Man vs. Machine

Data 1/4/2007 6:00:00 | Categoria: opinione

[Video in coda - Kasparov contro Deep Blue]

Fra le mille preoccupazioni che ci inseguono ogni giorno c'è anche quella del Grande Fratello. Secondo alcuni, il sistema di controllo che ci osserva ovunque è già in funzione da tempo, e ormai non c'è più nulla da fare. Per altri, il "sistema" sta affilando le armi, in vista del momento in cui farà scattare la tenaglia del "monitoraggio globale", dal quale non scapperà più nemmeno una mosca nana. In ogni caso, la sensazione di non poter più compiere una semplice operazione come fare benzina, andare al cinema, o telefonare alla fidanzata, senza essere osservati, monitorati, e registrati, è ormai ampiamente diffusa nella popolazione occidentale.

La tecnologia per fare tutto quello che noi temiamo esiste certamente, e probabilmente ne esiste anche di mille volte più sofisticata. Ma bisogna sempre tenere presente, in casi come questo, anche l'aspetto "logico" delle cose. Logico, e pratico. In altre parole, conviene farlo? Chi ha davvero voglia di mettersi a monitorare milioni di telefonate giornaliere, di analizzare milioni di normalissime transazioni commerciali, o di seguire passo per passo un'umanità assolutamente insignificante, prevedibile, e del tutto innocua rispetto ai parametri di chi dispone di tali mezzi?

Certo, pare che siano delle macchine a farlo, perchè il compito sarebbe altrimenti impossibile: ...
... pensate solo che per ogni due persone che parlano fra loro, ce ne vorrebbe una terza che le sta costantemente ad ascoltare. Avremmo un'umanità con circa due miliardi di persone che passano tutto il tempo ad ascoltare quello che si dicono gli altri quattro (e poi, quando questi parlano fra loro, chi li controlla?)

Invece - ci dicono - ci sono le super-macchine: da Carnivor a Echelon al Filtratutto a manovella dei Carabinieri, Grande Orecchio è in funzione ovunque, comunque e per chiunque.

Ma lo sarà davvero? Esistono davvero queste macchine? E se esistono, vengono davvero utilizzate come ci viene detto? La disfatta dell'intelligenza artificiale - ormai è chiaro - è stata la più clamorosa delle delusioni per chi sognava un mondo iper-tecnologico, in cui le macchine arrivassero anche a sostituire la nostra capacità di pensare.

Ma persino Deep Blue, la mastodontica macchina che è riuscita per la prima volta a sconfiggere un umano nel mondiale di scacchi, deve il suo successo per il 99,99% alla sua potenza di calcolo, e soltanto lo 0,01 alla cosiddetta "capacità strategica", ovvero quello che noi chiamiamo "ragionare". E in ogni caso, questa capacità strategica veniva immessa giornalmente nel suo sistema da una squadra di umani - i suoi creatori - prima di ogni singola partita. Senza questo input, diverso per ognuna delle sei partite, Deep Blue era soltanto un ammasso di chip e di cavi elettrici, destinato ad essere perennemente raggirato dall'esperienza lunga una vita del Kasparov di turno.

Per trent'anni consecutivi Garry Kasparov aveva "imparato" a giocare a scacchi, giorno per giorno, partita dopo partita, instancabile nel provare nuove soluzioni, tenace fino a ogni nuova vittoria, indefesso dopo ogni sconfitta. Il Kasparov mondiale era un concentrato unico di esperienza e di creatività - di passato e di futuro - sempre in grado di trovare nuove soluzioni a situazioni antiche come il gioco stesso.

Mentre nessuna macchina, di nessun tipo, è mai stata in grado di dare un output che fosse in qualche modo superiore all'input. Ovvero, con tre pezzi di informazione, la macchina non è mai stata in grado di farne un quarto che non fosse in qualche modo già previsto dai suoi programmatori.

Che non a caso si chiamano così: la macchina esegue sempre e soltanto un "programma". E anche quando ti illude di "inventare qualcosa", in realtà sta soltanto dando una forma specifica ad una struttura che già esisteva in lei. Una macchina non saprà mai giungere a una conclusione che non sia in qualche modo già stata concretizzata in precedenza.

