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Economia : I profitti della crisi
Inviato da Redazione il 8/7/2010 8:30:00 (7882 letture)

di Marco Cedolin

La crisi economica sta imperversando in maniera sempre più drammatica in tutto l’Occidente. Le imprese chiudono o delocalizzano, la disoccupazione sale a ritmo forsennato, diritti si vaporizzano, le prospettive occupazionali si riducono al lumicino. Sulla scia lasciata dalla manovra “lacrime e sangue” imposta al popolo greco, un po’ dappertutto s’impongono sacrifici ai lavoratori, ai pensionati, ai giovani. Le mense della Caritas conoscono un sovraffollamento mai sperimentato prima, in strada scendono sempre nuovi senza tetto, con gli Stati Uniti che tirano la cordata.

Aumentano in maniera esponenziale, anche se i media raramente ne danno notizia, i suicidi e le tragedie familiari aventi per protagonisti persone strozzate dai mutui e rimaste senza lavoro.

Un quadro a tinte fosche, condito dalle promesse dei mentori del progresso che preconizzano improbabili “riprese” che germoglieranno miracolosamente da quelle lacrime e dal quel sangue fagocitati in maniera sempre più famelica.

Eppure la crisi economica presenta anche un’altra faccia della medaglia,...

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Economia : Le borse brindano, ma chi paga il vino?
Inviato da Redazione il 10/5/2010 21:30:00 (5847 letture)

di Marco Cedolin

E’ stato un fine settimana fitto di riunioni ai massimi livelli, fra premier e ministri, banchieri ed eminenze grigie, nel corso del quale al “giallo” avente per oggetto il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Scahuble, finito misteriosamente all’ospedale nel bel mezzo del vertice e al prevedibile rifiuto della Gran Bretagna di accollarsi oneri finanziari, hanno fatto da contraltare le telefonate del presidente americano Obama, impegnato come non mai a dirigere i lavori ed impartire le proprie direttive tanto alla Merkel quanto a Sarkozy.

Riunioni ufficiali, incontri informali, telefonate private, consigli sussurrati, che sono culminati nella riunione dell’Ecofin, deputata a tirare le somme e rendere ufficiali le decisioni prese, prima della riapertura delle borse. Una maratona durata (o almeno così si dice) la bellezza di 11 ore e terminata quasi fuori tempo massimo, con la decisione di stanziare una cifra nell’ordine dei 750 miliardi (un paio di centinaia dei quali a carico dell’FMI) per salvare l’euro ed un sistema bancario ormai in fase di avanzata decomposizione.

Alla riapertura le borse di tutto il mondo hanno reagito nella maniera più scontata, …

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Economia : Razza che ramazza
Inviato da Redazione il 13/1/2010 10:40:00 (8773 letture)

di Eugenio Benetazzo

Adesso mi è tutto più chiaro. Al momento in cui sto scrivendo mi trovo allo Space Needle di Seattle, ormai saranno più di trenta giorni che sto girovagando per gli States con l'intento di realizzare un videodocumetario sulla crisi finanziaria e quella immobiliare: Boston, New York, Miami, Atlanta, Phoenix, Las Vegas, Los Angeles, Seattle e Chicago. L'economia americana è collassata per motivazioni razziali: il suo destino sembra ormai segnato da un lento ed inesorabile declino economico e sociale. Chi confidava in un miglioramento con l'avvento di Obama, mitizzandolo come il nuovo Kennedy, ha iniziato a ripensarci.

L'America di Obama non è l'America di Kennedy: alla metà degli anni sessanta, la popolazione americana era costituita per circa l'80% da bianchi caucasici (europei ed anglosassoni) e per il il 20% da svariate minoranze etniche (afroamericani, ispanici, orientali). Oggi è tutto cambiato: il 30% sono bianchi caucasici, il 30% sono ispanici, il 30% sono afroamericani ed infine il 10 % sono orientali. L'America come vista nei serial televisivi con i quali siamo cresciuti, da Happy Days a Melrose Place, non esiste più.

Questa trasformazione del tessuto sociale ha comportato un lento e progressivo cambiamento negli stili di vita, ...

