Denunciata la Banca d'Italia

Data 4/4/2006 8:18:27 | Categoria: Economia

Questa richiesta di pubblicazione ci arriva dal Movimento No Euro. La soddisfiamo volentieri, compresa la lettera introduttiva, senza bisogno di rimuovere il paragrafo finale del documento, come lealmente offerto da parte del mittente. E' sufficiente ricordare che Luogocomune non si schiera politicamente con nessun partito, mentre cerca di dare spazio, nel limite delle sue possibilità, a tutte le voci che altrove ne trovano poco.

LA REDAZIONE

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Gentile Redazione,

mi chiamo Fabrizio, faccio parte del movimento No Euro, che probabilmente avrete già avuto modo di conoscere.

Vi scrivo per informarVi che Giovedi 30 Marzo abbiamo presentato un'importante denuncia contro la Banca d'Italia e la Bce, che troverete di seguito riportata insieme a un articolo da me preparato per l'occasione.

Vi sarei davvero molto grato se poteste dare visibilità alla cosa,...
... in quanto c'è stato l'assoluto silenzio da parte dei media tradizionali.

Se non volesTe prendere una posizione politica modificate pure l'appello al voto finale o semplicemente riportate la notizia, per noi è importante; credo comunque che la sola conoscenza dell'azione svolta possa indurre molti ad andare a votare.

RingraziandoVi anticipatamente mi complimento sinceramente per il sito e per la qualità e la chiarezza delle informazioni riportate.

Con stima

Fabrizio Orbelli




ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI MILANO

DENUNCIA E QUERELA

CONTRO PERSONE DA INDIVIDUARSI TRA I DIRIGENTI E TITOLARI DELLA BANCA D’ITALIA, DEI MINISTERI DEL TESORO, DELLE FINANZE, DELL’ECONOMIA, DI BANCHE PRIVATE E SIM

PREMESSA:

Lo studio di numerosi giuristi ed economisti, italiani e stranieri, conferma quanto già da molto tempo compreso da studiosi e statisti in tema di moneta, reddito monetario e sovranità politica.
In questo atto si espone la trame di una progressiva, e perlopiù ormai perpetrata, sovversione dell’ordinamento costituzionale con assoggettamento dello Stato (e del popolo) a un potere privato basato sulla gestione privata dell’offerta di denaro (money supply) e del debito pubblico.
Il sistema bancario, in mano di finanzieri privati, ha esautorato lo Stato e le istituzioni democratiche e rappresentative, spogliandoli della sovranità e della stessa indipendenza, e sottomettendoli all’interesse e alla volontà dei propri capi, perlopiù stranieri.

Inoltre, il debito pubblico è illegittimo e incostituzionale, fraudolento, nascendo dall’uso di questo potere monetario da parte di soggetti privati (la Banca d’Italia è in realtà una spa a capitale privato e autocratica, la cui compagine proprietaria è illegittima rispetto allo statuto, che impone (art. 3) una maggioranza pubblica; la BCE è pure autocratica ed è proprietà delle banche centrali nazionali, pure perlopiù controllate da privati).

Quest’uso del potere di emissione monetario consiste nel fatto che la banca centrale di emissione cede allo Stato (direttamente o mediante l’interposizione di SIM in funzione di foglie di fico banconote (non coperte da oro o altre valute né in questi convertibili, quindi a costo puramente tipografico per la banca stessa) contro la cessione di titoli del debito pubblico soggetti a interesse passivo. I titoli e l’interesse vengono pagati con le tasse, quindi gravano sui contribuenti e sullo Stato, mentre vanno ad arricchire gli azionisti privati delle banche di emissione, sebbene queste nulla diano in termini di valore, in cambio di questo corrispettivo. Le banconote emesse non costituiscono alcuna obbligazione nei confronti delle banche emittenti.

