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opinione : L'Iran dietro il velo
Inviato da fefochip il 6/5/2007 11:00:00 (9686 letture)

di Fefochip

Un mio caro amico, che viaggia spesso per lavoro, mi ha raccontato una storia che non posso non raccontarvi.

La prima volta che è stato a Teheran - mi diceva il mio amico - non è praticamente mai uscito dalla camera di albergo. Avrà pensato "chissà questi aspiranti 'terroristi' cosa mi fanno se esco solo soletto per strada".

La seconda volta però ha deciso di uscire con una sua collega per le strade di Teheran, recandosi in un bazaar dal quale i due volevano poi raggiungere un centro commerciale segnalatogli dall'albergo. Non sapendo l'indirizzo preciso, con il “cuore in gola” domandano informazioni a una donna, ovviamente coperta da capo a piedi con il velo nero, abbigliamento usuale delle donne iraniane in pubblico, senza il quale si possono passare seri guai con la giustizia. (Ci sono due corpi di polizia di cui uno viaggia con automobili identificabili da strisce blu sulla fiancata, e si occupa di ordine pubblico in generale, mentre il secondo viaggia con macchine con strisce verdi, …

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opinione : Ad altezza gola
Inviato da comodino il 1/5/2007 10:30:00 (6838 letture)

di Davide Oggionni

Marco Badiali aveva quarantotto anni ed era a cavallo della sua passione quando si è trovato a terra, con un filo spinato conficcato nella giugulare, la carotide squarciata.

E' un'immagine volutamente forte, quella che descrive la morte assurda di un giovane motociclista.

Ne sentiamo tante: bambini seviziati da insegnati dell'asilo, ragazzine uccise in metropolitana, sparatorie da far west tra cinesi milanesi, rom che investono motorini da ubriachi, governi di superpotenze che organizzano auto-attentati per poi addossare la colpa ad organizzazioni fino a quel momento sconosciute.

Ne sentiamo tante, ed ognuno si ferma, se si ferma, a riflettere su questo o su quello. Fisiologicamente è impossibile stare a rimuginare su ogni avvenimento del mondo: non basterebbero cento vite per farlo.

Ma questo avvenimento ha una caratura così grottesca, così incredibile, che si rende necessario un attimo di riflessione. Hannah Arendt parlava della banalità del male, ...

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opinione : Ad ognuno la sua paura
Inviato da Pausania il 22/4/2007 7:50:00 (6247 letture)

di Giorgio Mattiuzzo

Un editoriale dell'International Herald Tribune commenta un articolo scritto da 11 generali americani in congedo. L'inizio è una perla di abilità di sintesi e descrizione delle politiche governative che ci accompagnano da anni: Le persone che non sono molto interessate alle materia ambientale sono attente quando la sicurezza nazionale entra nella conversazione. Così il dibattito sul riscaldamento globale ha effettuato un'utile svolta questa settimana quando diplomatici e ufficiali dell'esercito in congedo hanno delineato delle persuasive connessioni tra il cambiamento climatico e la più che reale possibilità di sollevazioni di alcune aree del globo.

Una descrizione perfetta della nostra società. Alcuni sono spaventati dalla sicurezza nazionale, cioè dal terrorismo. Altri dalle problematiche ambientali. Quasi mai i due gruppi si sovrappongono anzi, di solito questa polarità “terrorismo/ambiente” riflette lo stereotipo, sia italiano che più in generale dei Paesi democratici, delle diverse contrapposizioni “destra vs sinistra”, “conservatori vs liberali”, “Repubblicani vs Democratici” e via dicendo. Se ci pensiamo con attenzione, ogni persona che si identifica in una determinata “area politica” (considerandola non tanto dal punto di vista del voto, ma da quello del sentirsi in qualche modo accomunato con l'una o con l'altra) automaticamente sceglie quale paura avere. Gaber cantava che il culatello è di destra e la mortadella di sinistra; noi potremmo dire la paura del terrorismo è di destra, …

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opinione : Gangsters o rivoluzionari?
Inviato da Redazione il 21/4/2007 8:33:51 (10920 letture)

