l'è cavata meglio, come ha fatto a non sentire quando torturavano gli altri tre? Come può essersi reso conto "solo quando si è tolto il nastro dagli occhi" che c'erano altri tre come lui in quel posto? Ascolta con le pupille, per caso? O questi erano tre fachiri che sapevano soffrire nel silenzio più assoluto?

Ma poi scusate, siete in quattro con un solo gabinetto, senza contare le guardie: al mattino cosa gli raccontavano, tutte le volte? No, ora non puoi andare, perchè c'è il temporale e rischi che un fulmine colpisca il gabbiotto "dietro la casa"?

Massimo Mazzucco

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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
hariseldon
Inviato: 20/6/2005 12:19  Aggiornato: 20/6/2005 12:19
Ho qualche dubbio
Iscritto: 18/5/2005
Da: Bracciano (Rm)
Inviati: 41
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
Fantastico! Che altro dire... da manuale!

BUONE IDEE A TUTTI!
cacciucco
Inviato: 20/6/2005 12:31  Aggiornato: 20/6/2005 12:31
Mi sento vacillare
Iscritto: 13/5/2005
Da: la terra
Inviati: 347
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
Ciao Massimo, non so te, ma io spesso mi chiedo: Ma ci considerano completamente deficienti??? Come si fa a credere a certe notizie? Perchè le confezionano così male certe montature? Lo fanno di proposito per vedere fino a che punto si possono spingere ed essere ugualmente creduti? Non capisco, sinceramente mi sfugge il perchè.... Comunque per informazioni sull'Iraq rimando al seguente indirizzo ciao

Esser colto per essere libero: la cultura è un'arma, non un fronzolo. Martì
Redazione
Inviato: 20/6/2005 12:43  Aggiornato: 20/6/2005 12:43
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
CACIUCCO: Non voglio fare quello "più furbo di tutti", ma secondo me invece un articolo così, se non stai più che sul chivalà, va giù che non te accorgi neanche. Se non parti dal presupposto che può essere anche una montatura, non sono così sicuro che le incongruenze ti saltino all'occhio. Uno normalmente legge e manda giù, senza filtrare. E forse è proprio su questo che contano, gli amici sparabufale del Pentagono. Se no, oggi dovrebbe esserci un blocco dei centralini, al NYT. E così dovrebbe essere successo mille altre volte prima di oggi, a partire dallo stesso "BOEING che non c'è". E invece...

titano75
Inviato: 20/6/2005 12:47  Aggiornato: 20/6/2005 12:47
Mi sento vacillare
Iscritto: 22/4/2005
Da: Roma
Inviati: 704
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
Buongiorno, ....niente di meglio che ricominciare la settimana..( èh.. il week bisogna usarlo come purificazione dello spirito ) e leggere l'ennesima cazzata mediatica...... Uno spettacolo indegno,almeno per amor proprio , la gente dovrebbe mobilitarsi contro il giornalismo globale e filo-americano...... Si dice che la verità venga sempre a galla.....eheh questo vale quando è immersa nell'acqua.....qui ci troviamo sotto un mare di MERDA.... Titano Ps: ovviamente se non credessi a questa notizia sarei il solito ".....visionario , complottista..."...ma la giornalista di Repubblica cosa ne pensa????mi piacerebbe saperlo!!!!

a faccià in giù su di uno specchio d'acqua....
ascolto il mondo e vedo il fondo...
Gargoyle
Inviato: 20/6/2005 12:59  Aggiornato: 20/6/2005 12:59
Mi sento vacillare
Iscritto: 15/4/2005
Da: Roma
Inviati: 421
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
Citazione:
Il manuale ritrovato - uno spesso e consunto fascicolato in arabo - si presentava come "I principi Filosofici della Jihad" di Abdel Rahman al-Ali - 2005, Prima Edizione. Fra i capitoli, "Come scegliere l'ostaggio ideale", e "Sul diritto di tagliare la testa all'infedele".
E' arcinoto che un terrorista sadico e cattivissimo e che si diletta nella tortura abbia bisogno del tizio dietro che gli dice:".....aoh ma che caz*o stai a fa? ma che no o vedi che er manuale dice che prima je devi da torce er braccio poi o verghi e poi j'attacchi a corente sulle palle.....ma che nun l'hai letto sto coso???" Questo è quello che la signorina ideatrice e scrittrice del suddetto articolo si è dimenticata di menzionare, ogni torturatore che si rispetti ha sempre con se il manuale, e non sia mai che quando scappa non se lo lasci dietro le spalle.....altrimenti poi ste fregnacce come le scrivono Tristezza avoi tutti!! sigh!!

