ARAFAT PEGGIO DI SHARON?

Data 7/6/2004 10:56:44 | Categoria: palestina

<html><head><meta content="text/html; charset=ISO-8859-1" http-equiv="content-type"><title></title></head><body vlink="#000099" alink="#000000" link="#000099" style="color: rgb(0, 0, 0); background-color: rgb(255, 255, 255);"><span style="font-weight: bold;">ARAFAT PEGGIO DI SHARON? </span><span style="font-weight: bold;"><span style="font-weight: bold;"><img align="right" style="width: 170px; height: 123px;" alt="" src="http://www.luogocomune.net/lc/images/library/sr1-170.jpg"></span>
</span><span style="font-weight: bold;">Parla una famiglia di Gaza<br>
</span><br>
di Massimo Mazzucco<br>
<br>
07.06.04 - E’ facile, oggi, “tenere” per i palestinesi. Fin troppo
facile. Specialmente dopo la recente demolizione da parte dei bulldozer
israeliani di almeno 2000 abitazioni a Rafah&nbsp; – di certo non tutte
“rifugio di terroristi” - è quasi un pleonasma farlo.<br>
<br>
Ma ad ascoltare con un pò più di attenzione quello che
hanno da dire proprio le famiglie dei senza-tetto di questa ultima
ondata di devastazione, almeno un piccolo dubbio trova modo di
insinuarsi fra le pieghe del nostro “sdegno” ormai totalitario.<br>
<br>
Vediamo dove vive, e sentiamo cosa racconta una donna di Rafah, la cui famiglia è composta da dieci persone. <br>
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<span style="font-style: italic;"><img alt="" src="http://www.luogocomune.net/lc/images/library/sr3-300.jpg"></span><br>
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<div style="margin-left: 40px;"><big><span style="font-style: italic;">Mi chiamo Maha Abu Shatat, e vivo negli spogliatoi del campo di calcio di Rafah, con mio marito e 8 figli.</span></big><br>
</div>
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<img style="width: 300px; height: 236px;" alt="" src="http://www.luogocomune.net/lc/images/library/sr1-300.jpg"><br>
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<div style="margin-left: 40px;"><big><span style="font-style: italic;">La
nostra casa è stata rasa al suolo dai soldati israeliani, che
hanno detto che era in posizione pericolosa, perchè troppo
vicina al confine, e quindi utilizzabile per scavare dei tunnel verso
l'Egitto.</span></big><br>
</div>
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<span style="font-style: italic;"><img alt="" src="http://www.luogocomune.net/lc/images/library/sr10.jpg"></span><br>
<br>
Ecco uno dei tanti tunnel che gli israeliani hanno trovato e poi fatto
saltare in più punti (con cariche di dinamite poderose, per
evitare che vengano riutilizzati). Il soldato israeliano&nbsp; che
vedete nella foto è poi morto qualche giorno dopo,
nell'esplosione del suo mezzo blindato.<br>
<br>
I tunnel arrivano ad essere anche di duecentocinquanta metri di
lunghezza. Gli israeliani dicono che vengono usati per far passare
armi, munizioni rifornimenti ed esplosivi di ogni tipo. <br>
<br>
Sotto, le varie fasi del&nbsp; piano di "ritiro" di Sharon. Non sembra
che si sia proprio sprecato, dopotutto. Specialmente vedendo che la I
fase (blu) prevede solo 3 insediamenti rimossi, e alla seconda ci sono
ottime probabilità di non arrivare mai.<br>

<span style="font-style: italic;"><br>
<img alt="" src="http://www.luogocomune.net/lc/images/library/sr8.jpg"><br>
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</span>Il lato inferiore breve della striscia è il confine con
l'Egitto. Il quadratino blu, Rafah, corrisponde più o meno
all'immagine qui sotto, vista però dal mare:<br>