Gangster o rivoluzionari

 Un ricordo di Salvador Puig Antich in occasione dell’uscita del film Salvador 26 anni contro di Manuel Huerga

di Antonio Pagliarone

Salvador Puig Antich è stato garrotato alle 9,40 del 2 marzo 1974 presso il carcere Modelo di Barcellona all’età di 25 anni. Aveva ucciso un poliziotto in occasione del suo arresto avvenuto il 25 settembre del 1973 ed in seguito alla sentenza di un tribunale militare è stato condannato senza appello alla pena di morte in un clima di tensione provocato dall’attentato dell’Eta a Carrero Blanco, il probabile successore di Francisco Franco, il 20 dicembre 1973. Poiché il film, che ha avuto tra l’altro numerosi riconoscimenti ed è stato presentato al Festival di Cannes, tende a presentare Puig Antich come un anarchico rivoluzionario pervaso da romanticismo è necessario non solo fare chiarezza su chi era ma anche ricordarlo all’interno dell’esperienza che ha vissuto senza farsi coinvolgere dal solito mito dei martiri in genere spesso esaltati a dispetto dei reali accadimenti.

Ricordo che in occasione degli arresti di alcuni militanti del MIL (Movimento Iberico di Liberazione), un gruppo pressoché sconosciuto della galassia ultrasinistra in cui militava Puig Antich, era sorto il dubbio se dovessero essere considerati dei criminali comuni (secondo la versione ufficiale) o dei rivoluzionari che avevano deciso di entrare nella clandestinità come altri gruppi di opposizione nella Spagna di Franco. Infatti, una volta promulgata la sentenza di morte, non vi fu alcuna reazione decisa da parte delle organizzazioni della sinistra anche estrema e dei gruppi libertari che hanno una certa tradizione in Spagna, ...

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opinione : Oltre via Sarpi: la città che muore
Inviato da Mnz86 il 19/4/2007 9:00:00 (7357 letture)

di Andrea Franzoni

I recenti fatti di via Sarpi, la Chinatown milanese, rappresentano il primo acuto di portata mediatica di un processo più complesso che, fino ad oggi in maniera silenziosa, sta ridisegnando la struttura, la composizione ed il senso più profondo delle metropoli.

Questo processo, che ha già in parte rivoluzionato il significato ed i connotati di molte aree urbane, va ben oltre la difficile convivenza tra comunità diverse, le speculari xenofobie ed i problemi concreti o presunti di viabilità, di “degrado” o semplicemente di “sicurezza” percepita. L’approccio e le soluzioni proposte, allo stesso tempo, non hanno nemmeno la pretesa di risolvere o favorire il processo di “integrazione” accrescendo le distanze e ponendo la questione come una lotta tra fazioni ed interessi opposti: italiani da una parte, cinesi dall’altra. Nemmeno la strumentalizzazione da parte di alcune fazioni politiche (o mediatiche) ci permette di avvicinare il nucleo ed il motore della rivoluzione, di quel flusso continuo di profonde modificazioni, di cui i fatti di via Paolo Sarpi sono soltanto un insignificante e chiassoso imprevisto. Insufficiente, per quanto interessante, anche il concentrare l’attenzione sulle preoccupazioni, sulle miserie e sui disagi reali che generano intolleranza, contrapposizioni etniche e capri espiatori. La radice profonda è, infatti, ben altra.

La storia di via Paolo Sarpi è una storia che molte aree urbane centrali hanno vissuto, che molte stanno vivendo e che le rimanenti sono destinate, presto o tardi, a sperimentare. Il processo in atto è quello della morte dei centri storici, …

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opinione : Il Guinness dei Primati
Inviato da Redazione il 8/4/2007 22:30:00 (12863 letture)

Secondo voi è possibile attraversare a nuoto un fiume come il Rio delle Amazzoni senza venire divorati dai piranha, martoriati dai pesce-stuzzicadente, invasi da mille micro-organismi in cerca di nuovo "habitat", oppure tirati a fondo da un'anaconda spessa quanto una coscia di Maradona? A me solo l'idea di infilare un piede nudo nelle acque limacciose di quel minestrone infernale fa venire i brividi fino alla punta delle orecchie.

