Il filo si è spezzato?

Data 26/7/2006 9:22:43 | Categoria: palestina

Poche ore fa Kofi Annan ha accusato Israele di aver volutamente bombardato la postazione ONU di Unifil, in Libano, nella quale sono morti 4 osservatori internazionali. ("I am shocked and deeply distressed by the apparently deliberate targeting by Israeli Defence Forces.…" / "Sono scosso e profondamente angustiato dall' attacco apparentemente intenzionale da parte dell'esercito israeliano…").

Dalle Nazione Unite ha immediatamente risposto l'Ambasciatore israeliano, dicendosi "profondamente indignato per questa accusa, che arriva quando ancora non abbiamo nemmeno potuto stabilire se la bomba fosse israeliana o libanese". L'Ambasciatore si augurava inoltre "che Annan voglia al più presto scusarsi con Israele" per l'infamante accusa.

Lo stesso Wolf Blitzer- un importante commentatore CNN, notoriamente filo-israeliano - è apparso stupito da questa dichiarazione, e ha chiesto all'Ambasciatore di confermare la possibilità ...
... che la bomba fosse effettivamente libanese.

L'Ambasciatore ha detto di non poterla escludere.

Forse aveva dimenticato che la stessa postazione, prima di essere distrutta, era già stata colpita una dozzina di volte dall'artiglieria israeliana, e che gli stessi soccoritori delle vittime del bunker sono stati fatti segno di ulteriori bombardamenti, sempre israeliani, nel corso del loro tentativo di trarre in salvo eventuali superstiti dalle macerie.

L'Ambasciatore ha anzi rincarato la dose, puntando il dito contro la "leggerezza di un uomo che occupa posizioni del livello di Kofi Annan" nel lanciare questo tipo di accuse urbis et orbis.

Purtroppo non posso descrivere con efficacia le espressioni facciali e l'intonazione della voce di Blitzer, ma ho avuto la netta sensazione che a quel punto qualcosa si fosse strappato nel silenzioso idillio che ha finora reso una certa stampa "mainstream", ufficialmente neutra, particolarmente tollerante di fronte agli evidenti abusi di ogni tipo da parte di Israele.

E' stata, lo ripeto, una pura impressione personale, ma la sua faccia sembrava dire con chiarezza "va bene tutto, ma quando è troppo è troppo".

Non contento della propria esuberanza, l'Ambasciatore israeliano ha infine ripetuto la sua richiesta affinchè venga implementata al più presto la famosa risoluzione ONU che impegnava le forze ufficiali libanesi a disarmare e tenere sotto controllo Hezbollah in tutta la fascia Sud del Libano.

E' davvero curioso notare con quale forza Israele sappia reclamare i propri diritti internazionali, quando il mondo intero attende ancora l'implementazione delle fondamentali risoluzioni ONU che dal 1967 impongono a Israele la restituzione dei territori occupati. Oppure ricordiamo, per restare in periodi più recenti, il suo eclatante rifiuto a ospitare la missione di osservatori ONU dopo l'eccidio di Jenin, o quello di adempiere alla richiesta - di per sè non vincolante, ma di certo significativa, con 151 voti favorevoli contro 6 contrari - dell'assemblea ONU di smantellare al più presto il muro che sta lacerando definitivamente quel poco che rimane della futura ipotetica nazione palestinese.

A queste prese di posizione decisamente inaccettabili, vanno aggiunte un paio di notizie che di certo non fanno onore a Israele, in un momento in cui si ritrova in mano - sempre più volente e meno nolente - le sorti del futuro del Medio Oriente, se non quelle dell'intero mondo cosiddetto civile.

Sempre dal Libano arrivano le accuse, portate dall'associazione internazionale Human Rights Watch, di aver usato contro i civili libanesi bombe a grappolo, che dopo aver distrutto e massacrato in ogni direzione, senza troppi riguardi per nessuno, hanno anche lo spiacevole effetto di lasciare il terreno cosparso di mini-ordigni inesplosi.

Per tutta risposta Israele ha fatto sapere che tali bombe non risultano proibite da nessun trattato internazionale.

Naturalmente dimentica che quei trattati - già di per sè discutibili - si riferiscono a guerre vere e proprie, e non a bombardamenti e attacchi indiscriminati e ingiustificati come quelli in corso contro il Libano in questi giorni.

Mentre da Gaza - ah già, Gaza, ricordate? - arrivano le accuse da parte di civili palestinesi di aver usato i propri figli come scudo umano nelle azioni di guerriglia urbana in corso attualmente nella striscia della disperazione.

Israele ha "vigorosamente respinto l'accusa". Se non altro, non ha avuto la faccia di dire che anche questi non siano proibiti dai trattati internazionali.

E a Roma le tartine al caviale sono finalmente pronte per l'incontro internazionale ad altissimo livello, al quale mancherà, significativamente, soltanto Israele.

Massimo Mazzucco





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