L'illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari. A. GRAMSCI
cacciucco
Inviato: 20/6/2005 13:11  Aggiornato: 20/6/2005 13:11
Mi sento vacillare
Iscritto: 13/5/2005
Da: la terra
Inviati: 347
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
Grazie per la spiegazione Massimo! In altre parole è un modo per anestetizzarci....Dai oggi, dai domani la gente piano piano si beve tutto!! Può darsi...e allora l'unico sistema è non farsi prendere dalla stanchezza (parlo per chi come noi legge le notizie con sano spirito critico) Rimango però convinto che gli amici sparabufale del Pentagono potrebbero anche inventarsele meglio...Correrebbero meno il rischio di essere sputt...ehm scoperti! O forse meglio di così non possono fare perchè i veri deficienti sono loro che purtroppo hanno in mano le redini del gioco!! A presto

Esser colto per essere libero: la cultura è un'arma, non un fronzolo. Martì
Redazione
Inviato: 20/6/2005 13:19  Aggiornato: 20/6/2005 13:19
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
Io credo invece che ci sia addirittura una componente perversa, in quella sfacciataggine. Una specie di sfida a spararla più enorme che puoi, e poi dire: "Dài, vienimi a dire che non è vero, se ne hai il coraggio! Provaci, che ti seppellisco pubblicamente sotto una montagna di insulti..." (Non parlo del caso dell'articolo - qui è più che altro un "imbecille locale" - ma più in generale dell'IDEA stessa dell'11 Settembre. E' così grossa, se ci pensi, che noi stessi inizialmente ci siamo detti "ma dài, non è possibile...")

hariseldon
Inviato: 20/6/2005 13:23  Aggiornato: 20/6/2005 13:23
Ho qualche dubbio
Iscritto: 18/5/2005
Da: Bracciano (Rm)
Inviati: 41
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
E comunque, quanto meno, serve per rubare spazio ad altri articoli in particolari momenti. Non sarà per caso che certe notizie capitino sui giornali e percorrano i fili (le antenne, le colonne) dell'informazione quando fa gioco anestetizzare gli effetti di altre. Non sarà per caso che oggi su alcuni quotidiani (vedi il Corsera in Italia, ma analogamente sarà stato altrove) la notizia sulla camera della tortura riequilibri quella su Guantanamo nella stessa pagina...

BUONE IDEE A TUTTI!
soleluna
Inviato: 20/6/2005 13:29  Aggiornato: 20/6/2005 13:29
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/3/2005
Da: orbita di Anarres
Inviati: 1309
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
Le incongruenze dell'articolo DOPO l'avvertenza di Massimo di leggere con attenzione i particolari sono palesi, i punti che colpiscono la mia attenzione sono due: 1 chi legge i giornali? Una fascia di mercato medio alta e comunque ridotta = ??? 2 Dove e quando si leggono i giornali? Perchè non è che la gente non faccia un ciufolo da mattina a sera e legga solo il giornale/i pertanto magari uno in metro o a pausa pranzo legge un'articolo.... = ??? Buona giornata, Pat

