Preghiera di guerra

Data 27/3/2007 11:30:00 | Categoria: opinione

Nella sua vita Samuel Clemens, noto come Mark Twain, aveva criticato tutto e tutti, ma si dice che quando scrisse questo testo, nel 1904, la famiglia lo pregò di non pubblicarlo, perchè a quel tempo sarebbe risultato letteralmente sacrilego. Twain stabilì allora che venisse pubblicato dopo la sua morte, che avvenne 6 anni dopo. Come annotò nel 1912 il suo biografo, Albert Paine, Twain aveva confidato a un amico di aver fatto quella scelta "perchè soltanti i morti possono dire la verità a questo mondo".

Preghiera di guerra - di Mark Twain

Era un periodo di grande esultanza ed eccitamento. Il paese era in armi, c'era la guerra, in ogni petto ardeva il sacro fuoco del patriottismo; i tamburi rullavano, le bande suonavano, i fucili-giocattolo sbottavano, i pacchi di fuochi artificiali fischiavano e scoppiettavano.

In ogni mano, e fino al più lontano disperdersi di tetti e di balconi, un'ondeggiante foresta di bandiere brillava nel sole. Ogni giorno i giovani volontari marciavano lungo la via principale, allegri e ordinati nelle loro nuove uniformi, ...
... mentre gli orgogliosi padri e madri e sorelle e fidanziate applaudivano il loro passaggio con voci strozzate da una felice emozione.

Ogni notte la gente si riuniva in massa ad ascoltare, con il respiro greve, i discorsi patriottici che li toccavano nel profondo del cuore, e che interrompevano in continuazione con uragani di applausi, mentre le lacrime scorrevano sulle loro guance.

Nelle chiese i pastori predicavano devozione alla bandiera e alla nazione, e invocavano il Dio delle battaglie, chiedendo il suo aiuto per la nostra buona causa con esplosioni di fervida eloquenza che commuovevano tutti quelli che le udivano.

Era un momento davvero felice e fortunato, e quella mezza dozzina di spiriti avventati che avevano osato contestare la guerra e dubitare della sua legittimità, avevano incontrato una reazione così immediata, diretta e rabbiosa che per la propria incolumità erano rapidamente scomparsi di scena, smettendo in quel modo di dare fastidio.

Venne il mattino della domenica - il giorno dopo i battaglioni sarebbero partiti per il fronte; la chiesa era gremita. C'erano i volontari, con i giovani volti illuminati da sogni di battaglia - visioni di avanzata inesorabile, la raccolta delle forze, la corsa all'assalto, le sciabole che scintillano, il nemico che fugge, la confusione, il fumo che li avvolge, lo strenuo inseguimento, e la resa!

E poi il ritorno dalla guerra, eroi ricoperti di bronzo, benvenuti, adorati, sommersi da un mare dorato di gloria.

Accanto ai volontari sedevano i loro cari, orgogliosi, felici, invidiati dai vicini e dagli amici che non avevano figli e fratelli da mandare sul campo dell'onore, a vincere per la bandiera, oppure, cadendo, a morire la più nobile delle morti.

La funzione era in corso. Fu letto un capitolo di guerra dal Vecchio Testamento. La prima preghiera fu recitata, e fu seguita da una esplosione dell'organo che scosse le fondamenta. Come un sol uomo i presenti si alzarono, e con gli occhi lucidi e il cuore in gola lanciarono la terrificante invocazione:

"O Dio più terribile, tu che stabilisci l'ordine delle cose, fai tuonare la tua tromba e fai lampeggiare la tua spada".

Poi venne la preghiera "lunga". Nessuno ricordava un'invocazione così appassionata e commovente, con parole così belle.

Il cuore della supplica era che il nostro Padre benigno e misericordioso proteggesse i nostri giovani e nobili soldati, e li aiutasse, confortasse e incoraggiasse nel loro compito patriottico. Che li benedicesse e proteggesse nel giorno della battaglia e nell'ora del pericolo, che li portasse nella sua mano poderosa, che li rendesse forti e sicuri di sè, invincibili al momento dello scontro sanguinoso. Che li aiutasse a schiacciare il nemico, concedendo a loro, alla loro bandiera e alla loro nazione onore e gloria imperituri.

Entrò un vecchio sconosciuto, è avanzò con passo lento e silenzioso lungo la navata centrale. Gli occhi fissi sul prete, il corpo oblungo ricoperto da una tunica che gli arrivava fino ai piedi, il capo scoperto, i capelli bianchi che gli scendevano come una spumosa cascata sulle spalle, il volto rugoso pallido oltre natura, più pallido ancora di uno spettro.

Con addosso mille occhi incuriositi, procedette in silenzio e salì senza fermarsi fino al fianco del prete, dove rimase in attesa.