Il valore del denaro, ossia il suo potere di acquisto, non è dato dalla banca di emissione bensì dal mercato (Stato, cittadini, impresa, consumo). Quindi lo Stato viene usato, attraverso ministri e funzionari inconsapevoli o collusi o ricattati, da banchieri privati, per arricchirsi a spese del popolo. L’arricchimento è grosso modo pari al debito pubblico contratto dallo Stato e dalle PA verso le banche suddette. Lo Stato potrebbe emettere le banconote in proprio, esattamente come emette in proprio le monete metalliche, e come emetteva i biglietti di Stato di 500 Lire (negli USA, l’amministrazione Lincoln e l’amministrazione J.F. Kennedy emettevano pure United States Notes, ossia biglietti governativi). In tal modo, non produrrebbe debito pubblico.

Lo Stato, i Ministeri, le istituzioni sono quindi ridotti a strumento manovrato dalla finanza privata sopranazionale per lo sfruttamento del lavoro del popolo.

Le leggi dello Stato che cedono alla Banca d’Italia, alla BCE e a qualsiasi soggetto diverso dallo Stato l’esercizio della sovranità monetaria, violano l’art. 1 della Costituzione (principio della sovranità nazionale) e non si giustificano con l’art. 10 (che consente solo limitazioni, nongià cessioni, della sovranità; e solo per tutela della pace, non dell’economia del potere di acquisto della moneta; e non certo in favore di soggetti come la BCE, autocratici, a proprietà e gestione private, non sottoposti ad organi democratici nazionali o comunitari), con dirigenti esonerati da ogni responsabilità (art. 12 del protocollo SEBC).

Vi è di peggio. Notoriamente, solo il 15% circa del denaro è denaro contante (M0, banconote + monete metalliche); il resto è credito, denaro scritturale, esistente solo come annotazioni della banca. Tutta questa enorme mole di denaro, che la banca crea prestando ‘denaro’ ai suoi clienti (sconto, mutuo, anticipazione, scoperto, etc.) apporta alla banca aumento di capitale e profitti. Ma soprattutto un aumento di potere, se si pensa che il sistema bancario privato, tra creazione di banconote e creazione di denaro scritturale produce tutto o quasi il denaro circolante (solo gli spiccioli sono coniati dallo Stato), che può aumentarne o ridurne l’offerta, alzare o abbassare il t.u.s. – quindi ha il potere, non di rado esercitato, di produrre rapide espansioni e rapide contrazioni dell’economia.

Tutta questa creazione di denaro apporta al sistema bancario un pari reddito, detto reddito monetario o signoraggio. Un reddito che dovrebbe andare invece allo Stato, dato che la creazione di denaro è un atto sovrano. E’ un atto sovrano, perché chi (a costo nullo per sé, come avviene con la cartamoneta non convertibile) crea denaro e lo immette sul mercato, ossia lo spende, aumenta unilateralmente il proprio potere d’acquisto rispetto agli altri soggetti, può produrre rincari dei prezzi a carico di chi non ha il potere di creare denaro, e può produrre crisi economiche.

Tutto ciò premesso, e con riserva di fornire tutti i chiarimenti opportuni,

i sottoscritti Fabrizio Orbelli, nato a Magenta (MI) il 22 maggio 1982 residente in Busto Garolfo (MI) via Meda 24 , Flavio Ferrario, nato a Limbiate (MI) il 28 marzo 1949, residente in Limbiate via Cacciatori 1, Rodolfo Di Maggio, nato a Milano il 4 luglio 1955, residente in via Novella 87 Casaletto Ceredolo, domandando di essere avvisati in caso di richiesta di archiviazione al fine di poter esercitare il diritto all’opposizione di cui all’art. 410 CPP al domicilio di via Meda 24 -20020- Busto Garolfo (MI), in nome e per conto del Movimento politico No Euro,

CHIEDONO
Valutare se si configurino ipotesi di reato in quanto segue, e di procedere per la penale punizione dei colpevoli nonché e preliminarmente per richiedere gli opportuni sequestri di documenti cartacei e telematici, azioni, partecipazioni, valori mobiliari e immobiliari, nonché crediti, ai fini di a)assicurare la prova dei reati; b)impedirne la soppressione e l’inquinamento; c)impedire la continuazione dei reati; d)assicurare la solvibilità dei responsabili nei confronti dello Stato e dei cittadini cui deve essere risarcito l’ingente danno cagionato con i comportamenti che si descrivono.

