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Economia : Banca mia fatti capanna
Inviato da Redazione il 18/11/2007 8:20:00 (8251 letture)

di Eugenio Benetazzo

Ma cosa è successo al panorama bancario italiano? Come siamo arrivati noi italiani ad avere un pool di istituti di credito, probabilmente i peggiori al mondo, che si contendono ogni giorno il raggiungimento di posizioni dominanti nel mercato? Cosa è successo in meno di vent’anni da infrangere per sempre il rapporto fiduciario tra banca e cliente tanto che oggi il piccolo risparmiatore italiano non si fida più di nessuno Che cosa ha trasformato le banche nel tuo peggior nemico?

Per spiegare quello che è successo dobbiamo tornare indietro di oltre quindici anni quando il panorama bancario italiano era costituito da una distesa prateria di piccoli istituti di credito con spiccata vocazione territoriale, nella quale spadroneggiavano anche tre colossi nazionali, la Banca Nazionale del Lavoro, il Credito Italiano e la Banca Commerciale Italiana, tre banche storiche di diritto pubblico che erano presenti per prestigio e diffusione capillare su quasi tutte le piazze provinciali del paese con le loro mastodontiche agenzie di sportello.

Ricordo ancora il mio primo libretto di risparmio aperto in prima media presso la Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno ed Ancona, successivamente trasformatasi in Cariverona e poi tristemente fagocitata nel gruppo bancario denominato Unicredito. In quel tempo non esisteva l’esigenza viscerale di competere tra banche e banche, in quanto ogni istituto aveva trovato una propria dimensione e sviluppo legato alle caratteristiche del territorio ed a una propria vocazione imprenditoriale. Gli sportelli di banche differenti presenti su una stessa piazza si facevano concorrenza sulle modalità di erogazione del servizio ...

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Economia : Piccole storie di provincia
Inviato da Ashoka il 8/11/2007 8:50:00 (6934 letture)

di Ashoka

Ogni tanto è bene lasciar da parte le dorate sedie dei palazzi romani e raccontare una storia provinciale, tanto marginale quanto emblematica di quello che è un atteggiamento sempre più diffuso: lodare e premiare i comportamenti criminali, facendoli diventare “normale prassi” delle Amministrazioni pubbliche.

La nostra storia ha inizio negli anni novanta, in una sala riunioni di Ivrea, dove un manipolo di alti dirigenti sta decidendo le sorti dell'Olivetti.

Le vie percorribili sono due. La prima strada, irta di ostacoli, prevede il rilancio dell'azienda in quello che è il suo core business, ovvero l'informatica: quella è la strada che avrebbe scelto un Adriano Olivetti; è la strada difficile.

La seconda invece si presenta più appetibile. Si tratta di liquidare in qualche modo i rami aziendali in perdita e lanciarsi su quello che è il nuovo mercato emergente: la telefonia.

Gli amministratori, manco a dirlo, scelgono la seconda ipotesi.Ed il core business che fine fa?

Olivetti Servizi viene venduta all'americana Wang mentre allo stabilimento di Scarmagno, creato a fine anni sessanta e specializzato nella produzione di personal computer, viene riservato un trattamento speciale.

Per prima cosa si crea ex novo una società (Opc – 1995) e le si affida il ramo aziendale. Quindi questo viene ceduto ad una nuova società (Op Computer) ...

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Economia : Lo sgabello a tre gambe
Inviato da Redazione il 30/10/2007 8:19:09 (7035 letture)


Intervista a Maurizio Pallante

di Marco Cedolin

Stili di vita individuali, innovazione tecnologica mirata e impegno politico. Secondo Maurizio Pallante la decrescita è come uno sgabello a tre gambe: nel momento in cui uno dei tre sostegni viene a mancare, la seduta rovina a terra. Per questo ognuna delle gambe è ugualmente importante rispetto alle altre, e tutte e tre sono indispensabili e fondamentali

Clima, ambiente, grandi opere, rifiuti, energia. Maurizio Pallante, sollecitato dalle domande di Marco Cedolin, ci fornisce un ritratto chiaro di quello che è il mondo attuale e delle dinamiche e economiche che lo governano. Allo stesso tempo ci offre una visione lucida, appassionata ed estremamente concreta del mondo con la “decrescita applicata”: un mondo di felicità e benessere che tutti noi siamo chiamati a costruire.

