Due interviste sui PACS

Data 1/2/2007 7:25:17 | Categoria: politica italiana

[NOTA: Con la pubblicazione di questa serie di interviste ai nostri parlamentari, gentilmente messeci a disposizione da Salvatore Viglia, Luogocomune non intende sottoscrivere alcuna posizione specifica, ma semplicemente trarre spunto dalle argomentazioni raccolte "in prima linea" sugli argomenti caldi del momento, per un nostro eventuale dibattito].

Due interviste sui PACS - di Salvatore Viglia

Intervista all’on. Franco Grillini (Ulivo), membro della II Commissine Giustizia

«Se noi abbiamo ingoiato l’indulto, Mastella, si dovrà ingoiare i Pacs».

Ultimamente, con l’on. Mastella, ci sono state non poche incomprensioni sui Pacs. Allora?

Mastella, a mio avviso, è uno che cambia idea spesso. Abbiamo fatto, un paio d’anni fa, una trasmissione, Porta a Porta con Bruno Vespa dove lui, nei fatti, sosteneva la proposta dei Pacs. Adesso, nega. Però la registrazione c’è ed è alla portata di tutti. Improvvisamente ha deciso di collocarsi su un fronte radicalmente contrario a qualsiasi riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto.

Forse mena il can per l’aia. E’ una”mastellata”?

E la cosa mi sorprende, intanto perché Mastella è una persona intelligente e poi perché sa benissimo che queste leggi che sono in vigore in 17 su 25 paesi dell’UE ed altri 3 paesi dell’UE ...
... si apprestano a vararle a breve, non possono non avere qualche influenza sull’Italia.

Ma, indipendentemente da questo, esistono alcuni milioni di persone, in questo paese, che richiedono il riconoscimento dei diritti di questo tipo, che sono diritti umani, non è una questione di costume. Quello di cui stiamo discutendo riguarda i diritti dell’uomo.

Se la mette in questi termini allora… Vi sono persone che, a causa dell’assenza di una legge di questo tipo, sono state oggetto di forti discriminazioni ed hanno patito sofferenze che potevano essere assolutamente evitate.

Quindi, francamente, io spero, essendo Mastella una persona intelligente ed anche simpatica, che possa cambiare idea durante la discussione parlamentare di questo progetto di legge che ci sarà perché è già stato calendarizzato in Commissione Giustizia alla Camera.

Come definisce l’atteggiamento dell’on. Mastella? Bigotto, clericale, poco laico…?

Con ogni probabilità, visto che lui la pensava diversamente anche se smentisce ma, ripeto, ci sono le registrazioni Rai, penso che corrisponda ad un atteggiamento opportunista. Il mio non vuole essere un giudizio morale, si badi bene, né vuole essere una mancanza di rispetto nei riguardi dell’on. Mastella che, giustamente è sensibile a questi argomenti, vuole essere un giudizio realistico. Perché se uno cambia così, secondo me, lo fa per opportunismo. Mastella ha deciso di cavalcare una nicchia che è quella clericale, secondo me, anche con un certo cinismo che, peraltro, non gli è servito a nulla perché i cattolici non l’hanno votato alle politiche.

Lui stesso, tra l’altro, lo ha riconosciuto protestando, anzi, proprio in Transatlantico, con me disse alla presenza di alcuni giornalisti la battuta: «Beh! Visto che i cattolici non mi hanno votato, quasi quasi, ti voto i Pacs così imparano». La battuta fu riportata, se non ricordo male, dalla Stampa.

Ma, al di là di questo, penso che anche i cattolici si debbano interrogare sulla questione dei diritti delle coppie di fatto perché, la questione dei diritti alle coppie di fatto non riguarda solo le coppie omosessuali, tra queste, ci sono moltissime coppie di cattolici etero che condividono la necessità di una legge che riconosca questi diritti. Ripeto, diritti umani, riguardano le condizioni difficili di fronte ai quali una coppia di fatto viene a trovarsi.
Il problema forse è tutto lì, coppie di fatto come quelle sposate.

Chi non ha avuto a che fare col problema di un funerale, di una eredità, di una malattia del partner in ospedale, col problema dell’eredità del contratto d’affitto oppure al diritto a rimanere in una casa che era di proprietà del defunto?

La vita, purtroppo, è fatta in parte di momenti sereni che sono, come tutti sanno, pochi nell’esistenza di ogni essere umano, per non parlare di quelli felici che sono una rarità.
La vita è fatta di tragedie, di drammi, di situazioni difficili. La legge deve mettere il cittadino nelle condizioni di potervi porre rimedio. Oltretutto è una legge praticamente a costo zero per lo Stato se non per la questione della reversibilità della pensione che è uno dei punti più discussi.