In altre parole, una macchina non crea nulla. L'uomo si. L'uomo, da una semplice serie di corde metalliche è in grado di tirare fuori la 5a di Beethoven.

Tornando alle nostre macchine "divora-tutto", potranno anche disporre dell'algoritmo più sofisticato di questo mondo, potranno disporre di interi corridoi di elaboratori collegati fra loro, ma non daranno mai un output che sia superiore al loro input.

Quel tipo di potenza serve al massimo in senso riduttivo - per "accelerare" cioè una procedura già nota - come ad esempio nella mappatura del genoma umano, che altrimenti avrebbe richiesto centinaia di anni, se fatto con sole "carta e matita". Ma la potenza non servirà mai in senso "moltiplicativo", e cioè non scoprirà mai qualcosa che già non si sapesse.

E siccome l'input richiesto, nel caso del "controllo mondiale", è enormemente, straordinariamente, infinitamente ridondante rispetto all'output che ci si aspetta, ci si domanda se valga veramente la pena di fare uno sforzo di tale magnitudine. Una macchina non potrà mai decidere che uno "è un terrorista" - ovvero "creare" una nuova informazione - se prima qualcuno non le ha detto "guarda che tutti quelli che a) mettono le bombe e b) rivendicano con un volantino, si chiamano terroristi." Ma a quel punto… la bomba è già scoppiata.

La funzione preventiva globale - "sogno bagnato" dei conservatori più rancidi - è assolutamente irrealizzabile da una macchina, poiché le variabili che intervengono in un qualunque evento umano sono troppe per poterlo prevedere in maniera sistematica. Nessun delitto sarà mai uguale ad un delitto precedente, nessuna rapina in banca sarà mai priva di un elemento nuovo rispetto al passato, e nessun "rivoluzionario" procederà mai verso il suo sogno di libertà lungo un percorso già interamente calpestato da altri.

Il confronto fra l'individuo e il cosiddetto "sistema", nel teorema del Grande Fratello, si può quindi equiparare molto da vicino a quello tra Kasparov e Deep Blue: per moltissime partite l'uomo era riuscito a battere una macchina straordinariamente più potente di lui, grazie a mille invenzioni strategiche che la spiazzavano in continuazione, e se alla fine Deep Blue è riuscita a vincere è solo perché ha preso l'uomo per stanchezza: quanto puoi reggere, quando riesci a calcolare al massimo tre mosse al secondo (di tanto era capace Kasparov!), mentre la macchina in un secondo ne calcola duecento milioni senza fare la minima fatica? E' chiaro che prima o poi l'umano si logora, perde la concentrazione, e commette quell'errore infinitesimale che non sarà più in grado di rimontare. (Vedi video accluso)

Ma conviene, agli uomini di Grande Fratello, cercare di sfinire un'intera umanità, seguendola passo per passo ovunque essa vada, segnando minuziosamente qualunque cosa essa faccia, quando noi sappiamo benissimo - fra l'altro - che i veri criminali sono fra loro, e non certo fra di noi?

Fra noi, "loro" in realtà non cercano nessuno, vogliono solo che stiamo buoni.

E se allora lo straordinario potere di queste macchine fosse soprattutto di tipo psicologico, e non tecnologico? In fondo lo abbiamo visto tutti, in questi anni, come si inventa dal nulla un nemico che non esiste, addossando all'intero mondo islamico colpe che non ha mai commesso, solo perchè ci torna utile farlo. Il potere dei media in questi casi è assoluto, poichè è straordinaria la loro capacità di creare l'illusione di una perfetta realtà, laddove esistano soltanto dei puntini luminosi. Perché quindi non approfittarne, e creare nella popolazione mondiale questo stato di psicosi permanente, che li obblighi in qualche modo a "stare buoni", senza che in realtà nessun carnivoro si dedichi a macinare quintiliardi di informazioni del tutto inutili, da mettere chissà dove, e per farne chissà che cosa?

Se davvero questi sistemi esistessero, e fossero davvero in funzione come si dice, voi credete che noi lo leggeremmo sul Washington Post?

Massimo Mazzucco


Garry Kasparov contro Deep Blue






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