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media : L'orrore al congiuntivo
Inviato da Redazione il 21/12/2008 12:40:00 (6473 letture)

La difficoltà nel seguire da vicino la politica italiana sta non soltanto nell’insensatezza del discorso in generale, ma anche nell’uso ormai depravato della lingua italiana che fanno sempre più spesso i nostri giornalisti, o cosiddetti tali.

Quando leggi, nello stesso articolo, “tutti si aspettavano che il presidente del Consiglio avrebbe parlato di giustizia”, oppure “sembra difficile che la riforma potrà mai vedere la luce”, oppure ancora “la misura prevederà che l'allungamento della vita lavorativa delle donne sarà volontario”, ti viene letteralmente il mal di pancia. Se all’orrore di queste storpiature aggiungi il nonsense che pervade le notizie stesse, ti rendi conto che il cittadino medio oggi nuota in un ridicolo vaso di vetro, mentre è convinto di trovarsi in mare aperto.

Il problema ha una radice comune, ed è l’assoluta sciatteria mentale del nostro giornalismo - sia nella forma che nel contenuto - che è ormai abituato a passarci le informazioni senza più applicarvi il minimo filtro razionale.

Prendiamo ad esempio questa frase: “Nel primo Consiglio dei ministri di gennaio, il governo approverà un disegno di legge di riforma del sistema giudiziario. Due i punti salienti: separazione di giudici e pm da una parte, indagini affidate alla polizia giudiziaria, senza più la direzione del pm, dall'altra”.

Dove starebbero, i “due” punti salienti? Per me, che di giustizia ne so poco, se “affidi le indagini alla polizia giudiziaria, senza più la direzione dei PM”, hai effettuato proprio una “separazione di giudici e pm”, no? A me pare un punto solo, non due.

Sarebbe come dire: “Due le innovazioni nel regolamento calcistico: sarà aumentato il numero degli arbitri, e verrà introdotto il quarto uomo”. (A quel punto manca solo di aggiungere “e non verranno aboliti i guardialinee” ...

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media : Il paese degli utonti
Inviato da Redazione il 5/12/2008 4:19:48 (9402 letture)

Che succede in Italia? Unico caso in Europa, secondo i nuovi dati Eurostat la diffusione di internet nelle famiglie diminuisce. Mentre la tv italiana impera, secondo un recente rapporto inglese.

di Antonello Angius

Con la parola “declino” e con l’espressione “perdita di competitività” nelle società e nelle economie globalizzate in genere ci si riferisce a una crescita inferiore a quella degli altri, non a un vero e proprio arretramento. Ma può succedere anche questo. Pochi mesi dopo la comparsa su giornali esteri (Times, Newsweek) di articoli ironici, conditi con una punta di invidia esibita, sulla scarsa diffusione di internet in Italia, paese nel quale i ritmi quotidiani sarebbero scanditi dalle conversazioni negli antichi selciati delle “piazzas” piuttosto che dai mouse, arriva ora l’ultimo bollettino di Eurostat del 2 dicembre 2008 a tradurre voci e tendenze in numeri: nel primo quadrimestre del 2008 la percentuale di famiglie italiane che usa internet è passata dal 43 al 42 % rispetto a un anno prima.

Un dato umiliante per il nostro paese, perché siamo messi meglio solo di Romania, Bulgaria e Grecia (che però avanzano, non indietreggiano). E va detto che le statistiche Istat differiscono da quelle Eurostat in peggio: nel 2007 l’indice di diffusione di internet nelle famiglie per l’Istat è stato del 38,8% (rispetto al 43% Eurostat). La Sardegna (secondo l’Istat) è peraltro fra le Regioni meno disastrate, ...

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media : Quando i soldati piangono
Inviato da Redazione il 20/11/2008 9:30:00 (4418 letture)

Il reporter inglese Tim Hetherington ha vinto il Rory Peck Award – il prestigioso premio per i giornalisti freelance – con un documentario sulla guerra in Afghanistan.

L’aspetto siginificativo di questa notizia è il taglio molto particolare del filmato, che mostra i soldati nella loro più cruda realtà quotidiana fatta di paura, di sudore, e a volte anche di lacrime.



(Su ARCOIRIS potete scaricare la copia del filmato in alta definizione).

