Morte di una TV mai nata

Data 13/11/2006 23:42:47 | Categoria: politica italiana

di Dario Collina

Ci sono in Italia imprenditori che hanno molto a cuore il libero mercato. Essi sono tanto innamorati di questa causa da concepire addirittura delle forze politiche per difendere i propri diritti nell'arena politica. Ogni riferimento a fatti e persone è del tutto casuale...

Le istanze del liberismo prevedono (prevederebbero) una distanza tra le sfere dell'economia e della politica ma quando il nemico è il-nemico-delle-libertà in persona, ovvero lo spettro del socialismo liberticida, allora diventa lecito, se non imperativo, per un'imprenditore agguerrito combattere nell'arena politica. E vincere.

Abbiamo visto dunque nascere la figura dell'imprenditore eroe-condottiero-paladino delle libertà. Nella stessa Italia ci sono imprenditori meno appariscenti che hanno deciso di sfidare i mulini a vento, per esempio gareggiando in un bando per la concessione di licenze televisive nazionali, pure in questo caso, vincendolo. E' il caso di tal Francesco di Stefano, imprenditore marchigiano …
… che, nel 1999, si aggiudica una frequenza tv e mette in piedi Europa7, un network tv con tanto di dipendenti e studi televisivi. Alll'orizzonte nuova linfa per la tv italiana, nuovi format, nuove voci, nuove ballerine, nuovi nani, nuove testate informative, nuovi posti di lavoro. Il sogno condiviso da milioni di persone di poter scegliere altro rispetto ai vari conduttori di telegiornali addomesticati, ai mattatori di talkshow inutili, ai quiz, ai pacchi, alle televendite, agli spot invasivi, ai tg-fiction, alle soaps "soaporifere" et similia finalmente si sta avverando.

Ma Europa7 non parte..... nulla..... buio....negazione della trasmissione...... il Ministero delle Tlc la blocca. Continua a trasmettere sulle sue frequenze un'altra tv senza permesso che, da questo momento diventa una tv pirata.

Di Stefano si oppone, ovviamente, in sede amministrativa. E di nuovo vince. A fine 2003, dopo quattro anni di agonia, di introiti mancati, investimenti vanificati, lavoratori senza lavoro ecc, di nuovo la Cassazione sembra restituire la luce, le contingenze sono favorevoli: si trasmette.

I liberali sono al governo e, in teoria, l'imprenditore è libero di intraprendere ma... il liberalismo all'italiana partorisce un miracolo. Il santo protettore del grande "liberale" italiano a capo del Governo ispira la mano del ministro per le telecomunicazioni che partorisce una legge rivoluzionaria: la tv pirata diventa legale mentre la tv con le carte in regola viene annichilita. Un nuovo miracolo italiano.

Muore così ammazzata una tv attraverso una legge liberticida ad opera dei paladini delle libertà. Tutto in un silenzio, è il caso di dirlo, tombale. Il mainstream (giornali settimanali televisioni) ignorano la vicenda. Forse per rispetto del defunto e dei suoi parenti...?

A quel punto poteva (doveva) entrare in gioco la politica, se non la parte liberale-liberticida almeno l'opposizione, in aiuto ad un imprenditore penalizzato. Ma il caso vuole che Di Stefano fosse slegato da frequentazioni politiche, non faceva il filo nessuno. Risultato: nessuno, tanto a ddestra che a sinistra se lo fila.

Un dirigente democratico (di sinistra) coi baffetti, nel 1994, promise al grande liberale "del catodo" di non toccargli le tv (circostanza rivelata da un parlamentare il 28-02-2002 poi confermata da altri) nonostante l'evidente conflitto di interessi. Un altro compagno di partito, molto magro, quasi un grissino, ma con grande cuore offrì a Di Stefano "assistenza", ma non per aiutarlo a vincere, bensì per vendere la tv (magari a qualcuno vicino alle cooperative amiche...?) Che persona solidale.

In pratica l'ingenuo e solingo Di Stefano, aspirante editore, non aveva fatto i conti col sistema neo-liberale all'italiana. Si illudeva di poter intraprendere in un regime di libero mercato, in virtù di investimenti e di un piano industriale. Come prevede il liberismo. Ma da noi il neo-liberismo non funziona benissimo: non è il Governo che garantisce all'imprenditore di giocare le sue carte senza ingerenze statali, bensì in Italia il liberismo è l'imprenditore che si trasforma in politico e gioca con lo Stato per spazzare via la concorrenza. Il tutto con la benedizione degli oppositori politici, di milioni di elettori nonché dei compagni di merende della coalizione.Tutto in miracoloso brodo di inciucio globale. Il solito miracolo italiano....oramai ci stiamo facendo il callo.

Ma fosse solo quello. Oltre al danno la beffa. L'operato del Ministero delle Comunicazioni "liberale" dell'epoca sta per andare ora sotto il giudizio della Corte di Giustizia Europea e si rischia una multa per questo benedetto miracolo. Una multa che non pagheranno certo i responsabili liberali-liberticidi. Le nostre tasche di contribuenti dovranno pagare tale, probabile, multa di, si vocifera, qualche miliardo di euro. Per ironia della sorte un governo che ha fatto abbassare le tasse ci procurerà una bella tassazione punitiva. Un altro miracolo? Il 30 novembre la patata bollente passerà dunque alla corte Europea, per la difficoltà di trovare serenamente in Italia una via d'uscita. Ammesso e non concesso che la corte europea di giustizia non sia "venduta" e che la sentenza risponda a criteri normali di valutazione, potremo vederne e sentirne delle belle. Potrebbe ri-nascere una stella nel firmamento televisivo italiano e, gioco forza, un'altra potrebbe spegnersi. Effetto delle leggi, effetto della libera concorrenza, effetto della giustizia..effetto di un sistema liberale sano.

Già prevedo i malumori dei liberali-liberticidi pronti a gridare al banditismo illiberale, prevedo i giornali "liberali" che urlano al liberticidio su nove colonne, imprenditori "liberali" travestiti da politici rabbiosi che sguinzagliano gli amici avvocati-parlamentari-liberali e scrollano l'elettorato (liberale) per scendere in piazza a difesa ancora una volta delle -loro- libertà. Registi, attori, figuranti. Il solito teatrino (liberale) all'italiana insomma.

Questo dunque il clamore previsto, sempre che gli organi di informazione decidano che sia argomento degno della ribalta e che la cosa possa interessare da vicino il cittadino spettatore.

Rivedevo pochi giorni fa una prima pagina estiva del giornale "Libero" che insultava Prodi e Bersani per via delle annunciate riforme: "Liberali dei miei stivali" recitava il titolone. Certo che ci si può permetter questo quando si è compagni di merende con il più grande "liberale del mio stivale"!

Dario Collina (Miradio)

Riferimenti:

http://it.wikipedia.org/wiki/Europa_7

http://www.eius.it/giurisprudenza/2005/127.asp

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/it/oj/2006/c_010/c_01020060114it00090010.pdf






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