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media : Corriere: scoop e controscoop
Inviato da Redazione il 24/8/2007 9:20:00 (23988 letture)

La notizia più importante, fre tutte quelle pubblicate ieri, è certamente lo scoop del Corriere che ha “pizzicato” Paris Match nel classico fotoritocco estivo, eseguito in questo caso per favorire la pubblica immagine del neoeletto presidente Sarkozy.



Come vedete, da una foto con “umanissime” maniglie dell’amore (a destra), il presidente francese è diventato una “mean, lean, commanding machine” che non accumula un solo grammo di grasso superfluo.

Benissimo, è successo mille volte, e continuerà a succedere. Nel frattempo però è cambiato qualcosa di molto importante: siamo entrati nell’era della fotografia digitale, nella quale i complicati lavori di fotoritocco di una volta (vedi foto della Nasa sulla Luna) sono ora eseguibili da qualunque dilettante dell’inganno ...

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media : Elton John, il vero rivoluzionario
Inviato da Redazione il 2/8/2007 7:30:00 (8874 letture)

Ha perfettamente ragione Elton John a sostenere che bisogna chiudere Internet. “La gente non socializza più”, e soprattutto, “non c’è più l’arte di una volta”. Tutto questo è davvero insopportabile.

Vi ricordate, solo otto o dieci anni fa, quando arrivavamo a casa stravolti dal lavoro, e mangiavamo qualcosa in fretta e furia, pur di poterci riversare subito in strada tutti a socializzare? Ah, quei bagni di folla, ah quelle lunghissime ore in strada a discutere di tutto, a parlare di noi e a chiedere degli altri, a informarsi, a voler sapere, a voler raccontare... dove è finito tutto ciò?

Io ricordo ancora, prima di Internet, le ore che non passavano mai, la domenica mattina, quando sapevo che avrei avuto una intera giornata libera per socializzare: contavo i minuti, nel mio letto, facendo e rifacendo accuratamente il programma della giornata, per non sprecarne un solo minuto: per prima cosa, una bella discussione al bar, davanti alla brioche e al cappuccio fumante. Speriamo che oggi si parli di nanotecnologie - pensavo - tema che mi affascina moltissimo. Poi direi di fare una bella camminata fino al quartiere vicino, tanto per vedere di allargare un pò le mie conoscenze: non è bene fossilizzarsi con le stesse persone, meglio sempre rimettersi in discussione. Poi sicuramente vado a Messa, dove l’ultima volta con Don Giulio abbiamo discusso di evoluzionismo e Intelligent Design, e poi tutti insieme siamo andati alla vicina moschea, per uno scambio interfede con gli amici musulmani.

Poi ovviamente, clou dei clou, il bagno di folla assoluto, la socializzazione ultima, la realizzazione stessa del mio essere concittadino: la partita allo stadio. Mentre ventidue imbecilli in mutande corrono dietro a un pallone, noi sulle tribune ci scambiamo idee sulla geopolitica, sull’antropogenesi ...

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media : The media is the message
Inviato da Redazione il 29/7/2007 4:40:00 (5462 letture)

Con questa intuizione folgorante, “il mezzo è il messaggio”, Marshall McLuhan aveva catturato, più di 40 anni fa, la quintessenza del nascente mondo della comunicazione globale.

Un mondo, che noi ben conosciamo, nel quale una realtà parallela ci osserva e si fa osservare dallo schermo televisivo, con una tale persistenza e capacità di penetrazione da apparirci spesso più reale del mondo reale.

Naturalmente, la macchina televisiva ha continuamente bisogno di inventare storie da gettare nel grande tritacarne del telegiornale permanente. E così ieri a Phoenix, nell’ennesimo tentativo di costruire una notizia che di per sè non esisteva, due elicotteri della televisione si sono scontrati in aria, diventando notizia loro stessi.

Quella di seguire in diretta, dall’elicottero, una qualunque fuga da un qualunque negozio di un qualunqre rapinatore di caramelle, è diventata una moda sin dal giorno in cui O.J. Simpson fuggì sulla sua Bronco bianca, per non essere arrestato dopo l’omicidio della ex-moglie, di cui si scoprì poi essere il colpevole. Fu soprannominato lo “slow-motion chase”, “l’inseguimento al rallentatore”, perchè i poliziotti avevano l’ordine assoluto di non sparare, ...

