Mille problemi, un’unica soluzione?

Data 25/4/2009 2:40:00 | Categoria: opinione

Di fronte alla presa di coscienza di certe problematiche particolarmente ampie, capita spesso di sentirsi perduti e impotenti, in balia di forze miliardi di volte più grandi di noi.

Quando ci si rende conto, ad esempio, che noi magari rischiamo la vita per salvare i sopravvissuti di un uragano, mentre altri boicottano i soccorsi perchè ritengono che la popolazione mondiale debba essere diminuita con ogni mezzo disponibile, molte sicurezze traballano.

Quando ci si rende conto che tutte le più importanti vicende internazionali ruotano intorno ad una questione di risorse energetiche che potrebbe essere risolta in un istante, con l’implementazione di tecnologie a costo zero, molte sicurezze traballano.

Quando ci si rende conto che l’intero impianto mondiale della sanità non è affatto inteso a migliorare le condizioni di vita dei malati, ma a migliorare quelle di chi gli vende le medicine, molte sicurezze traballano.

Quando ci si rende conto che il prete che era per noi il punto di riferimento di una dimensione spirituale è in realtà un essere umano che fatica ad essere degno di quel nome, molte sicurezze traballano.

Quando ci si rende conto che dei poveracci di una nazione qualunque vengono armati di tutto punto, catechizzati e spediti a combattere i poveracci di un’altra nazione, solo per arricchire chi vende armi ad ambedue le nazioni, molte sicurezze traballano.

Quando ci si rende conto di passare tutto il mese lottando quotidianamente per portare a casa il nostro stipendio, …
… e capiamo che quello stipendio è calcolato a tavolino proprio per tenerci sull’orlo di quel baratro - non a caso è rappresentato da un pezzo di carta stampato arbitrariamente da un banchiere invisibile - molte sicurezze traballano.

E quando tutte queste sicurezze traballano insieme, persino vivere all’Aquila durante una notte di terremoto può sembrare una cosa rassicurante.

Ed invece, paradossalmente, più si amplia questo senso di inafferrabile menzogna universale, più sembra di intravvedere come la soluzione del problema possa essere una soltanto.

Naturalmente, non sta a me decidere quale sia, ma a ciascuno indicare eventualmente la propria.

Massimo Mazzucco




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