FATTI E NORME
La Banca d’Italia, prima e dopo l’istituzione della Banca Centrale Europea, opera ed è partecipata in una sostanziale illegittimità rispetto alla legge costituzionale, penale e civile. I bilanci sono sistematicamente e oggettivamente contrari alla realtà economica, in quanto non indicano, nel conto economico di gestione, il reddito monetario; e in quanto indicano, nella situazione patrimoniale, tra le passività, il valore della cartamoneta circolante, sebbene questa non costituisca debito per la banca di emissione.

Per documentare quanto sopra, iniziamo dalle aberrazioni del bilancio della BCE, analoghe a quelle del bilancio della BdI. Riproduciamo qui di seguito, dal bilancio contenuto nel Rapporto Annuale della BCE per il 2004, lo stato patrimoniale e il conto economico di gestione. La voce Banconote in circolazione - 40.100.852.165 - è la massima voce del passivo, ed è pari alla massima voce attiva Crediti derivanti dall’allocazione delle banconote in euro all’in-terno dell’Eurosistema - 40.100.852.165.

Essa risulta aumentata di oltre 5 miliardi nel corso dell’esercizio 2004.

Come si vedrà, dal conto economico di gestione risulta però una perdita di esercizio di € 1.636.028.702.

STATO PATRIMONIALE AL 31 DICEMBRE 2004
ATTIVO NOTA N. 2004 2003
Oro e crediti in oro (1) 7.928.308.842 8.145.320.117
Crediti denominati in valuta estera
verso non residenti nell’area dell’euro (2)
Crediti verso l’FMI 163.794.845 211.651.948

Conti presso banche e investimenti in titoli,
prestiti esteri e altre attività sull’estero 26.938.993.980 28.593.384.857

27.102.788.825 28.805.036.805
Crediti denominati in valuta estera
verso residenti nell’area dell’euro 2 2.552.016.565 2.799.472.504
Crediti denominati in euro
verso non residenti nell’area dell’euro (3)


Conti presso banche, investimenti in titoli e prestiti 87.660.507 474.743.402 Altri crediti denominati in euro verso enti creditizi dell’area dell’euro (4) 25.000 25.000 Crediti interni all’Eurosistema (5)
Crediti derivanti dall’allocazione delle banconote in euro all’interno dell’Eurosistema 40.100.852.165 34.899.471.205 Altri crediti nell’ambito dell’Eurosistema (netti) 3.410.918.324 4.599.894.403
43.511.770.489 39.499.365.608 Altre attività (6)
Immobilizzazioni materiali Altre attività finanziarie Ratei e risconti attivi Varie
187.318.304 128.911.950 6.428.319.567 5.573.756.258 770.894.480 590.646.023 6.933.022 37.791.421
7.393.465.373 6.331.105.652 Perdita dell’esercizio 1.636.028.702 476.688.785
Totale attivo 90.212.064.303 86.531.757.873




PASSIVO NOTA N. 2004 2003
Banconote in circolazione (7) 40.100.852.165 34.899.471.205
Passività denominate in euro
verso altri residenti nell’area dell’euro (8) 1.050.000.000 1.065.000.000
Passività denominate in euro
verso non residenti nell’area dell’euro (9) 137.462.706 146.867.501
Passività denominate in valuta estera
verso residenti nell’area dell’euro (10) 4.967.080 0
Passività denominate in valuta estera
verso non residenti nell’area dell’euro (10)
Depositi, conti di natura diversa e altre passività 1.254.905.957 1.452.432.822
Passività interne all’Eurosistema (11)
Passività equivalenti al trasferimento
di riserve ufficiali 39.782.265.622 40.497.150.000
Altre passività (12)
Ratei e risconti passivi 1.136.708.542 1.162.299.071
Varie 327.802.782 174.890.973

