Prodi sfida Berlusconi a un "guancia a guancia"

Data 3/3/2006 5:34:37 | Categoria: politica italiana

Protesta la sinistra, accusando Berlusconi di aver montato una mezza farsa elettorale, col suo viaggio-spot a Washington, e lo accusano di aver violato la "par condicio", autotrasmettendosi per intero nel suo intervento davanti a Congresso americano.

Certo, un'immagine così "prestigiosa" avrà sicuramente lasciato il segno in un paio di anime più semplici, ma davvero non si capisce perchè il nostro Premier, dopo aver svenduto praticamente tutta l'Italia al suo "commander in chief", non debba poter incassare qualche briciola nel momento del bisogno.

Qualcuno ci vuole forse venire a raccontare che Prodi, in una situazione simile, non avrebbe fatto la stessa cosa? Oppure che d'Alema avrebbe umilmente rinunciato, per rispetto alla "par condicio", alla possibilità di vedere in diretta mondiale...
... il suo baffo lucente accanto al ghigno satanico (paresi?) del presidente americano?

Non sarà invece che dalla sinistra trasuda una rancorosa invidia, perchè sanno benissimo di aver contribuito in maniera determinante alla svendita di cui sopra, ma ora a incassare ci va soltanto "lui"?

A tutto questo aggiunge peso lo stesso Prodi, che lamenta una violazione della "par condicio" anche nei tempi televisivi delle conferenze stampa conclusive dei candidati. Rispondono da destra in termini molto vicini agli insulti, e ognuno cerca nel frattempo di mettersi personalmente in vista il più possibile.

Insomma, il mestolone comincia a girare, sempre più forte, e ognuno ci butta dentro qualcosa di suo.

La sinistra non accetta che a Berlusconi rimanga l'ultima parola, e lo sfida ad un confronto diretto: "Visto che Silvio Berlusconi dice tanto di essere il più fervente 'americano' - ha detto, riportato dall'ANSA, il diessino Beppe Giulietti - allora dichiari di accettare il protocollo per i faccia a faccia televisivi che hanno accettato, alla vigilia della campagna per le presidenziali Usa tra George W. Bush e John Kerry".

Forse a sinistra non sanno che quello fra Kerry e Bush non fu affatto un faccia a faccia, ma al massimo un cheek-to-cheek, un "guancia a guancia": secondo i ferrei accordi fra i due partiti, infatti, i candidati rispondevano alternatamente alle domande del conduttore "neutrale", ma avevano la proibizione assoluta di rivolgersi direttamente la parola, e non si sono praticamente mai guardati in faccia. Era comico sentire Bush che parlava di un certo "my opponent" (il mio avversario), quando Kerry gli stava a due di metri di distanza, mentre lo stesso Kerry parlava di "President Bush", come se questi si trovasse in quel momento nelle Filippine.

Ma tant'è, le regole della sceneggiata cambiano con i tempi, e bisogna sapersi adeguare: oggi evidentemente basta alla platea televisiva che due persone stiano accanto, parlando ciascuna per conto suo, per pensare di stare assistendo ad un faccia a faccia.

E allora avanti, litighiamo tutti su quanti minuti avrà l'uno davanti allo schermo, e quanti ne avrà l'altro, e cerchiamo possibilmente di coinvolgere l'intera nazione in questa inutile diatriba. L'importante è che non si parli mai di cose importanti, ovviamente.

Massimo Mazzucco




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