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Economia : Non è tutto oro quello che luccica
Inviato da Redazione il 28/12/2009 3:00:00 (16454 letture)

Diversi siti specializzati in materia finanziaria hanno riportato una notizia che mette in dubbio persino l’ultima delle certezze mai esistite al mondo: l’oro.

Il più antico dei simboli di ricchezza, la più classica metafora dello splendore, il parametro universale più diffuso per gli scambi commerciali, sembra aver perduto di colpo la sua capacità di garantire nel tempo il proprio valore, superando indenne le intemperie della storia.

Chiunque ne possieda un solo lingotto oggi rischia infatti di avere in casa del “comunissimo” tungsteno, che vale ovviamente molto di meno.

Non è solo dai “Rolex” taroccati che bisogna guardarsi, a quanto pare.

Grazie al suo peso specifico identico a quello dell’oro, è impossibile distinguere visivamente un lingotto di tungsteno laminato in oro da uno in oro puro, e diventa necessario praticare un piccolo “carotaggio” per accertarsi della sua reale composizione.

Questa curiosa caratteristica deve aver scatenato la fantasia di alcuni “operatori del settore”, visto che sembrano esserci oggi in circolazione tonnellate di lingotti d’oro che valgono poco più del semplice tungsteno.

L’idea di falsificare l’oro non è nata certo ieri, ma è anche grazie alla difficoltà di imitarlo che l’oro ha sempre conservato il posto d’onore fra i metalli pregiati.

Il modo più semplice per falsificare un lingotto d’oro ...

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Economia : E' questa la decrescita?
Inviato da Redazione il 1/4/2009 10:40:00 (6268 letture)

di Marco Cedolin

La crisi economica mondiale sta producendo una recessione che diviene ogni giorno più profonda. Stando alle stime dell’Ocse il Pil italiano scenderà del 4,3% (il calo medio previsto per l’area euro è del 4,1%) nel corso del 2009. La produzione industriale nel mese di marzo è diminuita del 20,1% rispetto a marzo 2008. Il tasso di disoccupazione è previsto in crescita nell’anno in corso dal 6,8 al 9,2%, per arrivare al 10,7% nel 2010. Perfino l’ottimismo modello Unieuro di Silvio Berlusconi sembra venire meno, di fronte al fatto che durante il G8 di Roma è stata ventilata la perdita di 20 milioni di posti di lavoro a livello mondiale entro il 2010.

Consumi che si contraggono notevolmente, fabbriche che chiudono o delocalizzano la produzione nei paesi a basso costo di manodopera, opportunità di lavoro che si riducono drasticamente, tenore di vita di molte famiglie in caduta libera, insofferenza sociale che in alcuni paesi (non l’Italia) sta iniziando a raggiungere il livello critico, sono tutti elementi di una nuova realtà, per molti versi antitetica rispetto a quella degli ultimi decenni del secolo scorso, vissuti all’insegna della crescita e dello sviluppo.

Alcuni elementi di questa nuova realtà, la diminuzione del Pil e della produzione su tutti, potrebbero indurre a credere che la profonda recessione (parola sdoganata solo di recente) in cui siamo entrati, somigli in fondo molto da vicino alla società della decrescita, ...

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Economia : Tremonti non parla inglese
Inviato da Redazione il 1/2/2009 6:50:00 (8697 letture)

Al summit finanziario di Davos il primo ministro turco Erdogan ha clamorosamente abbandonato un dibattito dopo alcune affermazioni di Shimon Perez, che ha detto che a Gaza non c’è stata fame nelle ultime tre settimane, e che i blocchi per Gaza non sono mai stati chiusi. A peggiorare le cose, pare che il moderatore lo abbia interrotto ripetutamente, per impedirgli di contestare a Perez le sue affermazioni.

Al suo ritorno ad Istambul Erdogan stato accolto da una folla entusiasta, che voleva applaudire di persona il suo gesto. Il video della CNBC propone anche un interessante commento riguardo al peso che la Turchia potrebbe avere nei nuovi equilibri che si stanno formando in Medio Oriente.

Il nostro Tremonti invece, dopo aver affermato che “le banche italiane sono solide perche' 'non parlano inglese'”, ha voluto dare una dimostrazione che anche i nostri ministri si sono allineati, nell’intervista con Geoff Cutmore della CNBC.