1.464.511.324 1.337.190.044
Accantonamenti (13) Conti di rivalutazione (14 ) Capitale e riserve (15) Capitale Riserve 110.636.285 1.921.117.190 4.089.277.550 296.068.424 87.195.777 2.176.464.065 4.097.229.250 772.757.209
4.385.345.974 4.869.986.459
Totale passivo 90.212.064.303 86.531.757.873


CONTO ECONOMICO PER L’ESERCIZIO
TERMINATO IL 31 DICEMBRE 2004
NOTA N. 2004 2003

Interessi attivi sulle riserve ufficiali 422.418.698 541.294.375
Interessi attivi derivanti dall’allocazione delle
banconote in euro all’interno dell’Eurosistema 733.134.472 698.245.187

Altri interessi attivi 1.456.650.188 1.449.963.923
Interessi attivi 2.612.203.358 2.689.503.485
Remunerazione dei crediti delle BCN
relativamente alle riserve ufficiali trasferite (693.060.433) (807.683.148)
Altri interessi passivi (1.229.369.015) (1.166.693.660)
Interessi passivi (1.922.429.448) (1.974.376.808)
Interessi attivi netti (18) 689.773.910 715.126.677
Utili e perdite realizzati rivenienti
da operazioni finanziarie (19) 136.045.810 525.260.622

Svalutazioni di attività e di posizioni finanziarie (20) (2.093.285.109) (3.972.689.560)
Accantonamenti ai/utilizzi dei fondi per
rischi di cambio e di prezzo 0 2.568.708.838
Risultato netto di operazioni finanziarie, svalutazioni
e trasferimenti ai/dai fondi rischi (1.957.239.299) (878.720.100)
Spese nette per provvigioni e commissioni (21) (261.517) (63.466)
Altri proventi 22 5.956.577 2.911.280
Proventi totali netti (1.261.770.329) (160.745.609)
Spese per il personale (23 & 24) (161.192.939) (129.886.988)
Spese di amministrazione (25) (176.287.651) (153.549.282)
Ammortamento di immobilizzazioni materiali (33.655.824) (30.410.140)
Servizi di produzione di banconote (26) (3.121.959) (2.096.766)
Perdita dell’esercizio (1.636.028.702) (476.688.785)


Francoforte sul Meno, 4 marzo 2005

BANCA CENTRALE EUROPEA Jean-Claude Trichet

Presidente

Se il bilancio 2004 fosse stato redatto conformemente alla realtà economico-giuridica , ossia alla inesigibilità verso la banca emittente delle banconote emesse, la voce passiva ‘Banconote in circolazione’ dello stato patrimoniale, di oltre quaranta miliardi di Euro, sarebbe stata soppressa, e si sarebbe messa, nel conto economico, tra i ricavi, la posta “Sopravvenienza attiva € 40.100.852.165”; la quale porterebbe a un utile di esercizio di € 38.464.823.463 - utile da riportarsi nello stato patrimoniale in luogo della perdita. Anzi, l’utile di esercizio sarebbe molto maggiore, perché questa enorme variazione del patrimonio netto attivo porterebbe a ricavi proporzionalmente maggiori (circa € 1.000.000.000 al t.u.s. del 2,5%) come interessi attivi (e ciò non solo per l’anno 2004, ma anche per tutti gli anni precedenti, in cui la voce passiva fasulla era presente).
Inoltre, tutto l’incremento annuale della massa di banconote circolanti - circa € 5.200.000.000 – andrebbe ad aggiungersi agli utili di gestione.

Si noti che, in questa riscrittura del bilancio, si sommerebbero, per l’anno 2004, alcune voci attive straordinarie (la sopravvenienza attiva del controvalore delle banconote circolanti, e la conseguente sopravvenienza attiva degli interessi attivi per tutti gli anni precedenti al 2004), e alcune ordinarie, ossia destinate a ripetersi (gli interessi attivi o gli altri utili derivanti dal maggiore capitale netto; il profitto del signoraggio, ossia dell’emissione di nuove banconote).