<span style="font-style: italic;"><br>
<img alt="" src="http://www.luogocomune.net/lc/images/library/sr6.jpg"></span><br>
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A destra e in basso, è
territorio egiziano. A sinistra e in alto, Rafah, Palestina. Sono
divisi dalle barricate di cemento del confine, appena oltre le
quali si vede la lunga striscia di terra che è stata spianata
dai bulldozer israeliani. E in quel tratto fra il muro e le case che corrono - o correvano - numerosi tunnel verso l'Egitto.<br>
<br>
<div style="margin-left: 40px;"><big><span style="font-style: italic;">Inizialmente
eravamo soli, ma ora siamo già tre famiglie a convivere negli
spogliatoi. Tutto quello che abbiamo è quello che siamo riusciti
a raccattare in fretta e furia da casa nostra, prima che la radessero
al suolo. Ci hanno dato cinque minuti di orologio, non un secondo di
più. </span></big><br style="font-style: italic;">
</div>
<br>
<span style="font-style: italic;"><img alt="" src="http://www.luogocomune.net/lc/images/library/sr4-300.jpg"><br>
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</span>
<div style="margin-left: 40px;"><span style="font-style: italic;"><big>Questo è il nostro riscaldamento: griglia di giorno, calorifero di notte. Uno per tutti.</big></span><br>
<span style="font-style: italic;"></span></div>
<span style="font-style: italic;"><br>
<img alt="" src="http://www.luogocomune.net/lc/images/library/sr2-300.jpg"><br>
</span><br>
<div style="margin-left: 40px;"><big><span style="font-style: italic;">Abbiamo
ripetutamente chiesto aiuto sia all'Autorità Palestinese che
alle missioni internazionali, ma i primi ci ignorano regolarmente,
mentre le seconde dicono che siccome non siamo rifugiati, ma residenti
regolari, non abbiamo diritto a nessuna sovvenzione. I responsabili
dello stadio intanto vogliono mandarci via, ma noi non ci muoveremo di
qui finchè qualcuno non avrà fatto qualcosa per noi. </span></big><span style="font-style: italic;"><big>Tanto di partite di calcio non è che se ne giochino più molte, ultimamente.</big></span><br>
<span style="font-style: italic;"></span></div>
<span style="font-style: italic;"><br>
</span>Perchè l'Autorità Palestinese non fa assolutamente
nulla per loro? Specialmente quando si viene a sapere che molte di
queste famiglie, oltre che vivere col continuo rischio di vedersi
entrare un missile dalla finestra, erano state obbligate dagli stessi
palestinesi - contro la loro volontà - a permettere di far
sbucare un tunnel proprio in casa loro? Perchè vengono usati e
gettati come se fossero gente di un'altra nazione, come se le loro
sofferenze non fossero le stesse sofferenze di tutti gli altri
palestinesi?<br>
<br>
Ferma restando la nostra convinzione, che in errore sia per prima la
cieca politica annessionista dei sionisti al governo (e non, "degli
ebrei"), è qui che nasce il sospetto che qualcosa di più
grosso si stia giocando sulle teste sia dell’uno che dell’altro popolo.
Come se il vero scopo della guerra fosse qualcosa di più di un
marciapiede di Gerusalemme da non mollare, o di una lapide della
Spianata da recuperare. Non siamo in grado di dire che cosa,
ovviamente, ma potrebbero esserci forze che manovrano
nell'oscurità per questioni ultime di territorio legate
all’acqua (che da queste parti è in realtà molto
più preziosa del petrolio), potrebbe essere l’intricata
ragnatela di interessi incrociati, locali ed internazionali, che sfugge
ormai al controllo di una qualsiasi entità finita, o potrebbe
anche essere la semplicissima scena conclusiva dell'estenuante duello
fra due irriducibili nemici personali – Arafat e Sharon – che hanno
finito per coinvolgere i propri&nbsp; popoli in una tragedia ben
più profonda del necessario. <br>
<br>
Di sicuro c’è solo una cosa: tutte le guerre – tutte – sono
partite giocate sulla pelle della gente, che quasi mai hanno a che fare
con le effettive esigenze di questa gente. Da qualunque parte la si
guardi. Le loro esigenze vengono sempre create artificialmente, di
volta in volta, per poi poter procedere con i veri giochi, che a noi
purtroppo sfuggono del tutto. <br>
<br>
Forse è per questo che alla fine il pacifismo dà tanto
fastidio (molto più di quello che dovrebbe, in fondo, per essere
un movimento “innocuo” per definizione, non trovate?). Non
perchè oggi te lo trovi qui e domani là, ma
perchè, in qualunque caso, toglie ai potenti le preziose pedine
di cui hanno costantemente bisogno per giocarsi le loro miserevoli
partite sulle nostre teste: cioè noi stessi.<br>
<br>
Massimo Mazzucco<br>
<br>
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</body></html>




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