Si sta parlando molto dell’effetto serra e dei cambiamenti climatici in atto e futuri. Nonostante le grida di allarme spesso vengano condivise dai governi e dagli amministratori e diffuse attraverso i grandi media, si percepisce l’impressione che tali grida siano destinate a cadere nel vuoto. Come mai questi soggetti, che gestiscono le scelte politiche ed economiche, da un lato lanciano l’allarme sulla degenerazione dell’ambiente e del clima, ...

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Economia : Valore e Scambio: tre diversi approcci
Inviato da Ashoka il 13/9/2007 9:40:00 (7808 letture)

"I Cartaginesi raccontano anche questo, che vi è una regione della Libia e uomini che la abitano, al di là delle colonne d’Ercole. Quando siano giunti tra questi e abbiano scaricato le mercanzie, dopo averle esposte in ordine lungo la spiaggia risalgono sulla nave e alzano una fumata. Allora gli indigeni vedendo il fumo vanno al mare e poi in sostituzione delle mercanzie depongono oro e si ritirano lontano dalle merci. E i Cartaginesi sbarcati osservano e se l’oro sembra loro degno delle mercanzie lo raccolgono e si allontanano, se invece non sembra degno, risaliti sulla nave di nuovo attendono; e quelli, fattisi avanti, depongono altro oro, finché li soddisfino. E non si fanno torto a vicenda, perché né essi toccano l’oro prima che quelli l’abbiano reso uguale al valore delle mercanzie, né quelli toccano le merci prima che gli altri abbiano preso l’oro" (Erodoto, Storie IV, 196)

Il racconto di Erodoto illustra ciò che gli antichi intendevano per scambio equo: una lenta e silenziosa trattativa in cui entrambe le parti offrivano le loro mercanzie sino a che non veniva trovato un accordo.

Ma come determinare il valore di queste mercanzie? Oppure dell'oro che veniva offerto in cambio? Esiste un criterio oggettivo per determinare dall'esterno quando uno scambio è equo?

Sin dall'antichità filosofi ed economisti hanno cercato di rispondere a queste domande formulando diverse “teorie del valore”.

Esaminiamo le tre più importanti.

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Economia : Quando lo Stato diventa falsario
Inviato da Ashoka il 21/8/2007 9:00:00 (26790 letture)

di Ashoka

Spesso, quando si assiste ad un dibattito sul tema “signoraggio” viene proposto, come soluzione, di affidare allo Stato la stampa delle banconote, sull'esempio di quanto fatto da Abramo Lincoln nell'Ottocento, prima del suo assassinio.

Ma cosa è successo, nella storia, quando uno Stato si è stampato la sua cartamoneta a corso forzoso?

Basta una parola per descriverlo, ovvero “inflazione”.

Vediamone tre esempi, tra cui gli Stati Uniti di Abramo Lincoln.

La rivoluzione americana

Il comportamento dei neonati Stati Uniti d'America durante la guerra di indipendenza illustra perfettamente ciò che i governi sono tentati di fare quando possono emettere moneta a piacimento.

Come fa notare (1) lo storico William Graham Sumner, mentre nel maggio del 1775 stava approntando i preparativi per la guerra contro la Gran Bretagna, il Congresso fu messo di fronte al dilemma di come finanziare e rifornire l'esercito che l'avrebbe combattuta.

L'idea di ricorrere alla tassazione dei cittadini delle ex-colonie non fu presa nemmeno in considerazione e si decise invece di ricorrere alla stampa di una moneta di carta, il Continental dollar, e di immetterla sul mercato, con la promessa di accettarlo in pagamento per eventuali tasse future.

Quello era anche il metodo scelto dal Congresso per “stabilizzare” la quantità di banconote in circolazione. Si chiedeva infatti ai singoli stati di ricorrere alla tassazione ...