"perche' ballate e vi fate l'acconciatura, visto che qua e' impossibile anche comprare da mangiare?"
"perche' magari oggi e' l'ultimo giorno che viviamo, e vogliamo amarlo quanto piu' possibile"
Grozny
hariseldon
Inviato: 20/6/2005 13:55  Aggiornato: 20/6/2005 13:55
Ho qualche dubbio
Iscritto: 18/5/2005
Da: Bracciano (Rm)
Inviati: 41
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
Neanche a farlo apposta...! Questa è uscita fresca fresca da un'agenzia di stampa. Perche' gli americani odiano i media. E le balle di Jane Fonda Roma, 20 GIU (Velino) - Gli americani sono il paese piu' refrattario al mondo a pensare che la stampa abbia una qualche importanza. Dopo l'11 settembre si e' passati all'odio verso la mistificazione politica e culturale, alle facce di successo alla Michael Moore. L'ultimo caso e' quello del settimanale Newsweek, che ha gettato un bel po' di lordura sull'immagine statunitense, facendo girare finti abusi sul corano a Guantanamo. Sull'ultimo numero del mensile Atlantic Monthly e' stato pubblicato l'articolo definitivo su questo argomento: "Perche' gli americani odiano i media". Si raccontano alcuni dei momenti topici nella recente storia americana visti attraverso la lente della stampa piu' main stream, cioe' piu' corporazione, regime, pensiero dominante che ci sia in circolazione. A partire dalla bomba di Oklahoma, quando la cronaca giornalistica passo' subito dall'evento drammatico a come i politici ci avevano "messo sopra le mani". Che agli americani interessa quanto il due di picche. La stessa stampa che aveva sorvolato sulla riforma fallita del welfare sanitario nel 1994 da parte dell'amministrazione Clinton. Perche' notoriamente a maggioranza liberal e democratica. La stessa stampa che dopo l'approvazione in California, sempre nel 1994, della Proposition 187, con cui venivano limitati i fondi all'immigrazione, punto' tutto su quello che avrebbe significato per l'economia californiana.

BUONE IDEE A TUTTI!
Gargoyle
Inviato: 20/6/2005 14:37  Aggiornato: 20/6/2005 14:37
Mi sento vacillare
Iscritto: 15/4/2005
Da: Roma
Inviati: 421
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
Scusate ancora una cosa, ma com'è che ogni volta, dico veramente ogni volta, che qualcuno(ovviamente arabo e che si chiama abdul) fa un attentato, lascia in ordine di importanza - manuale sul come fare(ma poi perchè pubblicano sti caz*o di libri? intanto chi li legge? )a costruire bombe atomiche ,rasoi elettrici, portare una falciaerba con motore a scoppio in 24H - principi base sul perchè mi distruggo io insieme ai quattro poveracci intorno a me(a questo ci posso pure credere, la gente daltronde si diverte nei modi più disparati ) - libro religioso del proprio credo(ovviamente corano, altrimenti chi caz*o sei? un terrorista? e il corano dov'è? o c'hai il corano oppure sei un criminale qualsiasi e non puoi fregiarti del nome di terrorista...... ) che ovviamente tutti i terroristi hanno...... bha.....veramente veramente triste...... Chi mi risponde???

L'illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari. A. GRAMSCI
fiammifero
Inviato: 20/6/2005 15:01  Aggiornato: 20/6/2005 15:01
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/2/2005
Da: ROMA
Inviati: 5691
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
Se interessa,ho fatto un piccolo test casalingo con due "cavie". Una mio figlio di 12 anni di I° media e l'altra mia figlia di 16 anni II° liceo con abitudine a commentare in classe gli articoli di vari giornali. Risultato: Il maschio è rimasto inorridito ed ha creduto a tutto! La femmina ha detto: "me la devo bere questa fandonia? " Questa è la dimostrazione lampante che certe notizie fanno presa sulla massa,che il più delle volte legge distrattamente e frettolosamente,e per altri versi è stata abituata a prendere per oro colato quello che gli viene calato dall'alto. Ps: dopo aver "tranquillizzato" il maschio gli ho dato un bel gelato per consolazione!

Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
vulcan
Inviato: 20/6/2005 15:30  Aggiornato: 20/6/2005 15:30
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
A parte le incongruenze messe in evidenza da massimo, il sottile messaggio subliminare è: I buoni fanno scappare i cattivi , oppure, "la giustizia trionfa, vedete quanto sono cattivi questi "? praticamente la classica americanata da rintintin in versione moderna!