La gigantesca somma delle passività inesistenti costituisce il valore non manifesto del patrimonio della BCE, quindi del patrimonio delle Banche Centrali che ne fanno parte. La quota competente alla Banca d’Italia, al netto, è € 4.796.563.485,84 – pari alla stima del patrimonio di Banca d’Italia come stimata nel proprio bilancio consolidato dalla sua partecipante Banca Popolare di Lodi.
Il bilancio della Banca d’Italia è fatto secondo i medesimi metodi che occultano reddito e ‘negano’ cespiti patrimoniali.

Si fa presente che gli accordi del Sistema Europeo delle Banche Centrali riservano alla BCE l’emissione dell’8% della cartamoneta Euro, e il restante 92% alle Banche Centrali partecipanti della BCE, per quota. La Banca d’Italia emette in proprio, dunque, circa il 10% della emissione complessiva di Euro, ossia –in base ai dati del surriprodotto bilancio della BCE, ha emesso nel 2004, € 6.500.000.000, che costituiscono sua voce di profitto, la quale come tale va dichiarata.

Voglia Codesto PM acquisire i bilanci tutti della BCE e della Banca d’Italia al fine di verificare, secondo quanto sopra esposto, se essi siano o non siano falsi e se ricorrano omissioni di appostazioni di profitti e/o attivi patrimoniali occultati mediante false appostazioni di passività inesistenti.

Questo stato di cose ha cagionato e cagiona gravi danni alla finanza pubblica, ai risparmiatori, ai lavoratori, ai contribuenti. Inoltre ha esautorato lo Stato, lo ha indebitato fino alla quasi paralisi, e lo ha privato della sovranità in politica economica in favore di un potere privato sovranazionale.

SENTENZA CIVILE

Il Giudice di Pace di Lecce, con la sentenza del 15–26 Settembre 2005 n. 2978, nella causa promossa da Giovanni De Gaetanis cogli avv. A. Tanza e A. Pimpini contro la Banca Centrale Europea–Banca Centrale d’Italia S.P.A. (sic), ha accolto le domande del sig. De Gaetanis, ha accertato che la Banca d’Italia e la BCE hanno sottratto la sovranità monetaria e il reddito da signoraggio al popolo italiano e, rispettivamente, ai popoli dell’Eurozona; e ha condannato la prima a versare una somma simbolica all’attore quale risarcimento del danno.

Con ciò è sancito il principio della illegittima appropriazione del signoraggio di emissione monetaria da parte della Banca d’Italia a danno dello Stato e del popolo.

REATI

Avvertendo che i principi in questione sono recepiti e confermati di ampia letteratura economica e giuridica, tra cui il saggio del Procuratore Generale della Repubblica dr. Bruno Tarquini (qui allegato), i reati più gravi inerenti al sistema monetario sono quelli di eversione della costituzione, commessi col trasferire il potere sovrano a organismi privati.

Attentato all’indipendenza dello Stato (art. 241 CP):

[I]. Chiunque commette un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza dello Stato, è punito con l’ergastolo.

Questo reato potrebbe esser stato commesso da quei governanti che illegittimamente hanno donato la sovranità monetaria prima alla Banca d’Italia e poi alla BCE, e sottoponendo così la Repubblica al potere indipendente e sovrano di organismi privati e, il secondo, addirittura esterno alla Repubblica stessa. La denominazione di ‘istituto di diritto pubblico’ applicata recentemente alla Banca d’Italia è ingannevole e non cambia le cose: per quanto le norme statutarie siano formulate dallo Stato, la gestione e la proprietà sono totalmente autoreferenziali e private.

Attentato contro la costituzione dello Stato (art. 283 CP):

[I]. Chiunque commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello Stato,
o la forma del Governo, con mezzi non consentiti dall’ordinamento costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni [ 90 Cost.].

Questo reato potrebbe esser stato commesso da quei governanti che illegittimamente hanno concorso a istituire il sistema di dominio della finanza privata sullo Stato.

Peculato (art. 314):

[I]. Il pubblico ufficiale [ 357] o l’incaricato di un pubblico servizio [ 358], che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria, è punito con la reclusione da tre a dieci anni.