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media : Piero Ricca colpisce ancora
Inviato da Redazione il 16/7/2007 0:40:00 (9920 letture)



L’avevamo definito il “Pietro Micca” della libera espressione, anche per l’assonanza con il nome: Piero Ricca sta diventando un piccolo eroe popolare grazie alla sua coerenza, alla sua lucidità mentale, alla sua totale mancanza di timore verso i potenti, che esibisce fiero del suo ruolo di “cittadino”, armato di diritti quanto di doveri.

Dopo Emilio Fede, è toccato a Clemente Mastella cadere vittima dell’imboscata di Ricca, il quale, telecamera alla mano, gli ha posto alcune questioni imbarazzanti che lo hanno costretto a mostrare che tipo di gentiluomo fosse: in pochi secondi un ministro della repubblica italiana è riuscito a dare a un suo concittadino del coglione e del deficiente in una pubblica via.

Se è solo per quello, Fede gli aveva sputato addosso, ma lui ministro non lo è ancora diventato. Ci si raffina col tempo.

Ora però viene da domandarsi questo: a che serve dare del mafioso a un mafioso? A che serve dare del venduto a un venduto, dello schiavo a uno schiavo, ...

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media : Michael Moore, la “furia ragionata”
Inviato da Redazione il 11/7/2007 7:30:00 (12584 letture)



(QUI la seconda parte dell'intervista, che ora ha i sottotitoli in Italiano, grazie all'utente Totalrec.)

In questa intervista alla CNN - che probabilmente rimarrà la sua ultima per molto tempo – ieri Michael Moore ha toccato al cuore il vero problema dei nostri tempi. Che non è la follia imperialista dei neocons, nè la strategia da strozzinaggio dei petrolieri, nè l’ingordigia ormai endemica dell’industria farmaceutica, ma l’acquiescenza passiva dell’intera categoria dei giornalisti mainsteam, che grazie alla loro perenne “disattenzione” su questi fondamentali argomenti permettono a tutto quanto sopra di accadere tranquillamente sotto i nostri occhi.

Sicuro di sè, informatissimo e tutt’altro che accattivante, Michael Moore è solo l’ombra lontana del goffo regista un pò presuntuoso che nel 2002 aveva urlato dal palcoscemnico degli Oscar tutta la sua vergogna contro Bush e la sua amministrazione di “guerrafondai”.

Quello che era stato un gesto istintivo - genuino ma politicamente inutile - si è lentamente trasformato in una lucida azione costruttiva, dove la conoscenza dettagliata della materia fa da punto di appoggio indistruttibile di ogni sua nuova argomentazione.

Moore è cresciuto ed è diventato adulto, come filmmaker, attraverso Columbine, Fahrenheit 911, e ora Sicko, il nuovo film che mette a nudo lo spietato sistema sanitario americano, tenuto in piedi dal perverso sistema assicurativo, e basato sul puro concetto di profitto, che viene ottenuto ovviamente sulla pelle dei meno abbienti.

Era proprio per parlare di Sicko, uscito da poco in tutta America, che ieri Wolf Blitzer stava intervistando Moore, ma di fronte alla “furia ragionata” del regista ...

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media : Rocco Cotroneo e il Corriere della Sera: un'alzata di spalle per i crimini contro l'umanità
Inviato da Redazione il 9/7/2007 10:20:00 (7517 letture)

di Gennaro Carotenuto

E' cominciato a Buenos Aires il processo contro il prete cattolico Christian Von Wernich, accusato da 120 testimoni di aver partecipato direttamente a 42 sequestri, di avere preso attivamente parte alla tortura di 31 persone, di aver personalmente stuprato e di avere partecipato ad almeno sette omicidi durante la dittatura militare.

"Dovete pagare, con la tortura, con la morte, perché siete colpevoli", diceva il cappellano della Polizia bonaerense Christian von Wernich, a donne e uomini inermi legati sulla "parrilla", la branda metallica sulla quale venivano anche da lui torturati.

