Villahermosa come New Orleans?

Data 2/11/2007 4:20:00 | Categoria: news internazionali

Uno scenario sempre più drammatico si sta delineando nel Tabasco, lo stato messicano che si affaccia sull’Atlantico nella parte meridionale del Golfo del Messico.

Dopo 71 giorni consecutivi di pioggia, la capitale Villahermosa è quasi interamente sommersa dall’acqua, e gli abitanti sono completamente isolati dal resto del mondo, a causa della particolare configurazione geografica della zona. Villahermosa infatti sorge in una conca situata proprio al confluire di due grandi fiumi, che la stringono ora in una minacciosa tenaglia, con gli argini tenuti miracolosamente insieme da centinaia e centinaia di sacchetti di sabbia.

Ma poco più a monte c’è una grande diga, che sta ormai per tracimare. Che vengano o meno aperte le chiuse, quindi, migliaia di tonnellate d’acqua rischiano di abbattersi da un momento all’altro sulla città sottostante, che oltre ai due fiumi ha già, al suo centro, un enorme lago di acqua permanente – una specie di palude mal bonificata - dalla quale emergono sempre più spesso decine e decine di coccodrilli affamati.

Tutte le strade di uscita dalla città sono tagliate ormai da giorni, ...
... e fra poco verrà a mancare anche l’elettricità, togliendo quindi i collegamenti telefonici con i cittadini prigionieri dell’acqua.

Nonostante tutto questo, il governo federale rimane stranamente silenzioso di fronte alle grida di aiuto sempre più forti che lancia il governatore dello stato di Tabasco, mentre nessuno si preoccupa di far evacuare la gente.
Le uniche forze intervenute finora sono quelle dell’esercito locale, una specie di protezione civile in abiti militari, ma da Città del Messico tutto tace.

Perchè? Semplice disorganizzazione, o “distrazione” intenzionale?

La vallata di Villahermosa, grazie al doppio fiume, è una delle più ricche e fertili di tutto il paese. Ma è una forma di agricoltura antica, non industrializzata, che rende relativamente poco rispetto al potenziale economico offerto dallo sfruttamentio intensivo del petrolio, di cui sono stati rilevati di recente nuovi giacimenti, sia al largo che sotto la vallata stessa.

E se la città venisse distrutta dall’acqua - dicono gli abitanti locali - nessuno di noi ritornerebbe di certo, per ritrovarsi a dover acquistare case e terreni il cui valore a quel punto sarebbe come minimo raddoppiato.

Sono dubbi e sospetti, questi, che in teoria non dovrebbero venire a nessuno, ma dopo la lezione di Katrina abbiamo imparato che tutto è possibile, e spesso in misura maggiore della nostra stessa immaginazione.

Speriamo davvero che l’unico responsabile di questo imminente disastro, fino ad oggi, sia soltanto Madre Natura.

Massimo Mazzucco




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