Forse commesso da funzionari e ministri col donare soldi dei cittadini alle Banche Centrali in cambio di denaro il cui valore è dato dai cittadini e non dalle Banche Centrali. Il peculato potrebbe ravvisarsi nel fatto che il governo fa pagare allo Stato il denaro emesso a costo zero da una banca privata, senza alcuna necessità, o corrispettivo, con danno per lo Stato e vantaggio per i banchieri privati. Nonché nel fatto che l’esecutivo ha ceduto, mediante privatizzazioni, quote di società di capitali pubbliche (BPL, Credito Italiano, Banca Intesa) senza prima scorporare le loro partecipazioni nella Banca d’Italia, in violazione dell’art. 3 dello Statuto della medesima, che proibisce le cessioni a privati di quote azionarie della BdI e prescrive che essa sia per la maggioranza in mano pubblica. Questa violazione, per la sua natura e per l’alto livello di consapevolezza, informazione e potere di chi l’ha compiuta, non può che essere intenzionale e pianificata, a danni dello Stato e a beneficio dei privati finanzieri.

Va inoltre valutata la ravvisabilità dei reati di falso in bilancio e di false comunicazioni sociali nelle operazioni suddescritte circa il reddito da signoraggio non dichiarato e la abusiva appostazione nella situazione patrimoniale di passività inesistenti.

In relazione al comportamento associato dei soggetti autori e beneficiari dei reati succitati, si può ipotizzare il reato di associazione per delinquere e anche l’applicabilità dell’art. 416 bis del Codice Penale, sul reato di

Associazione di tipo mafioso 416 bis CP

“[I]. Chiunque fa parte di un'associazione di tipo mafioso formata da tre o più persone, è punito con la reclusione da tre a sei anni.

[II]. Coloro che promuovono, dirigono o organizzano l'associazione sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da quattro a nove anni.

[III]. L'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte [ 628 comma 3 n. 3] si avvalgono [ 629–bis] della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sè o per altri ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sè o ad altri in occasione di consultazioni elettorali.

… …

[VI]. Se le attività economiche di cui gli associati intendono assumere o mantenere il controllo sono finanziate in tutto o in parte con il prezzo, il prodotto, o il profitto di delitti, le pene stabilite nei commi precedenti sono aumentate da un terzo alla metà.

[VII]. Nei confronti del condannato è sempre obbligatoria la confisca [ 240 comma 2] delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il profitto o che ne costituiscono l'impiego (3).

[VIII]. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche alla camorra e alle altre associazioni, comunque localmente denominate, che valendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo perseguono scopi corrispondenti a quelli delle associazioni di tipo mafioso”.


È vero che questi comportamenti di reato vengono compiuti da molti anni senza che vengano perseguiti, ma ciò non impedisce di perseguirli ora, perché in materia penale non esiste la desuetudine delle norme.

È anche vero che è possibile che alcune delle persone che concorrono alla commissione di questi reati non siano consapevoli di come funziona il sistema e del fatto che ciò a cui collaborano è illecito, e che quindi non siano punibili perché in buona fede; ma i dirigenti delle banche e dei ministeri, i finanzieri, qualche ministro, non possono essere inconsapevoli di ciò che stanno facendo, perché è il loro mestiere.

Allegati:
1- Bilancio BCE 2004
2- Bilancio BdI 2004

Per approfondimenti:
1- Bruno Tarquini, La Banca, la Moneta e l’Usura – Ed. Controcorrente
2- Marco Della Luna e Antonio Miclavez, Euroschiavi – Ed. Arianna
3- Marco Saba, Bankenstein, Ed. Nexus
4- Nino Galloni, Misteri dell’euro, misfatti della finanza, Rubbettino
5- Joseph Huber James Robertson, Creating New Money, New Economics Foundation (U.K.)


Il 30 marzo 2006 è avvenuto un fatto storico: il movimento politico No Euro ha denunciato alla magistratura due istituzioni tanto blasonate e temute, la Banca d’Italia e la Banca Centrale Europea.
Per la prima volta un gruppo di persone ha deciso di provare concretamente a rescindere i fili che legano le mani ai politici che dovrebbero governare lo Stato in nome e per i cittadini e a portare a conoscenza di questi il modo in cui il Sistema Bancario ha reso schiava un intera nazione e il suo popolo.