Erdogan se n’è andato …

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Economia : Amero amaro?
Inviato da Redazione il 17/12/2008 21:10:00 (21020 letture)

Hal Turner, il noto condutture radiofonico americano di estrema destra, ha chiuso i battenti.

Turner sostiene di essere stato obbligato a farlo dai cosiddetti “poteri forti”, perchè nel luglio scorso aveva rivelato che il governo americano si stava preparando a demonetizzare il dollaro, per sostituirlo con una nuova valuta, chiamata Amero.

L’Amero dovrebbe andare a sostituire anche il dollaro canadese e il peso messicano, nel progetto di fusione dei tre stati che porterebbe alla creazione della cosiddetta “NAU”, o Unione Nordamericana.




Il meccanismo di sostituzione della moneta, secondo Turner, entrerà in funzione nel momento in cui gli Stati Uniti non saranno più in grado di pagare nemmeno gli interessi …

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Economia : L'altra crisi
Inviato da Redazione il 4/11/2008 9:00:00 (6169 letture)

di Marco Cedolin

Secondo i dati diffusi dall’INPS l’incremento della cassa integrazione nell’ultimo anno ha sfiorato il 70% e nell’ultima mensilità oggetto di rilevazione, quella fra agosto e settembre, l’aumento medio è stato del 53% con una punta massima del 113,79% per quanto riguarda gli impiegati.

Le aziende che stanno ricorrendo alla cassa integrazione appartengono a tutti i settori, da quello industriale con nomi altisonanti come Fiat, Ilva, Electrolux, Aprilia, Skf, Pininfarina a quello dei servizi dove perfino Carrefour, fra i leader della grande distribuzione, ha messo in cassa integrazione a Milazzo una quarantina di dipendenti.

In alcune zone, come il torinese, le aziende che stanno sfruttando la cassa integrazione rappresentano ormai la maggioranza e nella sola Bertone 1.200 dipendenti sono in questa situazione da ben 5 anni.

Accanto ai lavoratori in cassa integrazione ce ne sono anche altri molto più sfortunati, come i dipendenti delle aziende che stanno fallendo o comunque chiudono definitivamente i battenti, ...

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Economia : Disinformazione totale
Inviato da usemlab il 28/10/2008 1:20:00 (50778 letture)

di Francesco Carbone

Purtroppo la disinformazione, in materia di economia, è totale. Per lungo e per largo, senza confini. Delusione dopo delusione. Anche l'ultima trasmissione televisiva segnalataci dagli amici (vista ovviamente su internet, dato che non disponiamo di televisore) è stata, per noi di Usemlab, un disastro colossale.

Chiacchiere, giri di parole, stupidaggini senza fine, e nel mezzo del frullatore mediatico appena qualche piccolo cenno di verità, così, buttato lì forse più al fine di confondere le idee che per indirizzare veramente il pubblico verso la soluzione dell'enigma.

Siamo quindi ancora a parlare degli speculatori cattivi. Per favore, signori giornalisti, finitela con la favola degli speculatori cattivi che usano i derivati per anticipare imprenditorialmente i prezzi futuri! Cominciate piuttosto a parlare dei manipolatori istituzionali che usano i derivati con la complicità delle borse competenti per manipolare i prezzi di alcuni mercati (oro argento, ad esempio, ma anche tanti altri) in modo da impedire la formazione dei prezzi di un libero mercato.

Poi magari studiatevi la funzione dell'imprenditore dal punto di vista austriaco prima di dare aria alla bocca. Meglio se dai libri di Jesus Huerta de Soto (Socialismo, cálculo económico y función empresarial). E capirete cosa è l'imprenditore, e come egli crei ricchezza a differenza delle attività dello stato e della banca centrale, ...

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Economia : Riflessioni sulla realtà economica
Inviato da Redazione il 22/10/2008 8:40:00 (6439 letture)

di Pensatore

Dal momento che i sacerdoti dell'economia hanno dimostrato di non capire molto, o peggio, di essere in malafede, vorrei provare ad esporre alcune considerazioni da persona normale che cerca di approfondire ciò che viene detto dai media ufficiali.

