Do you speak latin?

Data 13/7/2006 8:38:09 | Categoria: news internazionali

di Giulio Marino

A pag. 20 di Repubblica del 2 Luglio scorso, un articolo di Alberto D'Argenio dal titolo "UE, la Finlandia sceglie il latino", sottolineava la scelta della nuova presidenza europea a Bruxelles di utilizzare il latino nel link che, nel sito aperto per il semestre di presidenza europea della Finlandia, porta ad una newsletter europea.

La questione linguistica in Europa è un fatto estremamente importante e, secondo me, dovrebbe essere trattata dai mass media in modo più serio, ovvero un articolo come quello di D'Argenio avrebbe dovuto meritare maggior approfondimento e non essere relegato in una generica pagina 20 dedicata alle notizie dal mondo. In mancanza di una pagina dedicata all'Europa, forse avrebbe potuto meritare uno spazio di maggior rilievo se non in prima pagina almeno in seconda.

I mass media dovrebbero dedicare più spazio alle questioni europee e quella della lingua è forse la più importante questione europea. Già Mario Capanna negli anni '70 ...
... tenne un discorso a Bruxelles in latino. Sia Mario Capanna negli anni '70 che la presidenza finlandese oggi, con la riesumazione del latino hanno voluto sollevare un aspetto importantissimo per l'Europa e per gli europei. Com'è possibile che tutte le lingue parlate in Europa (quasi tutte) abbiano la stessa dignità se poi, quando si tratta di produrre documenti in sede comunitaria si privilegia quasi esclusivamente l'inglese? E' chiaro che una lingua comune di scambio deve pur esserci perché non è possibile parlare in 25 o più lingue differenti e pretendere di essere compresi e di comprendere. Ma se una lingua comune deve esserci questa deve essere al di sopra di tutte le altre. Appare del tutto evidente che l'inglese è la lingua della più grande potenza militare ed economica del pianeta, ma questo, di per se, non la pone al di sopra di tutte le altre, anzi è un fatto che merita opportune riflessioni.

Il latino potrebbe essere una lingua al di sopra delle altre se non fosse per il fatto che è la lingua ufficiale dello stato del Vaticano. Se non si tiene conto di questo aspetto, tutt'altro che trascurabile, non si può non notare che il latino ha lasciato tracce non solo nelle lingue neolatine ma, seppur in misura minore, anche nelle lingue sassoni e in quelle slave.

Ma esiste una lingua moderna, in continua evoluzione, scientificamente pianificata, che è nata utilizzando le radici più diffuse all'interno dei ceppi linguistici europei e che ha la straordinaria caratteristica, oltre che di essere di facilissimo apprendimento, di non appartenere ad alcun popolo. Questa lingua che oggi, anche grazie ad Internet, sta riscontrando sempre maggior interesse e diffusione, è l'esperanto. Sull'esperanto hanno espresso parere positivo illustri linguisti come Tullio De Mauro e Umberto Eco.

Ma tornando sulla questione linguistica europea, l'aspetto più importante derivante da una maggiore diffusione e consapevolezza della necessità di definire una lingua comune per gli europei sta proprio nella ricerca di un'identità europea oggi mancante. La ricerca di una lingua comune è sicuramente un aspetto prioritario per la nascita del "cittadino europeo".

Giulio Marino (giulio 957)








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