Il fatto di voler premiare un lavoro che punta decisamente il dito sull’assurdità della guerra, indica una chiara volontà di invertire la rotta rispetto al periodo di Bush e Blair, in cui i media ci propinavano il presidente americano vestito da aviatore, che atterrava sulle portaerei come un eroe dei fumetti.

I media servono a propagandare le guerre di conquista, ...

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media : Pino Cabras direttore di Megachip
Inviato da Redazione il 5/11/2008 0:50:00 (5387 letture)

Con un gesto di grande lungimiranza, Giulietto Chiesa ha affidato la direzione di Megachip a Pino Cabras.

“Citizen journalist” – come si autodefinisce – e già autore del libro “Strategie per una guerra mondiale. Dall'11 settembre al delitto Bhutto”, Cabras è sicuramente una delle persone più preparate in materia geopolitica – il grande tema che fa da “ombrello” a tutti gli argomenti più scottanti di questo nuovo millennio, dall’11 settembre in poi.

In questo senso Cabras chiude un ponte ideale, iniziato proprio da Giulietto Chiesa con il suo libro “La guerra infinita”, antesignano documento di denuncia della menzogna dell’11 settembre e di tutto quanto si nasconde alle sue spalle.

Nel nome dell’unione, del coordinamento e del supporto reciproco fra i siti di libera informazione, ...

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media : Cinema digitale, realtà del nuovo millennio
Inviato da Redazione il 23/10/2008 11:40:00 (5604 letture)

Da oggi inizia nella sala San Luigi di Cuggiono (MI) la programmazione del film “Il Nuovo Secolo Americano”, realizzato interamente in digitale (senza supporto della pellicola). Nei prossimi mesi il film dovrebbe arrivare in distribuzione in almeno una ventina di sale digitali del circuito Microcinema, collocate in tutte le città d’Italia (lista dettagliata delle sale in coda all’articolo).

A partire dalla prossima settimana i film “Inganno Globale” e “Il Nuovo Secolo Americano” verranno programmati in Brasile nel circuito digitale RAIN, una organizzazione di oltre 200 sale digitali gestite dalla base di San Paulo.

Siamo in trattativa per altre uscite nei circuiti digitali in Inghilterra, Spagna e Germania.

°°°

Quella del cinema digitale è una nuova realtà, destinata a cambiare, nell’arco di pochi anni, il panorama della distribuzione cinematografica nel mondo.

Si tratta di normali sale cinematografiche, attrezzate con potenti proiettori digitali, che sono in grado di proiettare qualunque filmato presente su supporto digitale. In altre parole, anche un semplice DVD può essere proiettato direttamente in sala, con risultati qualitativi più che soddisfacenti.

A sua volta questo significa - e qui sta la vera rivoluzione - che l’autore non ha più bisogno di lavorare in pellicola per arrivare a realizzare il suo filmato; con una semplice telecamera digitale, e un sistema di montaggio professionale, che gira sul comune PC di casa, è in grado di sfornare un prodotto finito, in alta definizione, che può andare direttamente nelle suddette sale.

Fino a ieri, per girare un qualunque tipo di film occorreva prima di tutto acquistare chilometri e chilometri di negativo (pellicola). Una volta esposto il negativo nella cinepresa (una volta “girato” il film), ...

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media : Internet: il bene più prezioso
Inviato da Redazione il 17/9/2008 8:50:00 (5273 letture)

Superata l’adolescenza, Internet sta entrando nell’età adulta, e può essere utile fare il punto della situazione per affrontare meglio i prossimi anni, che si preannunciano cruciali per la sopravvivenza della libertà di pensiero.

Facciamo un breve passo indietro, e cerchiamo di mettere in prospettiva quanto accaduto fino ad oggi.

Internet esisteva già sul finire degli anni ’90, ma è indubbio che la sua “valenza mediatica” abbia iniziato a farsi apprezzare solo dopo gli attentati dell’11 settembre.

Tali attentati infatti rappresentano un caso estremo di bugia mediatica, e curiosamente Internet ha trovato la sua forza, e la sua identità, proprio nel cercare di combatterla.

Non ha importanza ora stabilire se la battaglia sia stata “vinta” o “persa” – questo dipende dal punto di vista personale, e il bicchiere può sempre apparire mezzo pieno o mezzo vuoto - l’importante è che la battaglia ci sia stata, e che da oggi le informazioni per decidere da che parte stia la verità siano a disposizione di chiunque voglia cercarla.