Racconta uno dei testimoni che quando Hector Baratti, attualmente detenuto desaparecido come la sua compagna Elena, incinta di sei mesi quando fu sequestrata, domandò al sacerdote per cosa dovesse pagare sua figlia Ana, nata in cattività e anche lei (avrebbe 30 anni) attualmente desaparecida, il sacerdote non ebbe dubbi e rispose: "anche la neonata deve pagare per le vostre colpe".

Elena de la Cuadra, la madre della piccola Ana, fu tenuta in vita per quattro mesi dalla banda della polizia bonoarense ...

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media : Lettera aperta ai giornalisti di Repubblica e Unita'
Inviato da Redazione il 29/6/2007 0:40:00 (4754 letture)

di Enrica Bartesaghi - Presidente Comitato verità e giustizia per Genova

In qualità di presidente del Comitato verità e giustizia per Genova, vi scrivo per chiedere scusa.

Chiedo scusa a nome delle centinaia di manifestanti arrestati, feriti, umiliati e torturati nel mese di luglio del 2001 a Genova, nelle strade, nelle piazze, alla scuola Diaz, nelle caserme di Bolzaneto e Forte San Giuliano.

Noi allora non lo sapevamo che avremmo (dopo ben sei anni) causato l'allontanamento di De Gennaro dal vertice della Polizia italiana. Che quei giorni avrebbero macchiato la sua onorata carriera (anche se si tratta di una macchia davvero piccola, di quelle che il Ministro degli Interni, Amato, ha subito lavato nominandolo a capo del suo gabinetto). Che, per colpa nostra, De Gennaro sarebbe stato indagato per istigazione e induzione a falsa testimonianza.

Giustamente nei giorni scorsi sui quotidiani La Repubblica e L'Unità avete ripetutamente sottolineato tutto l'orrore di questa faccenda incresciosa, ridando all'uomo ed al poliziotto tutta la sua onorabilità. E non siete stati i soli, numerosi parlamentari (di destra, di centro e di sinistra), a partire dall'on. Violante hanno fatto lo stesso. Perché De Gennaro è stato un capo della polizia "bipartisan" nominato dal centro-sinistra, ...

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media : Non brucerai le scatole altrui
Inviato da Pausania il 21/6/2007 8:40:00 (5470 letture)

di Giorgio Mattiuzzo

Come abbiamo imparato da tempo, il miglior modo che chi ricopre una posizione di potere ha per tacitare ogni opposizione è criminalizzare l'opposizione stessa, anche la più pacifica. La storia è piena di esempi di questo tipo, da Stalin ad Hitler, dal maccartismo agli anni di piombo. E la storia continua a ripetersi sotto i nostri occhi. Criminalizzare per mettere a tacere. Vediamone un esempio fresco di stampa.

Nella notte tra lunedì e martedì scorso, nel deposito ferroviario di Vicenza, sono andate a fuoco un centinaio di casse destinate alla base americana Ederle, in questi giorni al centro delle cronache cittadine e nazionali per le proteste contro la conversione dell'aeroporto Dal Molin in nuova base operativa per le truppe americane.

La notizia dell'incendio – per il momento – non ha sostanziale rilevanza. Non si trattava di contenitori con armi o materiale pericoloso: le casse erano vuote, a parte una (c'era una lavatrice da buttare). Le indagini sono in corso e, poiché non si conoscono ancora le cause, gli investigatori non dicono niente, affermando che tutte le ipotesi sono al vaglio.

Ma i media non potevano non gettarsi a testa bassa sulla notizia. Il Corriere del Veneto di martedì 20 giugno titola in prima pagina: “Incendio nella base americana”. Interessante notare come sia lo stesso giornale ad informarci che l'incendio è avvenuto allo scalo ferroviario, ...

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media : Windows Vista: la stretta finale?
Inviato da lamefarmer il 21/5/2007 9:00:00 (14348 letture)

di Giorgio Codazzi

Ogni qual volta il colosso di Redmond esce con un suo nuovo sistema operativo, arriva la solita pioggia di critiche da parte del resto del mondo.