Si parla tanto di garanzia dei depositi in conto corrente facendo un'opera di disinformazione, che peraltro ritengo doverosa in quanto la conoscenza brutale della realtà da parte della maggioranza del popolo provocherebbe il collasso del sistema.

Cerchiamo quindi di fornire dei numeri che pur non avendo significato di per se stessi essendo fuori della scala di valori delle persone normali, possono attraverso i loro rapporti dare una tangibile idea della realtà in cui ci troviamo.

I depositi bancari ammontano in Italia a circa 600 miliardi (1) e, leggendo lo statuto del fondo di garanzia (2) si trova all'art.21:

" L'ammontare delle risorse che le consorziate si impegnano a somministrare complessivamente al Fondo per gli interventi è stabilito dall'Assemblea, su proposta del Consiglio, in misura compresa fra lo 0,4 e lo 0,8 per cento dei fondi rimborsabili di tutte le consorziate alla data del 30 giugno dell’anno precedente."

Se l'interpretazione letterale è corretta, questo fondo è dotato di circa 4 miliardi che potrebbero soddisfare solo i clienti di una piccola banca in liquidazione; non è al momento noto cosa farà il governo, ...

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Economia : Grandi opere e crisi finanziaria
Inviato da Redazione il 14/10/2008 9:30:00 (5103 letture)

di Marco Cedolin

Fra le tante soluzioni volte a contenere la dilagante crisi finanziaria che sta sconvolgendo i mercati, accanto all'iniezione di liquidità consistente nello stanziamento di centinaia di miliardi di euro (o dollari) di denaro pubblico destinati a sostenere il sistema bancario e alla nazionalizzazione degli istituti di credito volta a metterli al riparo dagli imprevisti, molti fra politici ed economisti sembrano indicare una terza via che a loro dire dovrebbe garantire ottimi risultati nel medio periodo.

L'idea sarebbe quella di destinare altri centinaia di miliardi di denaro pubblici ad un massiccio piano di costruzione di grandi infrastrutture, rifacendosi a quanto messo in atto da Roosevelt dopo la crisi del 29, stimolando in questo modo tanto la crescita economica del Pil quanto la ripresa dell'occupazione. Al fine di sostenere questa strategia alcuni uomini politici, tanto del PD quanto del PDL, intendono proporre in sede europea una risoluzione che consenta ai Paesi membri di superare il tetto del 3% previsto dai parametri di Maastricht, considerando gli esborsi in favore delle reti TEN non più come spese generanti indebitamento, bensì come investimenti destinati allo sviluppo infrastrutturale europeo.

Un escamotage che potrebbe permettere di reperire le risorse finanziarie per le numerose tratte TAV attualmente allo stato di progetto, ...

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Economia : Ripensare questo modello di sviluppo
Inviato da Redazione il 12/10/2008 10:00:00 (5573 letture)

di Marco Cedolin

La crisi finanziaria sta ormai occupando in pianta stabile da alcune settimane le prime pagine dei giornali, riuscendo perfino ad intaccare l'atmosfera patinata dei TG, con tutto il suo corollario costituito da banche che falliscono, stati che nazionalizzano gli istituti di credito, governi che stanziano, o auspicano lo stanziamento, di cifre da capogiro destinate a preservare il sistema bancario dal crack imminente, mercati azionari ormai fuori controllo che si muovono in maniera schizofrenica simili ai vagoncini delle montagne russe.

Una debacle dalle conseguenze inimmaginabili che imperversa come un tornado nel mondo virtuale della finanza, costituito in larga parte da ectoplasmi del tutto inafferrabili per i comuni mortali, in quanto composti da algoritmi e calcolazioni complesse dalle quali fuoriesce un vero e proprio lemmario incomprensibile ai più. La crisi finanziaria parla il linguaggio del Mibtel, del Dow Jones, del Nasdaq del Nikkei, dell’Euribor, dei Bond, , degli hedge funds, dei sinking funds, degli swaps, della riserva frazionaria, dei piani di consolidamento del baylout da 850 miliardi di dollari, di 450 miliardi di euro “bruciati” in Europa nel corso di un solo lunedì.