Io dico che, se uno paga le tasse correttamente per tutta la vita, deve beneficiare anche dei diritti relativi perché consoni al suo corretto atteggiamento fiscale. Allora, se io pago le tasse tutta la vita, perché non devo avere la reversibilità della pensione avendo contribuito alla previdenza esattamente come qualsiasi altro cittadino? A meno che non mi si venga a dire che il singolo e le coppie di fatto debbano contribuire al pagamento, in termini fiscali, al sostentamento delle famiglie tradizionali. Posizione quest’ultima che pure viene sostenuta dall’ala clericale del Parlamento ma che è totalmente non condivisibile ed incostituzionale in quanto viola il principio di uguaglianza dei cittadini.

I Pacs, potrebbero mettere in crisi il governo?

Non c’è dubbio.

Il programma dell’Unione prevede esplicitamente, sia pure in sole 7 righe ma che però sono state quelle più selezionate di tutte, il capitolo delle unioni civili e dice esplicitamente che bisogna riconoscere i diritti indipendentemente dall’orientamento sessuale dei membri di una coppia. E’ chiaro.

Poi possiamo discutere sul fatto che sia insoddisfacente sul piano della formulazione, che sia ambiguo, che sia frutto di una mediazione, di un compromesso al ribasso, però è chiaro. Quello, nel programma c’è e, sicuramente, quel pezzo del programma, nonostante sia affogato in 280 pagine, rappresenta uno dei punti qualificanti di questa legislatura ed allora, non c’è dubbio, che un voto negativo in Parlamento, potrebbe essere, per alcune forze politiche che fanno parte di questa maggioranza, una delle ragioni di disimpegno.
Questo è stato detto in un sacco di situazioni.

Stiamo pur sempre parlando di una legge che è già in vigore in 17 paesi su 25 ed in una formulazione molto più radicale di quella proposta da me alla Camera ed anche più radicale, probabilmente, di quella che verrà fuori dal progetto governativo.

A quale Ministero è affidata la “questione” Pacs?

La Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha attribuito, con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, la delega alla compilazione di una legge sulle unioni civili ed a occuparsi di questo, a ben due Ministeri, quello delle Pari Opportunità e quello della Famiglia. Questi dovranno redigere una proposta di legge da presentare nel Consiglio dei Ministri.

Allora è ovvio che, se una cosa di questo tipo, dovesse avere un esito negativo, non potrebbe non avere conseguenze negative sull’esecutivo.

Io inviterei Mastella a riflettere, perché lui, quel programma, l’ha firmato anche se con riserva mentale su quella parte relativa alle unioni civili.

Parimenti, troverei molto stupido far cadere un governo su una legge attesa da milioni di italiani.

Oggi, non c’è più persona che non sappia cosa significhi la sigla Pacs. Anche se la si volesse denominare “Genoveffa” questa legge, io non ne ho mai fatto una questione di nome, però, non c’è dubbio, che tutti sondaggi ci dicono che la maggioranza degli italiani sono d’accordo.

Voglio proprio vedere chi dice che è contrario al fatto che un disgraziato non possa andare a trovare il suo partner in ospedale.

Sono sicuro che neanche Mastella sia in grado di dire una roba del genere. Diciamo che esiste un problema di reciprocità. Mi spiego. Molti leaders del centrosinistra hanno votato, per senso di responsabilità, l’indulto che faceva loro schifo perché legge sbagliata, legge voluta da Mastella come uno dei primissimi provvedimenti legislativi da porre in essere e che ha messo in difficoltà tutta la coalizione di centrosinistra. Molti dicono: «se noi abbiamo ingoiato l’indulto, Mastella si dovrà ingoiare i Pacs».

Perché Mastella non può pretendere che gli altri avallino le sue cose e lui non faccia un sforzo, oltretutto verso quelle che sono questioni che diverse forze politiche del centrosinistra ed un pezzo rilevante anche dell’Ulivo, ritengono fondamentale per questa legislatura, un punto qualificante.

Per quanto riguarda le altre questioni sensibili: eutanasia, depenalizzazione delle droghe leggere e somministrazione controllata di quella pesanti, la riforma della legga 40, su tutto questo c’è già un “no” tombale, blindato.

Non ci si può dire di “no” anche sui Pacs. Non è pensabile, non è tollerabile. Credo che, alla fine, anche Mastella avrà senso di responsabilità.