Per la prima volta nella storia dell’umanità l’individuo può risalire alla verità – alla “sua” verità, se non altro - senza bisogno di alcun intermediario, valutando in prima persona gli elementi a disposizione.

Per rendersi conto della differenza abissale che ha introdotto Internet, ...

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media : Il futuro della libera informazione
Inviato da Redazione il 16/9/2008 6:50:00 (5233 letture)

di Marco Cedolin

Beppe Grillo e Antonio Di Pietro sono pronti a scommettere sul fatto che il futuro della “libera” informazione si giocherà sul web e da tempo spendono le proprie energie nella gestione di blog molto popolari fra coloro che frequentano assiduamente internet.

Giulietto Chiesa considera imprescindibile, anche in chiave futura, lo strumento televisivo e punta tutto su Pandora Tv, un canale televisivo finanziato attraverso il contributo volontario dei cittadini che nelle sue intenzioni dovrebbe portare informazione "libera" anche fra tutti coloro che non frequentano la rete.

Massimo Fini continua a credere nella forza della parola stampata ed ha creato "La voce del ribelle" una nuova rivista mensile che si propone di fornire informazione "libera" e spunti di riflessione indirizzandosi ad un lettore attento, non necessariamente internauta e consumatore dei prodotti TV.

Non si può evitare di domandarsi chi fra di loro abbia torto e chi ragione. Esiste veramente un "veicolo d'informazione" che nel prossimo futuro soppianterà tutti gli altri ...

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media : L'orgoglio di essere italiani
Inviato da Redazione il 5/9/2008 9:08:17 (5008 letture)

(ARTICOLO BREVE):

Ce l’abbiamo fatta! Siamo di nuovo sulle prime pagine dei giornali americani.

Questa volta è il Los Angeles Times a farci l’onore di un articolo tutto dedicato a noi: si intitola: “Italy mobsters block efforts to clean up toxic trash heaps”, ovvero “i capomafia italiani ostacolano il tentativo di rimuovere le montagne di rifiuti tossici”.

Mentre il sottotitolo dice che “i residenti della zona di Napoli hanno una più alta incidenza di tumori e di altre malattie. Gli attivisti che si oppongono vengono minacciati, i testimoni uccisi”.

Dopodichè l‘articolo descrive la storia di Raffaele Del Giudice, un attivista che ha definito la situazione campana “la Cernobyl d’Italia”, e che dopo una serie di minacce ha scelto di rinunciare alla lotta, e prosegue dicendo che “la camorra è riuscita a trasformare il Sud d’Italia nella pattumiera d’Europa, ...

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media : Jericho e la fiction americana dopo l’11 settembre
Inviato da Redazione il 28/8/2008 11:20:00 (6638 letture)

[Avviso: nell’articolo viene parzialmente rivelata la trama del telefilm]

di Mauro Quagliati

La scorsa settimana si è conclusa, completamente in sordina, la trasmissione di uno dei telefilm più coraggiosi e interessanti degli ultimi anni. Perché spendere parole su un serial televisivo made in USA (trasmesso dalla CBS)? Perché Jericho è il miglior esempio del corto-circuito tra fiction e realtà che caratterizza la cultura americana post - 11 settembre, oltre ad essere un ottimo prodotto, girato con pochi mezzi.

La storia mette in scena il più inquietante degli incubi americani, l’olocausto nucleare, vissuto dal punto di vista di una piccola cittadina del Kansas (Jericho, appunto). Ma non si tratta di un attacco missilistico, bensì di un atto terroristico coordinato in cui vengono esplosi contemporaneamente una ventina di ordigni nucleari nelle più importanti città americane. Gli Stati Uniti collassano: i territori scampati alla distruzione e alle radiazioni sono falcidiati dalla fame; razzie, sciacallaggio e bande para-militari imperversano per il paese. La nazione precipita nell’anarchia, ma dalle sue ceneri nascono due autorità in conflitto: ad Est ciò che rimane del governo federale, ad Ovest una nuova coalizione, gli “Stati Alleati d’America”.

Chi è il nemico? Chi è il responsabile del più grande attacco terroristico della storia, compiuto (non casualmente) nel mese di settembre? Questo è l’interrogativo che anima la prima stagione del telefilm, e che troverà una risposta grazie alle informazioni messe in campo dal personaggio chiave della storia, ...


