Per tre miseri secchi di vernice

Data 16/4/2006 10:01:55 | Categoria: storia & cultura

Felice Niro, di 50 anni, è Sottufficiale dell'Esercito italiano, con il grado di Primo Maresciallo. Aveva 17 anni, quando si arruolò volontario, e da allora decise di rimanere, diventando un militare in carriera. (Felice è iscritto al nostro sito, con lo stesso nome come nick).

Nella lettera che ci ha mandato, Felice spiega così la propria scelta: "Il mio paese mi offriva di fare il ladro, il disoccupato, il militare o di emigrare. Non so se mi è andata bene."

Sul finire dello scorso anno, Felice viene promosso a Comandante di Plotone Servizi Generali. Poco tempo dopo, riceve dai suoi superiori l'ordine di far imbiancare un'aula della caserma. Una ditta locale gli consegna tre secchi di vernice bianca, lui prende con sè alcuni volontari, e si mette diligente al lavoro.

Quando ha finito, gli viene chiesto di firmare lo scarico per i tre secchi di vernice, ...
... dove figura un totale di 300 euro (250+50euro di iva). Stupito, Felice chiede chiarimenti al capo di Servizio Amministrativo: "Come possono 3 secchi di vernice costare 100 euro l'uno?"

"Costano così e basta" gli viene risposto.

"Ma scusi - nota Felice - qui c'è scritto scritto 'a corpo', sulla fattura".

L'ammimistratore lo guarda, fingendo di non capire.

"Mentre l'imbiancatura l'abbiamo fatta noi, mica la ditta delle vernici."

"Ma chettefrega di che c'è scritto? Firma e basta, no?"

"Ma questo è un furto! Come si fa a far pagare 300 euro per tre secchi di vernice?"

La tensione sale, ma Felice non molla, e accetta di firmare solo dopo che gli viene promesso che la fattura sarà modificata.

Ma qualche giorno dopo, Felice scopre che alla fattura è stata invece aggiunta la firma del Comandante, e che ora questa è pronta per passare definitivamente ai libri contabili.

Felice va allora dal suo diretto superiore, un Tenente Colonnello, gli racconta tutto, e lamenta la mancata promessa. Per tutta risposta, il Tenente Colonnello lo aggredisce verbalmente, urlandogli in faccia frasi come "secondo me tu sei malato, hai bisogno di un dottore".

Allora Felice prende la fattura, tira una riga sulla propria firma, e ci scrive accanto "firmata erroneamente, perchè sotto pressione psicologica".

Da quel giorno comincia per lui un vero e proprio calvario. Da una parte, è obbligato a sentirsi insultare regolarmente dal Tenente, ogni volta che lo incrocia in caserma, e dall'altra i suoi colleghi, invece di dargli man forte, cominciano a evitarlo come la peste bubbonica. Anche quando Felice viene insultato durante una adunata generale, con termini come "mentecatto" e "handicappato", nessuno batte ciglio, e tutti fingono di non sentire.

Ma lui continua a rifiutarsi di firmare quella fattura.

Dopo qualche tempo, si ritrova improvvisamente sollevato dall'incarico di Comandante di Plotone, e trasferito al molto meno prestigioso "programma di euroformazione". Qui vengono istruiti, con i finanziamenti europei, le giovani leve che vogliano eventualmente tornare alla vita civile.

Peccato che a Felice, per gestire questo compito, sia necessario il computer, che invece gli viene inspiegabilmente tolto dall'ufficio, mentre gli viene impedito in tutti i modi anche l'accesso personale alla rete.

Felice allora prende carta e penna, e scrive al superiore del Tenente Colonnello, il Comandante della Caserma, appellandosi all'articolo 9 delle norme sulla disciplina d'istruzione. (Felice non ha avvocati, ma fa tutto da solo, con quel poco che la scuola media è riuscita a regalargli, arrangiandosi con Google da un internet-point vicino alla caserma).


°°°°°°° ( inizio lettera) °°°°°°°

Bologna, 28 marzo 2006

OGGETTO: Situazione di servizio. Lettera del 22 marzo 2006 al Cte Rep.Cdo e Spt. tat.

AL Signor Generale Comandante della Brigata - SEDE

Sono stato sollevato dopo soli circa 30 giorni dalla nomina di comandante del plotone servizi generali, senza aver potuto esercitare alcun’azione di comando del plotone stesso in quanto gli uomini del mio plotone sono comandati presso altri. Detta cacciata dall’incarico è avvenuto con una lettera e senza preavviso a voce.

Attualmente sono comandato come addetto all’euroformazione, incarico ove mi è impedito l’uso della rete, mi è stata staccata la rete, perché contrariamente alla Legge di principio 382 art. 9 che segue:

Legge 11/07/1978 Num. 382 (in Gazz. Uff., 21 luglio, n. 203)
Norme di principio sulla disciplina d’ istituzione della Rappresentanza Militare.
Articolo 9
I militari possono liberamente pubblicare loro scritti, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare pubblicamente il proprio pensiero, salvo che si tratti di argomenti a carattere riservato di interesse militare o di servizio per i quali deve essere ottenuta l'autorizzazione. Essi possono inoltre trattenere presso di sè, nei luoghi di servizio, qualsiasi libro, giornale o altra pubblicazione periodica. Nei casi previsti dal presente articolo resta fermo il divieto di propaganda di cui al precedente art. 6.
Forse m’impediscono di manifestare il mio pensiero?
Sono iscritto come cittadino Italiano e fino ad oggi ho il permesso di soggiorno. Con 34 anni di lavoro fornito a questo Paese, e, seppure, secondo un superiore sono domando, di non essere trattato come un clandestino e magari pure filippino. Se sono handicappato non me lo si urli in faccia.

