Gaza preludio per un attacco all’Iran

Data 14/2/2009 9:30:00 | Categoria: palestina

Durante un incontro con la comunità ebraica di Sidney, l’ambasciatore israeliano in Australia si è lasciato sfuggire un paio di interessanti dichiarazioni, prima di accorgersi che una telecamera lo stava riprendendo.

Nel corso dell’incontro Yuval Rotem ha spiegato ai convenuti che l’attacco a Gaza ha avuto la funzione di spaccare ulteriormente i palestinesi moderati dagli estremisti, dopodichè ha parlato di “un riallineamento di forze [fra i paesi arabi] che sia in grado di gestire la principale sfida strategica che tutti ci troveremo ad affrontare nei prossimi mesi, ovvero l’Iran”.

A quel punto Rotem si è accorto che la telecamera era in funzione, e ha chiesto di spegnerla.



Una giornalista australiana, presente all’incontro, ha raccontato in seguito che Rotem ha spiegato ai presenti di sentirsi più a suo agio senza telecamere, …
… dopodichè ha aggiunto che l’operazione di Gaza intendeva mandare il chiaro messaggio che Israele è pronto “a confrontarsi in maniera decisiva”, e che tale operazione ha fatto da “preludio” per un attacco all’Iran.

Il fatto è avvenuto il 30 gennaio scorso, a poche settimane dalle elezioni in Israele.

In un secondo video, girato invece prima delle elezioni americane, un giornalista chiede all’ambasciatore americano all’ONU Bolton ”Quale dovrebbe essere la politica Usa in Medio Oriente, nel caso McCain risultasse vincitore?”

Nel corso della risposta, Bolton parla di una “reale possibilità che Israele compia un’azione di forza prima che il prossimo presidente salga in carica”.

Ma com’è che gli ultimi a sapere le cose siamo sempre noi?

Massimo Mazzucco

Fonti: The AustralianNews, El Haaretz.

Notizia aggiuntiva: Sia l’Europa che gli Stati Uniti avrebbero fatto sapere a Netaniahu che preferiscono vedere una sua alleanza con il Kadima di Tzipi Livni, piuttosto che con il partito dell’estremista Lieberman, “che bloccherebbe di fatto il processo di pace”. Sempre secondo Haaretz, la prima coalizione vedrebbe la guida del governo affidata a Netaniahu, con il ministero della difesa al partito della Livni. Ovvero, come abbiamo detto in precedenza, la scelta è fra la follia autodistruttiva e lo stallo totale.

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