Salvatore Viglia



Paola Goisis, deputata Lega Nord Padania, movimento per le autonomie

«Quello che preoccupa è la famiglia omosessuale…impariamo anche dai romani, Ottaviano Augusto aveva imposto una tassa molto forte sugli omosessuali…»

Abbiamo assistito al suo intervento alla camera (5 dic.), a dir poco veemente, contro la decisione del Consiglio Comunale di Padova.

Veemente proprio perché è un problema che mi sta molto a cuore. Già in campagna elettorale lo avevo sollevato, perché, leggendo tra le righe del programma dell’Unione, si leggeva, si capiva, si intuiva molto bene che questo sarebbe stato il risultato ossia questa apertura, come la chiama la sinistra, alle situazioni affettive ecc. Però, noi sappiamo bene che queste parole nascondevano la realtà che abbiamo vista, appunto, realizzata nel Comune di Padova come anche in altri comuni.

Purtroppo, a Padova, abbiamo un sindaco di sinistra ed uno dei primi atti è stato proprio questo, lui lo ha detto ed effettivamente abbiamo assistito ad una cosa del genere.
Le sue preoccupazioni sembrano, però, andare oltre la decisione del consiglio comunale di Padova.

Ciò che ci preoccupa, che mi preoccupa non sono tanto come dicono loro, le famiglie di fatto, che noi saremmo contro le famiglie di fatto anche se poi lì ci troviamo al cospetto di una questione di coscienza. Quello che preoccupa è la famiglia omosessuale che loro vogliono portare avanti, che vogliono affermare. Noi della lega ed io personalmente la vediamo come un attentato alla nostra civiltà occidentale.

Questa azione fa parte di quel movimento, di quella ideologia che tende a portare alla distruzione della società occidentale partendo proprio dal fondamento della società che è appunto la famiglia, per arrivare ad una società senza più legami, senza più valori e che va a toccare la questione religiosa.

La nostra società, conta 2000 anni di storia e di legami con la dottrina religiosa cristiano-giudaica.

Anche nella finanziaria, per esempio, c’è stato un punto, tanti non l’hanno sottolineato: l’intenzione di eliminare la carta moneta. Con l’obbligo di pagare tutto con il bancomat o bonifici bancari, a che cosa ci porterà? Alla eliminazione della moneta, della carta moneta che era uno dei principi di Lenin. Tanti non hanno colto questo aspetto che la sinistra sta realizzando e cioè la distruzione delle sovrastrutture di Marx.

La sinistra dice che la decisione di Padova è stata presa in base ad una legge già esistente dal ’54 che proprio quella parte moderata e cattolica che oggi protesta, approvò.

Io credo che questa legge si rifacesse alla affermazione della famiglia. E’ inutile che loro continuino a dire che la famiglia naturale è uguale a quella classica, perché non siamo tutti uguali. Loro puntano l’attenzione su questo fatto: siamo tutti uguali!

Intanto, non è vero che siamo tutti uguali. Si può dire che io e lei siamo uguali? Non lo siamo! Semmai dobbiamo difendere le diversità e questo è un principio su cui io punto e su cui io credo.

Allora, se è così, non dovrebbe avere remore a riconoscere qualche diritto.

E’ inutile che loro parlino di affettività e dicono di accampare diritti sull’affettività, nessuno vuole eliminare l’affettività, però non si può equiparare la famiglia costituita da un padre ed una madre, ad altre forme di unione composte da due uomini o due donne.

Questo significa veramente arrivare alla dissoluzione della famiglia. Io direi una cosa, impariamo anche dagli antichi romani, Ottaviano Augusto, aveva imposto una tassa molto forte sugli omosessuali. Questo non significa essere anacronistici o essere conservatori.
Il concetto è che la famiglia è quella, dobbiamo adoperarci per consolidarla ed affermarla, dobbiamo avere dei figli e questi non vengono fatti dagli omosessuali. C’è poco da fare.

Io già in aula ho fatto anche una affermazione che tanti hanno sentito molto forte quando ho detto che questo atteggiamento fa parte del programma della sinistra, della loro ideologia atta a distruggere la famiglia. Perché tanto a loro non interessa la famiglia italiana, perché loro hanno già famiglie alternative che sono le famiglie degli extracomunitari. Loro fanno 5-6 figli con 2-3-4 mogli e adesso, ecco perché come lei giustamente ha detto, sono veemente, perché adesso abbiamo anche n’altra questione, quella delle libertà religiose che si vuole affermare con legge ed hanno deciso di portarla avanti. Libertà religiosa che a cosa porterà, se andiamo a ben guardare sotto le righe? Alla affermazione della poligamia. Sancire la libertà di religione per legge porta a nuove realtà, tra cui la poligamia.