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Economia : Vendete l'oro agli italiani
Inviato da Redazione il 18/8/2007 9:41:58 (7352 letture)


Lettera aperta

al Presidente della Repubblica Italiana, on. Giorgio Napolitano
al Presidente del Consiglio dei Ministri, on. Romano Prodi
al Ministro di Economia e Finanze, on. Tommaso Padoa Schioppa







Egregi Onorevoli,

siamo un gruppo di Italiani che si interessano di Economia e Mercati. Ci incontriamo da cinque anni nel sito www.usemlab.com, dove discutiamo anche di teoria economica, pubblichiamo analisi, e seguiamo con crescente preoccupazione le vicende dell’economia mondiale.

Il recente riaffiorare del dibattito sull’idea di dismettere parte delle riserve auree del nostro Paese ci è apparso, purtroppo, questa volta più deciso del solito.

Abbiamo sempre dedicato un particolare interesse al mercato dell’oro, anche sulla base degli insegnamenti della Scuola Austriaca di Economia (dei maestri Mises, Rothbard e premio Nobel Hayek), la quale da sempre auspica il ritorno a una moneta onesta.

Di fronte alla idea di alienare le riserve auree del Paese ci sentiamo pertanto obbligati ad avanzare la proposta contenuta in questo documento, che intendiamo divulgare il più possibile.

Quando per esigenze particolari di cassa arriva il momento di vendere i gioielli di famiglia, ...

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Economia : Società senza Stato
Inviato da Paxtibi il 19/7/2007 8:50:00 (14958 letture)

di Murray N. Rothbard (traduzione di Paxtibi)

Nel tentare di descrivere come una "società senza stato" – quindi, una società anarchica – potrebbe funzionare con successo, vorrei in primo luogo disinnescare due critiche comuni ma erronee di questo approccio. La prima è l'argomento per cui, nel provvedere a servizi per la protezione e la difesa come i tribunali, la polizia, o persino la legge in sé, starei semplicemente contrabbandando di nuovo lo stato all'interno della società in un'altra forma e che quindi il sistema che sto analizzando e sostenendo non è "realmente" l'anarchismo. Questo tipo di critica può farci soltanto scivolare in una infinita ed arida disputa sulla semantica. Lasciatemi dire fin dall'inizio che definisco lo stato come quell'istituzione che possiede una o entrambe (quasi sempre entrambe) le seguenti proprietà: (1) ottiene il suo reddito dalla coercizione fisica conosciuta come "tassazione"; e (2) afferma e solitamente ottiene un monopolio imposto dei servizi della difesa (polizia e tribunali) in un data zona territoriale. Un'istituzione che non possiede neanche una di queste proprietà non è e non può essere, conformemente alla mia definizione, uno stato. D'altra parte, definisco la società anarchica come una società dove non c'è possibilità legale per l'aggressione coercitiva contro la persona o la proprietà di un individuo. Gli anarchici oppongono lo stato perché ha la sua vera essenza in tale aggressione, vale a dire, l'espropriazione della proprietà privata per mezzo della tassazione, l'esclusione coercitiva di altri fornitori di servizi di difesa dal suo territorio e tutti le altre depredazioni e coercizioni costruite su questi fuochi gemelli dell'invasione dei diritti individuali.

Né è la nostra definizione dello stato arbitraria, dato che queste due caratteristiche sono state possedute da quelli che sono stati riconosciuti generalmente come stati nel corso della storia. Lo stato, tramite l'uso della coercizione fisica, ha arrogato a sé un monopolio ...

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Economia : Francia o Spagna… purché se magna
Inviato da nicoforca il 7/6/2007 5:30:00 (11734 letture)

di Nicoletta Forcheri

Appare degna di nota la notizia che Paolo Scaroni, amministratore delegato di ENI SpA, sarebbe stato "cooptato", a maggio di quest’anno, dal consiglio di amministrazione di Veolia, la maggiore multinazionale dell'acqua, energia, trasporto e rifiuti, francese, che sta conducendo una strategia aggressiva di appropriazione delle nostre risorse tramite il sistema, questa volta non solo nostro, delle scatole cinesi e della diversificazione dei nomi d'imprese.