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media : Il vero orrore
Inviato da Redazione il 22/7/2008 7:50:00 (6838 letture)

"«Preoccupazione» e «indignazione». Non ci sono altre parole per descrivere la sciagura delle due bimbe rom che ieri sono annegate a Torregaveta, vicino a Pozzuoli, i cui cadaveri sono rimasti per ore in spiaggia tra l'indifferenza dei bagnanti. Parole forti quelle di Laura Boldrini, portavoce dell'alto commissario per i rifugiati dell'Onu."

Inizia così l’articolo del Messaggero sull’annegamento di due bambine avvenuto l’altroieri sulla spiaggia di Torregaveta.

Poi l’articolista si tuffa in un esercizio di pietistica degno del peggior Pascoli: “Come ogni sabato a lavorare per raccogliere qualche euro. Ma le bimbe lavoratrici restano bimbe e non resistono alla voglia di tuffarsi in mare, nonostante le onde agitate che bagnano la spiaggia libera. Loro probabilmente non sanno nuotare, non hanno neanche il costume e si gettono in mare vestite.“

Segue il capo d’accusa principale, che dovrebbe spiegare l’ “indignazione” iniziale: “I corpi lasciati per ore sulla spiaggia. Intanto sulla spiaggia un centinaio di bagnanti continuano a prendere il sole, come se nulla fosse successo. Come se quei due cadaveri rimasti per ore a terra, coperti con teli da mare, fosserso invisibili.”

Completa il quadro il cardinale Sepe, arcivescovo di Napoli, che dichiara: “Girarsi dall’altra parte o farsi gli affari propri può essere a volte più devastante degli stessi eventi che accadono”.

L’articolo di Radio Vaticana prosegue: Dopo la tragedia, c’è stata la sorprendente reazione di una parte dei bagnanti che hanno continuato a pranzare e a prendere il sole, come se nulla fosse successo. Alcune foto ritraggono i due corpi senza vita adagiati in riva al mare ...

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media : Pessimi giornalisti, ma ottimi pubblicitari
Inviato da Redazione il 17/7/2008 11:10:00 (4739 letture)

di Marco Cedolin

I confini fra il mondo dell’informazione giornalistica e quello della promozione pubblicitaria hanno continuato negli ultimi decenni a farsi sempre più labili, consentendo alla pubblicità di fagocitare con sempre maggiore avidità larga parte degli spazi deputati a produrre informazione.

Il lancio sul mercato del nuovo iPhone (leggasi cellulare) della Apple, magnificato da giorni nel corso dei telegiornali e sulle testate dei maggiori quotidiani, da parte di una folta schiera di giornalisti che si sono prodigati nel mettere in luce le mirabolanti qualità tecnologiche e la straordinaria filosofia che si cela all’interno di un apparecchio che a loro dire rivoluzionerà la vita degli italiani, ci ha permesso di constatare oggettivamente quanto in profondità gli spot pubblicitari abbiano ormai colonizzato ogni spazio informativo.

I telegiornali fotocopia di Rai e Mediaset, fra il “pastone” politico ed il resoconto dei fatti di cronaca più eclatanti non arrivano a dedicare all’informazione più di una dozzina di minuti, mentre l’intero quarto d’ora che segue è in realtà un’infinita sequela di spot pubblicitari mascherati, neppure troppo bene, sotto forma di notizia. Senza la canonica dicitura “messaggio promozionale” ed ovviamente senza “fattura” si pubblicizza ogni cosa, dall’ultimo cd della popstar di successo al nuovo film del regista emergente, dalla tournée del cantante famoso al libro dello scrittore intellettualmente impegnato e politicamente corretto, dall’ultima vettura nata in casa Fiat alla nuova collezione dello stilista di grido, dalle località sciistiche a quelle balneari, dal “melafonino” che ti cambierà la vita allo scooter che riscopre le tradizioni.

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media : Armi di distrazione di massa
Inviato da Redazione il 10/7/2008 22:30:00 (5788 letture)

La vera notizia delle ultime 24 ore non è l’escalation della tensione in Medio Oriente, ma il fatto che “l’Iran abbia ritoccato la fotografia dei missili“.

Lo scoop ha fatto il giro del mondo, e in poche ore tutte le più importanti testate, dal New York Times alla nostra beneamata “Repubblica“, urlavano allo scandalo per l’inganno mediatico attribuito ai diabolici Pasdaràn. Costoro vengono infatti accusati di aver “aggiunto“ un missile all’immagine diffusa in mattinata, che faceva da accompagnamento alla notizia del lancio multiplo dimostrativo.

