Osama pasticcione

Data 30/11/2007 13:20:00 | Categoria: 11 settembre

Dicono che a furia di crederci, anche le fantasie più improbabili diventino realtà.

Dopo aver letto il messaggio che bin Laden ha mandato ieri ad Al-Jazeera, ho voluto tornare a trovarlo, per avere alcuni chiarimenti. Ormai i portieri dell’albergo mi conoscono, e posso salire da solo fino alla soffitta segreta dove vive rinchiuso da anni il vero Osama bin Laden, quello che nessuno conosce, e che probabilmente nessuno saprebbe riconoscere, pur trovandoselo a cinquanta centimetri dal proprio naso.

- Sa, dopo quello che mi ha raccontato l’altro giorno - mi ha detto sedendosi al solito divano - mi ha preso una certa agitazione. Non dormivo più bene la notte, sentivo come un senso di colpa, come se dovessi fare qualcosa di più per i fratelli musulmani che ho lasciato in Afghanistan.

- Certo, capisco...

- E allora mi sono deciso, e ho voluto far sentire la mia voce.

- La voce, appunto...

- Certo, la faccia ormai non posso mostrarla. Ho mandato una cassetta registrata.

- Infatti. Al Jazeera ha pubblicato il testo, con accanto la solita foto di suo cugino.

- Però mi sembra che abbia avuto il suo bell’effetto, no?

- Insomma....

- Non le è sembrato un bel discorso?

- Bello era bello. Solo che.... diciamo che era un pò “fuori registro”, rispetto al personaggio.

- In che senso, scusi?

Avevo con me un copia dell’articolo, e gliene lessi un paragrafo a voce alta:

- Lei ha detto: "Chiedo quindi agli europei di fare pressioni sui politici, affinchè finisca l'aggressione all'Afghanistan, dove sono stati bombardati anche donne e bambini".

- Sono stato troppo duro, dice?

- Duro?

- Troppo diretto, intendo dire?

- Ma no, è l’esatto contrario!

- Non capisco...

- Nella mente di tutti lei è un crudele sanguinario che vuole sterminare l’intero occidente a colpi di jihad. Quello invece sembrava il discorso pasquale del presidente delle ACLI, dal tono. Come cattiveria, intendo dire.

- Ah.

- E poi, mi scusi, sono cinque anni che bombardano donne e bambini, da quelle parti. Qualcuno potrebbe anche dire: “ma se n’è accorto solo oggi?”

- In effetti, non ci avevo pensato. E’ che io l’ho appena saputo, e allora mi è venuto istintivo...

- Ma poi c’è un’altra cosa, più importante di tutte: Osama bin Laden non “chiede”. Lei dovrebbe avere, secondo Tony Blair che non è l’ultimo arrivato, circa 18.000 fedelissimi pronti a morire ad un suo cenno.

- Diciotto... mila, ha detto? E dove la terrei, tutta questa gente?

- In giro per il mondo, dappertutto. Sono cellule dormienti.

- E dove dormono, scusi?

- Boh? A casa loro, immagino.

- Mamma mia che paura.

- Beh, mica tanto. A ‘sto punto, scusi, sono più di sei anni che dormono: le va già bene se si svegliano, se un giorno prova a chiamarli. Ormai saranno narcotizzati.

- Ma perchè, attentati non ne fanno mai da soli?

- Macchè! Sembra sempre che siano loro, poi alla fine risulta che era qualcun altro. Pensi: a Londra, hanno detto subito che era stata Al-Queda, ma dopo un paio di anni Scotland Yard ha riconosciuto che i quattro ragazzi pakistani – quelli che avrebbero fatto gli attentati - con Al-Queda non c’entravano niente. Madrid, stessa storia. No, anzi, prima Aznar ha provato ad appropropiarsi degli attentati, dicendo che era stata l’ETA, ma subito quelli hanno risposto “guardi che noi non facciamo attentati da una vita”, e lui ci ha fatto la figura del piccione, e ha pure perso le elezioni. Nel frattempo è arrivato di corsa Colin Powell che ha detto “No, no, è stata Al-Queda”, e così la gente si è convinta di nuovo che fosse Al-Queda. Poi invece scopri che il giudice spagnolo continua ad arrestare gente, ma ‘sto collegamento con Al-Queda non si trova mai. Sembrano davvero imprendibili.

- Che sappia io, gli unici che sono davvero bravi a non farsi beccare mai sono quelli del Mossad. Gli altri prima o poi fanno sempre la loro stupidaggine, e li becchi col sorcio in bocca.

- Sarà. Comunque, se lei dovesse parlare di nuovo, cerchi di essere un pò più.. come dire.. più...

- Incisivo?

- Aggressivo, più che incisivo.

- Tipo?

- Tipo non so, minacci qualche disastro, qualcosa di terribile.... Insomma, ieri mi butta giù leTorri Gemelle, e oggi si mette a chiedere di “fare pressioni sui nostri politici”?

- Beh, mi sembrava il modo più corretto. Voi vivete in regime di democrazia, no?

- Sarà anche democrazia, ma proprio questa gente si è fatta eleggere fingendo di volersi ritirare dall’Afghanistam, e poi appena eletti si sono affacciati al balcone e ci hanno fatto un bel pernacchione...

- Ah, questo non lo sapevo. Mi dispiace.

- Capisce, non ci hanno filato quando glielo abbiamo chiesto “da parte nostra”, di venire via, e ora dovrebbero farlo perchè lo chiediamo “da parte di bin Laden”?

- No, certo che no. Allora forse dovevo usare una strategia diversa.

- E poi, scusi - gli lessi un altro pezzo di articolo - “Assumendosi la responsabilità degli attentati alle Torre Gemelle, Bin Laden assicura che i suoi amici taliban, al potere a Kabul, non erano a conoscenza di quel piano, e rivendica la piena responsabilità della strage dell'11 Settembre”.