Veniamo ai fatti. Il movimento No Euro ha depositato presso il tribunale di Milano una denuncia formale contro la Bce e la BdI accusandole di: 1) Attentato all’indipendenza dello Stato 2) Attentato contro la costituzione dello Stato 3) Peculato 4) Associazione di tipo mafioso. Il tutto supportato da reali prove di quanto detto. L’intento è quello di alzare il velo su un sistema che ha prodotto squilibri e storture e che è giunto il momento di cambiare.

Il sistema bancario, in mano a finanzieri privati, ha esautorato lo Stato e le sue istituzioni privandoli della sovranità e dell’indipendenza e sottomettendoli ai propri interessi. Le banche sono padrone della moneta all’atto dell’emissione e attraverso il controllo dell’offerta di denaro e del debito pubblico tengono letteralmente in catene l’Italia e i suoi cittadini.

La Bce stampa le banconote che noi tutti ci ritroviamo in tasca e le “presta” allo stato al valore facciale impresso su di esse, maggiorato di un tasso d’interesse, attualmente al 2.5%. Alla banca stampare banconote costa 3 centesimi. La differenza tra quanto incassa su una singola banconota, su quella da 100 euro incassa 102.50 euro, e quanto spende per stamparla, 3 centesimi, si chiama signoraggio. Esso per la suddetta è pari a 102.47 euro. Queste enormi somme, pari al valore di tutte le banconote in circolazione, vengono occultati nei bilanci e finiscono dritte nelle tasche di chi è padrone delle banche.

La cosa sconvolgente è che lo stato è gravato da un debito pubblico enorme proprio per questo perverso meccanismo e che per ripagarlo e pagare gli interessi su di esso tassi i cittadini, il lavoro, i servizi, i carburanti. Il debito è una gran balla che i politici, collusi e servi del sistema bancario ci raccontano per evitare di toccare questi argomenti.

Lo Stato potrebbe emettere le banconote in proprio, esattamente come avviene per il conio delle monete (ecco perché non hanno introdotto le banconote da 1 e 2 euro, perché su queste monete lo Stato guadagna), e come avveniva con i Biglietti di Stato da 500 lire. Uno Stato privato della sovranità monetaria non può dirsi davvero indipendente e sovrano.

Ma c’è anche di peggio; solo il 15% del denaro è fisico, monete e carta, il restante 85% è sottoforma di credito, annotazioni bancarie, bit sullo schermo di un computer. Tutto questo denaro è letteralmente creato dal nulla in quanto le banche devono detenere come riserva soltanto il 2% di ciò che prestano. Se depositiamo 100 euro la banca può prestarne fino a 5.000! Ricordiamo che il denaro ha valore solo perché noi cittadini lo accettiamo come mezzo di pagamento, senza di noi il denaro sarebbe solo carta straccia, dato che non esiste più nessuna copertura aurifera.

Questo sistema conferisce alle banche un potere enorme, il potere vero, quello che manca agli stati che si dicono democratici e sovrani.

Il popolo non si è mai sentito raccontare queste cose da uomini politici; ma vi immaginate Berlusconi e Prodi che dicono come in realtà siano solo delle marionette, degli uomini di facciata e che in economia non possono prendere nessuna decisione perché le vere leve del potere sono manovrate da altri?!

Ora però qualcosa è cambiato, è nato No Euro, un movimento che come un cavallo di troia entrerà nel sistema per cambiarlo dall’interno, che lotta per tutti gli Italiani, indipendentemente dalla loro ideologia politica, rossa, nera, verde, perché quando si è schiavi lo si è anche si vota per Forza Italia o il partito comunista, perché la battaglia per la vera sovranità non ha colore. Invito tutti quelli che leggono questo articolo ad andare a votare e quando saranno in cabila elettorale a pensare che c’è ancora una speranza per quest’Italia, votare No Euro.

Fabrizio Orbelli




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