KELLY: ORMAI È SUICIDIO. E LA COLPA È TUTTA DELLA BBC.

Data 20/7/2003 6:18:00 | Categoria: Iraq


di Massimo Mazzucco

In poco più di 24 ore, l'intera muta dei media occidentali, guidata dal feroce e temibilissimo London Times, ha deciso che si tratti di suicidio. Per ora, tanto per non darla via proprio tutta, il suicidio è ancora "probabile", ma sapete già che da domani mattina la storia parlerà inevitabilmente - e irreversibilmente - del "suicidio di David Kelly".

Mentre non perdiamo un solo istante a cercare di convincerci che forse non è andata così (non saremmo su questo sito, ne noi nè voi, se ce ne fosse davvero bisogno) guardiamo invece come funzioni la subdola macchina della menzogna, e come riesca paradossalmente ad essere ancora più efficace quanda agisca a livello mondiale, come in questo caso.

Lo scandalo è esploso quando la BBC, qualche settimana fa, ha ...
suggerito al mondo - in un servizio di Andrew Gilligan - che le famose "prove" contro Saddam Hussein, in base alle quali Blair ha ottenuto il via dal parlamento per l'invasione, fossero state esagerate appunto a quello scopo. In particolare, il dito è stato puntato sul documento che indicava Saddam come in grado di attaccare e colpire l'occidente nell'arco di 45 minuti (con fionde e cerbottane, a quanto pare, visto quello che poi gli hanno trovato in casa).

La prima parte della lotta ha visto la BBC rifiutare fieramente (tanto di cappello) di piegarsi alle richieste del governo di ritrarre, o comunque in qualche modo ammorbidire, le accuse contenute nel servizio di Gilligan. Persa quella mano, la battaglia - che aveva già il sapore della vendetta da cortile - si è spostata sulla ricerca del vil marrano. Chi, e quando, ha fornito a Gilligan le informazioni letali? (Queste sì, di distruzione di massa!) Ed ecco uscire il nome di Kelly, noto scienziato, già ispettore in Iraq, collaboratore per il Ministero della Difesa, che ha ammesso sì di aver incontrato Gilligan qualche giorno prima, ma di aver parlato di tutt'altro.

Tanto per mascherare lo smacco, il governo trascina allora Kelly davanti ad una commissione a porte chiuse, dove viene tartassato a dovere, ma non ammette comunque di essere stato lui la gola profonda.

Amareggiato e deluso perchè il mondo non gli ha creduto - vorrebbe ora la versione che il Times di tutti i tempi cerca di mettere in piedi - il Kelly dice alla moglie vado a fare due passi, e si incammina mesto per i prati della campagna inglese, per non tornarne mai più vivo. Giunto infatti in un boschetto appartato, si taglia una venuzza appena appena (la sinistra, per la precisione), abbandona il temperino in bella vista, e si lascia morire incompreso dal mondo e dimenticato da Dio.

E se per caso conservate dei sospetti maligni, ecco a voi il modo di disfarvene in fretta: il Times ci informa* infatti che Kelly, all'aver saputo che era sospettato di essere la gola profonda, era entrato immediatamente in grave stato di stress (perchè di solito invece la gente fa i salti di gioia, in casi come quello).

Subito dopo, un "caro amico" (dal nemico mi guardo io...) e collega di Kelly, Tom Mangold, ci fa premurosamente sapere che lo scienziato era convinto di essere stato lui, ma involontariamente, la fonte primaria alla base del servizio della BBC. E subito concede un'intervista in cui suggerisce che secondo lui Kelly non ha retto alla tempesta che è conseguita a quello che lui considerava un'incontro di routine con Gilligan. (Così, nel fingere di difendere l'incontro di kelly come non malintenzionato, ci propina astuto l'idea che l'amico non abbia retto).

Altri amici (veri, questi), premurosamente scovati dal Times, ci parlano di come Kelly odiasse la ribalta, e di come questi eventi possano averlo confuso e amareggiato. (Ma da lì a svenarsi sotto un tiglio a mezzanotte...)

Arriva in ultimo un non meglio identificato "superiore" di Kelly, al quale lo scienziato avrebbe confessato, in una nota interna (mai a parole queste cose, mi raccomando, sempre nero su bianco!), di temere di essere lui la fonte delle rivelazioni alla base del servizio di Gilligan.

Dopodichè, dall'aereo in volo sul Giappone, Blair fa sapere non solo che ci sarà una rigorosissima inchiesta indipendente, ma che tale inchiesta si focalizzerà in particolare sul modo in cui il nome di Kelly è emerso tra i media mondiali, e di come questi l'abbiano trattato. (Calcola che un giornalista, poche ore prima, gli ha chiesto a bruciapelo: "Signor Blair, lei ha le mani sporche di sangue?", ma lui sa che è suo dovere e priorità assoluta il preoccuparsi dell'aspetto psicologico di questa orribile tragedia.)

Alastair Campbell, direttore delle comunicazioni di gabinetto, gli fa subito eco da Londra, commentando che qualcosa è andato orrendamente storto nella nostra cultura politica e mediatica (“something has gone horribly wrong with our political and media culture”). Nemmeno, "dev'essere andato storto", ma "è andato storto", capito?

Quindi la BBC è colpevole, primo perchè ha scatenato il tutto, e secondo perchè in fondo non ha mai smentito che Kelly fosse la fonte. (Curioso, come alla fine ad andarci di mezzo siano proprio loro due, Kelly e la BBC, non trovate?)

Lo vedete come in un attimo - se non si sta più che attenti - questo suicidio non pare già poi così improbabile? Abbiamo persino l'assassino adesso! Dormiteci su una notte, giocatevi la schedina, fatevi un film e una pizza domani sera, e vedrete che al ritorno il suicidio di Kelly vi sembrerà ovvio come la faccia che vedete allo specchio quando vi lavate i denti.

(Chissà perchè poi: uno scienziato, e non un ubriacone fallito; uno che lavora alla difesa, e non un iscritto alle liste di collocamento; uno che è stato ispettore in Iraq, e non metronotte ad Arcore, non debba poter reggere uno scandalo come quello, specialmente se è innocente. Sofri allora di cosa è fatto? Di pura kryptonite?)

Massimo Mazzucco




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