Che Microsoft abbia ormai da tempo una posizione di monopolio era evidente a tutti da un pezzo, fatta eccezione per l'antitrust americano (assieme alla attuale amministrazione americana) che chiude tutte e due gli occhi e favorisce in modo più o meno palese la presenza monopolista sul mercato del gigante informatico. Che questa posizione di predominio abbia poi nei fatti imposto prodotti scadenti, se non proprio truffaldini, non é altrettanto evidente (mancano i necessari confronti nella maggior parte dei casi), ma quanto meno é razionalmente accettabile.

Tuttavia una delle leggi fondamentali per la sopravvivenza del mercato é che non vi siano attori che mantengano posizioni di predominio assoluto per un tempo troppo lungo. Come la spiaggia: piccole onde accontentano molte persone e ne scontentano poche, ...

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media : "On Mother's day"
Inviato da Redazione il 14/5/2007 9:20:00 (5622 letture)

"Nel Giorno della Mamma, tre donne americane pregano per i loro figli sequestrati in Iraq". Con questa frase stucchevole ha aperto ieri sera il TG principale della CNN, aggiungendo che ben "4.000 soldati sono impegnati nella strenua ricerca dei tre militari fatti prigionieri da Al-Queda". Sullo sfondo passano nel frattempo delle immagini, girate con la macchina a spalla, di Marines che si addentrano in una boscaglia. Sono immagini che hanno tutta l'aria di essere state riprese in Viet-Nam piuttosto che durante un addestramento negli Stati Uniti (di boscaglie, in Iraq, finora ne abbiamo visto poche), ma la loro origine ha ben poca importanza: quello che conta è che lo spettatore veda sempre il campo di battaglia dal punto di vista del mirino, e mai da quello di chi è destinato a esserne inquadrato. Dal punto di vista dell'invasore, e non dell'invaso.

"Cosa ne faranno" si chiede preoccupato il conduttore della CNN "non lo sappiamo, ma possiamo sempre chiederlo all'esperto (compare in video la faccia del solito "scrittore", la cui unica ragione di esistere è di aver intervistato una volta bin Laden, circa vent'anni fa) che Al-Quaeda l'ha studiata da vicino, e la conosce molto bene".

Ombroso al punto giusto, l'esperto scuote la testa e ci annuncia che visto i personaggi, abbiamo ben poco da sperare. Il resto del teatrino mediatico lo potete immaginare.

Il capovolgimento dei parametri, all'interno del messaggio, è talmente profondo da dare a volte le vertigini. Ti vengono a mancare i punti di riferimento, ...

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media : Internet, Einstein e le api
Inviato da Redazione il 29/4/2007 9:20:00 (28781 letture)

Come tutte le novità in grado di trasformare la società, anche Internet presenta degli enormi pericoli connessi alla sua indubbia portata rivoluzionaria.

La caratteristica fondamentale di Internet è quella di rappresentare un enorme "archivio umano" - contenente ogni sorta di informazione ormai - accessibile a chiunque in qualunque momento. Ma Internet è anche accesibile "in entrata", e non solo "in uscita", nel senso che qualunque utente è in grado di immettere informazioni a piacimento, che senza nessun filtro andranno bene o male a fare parte di quell'archivio.

E' quindi diventato necessario cercare di verificare sempre la validità delle diverse informazioni a cui si accede, prima di farne uso o di tornare addirittura a rimetterle in circolo, amplificandole. Si rischia infatti quello che si potrebbe definire un "incesto dell'informazione", ...

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media : "300", fra Storia e Rappresentazione
Inviato da Pausania il 14/4/2007 10:40:00 (21460 letture)

Come è nata la Storia? Difficile risposta, ma il primo che ci ha provato, Erodoto di Alicarnasso, ci dice il perché: per fare in modo che le opere grandi e meravigliose compiute dai Greci e dai non-Greci venissero ricordate nel tempo e non perdesso la fama che meritavano.

E cosa sceglie di narrare il nostro primo storico? Le Guerre Persiane, cioè il duplice tentativo (nel 490 a.C. e nel 480/79 a.C.) da parte dell'Impero Persiano di annettere la Grecia al suo immenso territorio.