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
goldstein
Inviato: 20/6/2005 16:02  Aggiornato: 20/6/2005 16:02
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 4/11/2004
Da:
Inviati: 2827
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"

Redazione
Inviato: 20/6/2005 17:41  Aggiornato: 20/6/2005 17:41
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
GARGOYLE: "Chi mi risponde???" Gireremo la tua domanda direttamente a Rumsfeld & Company. GOLDSTEIN: Ho appena sentito alla radio che Donna Condolezza ha detto che le elezioni in Egitto (autunno) "dovranno essere aperte e trasparenti". Quella di Porter Goss aveva colpito anche me: sanno dov'è, ma "ci sono ancora alcuni aspetti organizzativi della CIA da mettere a punto, prima di essere in grado di prenderlo". A proposito dell'articolo di Blondet su Abu Grahib, invece, io mi domando noi cosa siamo qui a fare: LE TORTURE? GIOCHINI INNOCENTI. SONO IN ARRIVO STUPRI E OMICIDI IN DIRETTA Data? 8 Maggio di un anno fa. [ Modificato da Redazione Attivo 20/6/2005 16:47 ]

Refrattario
Inviato: 20/6/2005 18:10  Aggiornato: 20/6/2005 18:10
Ho qualche dubbio
Iscritto: 20/7/2004
Da: Limbo
Inviati: 115
 Re: LA "CASA DELLA PERVERSIONE"
Ho trovato un riferimento a questo avvenimento su un giornale locale che mi son fatto tradurre, l'articolo è questo: "Solo oggi è stata rivelata la causa dello scoppio che ha abbattuto parte del caseggiato che si trova ad est verso il campo di cocomeri di Al-Saziano. Le forze di sicurezza sono state chiamate dai vicini che lamentavano schiamazzi, urla e musica ad alto volume che proveniva da questa casa. Presentatesi sul posto all'ennesima richiesta di aprire la porta senza esito le forze dell'ordine sono state costrette ad abbattere con esplosivo la parete esterna del fabbricato. Qui hanno tratto in arresto quattro pervertiti che, colti in fragrante, avevano organizzato orge e festini sado-maso senza autorizzazione. Alla richiesta del perchè non avessero aperto subito si sono giustificati dicendo che c'era troppo casino per sentir bussare alla porta e che comunque non aspettavano nessun'altro. A causa dell'intervento deciso dei militi tre di essi sono stati feriti dal crollo del muro e portati prima all'ospedale per accertamenti. Il quarto uomo dopo l'interrogatorio è stato subito rilasciato ed è stato notato in questi giorni girare su un mercedes di solo dieci anni"

goldstein
Inviato: 20/6/2005 18:34  Aggiornato: 20/6/2005 18:34
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 4/11/2004
Da:
Inviati: 2827
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
Donna Condolezza ha detto che le elezioni in Egitto (autunno) "dovranno essere aperte e trasparenti". Rappresentando uno che si e' preso delle uova in testa, continua a fare la figura della zitella che si impiccia degli affari di tutti. Oggi ne ha avuto anche per gli Iraniani: "I find it hard to see how this election could certainly contribute to the sense of legitimacy of the Iranian Government." Peccato che presto voleranno altri tipi di calorie... La petroliera e' una bella donna?Si! no,no,no,no,no,no,no!

grazia
Inviato: 20/6/2005 19:34  Aggiornato: 20/6/2005 19:34
Mi sento vacillare
Iscritto: 5/1/2005
Da:
Inviati: 337
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
Questi "bastardi" stanno continuando a prendere per il culo l'umanità.....; nel modo più ignobile.... ci trattano da imbecilli sprovveduti......non so voi ma io, sarà pure la giornata che gira male, ma mi sento rivoltare lo stomaco....... dall'undici settembre in poi, senza considerare tutte le porcherie più infami commesse prima e di cui non se n'è saputo niente, cos'altro ci si deve aspettare da questi infami assatanati?? Ma, miseria infame, facciamo qualcosa.... seghiamo in due il mondo!! ..... massimo, svelto, il primo volo... grazia

"Solo la verità può rendere liberi quanti oggi non vogliono essere servi..."

Paolo Sylos Labini
da "Intoccabili" di Lodato-Travaglio
crociato
Inviato: 20/6/2005 21:49  Aggiornato: 20/6/2005 21:49
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 20/4/2005
Da: Costantinopoli
Inviati: 1026
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
I marines sono dei criminali patentati non c'è da stupirsi,molti loro massacri vengono quotidianamente velati dalla propaganda squallida di regime!!!

Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat
Refosco
Inviato: 20/6/2005 21:59  Aggiornato: 20/6/2005 21:59
Mi sento vacillare
Iscritto: 26/5/2004
Da: Bologna
Inviati: 785
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
Citazione:
Non voglio fare quello "più furbo di tutti", ma secondo me invece un articolo così, se non stai più che sul chivalà, va giù che non te accorgi neanche
Non ci credete? Fate una prova. Fate un copia-incolla dell'articolo di Massimo, poi togliete tutte le parti in inglese in modo da lasciare solo l'articolo in italiano. Stampatene qualche copia e allungatela a qualche vostro collega/amico dicendogli: "leggi qui... era sul New York Times... che bastardi!" e aspettate un commento. (ovviamente non specificate CHI siano i bastardi per voi). Fateci poi sapere i risultati dell'indagine...

la libertà è un bene incommensurabile solo per chi brama essere eretico

(non ricordo di chi)
Redazione
Inviato: 20/6/2005 23:34  Aggiornato: 20/6/2005 23:34
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
Giusto, ottima idea. Suggerisco anch'io a chi può di farlo, sarebbe davvero interessante. E faccio anche un'altra scommessa: portatevi dietro anche il mio articolo, e quando ha finito passate anche quello alla vittima. Vedrete che a quel punto, pur di non riconoscere di esserci cascata, farà di tutto per sostenere che è il mio articolo che è tendenzioso, ma che lì dentro in realtà non c'è nulla di strano. Avrete assistito in diretta alla nascita di un debunker. Per chi vuole farsi qualche nemico in più, eccovi il tutto già ripulito dall'inglese. °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Iraqis Found in Torture House Tell of Brutality of Insurgents Iracheni ritrovati in una "casa delle torture" descrivono la brutalità dei ribelli. By SABRINA TAVERNISE - Published: June 19, 2005 (NYT) KARABILA, Iraq, Sunday, June 19 - Nel corso di un'operazione anti-ribellione iniziata venerdi, i Marines hanno abbattuto il muro esterno di una casa in un paesino di campagna, e hanno trovato un locale di tortura attrezzato con fili elettrici, un cappio, un manuale della jihad da 547 pagine, e quattro iracheni malmenati e incatenati. L'esercito americano ha trovato svariati locali di tortura dopo aver preso possesso di città ad alta concentrazione di ribelli, come Falluja, dove l'offensiva contro di loro ha rivelato l'autunno scorso quasi 20 luoghi di questo genere. Ma raramente i Marines erano usciti a trovare qualcuno che fosse sopravvissuto per raccontare la propria storia. Gli uomini hanno raccontato ai marines di essere stati torturati con scosse elettriche e immobilizzati con delle strisce di gomma per oltre due settimane, nascosti alla vista da finestre con i vetri oscurati. Uno di loro, Ahmed Isa Fathil, di 19 anni, ex-membro del nuovo esercito iracheno, dice che è stato trattenuto e torturato in quel luogo per 22 giorni. Per tutto il periodo è stato ammanettato, con il volto quasi completamente coperto dal nastro isolante. In un intervista con un giornalista "aggregato", a poche ore dalla liberazione, ha detto di non aver mai visto in faccia i suoi secondini, i quali di tanto in tanto gli sussurravano "ti uccideremo". Ha detto che non gli hanno mai fatto domande, e di non sapere che cosa volessero. Nè si aspettava certo di venire liberato. "Ogni giorno uccidono qualcuno" ha detto Mr. Fathil, le cui mani erano così gonfie da non riuscire ad aprire una lattina di Coca offertagli da un Marine. "Hanno ucciso un sacco di gente". Da quella casa sabato si potevano sentire i rumori dell'ampia offensiva contro i capisaldo dei ribelli, molti dei quali fluiscono in Iraq attraverso le larghe maglie del confine siriano. Mentre i marines attraversavano i locali - un basso edificio di mattoni color sabbia ad un piano - i frammenti di vetro nero della finestre scricchiolavano sotto i loro piedi. La luce che entrava rivelava pareti e soffitto crivellati dall'esplosione che loro avevano innescato per penetrare attraverso la parete. Guanti di gomma erano sparpagliati a terra, e una lampada a petrolio giaceva su un fianco, frantumata. Il manuale ritrovato - uno spesso e consunto fascicolato in arabo - si presentava come "I principi Filosofici della Jihad" di Abdel Rahman al-Ali - 2005, Prima Edizione. Fra i capitoli, "Come scegliere l'ostaggio ideale", e "Sul diritto di tagliare la testa all'infedele". Ritrovati anche dei passaporti falsi, un passamontagna nero, un antidolorifico Percoset, manette e manuali sugli esplosivi. Tre auto zeppe di esplosivi erano parcheggiate nel garage di fronte. I marines le hanno fatte brillare. L'unica