Visto che sono stato offeso in adunata, sono in attesa che mi si presentino le dovute scuse in adunata ma…

Allego copia della lettera di cui non ho ancora avuto cenno di ricevuta.

1° Mar. NIRO Felice

°°°°°°°°°°° (fine lettera) °°°°°°°°°°°°°


Ma Felice non riceve risposta nemmeno a questa lettera, mentre si vede anche cancellare, senza nessuna spiegazione, 280 ore di straordinario, e tre giorni di festività accumulati in precedenza.

La situazioni peggiora. Felice riceve sanzioni per infrazioni risalenti a 5 anni prima, di cui naturalmente non ricorda nulla; viene escluso da ogni partecipazione alle missioni estere, perdendo soldi e prestigio; viene regolarmente assegnato ai lavori più umili, e persino i nuovi arrivati, forti della protezione dei superiori, possono permettersi di sfotterlo come e quando vogliono.

Non vedendo via d'uscita, Felice richiede di incontrare il comandante delle forze operative di terra (FOTER), il primo livello gerarchico sotto lo Stato Maggiore dell'Esercito.

L'incontro non gli è ancora stato concesso, e Felice, che ha ottimi motivi per credere che non lo sarà mai, decide allora di rivolgersi direttamente al Presidente della Repubblica:


°°°°°°° ( inizio lettera) °°°°°°°

AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
per il tramite del Ministero della Difesa
Direzione Generale per il Personale Militare
Via XX Settembre – Palazzo Esercito - 00165 Roma

OGGETTO: integrazione al ricorso straordinario al Signor
Presidente della Repubblica. 1° Mar. NIRO Felice.

Faccio seguito al ricorso in oggetto, per documentare come continua l’atteggiamento dei miei superiori nei miei confronti.

In data 31 gennaio 2006 sono stato nominato comandante del plotone servizi, in data 20 marzo sono stato informato a mensa, da colleghi, che esisteva una lettera a me sconosciuta, con la quale venivo sollevato dall’incarico.

Tale plotone non ha mai visto un solo uomo alle mie dipendenze.

La settimana scorsa, mi sono state sottoposte delle fatture per le quali chiedevo delucidazioni. A queste mie delucidazioni è seguito la mia cacciata da comandante di plotone e venivo comandato nell’incarico di “a disposizione del comando per l’euroformazione”.

Si noti solo alla fattura n. 16: “Fornitura di tempera bianca per mq 170 a corpo”. A corpo s’intende che l’imbiancatura è stata fatta dalla ditta invece hanno imbiancato i volontari. Si noti che ho ricevuto tre secchi da 14 litri che sono stati fatturati a 100 euro ognuno: 255,00+iva 51 euro = ogni secchio costa euro 100,333.

Poiché le fatture in questione riguardano l’euroformazione non capisco perché mi si colpisce sul comando di plotone.

Senz’alcun avviso mi sono state cancellate circa 280 ore di straordinario mentre, questi comandanti, a 30 euro netti all’ora si “autopagano” anche l’ultimo millesimo di minuto.

Senza preavviso mi sono visto cancellare 3 giorni di festività soppresse.

Tanto comunico in quanto mi sento attaccato e offeso anche e non solo con questi atteggiamenti. Non trovo da documentare quando col Reparto schierato ricevo attacchi verbali. I presenti ai fatti a voce, i presenti, non intendono rilasciarmi dichiarazione per non mettersi contro chi comanda.

A parziale documentazione di quanto scrivo, allego alcune lettere.

Bologna, 22 marzo 2006
1° Mar. NIRO Felice


°°°°°°° (fine lettera) °°°°°°°


A tutt'oggi, Felice non ha ricevuto risposta da nessuna delle entità interpellate. Vive in caserma, chiuso nella sua stanza, arroccato sulla sua verità, e isolato come un cane rognoso.

Potrebbe andarsene dall'esercito quando vuole, naturalmente, ma è solo nei film di Hollywood che si riesce a rifarsi una vita, ripartendo da zero, a 50 anni compiuti. La sua vita, Felice ormai l'ha regalata tutta all'Esercito Italiano.

E quando ha provato, stufo delle umiliazioni, a chiedere almeno il pensionamento anticipato, ha capito che avrebbero cercato di ingannarlo, facendogli firmare delle carte in modo che poi non avesse più diritto a nessuna pensione.

Prigioniero di una situazione assurda e insensata, ultimamente Felice ha avuto un infarto settale, e si ritrova con il fegato a pezzi.

"Fuori non ci vuole nessuno - mi ha confidato l'ultima volta che l'ho sentito al telefono - e qui dentro siamo peggio che in un canile".

Massimo Mazzucco




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