La crisi dei comuni mortali parla il linguaggio del Paese reale, lontanissimo dal gergo destinato a pochi iniziati che straborda dalle pagine dei giornali e dagli schermi della TV. Racconta il potere di acquisto di salari e pensioni ormai in caduta libera, ...

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Economia : Magikonomics
Inviato da Redazione il 8/10/2008 8:40:00 (13339 letture)

In occasione di questo articolo, riproponiamo il film "Money, Banking and the Federal Reserve".


MAGIKONOMICS - di Paxtibi


"A partire da oggi, le crisi economiche verranno create scientificamente." (Deputato Charles A. Lindbergh Sr., dopo il passaggio del Federal Reserve Act del 1913).
C'è ormai un coro quasi assordante che a gran voce richiede l'intervento dello stato per “salvare l'economia” dal “fallimento del libero mercato,” qualsiasi cosa questa formula stia a significare. Dico così perché sono abbastanza convinto – dato che questo mercato non è mai stato libero – che la maggior parte di questi cantori non sappiano nemmeno il motivo del loro sgolarsi, ...

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Economia : Salta il piano "salvatutto", Wall Street in picchiata
Inviato da Redazione il 29/9/2008 21:50:00 (10719 letture)

La vicenda di questo mancato “bailout” (salvataggio) del sistema finanziario va necessariamente letta nel più ampio quadro delle elezioni presidenziali in corso, ed è mia forte convinzione che si sia trattato in realtà di una gigantesca trappola messa a punto e orchestrata nell’ombra da Barack Obama a discapito di John McCain.

Partito come proposta di legge dal tavolo di Bush, il progetto originario non conteneva sufficienti garanzie da parte di Wall Street nei confronti di Main Street (“la gente” in senso lato), e i democratici non hanno mancato di farlo notare. In altre parole, il progetto Bush voleva “regalare” 700 miliardi di dollari agli istituti finanziari in difficoltà, ma non prevedeva nè una supervisione bipartisan del governo, nè un eventuale beneficio per il cittadino, che si sarebbe comunque dovuto addossare la futura inflazione, ma non avrebbe avuto alcun vantaggio in caso di effettivo recupero economico.

I democratici avevano chiaramente il coltello dalla parte del manico, in quanto, da un lato, possono tranquillamente addossare le colpe del disastro al gioverno repubblicano, ...

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Economia : La pietosa tragedia dei numeri
Inviato da Redazione il 18/9/2008 7:50:00 (11069 letture)

Tutte le volte che vedo in TV le immagini della chiusura di Wall Street mi viene da ridere, poichè riesco solo a vedere dei signori dall’aria seria e attempata che stanno in piedi dietro ad un cartellone luminoso ad applaudire dei numeri.

3.371: Bravo! Clap clap clap! 8.611: Ottimo! Clap clap clap! 4.441: Eccezionale, stupefacente, inimitabile!!! E tutti giù ad applaudire, come se davanti a loro si fosse esibita Maria Callas.

Numeri, soltanto numeri, nient’altro che numeri. Quelli sarebbero i numeri – ci dicono – che definiscono la nostra “ricchezza”. Se hai i numeri dalla tua parte sei ricco, se non li hai sei povero. Ma sono numeri, non sono soldi (già i soldi sono solo carta straccia, ma con quelli almeno il pane lo compri).

Ieri il gigante assicurativo AIG, che rischiava la bancarotta, è stato salvato dalla Federal Reserve, che interverrà con un prestito di 80 miliardi di dollari. Come raccoglierà questi soldi la Fed? Metterà in vendita dei Buoni del Tesoro. Ovvero, stamperà carta con su scritti altri numeri. Come garanzia, il governo americano diventerà proprietario dell’80% di AIG. Ovvero, diventerà proprietario di una serie di numeri.

Se infatti AIG fallirà, il governo americano potrà rivalersi sull’80% di nulla, visto che “il valore” delle società quotate in borsa è dato dai “numeri” di quella borsa. Se quei numeri vanno a zero il valore, semplicemente, “non c’è più”. Come nelle favole, basta un tocco di bacchetta magica ...

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