Per tornare a Padova, la maggioranza sostiene che, in effetti, più che danneggiare la famiglia che, secondo loro non è affatto vero, tende ad ottenere alcuni diritti civili e, senza fare necessariamente riferimento ai Pacs: eredità, reversibilità delle pensioni, subentro nei contratti, nell’affitto ecc.

Posso dire che il discorso dei diritti è qualcosa di valido, non ho nessun dubbio, però, quello che a noi fa paura è che si parte da qui per arrivare al riconoscimento della famiglia omosessuale, perché è lì che vogliono arrivare.

Capisco bene l’esigenza dei diritti, ho visto anche delle situazioni reali di persone che hanno vissuto insieme, che si sono amate e che hanno avuto delle relazioni di solidarietà fra di loro, è giusto che avanzino dei diritti, per esempio, l’assistenza in ospedale.

Per il resto, poi, mi facevano osservare proprio questa mattina (5 dic.) che qui si apre ad una deriva perché può anche succedere di un uomo anziano che si mette con un ragazzino. Questo ragazzino subentra nella pensione ed in tutto il resto. Purtroppo, questa è la nostra società. E’ vero che succede anche tra coppie eterosessuali però. È chiaro, che in questo caso, almeno, viene salvaguardato il principio, è salvata quella che è la famiglia reale. Quelle che sono le storture anche della famiglia etero non è che noi le difendiamo.

Accettare, con legge, coppie di quel tipo, significa andare contro ogni logica soprattutto perché sotto, c’è un altro disegno.

Io lo vedo perché sono costantemente a contatto con i ragazzi, vedo come sta cambiando la mentalità, come sia cambiato il modo di considerare determinati valori, senza contare che ai nostri giovani viene quasi impedito di realizzare la famiglia, di assumersi delle responsabilità. Perché è chiaro che sposarsi o anche avere dei figli comporta delle fatiche, dei sacrifici. Approvare leggi come queste potrebbero portare i nostri giovani al rifiuto del sacrificio ed alla dissoluzione della nostra famiglia, della nostra società.

Quando loro ci accusano di essere razzisti e noi non lo siamo assolutamente, io dico, l’ho detto anche in aula ed in Commissione che purtroppo noi abbiamo una specie in via di estinzione da tutelare che sono i nostri giovani. Ormai le famiglie fanno sempre meno figli, non perché non vogliano, ma perché ci sono condizioni tali, in questa società, in cui sono più legali i figli degli extracomunitari. I nostri figli devono arrangiarsi.

Forse anche perché non trovano lavoro e se lo trovano sono precari ed hanno problemi a comprare casa…

Ci sono degli aspetti veri anche in questo che dice però, per esempio, per quanto riguarda la casa, il lavoro, chi sa perché, nei nostri paesi, la casa viene data sempre prima agli extracomunitari.

Io che ho pagato le tasse per 30 anni, io non posso dire a mia figlia di sposarsi tranquillamente che avrà la casa perché prima di lei, ci sono graduatorie di extracomunitari che scavalcano coloro che hanno diritto. Conosco persone che sono in graduatoria da 10 anni e non riescono ad avere la casa perché si vedono sempre scavalcati da questi.
Si dice che il concetto di famiglia abbia subito dei cambiamenti, delle evoluzioni e che probabilmente, non si deve essere chiusi a considerare un coppia omosessuale come una famiglia e che non necessariamente la prole identificherebbe e qualificherebbe la famiglia in quanto tale.

Certo, ci sono delle famiglie che non hanno figli anche tra coppie eterosessuali, ma rimane il fatto che una famiglia è composta da un uomo ed una donna. La famiglia omosessuale proprio non rientra nel nostro modo di pensare. Se due persone dello stesso sesso decidono di vivere insieme, sono questioni loro ma che non la chiamino famiglia e che non venga legalizzata.

In quel caso niente diritti?

No. Dovranno fare delle azioni anche notarili, degli accordi.

L’on. Grillini ha detto che nei paesi europei dove sono state approvate le leggi sulle unioni civili, il numero dei matrimoni è aumentato.

Può anche essere ma no credo sia attribuibile alle unioni civili. Queste sono situazioni che, nell’arco degli anni, portano a delle trasformazioni, che sono in definitiva degli sbagli. Non sono una persona bigotta né oscurantista, ma credo in principi che sono punti fermi.

Salvatore Viglia




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