Si dice infatti in un rapporto della società Veolia di fine anno (2006) che (traduzione dal francese): "il consiglio di amministrazione ha preso atto il 12 dicembre delle dimissioni di Arthur Laffer e del decesso di Francis Mayer, che erano stati nominati amministratori dall'assemblea generale del 30 aprile 2003. Durante la stessa seduta, il consiglio di amministrazione, previa la consultazione del comitato delle nomine e delle retribuzioni, ha cooptato Paolo Scaroni in sostituzione di Laffer. Questa nomina sarà sottoposta ad approvazione dall'assemblea generale del 10 maggio 2007. In caso di approvazione da parte dell'assemblea, il mandato di Scaroni sarà valido fino al termine di quello del Dott. Laffer, cioè fino a quando l'assemblea generale sarà invitata a deliberare sui conti dell'esercizio sociale concluso il 31 dicembre 2008."

Così con il sistema della cooptazione, sistema antidemocratico per eccellenza, si nomina alla carica di amministratore della Veolia, presente in Italia nei settori dell'acqua (Veolia Water) e dell’energia (Dalkia/Siram), il massimo esponente dell'ex monopolista di Stato italiano per l'energia, l'ENI. I francesi, nostri diretti concorrenti, ...

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Economia : Se scoppia la bolla immobiliare
Inviato da Ashoka il 21/3/2007 17:50:00 (22581 letture)

di Ashoka

Chi non desidera possedere un luogo da chiamare casa? E non parlo di un attico in centro o una villa in campagna, mi accontento di qualche metro quadro, un letto, la cucina.

Non in affitto però, la casa la voglio mia.

I soldi, però, non ci sono, o meglio non c'erano.

Andavo in banca ogni mese a chiedere un prestito ma non mi veniva mai concesso. Non ha le garanzie, mi dicevano, dovremmo praticarle un tasso troppo alto e lei finirebbe in rovina.

Ma un prestito per comprarsi la casa è un diritto, dicevo io. C'è pure scritto da qualche parte nella Costituzione!

Continuavamo così a vivere in affitto, senza faticare troppo ad arrivare alla fine del mese, ma senza risparmiare abbastanza da permetterci di ottenere quelle benedette “garanzie” che volevano in banca.

Ma poi tutto cambiò.

Sarà stato l'euro (non ne sono sicuro io.. di economia capisco ben poco) ma un giorno l'impiegato di banca mi guardò in modo diverso, ...

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Economia : Un Euro di scettici
Inviato da marcocedol il 31/1/2007 5:00:00 (13812 letture)

di Marco Cedolin

Nel circo dell’informazione italiana si possono trovare notizie di ogni risma e colore, spesso affastellate disordinatamente le une sopra le altre, spesso enfatizzate al di là della loro valenza effettiva, oppure sussurrate perché non diano troppo disturbo, ma tutte in possesso della prerogativa di risultare politicamente corrette.

Quando una notizia si pone in aperta antitesi con le linee di pensiero tanto care alla politica, come quella del risultato del sondaggio realizzato da Harris Interactive e pubblicato sulle pagine del Financial Times, concernente il gradimento dei cittadini europei nei confronti dell’euro, ecco che finiamo unicamente per trovarla sintetizzata in poche righe dentro un trafiletto Ansa.

Così tutti gli italiani che non sono abbonati al Financial Times e non si dilettano a spulciare ogni recondito andito dei notiziari Ansa, sono rimasti all’oscuro riguardo ad una notizia interessante, pur avendo ricevuto un’overdose di calciomercato, informazioni dettagliate sul “grande fratello” inglese, …

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Economia : TFR: Lo scippo con destrezza
Inviato da Redazione il 4/1/2007 1:00:47 (15565 letture)

TFR

 

Ossia: come convincere il malcapitato di poter far aumentare i soldi che ha nella tasca destra, portandoci quelli che ha nella tasca sinistra, e – appena li tira fuori – scipparglieli. (Vedi la scena iniziale de "La Stangata" o il Campo dei Miracoli del Gatto e la Volpe)

 

Di Fisher

1. Che cos’è il Trattamento di Fine Rapporto?

Sono soldi del lavoratore. È salario differito: è momentaneamente indisponibile, ma comunque, anche se non ne è l’attuale possessore, è il singolo lavoratore che ne è il proprietario.

Attualmente il datore di lavoro trattiene questa quota di salario e ne è responsabile. Serve per garantire una certa quota di autofinanziamento all’azienda, alleggerendola del peso dell’esposizione finanziaria. Essa viene incrementata annualmente dell’1,5% + 75% dell’incremento ISTAT. Quindi si può dire che oggi è appena al riparo dall’inflazione.