È stata l’agenzia France-Press a pubblicare per prima la foto ritoccata, sostituendola in seguito con quella originale. Sempre secondo i media occidentali, la foto ritoccata sarebbe stata diffusa dall’agenzia iraniana “Sepah News”, mentre quella originale dal quotidiano iraniano Jamejam.

Curioso, come questi iraniani siano talmente stupidi da smentirsi fra di loro. (Resta infatti da dimostrare che non sia avvenuto l’esatto contrario, e cioè che qualcuno, in occidente, abbia deciso di ritoccare la fotografia, ...

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media : Puntata di Matrix su Robert Kennedy
Inviato da Redazione il 7/6/2008 1:00:00 (7922 letture)

Questo è il contributo di 25 minuti che avevo mandato a Matrix, di cui la redazione ha utilizzato circa la metà. A sua volta, il contributo è una sintesi del film completo, che dura circa 80 minuti.




Questa sera Matrix ha dedicato una interessante puntata al ricordo di Robert Kennedy, nel quarantennale della sua uccisione, avvenuta a Los Angeles il 6 giugno 1968.

Ospiti di Mentana erano Walter Veltroni, Jas Gawronski e Alessio Vinci.

La puntata è stata per metà “istituzionale”, e per metà “complottistica”, e su questo bisogna rendere merito a Mentana nell’aver rigorosamente tenuto separati i due livelli di lettura: il crimine peggiore, rispetto alla memoria di Bob Kennedy, sarebbe stato quello di mescolare la ricostruzione storica della sua figura con una qualunque ombra di polemica, che nel momento in cui si iniziano a discutere le responsabilità dell’assassinio diventa praticamente inevitabile.

Anche se in questo caso, bisogna dire, è stato quasi divertente vedere Gawronski ...

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media : Memorial Day, il “Giorno della Memoria”
Inviato da Redazione il 27/5/2008 8:50:00 (5535 letture)

Ieri in America è stato il Memorial Day. In questa giornata di americani ricordano i loro soldati caduti in guerra.

Nel prevedibile calderone di patriottismo e frasi fatte, una storia in particolare si è segnalata rispetto alle altre, per la sua paradossale quanto invisibile perversità.

La storia è quella del soldato Jason Scheuerman, un ragazzo qualunque partito per l’Iraq nel 2004. Nei primi mesi di permanenza – oltre a tutti gli orrori che possiamo solo immaginare - Jason si è ritrovato ad assistere prima alla morte di un suo commilitone, e poi al suicidio di un altro suo amico di camerata.

Dopo sette mesi Jason ha iniziato a denunciare sempre più frequenti crisi depressive, ...

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media : Napoli, la CNN e il secondo livello dell’informazione
Inviato da Redazione il 22/5/2008 8:20:00 (6720 letture)

Faccio finta di non essere italiano, mi siedo davanti alla TV e guardo il servizio della CNN su Napoli come se fossi un americano qualunque (oppure un giapponese, un arabo o un finlandese). Uno, insomma, che dell’Italia sappia poco o nulla, e che voglia semplicemente farsi un’idea dei problemi che affliggono quel simpatico paese a forma di stivale.

Mi accoglie lo sguardo intenso di Alessio Vinci, che si aggira fra i cassonetti vuoti del centro cittadino spiegandomi con tono grave che “la spazzatura è di colpo sparita dalle strade di Napoli, ma solo perchè oggi c’è in visita il Primo Ministro Berlusconi”.

“Basta andare in periferia – continua Vinci – per avere la giusta misura di un problema che affligge questa città da oltre 14 anni, ma che solo lo scorso inverno ha raggiunto i livelli di emergenza, quando tutte le discariche disponibili hanno raggiunto la massima capacità”.

Da buon americano che dell’Italia non sa nulla, deduco che i napoletani siano degli zozzoni incivili, che ripuliscono le proprie strade solo per fare bella figura in televisione, e che aspettano quindici anni per risolvere un problema che andava invece affrontato seriamente fin dall’inizio.

Segue una curiosa intervista a un signore “che non ha votato per Berlusconi, ma che spera che lui possa risolvere il problema”, e mi viene subito da domandarmi – sempre da buon americano ...

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