Sull'11/9 il coraggio del PD. Quello giapponese

Data 29/10/2008 10:30:00 | Categoria: 11 settembre



(All’interno il testo in italiano dell’intervento).

di Pino Cabras

È un politico molto determinato, il giapponese Yukihisa Fujita.

Quest'anno ha portato in parlamento per ben tre volte la sua forte critica alle versioni ufficiali dell'11 settembre 2001, con crescente solennità e consenso.

Il suo discorso del 22 ottobre 2008 ha fatto spellare le mani dei colleghi parlamentari, ...
... specie quelli del Minshutō, il Partito Democratico del Giappone.

Questo partito è la principale forza di opposizione all'eterno Partito Liberaldemocratico, la Balena Bianca nipponica. Come il Partito Democratico nostrano, il Minshutō è nato dalla fusione di diverse formazioni socialiste e moderate.

Diversamente dall'omologo italiano, tuttavia, ha una politica estera molto coraggiosa e molto ferma contro la guerra.

La leadership del partito ha capito che smontare l'11/9 è la chiave di volta di una qualsiasi questione di pace. Perciò Fujita non è solo. Si badi, è importante. Il Minshutō non è un partitello dello zerovirgola. Ha perfino la maggioranza relativa (109 seggi su 242) alla camera alta (la Camera dei Consiglieri, o Sangiin), e da molti osservatori è ritenuto in grado di diventare alle prossime elezioni, per la prima volta, la forza trainante di un governo alternativo.

Il fatto che un partito con queste concrete ambizioni di governo non consideri la critica all'11/9 un argomento tabù, ma un tema da approfondire perentoriamente, deve fare riflettere.

Intorno a Fujita c'è molta attenzione e rispetto, anche da parte dei parlamentari di altri gruppi.

In questo clima, Fujita ha buon gioco per chiedere al governo di fermare il sostegno alle operazioni militari a guida statunitense nelle quali è coinvolta anche Tokyo.

Nel suo discorso, dopo aver presentato precisi dettagli sulle gravi perdite civili e militari in Iraq e Afghanistan, Fujita va a descrivere il dibattito sollevato al Congresso USA dalla richiesta di impeachment di Bush formulata dal democratico Dennis Kucinich, sostenuta nell'estate 2008 da una maggioranza di rappresentanti.

Il parlamentare nipponico ha inoltre riferito delle richieste espresse dal repubblicano Ron Paul, favorevoli all'impeachment e a nuove indagini sull'11/9.

Fujita ha dapprima sottolineato che non c'è mai stata un'indagine di polizia sulla morte di 24 cittadini giapponesi uccisi nei mega-attentati di New York, e ha quindi parlato delle domande sollevate dai familiari delle vittime dell'11/9 al cospetto del governo, rimaste senza risposta.

La richiesta di aprire una nuova inchiesta è ampiamente sostenuta dal Partito Democratico ed è stata presentata ai membri di altri partiti.

Yukihisa Fujita è fortemente impegnato a formare una coalizione internazionale intesa a chiedere un'inchiesta indipendente e internazionale sull'11/9 ed è in contatto con esponenti politici in Europa e negli Stati Uniti.

Pino Cabras

Fonte



Ecco il testo dell’intervento di Fujita:

“Nel novembre dello scorso anno ho chiesto alla Camera Superiore se il terrorismo fosse un crimine o uno strumento di guerra.

Il primo ministro Fukuda ha dichiarato che un tipico caso di terrorismo non costituisce un crimine.

Riguardo all’11 settembre, il Primo Ministro ha detto che gli attacchi mostravano un grande livello di capacità professionale e di pianificazione intenzionale.

Se prendiamo questo assunto per buono, e l’11 settembre mostra le caratteristiche di essere stato ben organizzato e pianificato, dobbiamo capire chi ha organizzato l’11 settembre per riuscire a capire come rapportarci con la guerra al terrorismo.

Voglio anche chiedere per chi e contro chi sta avendo luogo questa guerra. Per favore rispondete a queste domande con chiarezza.

Sono passati sette anni dell’11 settembre, e il Ministero di Giustizia americano non ha ancora incriminato bin Laden.