spiegazione possibile per la sua cattura poteva essere stato il periodo passato nel nuovo esercito iracheno. Disoccupato e analfabeta, Mr. Fahil si era arruolato dopo l'inizio dell'occupazione americana. Ma nove mesi fa, quando continuare a collaborare significava rischiare di incorrere nella furia dei jihadisti, si era dimesso. Nella sua unità sono stati ben dieci gli amici uccisi, ha detto, ed anche suo zio, ed il figlio di suo zio, pur non essendosi mai arruolati, sono stati uccisi. I secondini cercavano di parlare sottovoce, ha detto, sussurandogli all'oreccho cinque volte al giorno di pregare, mentre per lavarsi gli davano sabbia al posto dell'acqua. Un volta chiese di vedere sua madre, ma uno di loro gli rispose "non te ne andrai da qui se non da morto". Mr. Fathil non sapeva che ci fossero altri ostaggi. Lo ha scoperto solo dopo che i sequestratori se ne sono andati, ed ha potuto togliersi il nastro adesivo dagli occhi. I ritmi nella casa erano regolari. A causa delle finestre [scure], all'interno era sempre buio. Fathil ha detto che gli davano da mangiare una volta al giorno, e che poteva usare i servizi, sul retro della casa, ogni volta che ne avesse bisogno. Quando i Marines hanno fatto irruzione, uno dei prigionieri era disteso in un sottoscala, gravemente ferito. All'inizio hanno creduto che fosse morto. Gli altri erano emaciati e malconci. Mr. Farhed se l'era cavata meglio di tutti. Gli altri tre sono stati portati da un elicottero di soccorso alla base di Balad, dotata di ospedale, vicino a Baghdad. Ma anche lui è stato seriamente colpito, con i segni dei pestaggi che gli attraversavano la schiena, e profonde piaghe sulla pelle, apparentemente dovute agli shock elettrici. "Queste scosse, ha detto, erano come se mi strappassero l'anima dal corpo". Ma appena il suo corpo si riprendeva dallo shock, e lui iniziava a gridare, cominciavano subito a picchiarlo - ha detto. Mr. Fathil è rimasto alla base dei Marines, a sud di Qaim, sin dalla sua liberazione, sabato a mezzogiorno. Sua madre ancora non sa che è vivo. Nel sentirla nominare, ha chinato e abbassato la testa, ed ha iniziato un pianto sommesso, asciugandosi il volto con la tuta che gli avevano dato i Marines. Ha chiesto aiuto a un giornalista per cambiare città, perchè era troppo pericoloso per la sua famiglia restare nella loro casa. Ha implorato che non gli venissero scattate foto, nemmeno delle cicatrici sulla schiena. "I sequestratori le hanno fotografate", ha detto. La sua città era stata sempre un bel posto, ma i ribelli l'hanno trasformata in un inferno. "Questi pochi la stanno distruggendo - ha detto, col volto rigato dalle lacrime - Uccidono chiunque catturino. Avviene praticamente ogni giorno." °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Dunque, ragioniamo. Innanzitutto, abbiamo i Marines che stanno perlustrando questa quieta cittadina, e vengono a trovarsi proprio accanto ad un covo di ribelli, attrezzato con tanto di sala delle torture. I ribelli erano già scappati, ma, nonostante la situazione debba apparire del tutto quieta, i soldati preferiscono non bussare, e decidono invece di tirare direttamente giù un muro per entrare. Dev'essere la forza dell'abitudine. Entra finalmente così, nella "piccola casa di mattoni ad un piano", la tanto agognata luce, che però ci rivela - orrore degli orrori - quattro poveracci incatenati e tumefatti. Ora, nonostante le pareti e il soffitto risultino "crivellati dall'esplosione", i quattro prigionieri all'interno si rivelano assolutamente immuni alle schegge dello shrapnel, visto che lamentano solamente contusioni e dolori vari alla schiena, dovuti alle frustate prese in precedenza. Beati loro, che hanno la pelle dura. Abbiamo inoltre dei ribelli così astuti che, per non segnalare all'esterno il loro covo, e per farlo apparire come una qualunque abitazione del paese, decidono di montare finestre oscurate dappertutto, che sui "muri chiari di mattone" non si notano nemmeno se li indichi col dito puntato. Come quei gipponi SUV bianchi immacolati, con le maniglie bianche e le ruote bianche cerchiate di bianco, e con le portiere che "pompano" musica rap, che dietro ai vetri oscurati non lo capisce nessuno che c'è il pimp del quartiere che fa la ronda quotidiana. Procediamo: dopo aver passato un minuto di raccoglimento per la povera "lampada a petrolio che giace su un fianco", ci ritroviamo fra le mani il pezzo da novanta, la Prova delle Prove, il Capo d'Accusa Supremo: il manuale della Jihad. Alla fine, è sempre il manuale che li tradisce: guarda solo quel cretino di Timothy McVeigh, che dopo aver messo la bomba a Oklahoma City, riesce