C'è invece chi il Rio delle Amazzoni se lo è fatto tutto a nuoto per lungo, dalla sorgente alla foce, combattendo piranha, serpenti e sarchiaponi vari per ben 5200 chilometri consecutivi, per il puro gusto di entrare nel Guinness nei Primati. Partito dal Perù il 1° di febbraio Martin Strel, uno sloveno di 52 anni, è finalmente arrivato ieri alle foci del fiume più grande del mondo, nuotando per 65 giorni consecutivi (si fermava solo di notte a riposare). E non è stata questa, per lui, una follia "una tantum". In passato Martin Strel aveva già affrontato con successo l'intero Danubio (3.000 Km. "soltanto") nell'anno 2000, il Mississippi (3.700 Km., nel 2002), e lo Yang-Tze cinese nel 2004, superando in quell'occasione la barriera dei 4.000 km. percorsi a nuoto da un essere umano.

E noi che ci domandiamo se valga la pena di continuare a girare in macchina.

Ma nuotando lungo il Danubio alla peggio muori di noia, nel Mississippi i coccodrilli li trovi soltanto vicino alla foce, e nello Yang-Tze al massimo ti arrestano…

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opinione : Quattroruote mon amour
Inviato da lamefarmer il 7/4/2007 8:30:00 (8663 letture)

di Giorgio Codazzi

Spostarsi da A a B é sempre stato per l'uomo un problema reale: le popolazioni nomadi in genere erano tali perché l'ambiente e le risorse disponibili erano esauribili o temporanee. Le tecniche di sfruttamento dell'ambiente hanno poi permesso alle popolazioni nomadi di scegliere se continuare la vita nomade o fermarsi e affrontare i periodi infausti.

Ma "spostarsi" prima dell'avvento dell'automobile é stato sempre un problema legato alle necessità primarie e comunque anche dove non lo era, coprire discrete distanze significava grande sforzo, grande dispendio di energia e scomodità, quindi le occasioni in cui ciò veniva fatto erano ridotte al minimo, e considerate con attenzione. Oggi con l'auto possiamo andare a 10-50 Km da casa nostra, con una spesa di tempo relativamente bassa, nell'ordine delle decine di minuti se non c'é traffico, stando comondamente seduti come in poltrona, a fare le cose più inutili, come andare a prendere un gelato sul lungo lago.

Vi é quindi una sovrapposizione percettiva fra l'oggetto fisico e il suo uso simboilico, ....

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opinione : La trappola per topi da laboratorio
Inviato da PikeBishop il 4/4/2007 9:10:00 (6520 letture)

di Gianni Elvezia

Spesso si ascoltano, al bar come alla TV e persino sui forum di Internet, discorsi sulla vera natura dell’uomo.

Dagli anni ’80 in poi, almeno in Europa, è divenuta opinione corrente che l’uomo sia fondamentalmente egoista e che, lasciato a se stesso, senza le costrizioni dell’autorità costituita e delle convenzioni sociali stabilite da una classe dirigente, si comporterebbe come una bestia selvaggia, o ancor peggio, entrando in competizione senza esclusione di colpi col resto dell’umanità al fine di soddisfare i propri desideri edonistici.

Dagli anni ’80 si è inoltre verificata una perdita di interesse per gli ideali politici, al principio con lo slogan Il Personale è Politico, arrivando da qui al punto per cui la politica non è altro che una lotta fra lobbies particolariste (pensionati, omosessuali, ecologisti e paladini delle cosiddette libertà personali, che significano sempre più libertà di conseguire la soddisfazione personale di un gruppo particolare di persone) e idealista o ideologo è diventato un insulto paragonabile a quello che fascista era negli anni ’70.

In concomitanza con questi sviluppi della politica si è lasciata la nostra vita sempre più alla mercè di tecnici e professionisti che, ...