E davvero Erodoto consegnerà al ricordo perenne le gesta di quegli uomini, se ancora oggi i figli di quella cultura affollano le sale dei cinema per ammirare le gesta dei Greci che combattono e sconfiggono i Persiani. Parliamo di 300, il film di Zack Snyder presentato all'ultimo Festival del Cinema di Berlino, che molto sta facendo discutere.

Il film, come è noto, narra della battaglia delle Termopili, un manipolo di fanti greci ad affrontare un enorme esercito persiano. Il film è tratto da un fumetto, anzi, da un “romanzo grafico”, come si usa dire oggi. Tuttavia la storia, di per sé molto semplice, è quella raccontata da Erodoto, nel settimo libro delle sue Storie.

Per prima cosa cerchiamo di sgombrare il campo dagli impacci: la verosimiglianza e la storicità. In questo caso occorrerà portare il discorso sul piano di una doppia aderenza: ...

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media : Pippo Baudo alla gogna
Inviato da shevek il 5/3/2007 23:00:00 (7119 letture)

di Enrico Voccia

Cavallo che vince non si cambia... eppure, dopo un'edizione di Sanremo andata alla grande, con un vincitore che ha riscosso contemporaneamente il primo premio della Giuria dei dieci, della critica e del pubblico, con un livello di ascolti notevole, la sola idea che il Baudo nazionale possa condurne la prossima edizione mette in moto un mare di critiche “autorevoli” che lo stesso conduttore denuncia come provenienti da non meglio specificati “poteri forti” che “magari non parlano ma agiscono”.

Torniamo alla morte del poliziotto Filippo Raciti a Catania, per opera, sembra, di gruppi ultras di estrema destra. Nonostante la portata mediatica e non solo dell'evento, il Papa non sente il bisogno di dire sull'accaduto nemmeno una parola durante il consueto Angelus domenicale (preferendo invece parlare contro i Pacs), né le autorità ecclesiastiche locali di interrompere i festeggiamenti legati ai riti religiosi della Santa Patrona della città. Le cose provocano un senso di indignazione in Pippo Baudo, che le critica.

Apriti cielo. L'Osservatore Romano attacca Baudo con estrema violenza: ...

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media : Il "bratpack" festeggia
Inviato da Redazione il 26/2/2007 15:57:19 (5878 letture)

Chi ha guardato la notte degli Oscar, avrà potuto gustarsi un rapido momento di meravigliosa umanità, disperso fra le pieghe di inutili luccichii, false riverenze e parole vuote.

Quando è stato momento di nominare il vincitore per l'Oscar alla regia, si sono presentati sul palco addirittura Steven Spielberg, George Lucas, e Francis Ford Coppola, con in mano la fatidica busta. Tutti gli occhi sono allora corsi a Martin Scorsese, il regista che non ha mai voluto saperne di trasferirsi a Hollywood, e che Hollywood per questo motivo ha punito, nominandolo ben cinque volte per l'Oscar, senza mai assegnargliene uno.

I tre sul palcoscenico sogghignavano come ragazzini che abbiano appena rubato la marmellata, ...

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media : "De Mä, trasformazione o declino"
Inviato da Redazione il 25/2/2007 8:00:00 (5319 letture)

Intimidazioni e minacce rischiano di bloccare l'uscita del documentario "De Mä, trasformazione o declino", che il regista Pietro Orsatti ha realizzato sui lavoratori del Porto di Genova.

Questa è la lettera che Orsatti ci ha mandato, nella quale descrive un panorama che non sembra cambiato molto dai tempi di "fronte del Porto" di Kazan.

di Pietro Orsatti

Per un anno ho lavorato alla realizzazione di un documentario sulla realtà del lavoro del porto di Genova, "De Mä, trasformazione o declino". Fin dall'inizio non ho voluto seguire la via tradizionale dell'inchiesta giornalistica patinata, con un pastone di dichiarazioni dei vari soggetti istituzionali, imprenditoriali e sindacali; ho voluto invece immergermi nelle storie dei lavoratori, raccogliendo racconti e immagini di lavoro e di vita, …

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