a farsi fermare in autostrada perchè guida senza targa, e in più tiene proprio sul sedile posteriore, in bella vista, un libro aperto al capitolo "come fabbricarsi in casa delle bombe ad alto potenziale". (E pensare che quelle bombe, secondo la versione ufficiale, le avrebbe fabbricate sei mesi prima dell'attentato). Per non parlare poi dei nostri 19 assi dell'11 Settembre, che se per caso si salvavano dagli schianti, finivano comunque in galera per aver rubato più manuali di aviazione loro di quanti ne siano stati stampati in tutta America. E ora abbiamo anche questi "ribelli" iracheni, che devono ripassarsi la Jihad dal mattino alla sera, se no non si ricordano più cosa devono fare. Il manuale, ricordate, era infatti "bello consunto", nonostante sia la "prima edizione" di quest'anno. Questo vuol dire che non solo lo leggevano, ma che debbono anche essersi spellati le mani a dovere, a furia di rivoltare quelle 500 pagine in tutte le direzioni, nei pochi mesi in cui l'hanno avuto a disposizione. (Chissà la Seconda Edizione, che novità porterà mai, fra l'altro? Lo sapete, vero, che la Jihad è un "work in progress"?) Poi, appena finito di ripassare la Jihad, i nostri si buttavano a capofitto sui manuali per fare le bombe. Anche lì, non è che imparato una volta, te lo ricordi e basta? No, macchè, questi dovevano esser talmente deficienti che, pur avendo in garage tre macchine piene zeppe di esplosivo, si sono completamente dimenticati di innescarle per il primo marine che si fosse avvicinato a curiosare. Pensa che botto, che facevano, lì nel garage al chiuso. Si chiamano booby-traps, e le sanno fare anche in bambini da quelle parti, ma loro non ci hanno minimamente pensato. I manuali evidentemente li tenevano come carta del gabinetto. Oppure si vede che dietro ai vetri neri pensavano di essere al sicuro, e di poterci restare per sempre. Anche il vizio di lasciarsi indietro dei passaporti falsi, è qualcosa di curioso: proprio ora che diventi fuggitivo, già ti dimentichi di ammazzare quello lì', che è un mese che glielo prometti, ma poi, che fastidio ti può dare avere un passaporto in più in tasca? (In realtà, se si guarda tutta insieme la lista degli "indizi" - passaporti falsi, manette, cappuccio nero e pastiglie di Percoset, a voi chi viene in mente? Un islamico infuriato, o un uomo della CIA?) Sul capitolo "diritto di tagliare la testa all'infedele", infatti, direi semplicemente di stendere un pietoso velo, e far finta che non sia proprio stato nominato. Sarebbe invece interessante sapere cosa ci dice il capitolo "Come scegliere l'ostaggio ideale", visto che hanno preso uno al quale non hanno mai fatto una sola domanda, dal quale non volevano nulla, che dall'esercito iracheno era già uscito da nove mesi, e per il quale chiaramente non hanno mai chiesto alcun riscatto. Cosa dirà, alla fine, 'sto manuale: sceglietelo alto, con gli occhi azzurri e di carnagione chiara, cosi le cicatrici si vedono meglio? Dedichiamo ora un altro momento di raccoglimento, di fronte a questo sensibilissimo essere umano che piange silenzioso al pensiero della mamma, e poi domandiamoci: ma come fa ad "asciugarsi le lacrime con la tuta", che fino a un secondo fa non riusciva nemmeno a tenere in mano una benedetta lattina di coca cola? Sorvoliamo anche sul fatto che "gli sussurravano cinque volte al giorno di pregare" (voi lo sapete, vero, che l'Islam prevede cinque preghiere nell'arco della giornata? Ecco. E' quindi ovvio che ogni musulmano viaggi con l'assistente personale, che gli tiene il conto preciso delle preghiere già fatte, e di quelle ancora a fare, se no lui da solo non se lo ricorda). Veniamo invece al gran finale: abbiamo detto che siamo in una piccola casetta di mattoni ad un piano, giusto? Abbiamo detto che siamo in un tranquillo paesino fuori mano, giusto? E abbiamo anche detto che quando lo torturavano, lui urlava come una gallina. Normale, d'altronde, vorrei vedere te o me. Il problema è questo: se lui, fra i quattro, è quello che se l'è cavata meglio, come ha fatto a non sentire quando torturavano gli altri tre? Come può essersi reso conto "solo quando si è tolto il nastro dagli occhi" che c'erano altri tre come lui in quel posto? Ascolta con le pupille, per caso? O questi erano tre fachiri che sapevano soffrire nel silenzio più assoluto? Ma poi scusate, siete in quattro con un solo gabinetto, senza contare le guardie: al mattino cosa gli raccontavano, tutte le volte? No, ora non puoi andare, perchè c'è il temporale e rischi che un fulmine colpisca il gabbiotto "dietro la casa"? Massimo Mazzucco [ Modificato da Redazione Attivo 20/6/2005 22:49 ]