Se ne possono avere anticipazioni per importanti motivi, quali acquisto casa, eventi gravi.

Il datore di lavoro ne è responsabile e oggi l’INPS se ne fa garante per le aziende inadempienti, ...

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Economia : Bankestein revisited: dal baratto al baratro (parte terza)
Inviato da Ashoka il 8/12/2006 21:38:39 (15412 letture)

Ovvero, come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare il mutuo

di Marco Bollettino

Capitolo 3 Nascita del debito pubblico e fallimento dello Stato

Una buona notizia proveniente dai confini fornì l'occasione che il Capovillaggio aveva invocato. L'esercito di una delle potenze nemiche aveva infatti tentato una scorreria ma era stato prontamente affrontato e distrutto dalle truppe del valoroso generale Ezio, deceduto, purtroppo, durante lo scontro...

Il Capovillaggio pensò che quella battaglia vinta e quel generale morto da eroe avrebbero potuto allontanare la crisi e salvare la patria una seconda volta...

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Economia : Bankestein revisited, dal baratto al baratro (parte seconda)
Inviato da Ashoka il 30/11/2006 22:27:18 (16816 letture)

Ovvero come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare il mutuo

di Marco Bollettino

Capitolo 2: La moneta diventa "di stato"

Il sistema che si era venuto a creare era molto caotico. Le famiglie più potenti, infatti, avevano creato ognuna una propria zecca in cui coniare le monete, le quali spesso erano molto differenti per peso ed anche metallo utilizzato, siglandole col proprio stemma a garanzia di qualità.

Effettuare scambi e conversioni, specialmente tra monete costituite da metalli diversi, non era semplicissimo (alcuni negozianti esponevano come prezzo direttamente un peso in metallo) ed inoltre poteva capitare che la moneta emessa da una famiglia non venisse accettata dai membri della rivale, e viceversa.
[...]

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Economia : Bankestein revisited, dal baratto al baratro
Inviato da Ashoka il 26/11/2006 10:08:30 (22165 letture)

Ovvero come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare il mutuo

di Marco Bollettino

Capitolo 1: La creazione della moneta

Per generazioni la gente del villaggio si era scambiata i beni attraverso il meccanismo del baratto. Alcune famiglie riuscivano a mantenersi producendo internamente tutto ciò che serviva al proprio sostentamento mentre altre si specializzavano nella produzione di un singolo bene e poi scambiavano le eccedenze per procurarsi tutto ciò di cui avevano bisogno.

Il mercato del villaggio era sempre chiassoso ed allegro. La gente annunciava a gran voce le proprie merci e la giornata trascorreva veloce mentre le famiglie scambiavano tra di loro ogni cosa, grano, frutta, animali d'allevamento, legna, etc.

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Economia : Ma l'Argentina ce l'ha fatta
Inviato da Redazione il 21/4/2006 10:03:44 (14246 letture)

di Maurizio Ceraudo

Le ultime polemiche politico-economiche suscitate dal Financial Times, obbligano ad una riflessione sul futuro della nostra economia, ma non solo. In breve il Financial Times teme che un governo “populista” possa far uscire la nazione da Eurolandia, con conseguente crollo del tasso di interesse da parte di banche e aziende finanziarie (la moneta varrebbe molto meno) ma soprattutto avverrebbe una fortissima svalutazione economica con la possibilità che lo Stato non riesca a pagare il debito pubblico.

Questo quadro, drammatico, altro non è che la descrizione della situazione economica argentina all’alba del 2001. Effettivamente, le similitudini sono evidenti: l’Argentina dal 1998, sotto la guida di Menem, ha imposto una parità dollaro–peso con conseguente crollo del potere di acquisto, ma soprattutto ha condotto una serie di privatizzazioni a dir poco funamboliche (energia elettrica, trasporti pubblici e molto altro). Il resto è storia recente. Constatiamo però che tre anni dopo il collasso della economia argentina, avvenuto sotto il peso delle ricette per lo sviluppo fornite dal FMI e dalla Banca Mondiale, ...

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