Con le palpebre chiuse il prete, ignaro della sua presenza, continuava la sua commovente preghiera, che finalmente concluse con le parole, pronunciate in un fervido appello, "Benedici le nostre armi, concedici la vittoria, o Signore nostro Dio, padre e protettore della nostra terra e della nostra bandiera".

L'estraneo gli toccò il braccio, e gli fece cenno di farsi da parte - cosa che lo sconcertato prete fece - e si mise al suo posto. Con sguardo solenne, nel quale brillava una luce distante, studiò per alcuni istanti il pubblico esterrefatto, poi con voce profonda disse: "Provengo dal Trono, e porto un messaggio del Dio onnipotente." Le parole colpirono i presenti come un'onda violenta. Se l'estraneo se ne accorse, non vi fece caso.

"Egli ha udito la preghiera del suo servo e vostro pastore, e l'accontenterà, se questo sarà il vostro desiderio dopo che io, suo messaggero, vi avrò spiegato ciò che essa comporta. Intendo dire, tutto ciò che comporta. Infatti capita spesso che le preghiere degli uomini chiedano più di quanto ne sia cosciente chi le recita, se non si ferma a rifletterci."

Il servo di Dio e vostro ha recitato la sua preghiera. Ma si e fermato a riflettere? È soltanto una la preghiera?

No, sono due: una è recitata, l'altra no. Ambedue sono giunte all'orecchio di Colui che ascolta tutte le suppliche, quelle parlate e quelle silenziose. Pensate a questo - tenetelo a mente. Se chiedi qualcosa per te stesso, stai attento a non invocare anche, senza volerlo, una maledizione sul tuo vicino. Se preghi per la benedizione della pioggia sul tuo raccolto, che ne ha bisogno, con quell'azione potresti anche stare invocando una maledizione sul raccolto di un qualche vicino che invece non ha bisogno di pioggia, e può risultarne danneggiato.

Voi avete udito la preghiera del vostro servo - la parte recitata. Io sono stato incaricato da Dio di mettere in parole l'altra parte - la parte che il pastore, e voi stessi nei vostri cuori, avete recitato in fervido silenzio, magari senza saperlo e senza pensarci. Che Dio voglia che sia così!

Voi avete udito queste parole: "Dacci la vittoria o Signore nostro Dio". Questo è sufficiente. Tutta la parte recitata della preghiera si riduce a queste intense parole. Non c'era bisogno di andare oltre. Nel momento in cui avete pregato per la vittoria, voi avete pregato anche per molte conseguenze di cui nessuno parla, che seguono la vittoria - che devono seguirla, e che non possono non farlo.

Allo spirito in ascolto del Dio Padre è giunta anche la parte silenziosa della preghiera, e mi ha ordinato di metterla in parole. Ascoltate: "Signore nostro Padre, i nostri giovani patrioti, idoli dei nostri cuori, procedono verso la battaglia - che tu sia vicino a loro. Insieme a loro, nello spirito, anche noi procediamo dalla dolce tranquillità dei nostri amati focolari verso l'abbattimento del nemico. O Signore nostro Dio, aiutaci a ridurre con le nostre bombe i loro soldati in brandelli insanguinati. Aiutaci a popolare le loro campagne sorridenti con i pallidi contorni dei loro patrioti morti.

Aiutaci a coprire il tuono dei cannoni con le urla dei loro feriti, che si contorcono nel dolore. Aiutaci a spazzar via le loro misere case con uragani di fuoco. Aiutaci ad affliggere i cuori delle loro innocue vedove con un inutile dolore. Aiutaci a farne delle senzatetto che vaghino con i loro figli fra le rovine inospitali, vestite di stracci, affamate e assetate, in balìa delle fiamme del sole d'estate e dei venti ghiacciati d'inverno, distrutte nell'animo, consumate dalla fatica, che ti implorano un rifugio nella tomba che verrà loro negato.

Per noi che ti adoriamo, o Signore, distruggi le loro speranze, avvelena le loro esistenze, trascina il loro amaro pellegrinaggio, rendi pesanti i loro passi, bagna la loro strada di lacrime, macchia le bianche nevi con il sangue dei loro piedi feriti.

Lo chiediamo, nello spirito dell'amore, a Colui che è la Fonte dell' Amore, rifugio sempre fedele ed amico di tutti coloro che soffrono, e cercano il Suo aiuto con cuore umile e contrito. Amen."

[Dopo una pausa] "Voi per questo avete pregato. Se è ancora ciò che desiderate, ditelo. Il messaggero dell'Altissimo attende."

In seguito si disse che quell'uomo era un folle, poichè aveva detto delle cose che non avevano alcun senso.

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(Traduzione di Massimo Mazzucco per luogocomune.net)

QUI l'originale, con traduzione a fronte.




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