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opinione : Man vs. Machine
Inviato da Redazione il 1/4/2007 6:00:00 (6921 letture)

[Video in coda - Kasparov contro Deep Blue]

Fra le mille preoccupazioni che ci inseguono ogni giorno c'è anche quella del Grande Fratello. Secondo alcuni, il sistema di controllo che ci osserva ovunque è già in funzione da tempo, e ormai non c'è più nulla da fare. Per altri, il "sistema" sta affilando le armi, in vista del momento in cui farà scattare la tenaglia del "monitoraggio globale", dal quale non scapperà più nemmeno una mosca nana. In ogni caso, la sensazione di non poter più compiere una semplice operazione come fare benzina, andare al cinema, o telefonare alla fidanzata, senza essere osservati, monitorati, e registrati, è ormai ampiamente diffusa nella popolazione occidentale.

La tecnologia per fare tutto quello che noi temiamo esiste certamente, e probabilmente ne esiste anche di mille volte più sofisticata. Ma bisogna sempre tenere presente, in casi come questo, anche l'aspetto "logico" delle cose. Logico, e pratico. In altre parole, conviene farlo? Chi ha davvero voglia di mettersi a monitorare milioni di telefonate giornaliere, di analizzare milioni di normalissime transazioni commerciali, o di seguire passo per passo un'umanità assolutamente insignificante, prevedibile, e del tutto innocua rispetto ai parametri di chi dispone di tali mezzi?

Certo, pare che siano delle macchine a farlo, perchè il compito sarebbe altrimenti impossibile: ...

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opinione : Una vita ad interim
Inviato da marcocedol il 29/3/2007 21:10:00 (6957 letture)

di Marco Cedolin

Il Corriere della Sera e gli altri quotidiani stanno dando grande risalto all’ultimo rapporto dell’Eurispes concernente i quinquennio 2000/2005 le cui conclusioni si manifestano poco lusinghiere per il nostro paese.

I salari italiani in termini di potere di acquisto risultano essere fra i più bassi d’Europa, inferiori perfino a quelli della Grecia e superiori solo a quelli del Portogallo e questi dati stanno suscitando forbiti contraddittori fra economisti ed analisti di mercato che li interpretano nell’ottica di un’aumentata competitività delle imprese nostrane.

Ci sarebbe molto da riflettere sulla reale valenza di tale competitività quando si tratta di provvedere al mantenimento di una famiglia, ma credo sia meglio soffermarci su quello che invece L’Eurispes non dice.

Purtroppo per larga parte dei lavoratori italiani (la maggior parte per quanto concerne i giovani) l’esiguità dei salari non è neppure il problema peggiore …

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opinione : Preghiera di guerra
Inviato da Redazione il 27/3/2007 11:30:00 (5235 letture)

Nella sua vita Samuel Clemens, noto come Mark Twain, aveva criticato tutto e tutti, ma si dice che quando scrisse questo testo, nel 1904, la famiglia lo pregò di non pubblicarlo, perchè a quel tempo sarebbe risultato letteralmente sacrilego. Twain stabilì allora che venisse pubblicato dopo la sua morte, che avvenne 6 anni dopo. Come annotò nel 1912 il suo biografo, Albert Paine, Twain aveva confidato a un amico di aver fatto quella scelta "perchè soltanti i morti possono dire la verità a questo mondo".

Preghiera di guerra - di Mark Twain

Era un periodo di grande esultanza ed eccitamento. Il paese era in armi, c'era la guerra, in ogni petto ardeva il sacro fuoco del patriottismo; i tamburi rullavano, le bande suonavano, i fucili-giocattolo sbottavano, i pacchi di fuochi artificiali fischiavano e scoppiettavano.

In ogni mano, e fino al più lontano disperdersi di tetti e di balconi, un'ondeggiante foresta di bandiere brillava nel sole. Ogni giorno i giovani volontari marciavano lungo la via principale, allegri e ordinati nelle loro nuove uniformi, ...