Sulla pagina [web] internazionale dell’FBI dei terroristi più ricercati al mondo, bin Laden appare ricercato solo come sospettato negli attentati alle ambasciate americane in Tanzania e Kenya, ma non in relazione agli attacchi terroristici dell’11 settembre.

Dopo l’11 settembre, il governo americano ha identificato i 19 principali sospettati, ma si è poi saputo che otto di loro vivevano come normali cittadini in Medio Oriente.

Queste contraddizioni sono state rese note dalla BBC, il servizio di informazione statale inglese.

Nel 2002 è stato riconosciuto dal capo dell’FBI che non vi fossero valide prove, che reggessero in un tribunale, contro i 19 sospettati dell’11 settembre.

Tutto questo però è stato il punto di inizio della guerra al terrorismo.

Non dovrebbe il governo giapponese pretendere risposte su questi fatti fondamentali da parte del governo americano?

Se non fosse possibile verificare questi fatti, diventa evidente che non vi siano le basi per cooperare in queste attività navali, che sono al centro del nostro dibattito.

Non dovremmo quindi interrompere immediatamente la nostra collaborazione [con gli Statui Uniti]?

Il governo parte dal presupposto che vi sia una giustificazione per il nostro coinvolgimento nella guerra al terrorismo, poichè 24 giapponesi sono rimasti uccisi [negli attentati].

La guerra al terrorismo non è soltanto un problema di altri, ma è anche un problema per il popolo giapponese. Voi questo lo avete espresso ripetutamente.

Ma in realtà il governo giapponese non ha quasi mai avuto contatti con le disperate famiglie di quelle 24 vittime degli attacchi dell’11 settembre.

In aprile il Vice Ministro della nazione Kimura ha dichiarato davanti alla Commissione della Difesa che non abbiamo ricevuto alcune richieste da parte dei familiari delle vittime su questa materia.

Ma io vi dico che ciascuna di quelle disgraziate famiglie che ho incontrato vuole che sia data una risposta a queste domande.

Non è forse la responsabilità del governo giapponese di assicurarsi che queste disgraziate famiglie possono porre le loro domande e ricevere le loro risposte?

Vi è ora la volontà di costituire una commissione di indagine?

Voi sapete che la seguente risoluzione è stata approvata e consegnata alla Commissione dei Servizi Legali della Camera dei Deputati americana l’11 di giugno di quest’anno?

L’articolo numero 2 della risoluzione dice: per giustificare una invasione illegale sono state create delle false minacce da parte dell’Iraq.

Intenzionalmente, con intenti criminali, l’11 di settembre è stato usato a questo fine. I motivi per questa guerra erano falsi e artificiali.

Il punto numero 2 della risoluzione dice: agli americani e al parlamento è stato fatto credere che l’Iraq avesse armi di distruzione di massa.

Al punto numero 8 la risoluzione dice: in violazione del trattato delle Nazioni Unite la nazione sovrana dell’Iraq è stata invasa.

Al punto 33 la risoluzione dice: prima dell’11 settembre furono ignorati avvisi ad alto livello sui terroristi, e le comunicazioni furono bloccate.

Al punto 35 la risoluzione dice: vi è stata un’ostruzione nell’indagine sugli attacchi dell’11 settembre 2001.

Tutto questo fa parte della richiesta di impeachment contro il presidente Bush.

La risoluzione è stata presentata dal deputato Kuchinic del partito democratico. E’ stata approvata con 251 voti, compresi 24 repubblicani, contro un totale di 156 voti.

L’ex-candidato presidenziale repubblicano Ron Paul era a favore della risoluzione.

Questa risoluzione non sembra aver avuto risultati ulteriori, ma nel frattempo è già avvenuto un importante cambiamento negli Stati Uniti.

Io penso che le politiche di guerra della presidenza Bush dovranno avere fine.

Da oggi in poi il futuro richiederà dei grandi cambiamenti negli Stati Uniti. Sono segnali che la gente sente in ogni parte del mondo.

Io voglio chiedere al primo ministro che cosa pensa di tutto questo.

Io pretenderò di sapere esattamente quello che i familiari delle vittime dell’11 settembre, e l’innocente popolo afgano, vogliono sapere.

Io chiederò ai tre ministri di rispondere per favore con parole loro, e non in modo burocratico.

Qui terminano le mie domande.”

(La traduzione è dai sottotitoli in inglese del filmato).




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