- Non va bene? Mi sembra evidente che loro non c’entravano nulla.

- Lo so, ma il problema è che il colpevole era lei, mentre i Talebani sono proprio quelli che l’hanno difesa, chiedendo agli USA di mostrare le prove della sua colpevolezza, prima di consegnarla.

- Abbia pazienza, ma non vedo un grossa differenza....

- La differenza sta nel fatto che lei è il capo di Al-Queda, non dei Talebani. Quindi non c’è nessun bisogno di scagionare gente che già non c’entra nulla. Nessuno li ha mai sospettati. E' come se le Brigate Rosse dicessero “Guardate che quelli della Cannottieri Olona non c’entrano niente col giornalista gambizzato”. E chi l’ha mai detto che c’entrassero?

- Ah, capisco. Mi sa che ho fatto un bel pasticcio, allora.

Rimase in silenzio per un pò, poi mi chiese:

- Ma scusi, d’accordo che io sono fuori dal giro e non so più niente, ma il giornalista che ha scritto l’articolo non lo sa che i Talebani non erano nemmeno sospettati?

- Ma che vuole che sappia, quello? Guardi, sulla sua frase è riuscito addirittura a costruire un ragionamento che non sta nè in cielo nè in terra. Mi ascolti bene - dissi scandendo le parole dell’articolo - “Assumendosi la responsabilità degli attentati alle Torre Gemelle, Bin Laden assicura che i suoi amici taliban non erano a conoscenza di quel piano, e rivendica la piena responsabilità della strage dell'11 Settembre”. Praticamente ci ha detto: siccome bin Laden dice che non sono stati i Talebani, allora ha ammesso di essere stato lui.

- In effetti, ho visto ragionamenti più solidi di questo.

- Ma dài, come si fa, scusa? Nemmeno con quattro chili di peyote sullo stomaco io riuscirei a fare un ragionamento del genere.

- Ma poi, scusi, se fossi stato io, perchè non dovrei rivendicarlo in prima persona, invece di stare lì a mandare i messaggi cifrati?

- Infatti! E’ questo che mi fa i-m-p-a-z-z-i-r-e. E’ talmente illogico! Invece a loro va benissimo così. Ma lo sa chi ha autenticato il suo messaggio, almeno?

- Mio cugino?

- Macchè suo cugino... La Cia! Guardi - lessi un altro paragrafo - “Il messaggio di Bin Laden - ritenuto autentico dall'intelligence americana - era stato annunciato nei giorni scorsi attraverso un sito web islamista.”

- Ma come fa la CIA a sapere...

- Non me lo chieda. Io so solo che non c’è più il terrorismo di una volta, questo è sicuro. Una volta c’era l’attentato, poi aspettavano tutti frementi la telefonata che indicasse il cestino della spazzatura con la rivendicazione. Oggi invece ce lo dice direttamente la CIA chi è stato, e noi ce lo beviamo come se fosse la sorgente della verità.

- Ma poi, scusi, dove ha detto che hanno trovato il mio messaggio? Su un “sito web islamista”?

- Sì.

- Ma se io ho dato la cassetta al portiere, l’altra sera, dicendo di mandarla direttamente ad Al-Jazeera?

- Si vede che i messaggi vanno filtrati così, adesso. Se arrivano direttamente valgono poco. Se invece stanno su un “sito islamista”, di colpo assumono quell’aria di mistero che fa tanto “terrorista”.

- Praticamente, il sito islamista è divenato l’equivalente del cestino della spazzatura, se ho capito bene...

- Con un piccola differenza, però. Il volantino nel cestino di solito veniva fatto trovare a un giornalista, invece ‘sti siti islamici non li riesce mai a trovare nessuno. Solo la CIA li trova. Li trovano, scaricano il messaggio, e dopo mezz’ora il sito non c’è più. Oppure vanno in Afghanistan, e la video-cassetta dove lei dice che è contento che le Torri siano cadute la trovano direttamente loro. Ci inciampano dentro, capisce? Come se lei avesse dei luogotenenti così deficienti da lasciarsi dietro un video di quel tipo, invece di distruggerlo. Mancava che glielo facessero trovare già nel videoregistatore acceso, con il drinkino fresco pronto da bere vicino alla poltrona...

- Boh. Forse facevo meglio a rimanere in silenzio, a questo punto.

- Insomma, un pò di pasticcio bisogna dire che lo ha fatto.

- E’ che io onestamente volevo dare un contributo....

- Immagino, certo. Il problema è che lei è rimasto al secolo scorso, per certe cose. Oggi più nessuno “fa pressione sui politici”. Sono loro che fanno pressione su di noi, casomai. Prima la fanno per farsi eleggere, poi la fanno con il terrore per tenerci buoni.

- Sbaglio o lei è leggermente cambiato, dalla volta scorsa?

- Sono cambiato sì, sono cambiato! Dopo aver parlato con lei anch’io ho fatto le mie ricerchine, sa?

- E...

- E quello che ho scoperto non mi piace per niente, devo dire.

- Non credo di volerlo sapere. Almeno, non oggi. Facciamo magari un’altra volta, magari sabato, se lei è libero...

- Per me va bene, ma lei è sicuro...

- Che vuole che le dica? Ormai sono tornato con i piedi su questa terra, tanto vale andare fino in fondo, no?

Ci siamo lasciati con la promessa che qualunque cosa gli racconti, la prossima volta, non farà più pubbliche uscite prima di consultarsi con me.

Massimo Mazzucco

Qui le citazioni di bin Laden riportate nell’articolo.

L'articolo iniziale, Intervista a Osama bin Laden




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