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opinione : Scienza, informazione e libertà
Inviato da Kirbmarc il 25/3/2007 12:30:00 (3839 letture)

di Stefano Castellaneta

Negli ultimi anni, il modello imperante sui media a grande diffusione è quello dell'infotainment, ovvero dell'informazione mista ad intrattenimento, che spesso finisce per non essere nè l'una nè l'altro, ma un insipido miscuglio di entrambe, il cui fine sembra essere quello di diluire il minimo di contenuto nel massimo del tempo disponibile.

Nemmeno l'informazione scientifica sfugge purtroppo a questo metodo di presentare i fatti insieme ad opinioni che sono spesso poco articolate logicamente, ma di forte presa emotiva. L'effetto è, se possibile, ancora peggiore di quello dell'informazione comune, che dispone se non altro di canali alternativi, come Internet, per chi desidera verificare o approfondire.

In Italia questo effetto è ben visibile su tutti i canali nazionali: le principali trasmissioni scientifiche ...

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opinione : Per un nuovo "pacifismo"
Inviato da Redazione il 24/3/2007 9:50:00 (4176 letture)



In questo periodo l'Italia assomiglia sempre di più ad un attempato signore che si sveglia un mattino e si accorge di aver avuto per tanti anni nel letto anche l'amante della moglie. Se fosse una barzelletta, il signore chiederebbe stupito "ma cosa ci fa lei qui?", e l'amante risponderebbe "niente, aspettavo la circolare, ma a questo punto mi sa che hanno cambiato percorso". Invece non è una barzelletta, le armi atomiche che ci teniamo in casa sono per molti una sorpresa assouta, e soprattutto l'amante colto in flagrante non si sente nemmeno in dovere di darci una risposta qualunque.

E lo sconforto non fa che crescere, quando ci si rende conto che episodi come quello di Ghedi - 40 bombe atomiche sepolte in provincia di Brescia, …

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opinione : Alta Velocità - I passeggeri siamo noi
Inviato da marcocedol il 18/3/2007 6:30:00 (5164 letture)

di Marco Cedolin

"Alta Velocità" è un concetto che trascende la questione strettamente "ferroviaria", e sintetizza un diffuso malessere che attraversa tutti gli strati della nostra società.

Non a caso Marco Cedolin ha eletto quello del Tav a conflitto sintomatico di un'Italia che appartiene sempre di più a un "mondo" lontano, anonimo e indefinito, e sempre di meno a se stessa.

Più veloce, più grande, più alto.… di che cosa? Correre, per arrivare dove? Per fare prima "di chi"? Se siamo tutti a correre, non potremo che arrivare tutti insieme, nello stesso punto da cui eravamo partiti. Magari io avrò superato te, e tu qualcun altro, ma il risultato complessivo non cambierà mai. Un centinaio di criceti che si mettano a girare come forsennati in una grande ruota, potranno anche superarsi a vicenda, ma alla fine, come gruppo, non si saranno spostati di un solo millimetro dal punto in cui erano partiti.

Ci dicono che il benessere non derivi dalla quantità di denaro che abbiamo, …

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opinione : Cosa raffigura l'arte contemporanea?
Inviato da Redazione il 4/3/2007 8:20:00 (9809 letture)

di Carlo Brevi

La più grande incongruenza dell'arte contemporanea è il suo definitivo allontanamento da quella che si potrebbe definire l' "estetica comune".

Le grandi opere d'arte dei secoli passati avevano la caratteristica di essere apprezzate nello stesso modo dai nobili e dai contadini, uniti, almeno in questo, nel riconoscere quello che si poteva definire "bello".

Vi è un interessante chiave di lettura del processo che ha portato a questa frattura, ed è l'analisi degli studiosi di quella particolare visione detta "Tradizionale".

Come ben espresso da Titus Burckhardt nel suo splendido libro "L'Arte Sacra in Oriente e in Occidente", il percorso che nel nostro continente ha vissuto l'espressione artistica è del tutto analogo alla legge dell'allontanamento dalla vetta, ovvero dal celestiale.

Occorre premettere che nella creazione artistica, come è noto, partecipano tre soggetti: ...

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