Obama rimette a posto il vocabolario

Data 27/1/2009 8:40:00 | Categoria: dagli Usa

Con una mossa di forte valenza mediatica Barack Obama ha scelto di concedere la sua prima intervista ufficiale, come presidente in carica, ad una televisione araba, El Arabya.

Nel corso dell'intervista Obama ha voluto mandare a tutti i musulmani un messaggio di distensione, dicendo che per prima cosa gli Stati Uniti dovranno tornare a trattare gli islamici con lo stesso rispetto con cui desiderano essere trattati da tutti gli altri.

Obama ha detto di aver mandato il suo inviato personale in Medio Oriente [George Mitchell] con il compito “di ascoltare”, prima di tutto, la posizione precisa di ciascuno, e poi tornare a riferirgliela. Obama ha sottolineato che prima gli Stati Uniti “dettavano” agli altri quello che dovevano fare, ma da oggi non sarà più così.

Per troppo tempo - ha detto Obama - c'è stata questa confusione fra “terroristi” e “musulmani”, che ha finito per portare troppa gente a vivere in maniera miserevole nei paesi islamici.

Riguardo al futuro della Palestina, Obama ha detto che il problema andrà inquadrato tenendo conto di tutti gli elementi in campo, ...
... dalla Siria all’Arabia Saudita, dall'Iran all'Afghanistan al Pakistan, poichè sono tutti collegati, e questo impone di trovare una soluzione collettiva per raggiungere una vera stabilità.

Obama ha poi detto che ritiene ancora possibile arrivare alla soluzione dei due stati contigui, Israele e Palestina, con piena libertà di transito all'interno di ciascun territorio.

Questa è un’affermazione particolarmente pesante, poichè implica – fra molte altre cose – anche l’abbattimento del muro della vergogna.

Obama ha detto infatti che Israele rimarrà sempre un paese alleato, ma che ci sono molti israeliani che sono stanchi di questa situazione impossibile, che non può portare a nulla di positivo, e che sono disposti a trovare finalmente un accomodamento con i palestinesi pur di veder crescere i propri figli con un minimo di serenità.

In ultimo Obama ha detto che una volta tornati a separare il termine “musulmano” dal termine “terrorista” sarà anche molto più facile individuare i secondi, le cui strategie dimostrano ormai di essere state fallimentari.

Quando l’intervistatore gli ha chiesto di chiarire meglio il pensiero, Obama ha risposto che questo terrorismo “islamico” non ha compiuto un solo gesto grazie al quale si possa dire che oggi c’è un bambino musulmano che stia meglio di ieri.

Come dire, non solo i musulmani non c'entrano niente con il terrorismo, ma quelli che dicono di praticare il terrorismo nel nome dell’Islam dimostrano chiaramente di non agire nel suo interesse.

L’intervistatore, forse perchè “sazio” di tante dichiarazioni sorprendenti, non ha osato chiedere a Obama nell’interesse di chi, se non dei musulmani, possano agire invece questi “terroristi”.

Massimo Mazzucco




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