tritatutto
Inviato: 21/6/2005 9:49  Aggiornato: 21/6/2005 9:49
So tutto
Iscritto: 15/6/2005
Da: Torino
Inviati: 20
 Re: LA "CASA DELLA TORTURA"
Mitico, confesso che li per li all'inizio non stavo notando nulla di strano, non fosse che mi pareva anomalo che gli americani avesse trovato un covo di torturatori dal momento che torturatori sono loro. Poi ho cominciato a pensare che forse potessero aver inventato apposta l'articolo per non risultare appunto ... torturatori. E qui è scattata una rotella. Complice anche Massimo che subito aveva detto di leggere con attenzione. Oltre alle belle incongruenze che avete già segnalato tutti, a me ha colpito troppo per prima cosa il "tono" del racconto. Cioè, di solito faccio due letture: una dall'alto e veloce, per capire il tono del discorso e una approfondita, lenta per cogliere i particolari. Voi avete già citato i particolari. Io cito un taglio giornalistico abbastanza anomalo. Di solito le notizie dall'iraq sono sempre molto vaghe, rapide, imprecise. Questa invece era scritta così bene ... così ... letteraria quasi ... avete notato la "piccola lampada a petrolio"? Ma a chi cazzo gliene fotte di una lampada a petrolio se stiamo parlando di poveracci torturati a morte? E ... " i frammenti di vetro nero della finestre scricchiolavano sotto i loro piedi" oddio, ma c'è qualche giornalista qui che mi può dire se è normale scrivere una notizia in questo modo? Cioè, tu sei li per raccogliere una testimonianza da uno che si è preso tante botte in testa e scariche nelle palle e ti scrivi sul tu bel taccuino da giornalista che i frammenti di vetro scricchiolavano sotto i piedi dei marines? maaaaahhh Ma siamo paranoici noi o davvero credono che le persone possano digerire ste cose? A sto punto anche mia madre sarebbe migliore di loro a raccontare simili fandonie. Bye


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