Diamo le dimissioni da noi stessi

Data 22/5/2009 7:50:00 | Categoria: opinione

Più si indaga sul mondo della medicina, più il baratro che abbiamo di fronte definisce i suoi contorni. Il moderno sistema medico infatti rappresenta la quintessenza di tutto il bene e di tutto il male del mondo, con una leggera prevalenza, purtoppo, del secondo.

Laddove l’uomo ha inventato l’anestesia, ponendo fine ad un’epoca di tormenti per noi inimmaginabili, un nuovo sistema ospedaliero – anonimo, tentacolare e onnivoro - ha preso il posto del normale rapporto fra paziente e medico curante.

Laddove la radiologia ha infranto le barriere della visione umana, un nuovo sistema pseudo-terapico – invasivo e potenzialmente letale - ha preso il posto della semplice utilizzazione diagnostica.

Laddove la microbiologia ha infranto le barriere della cellula umana, un nuovo sistema palliativo – tossico, e potenzialmente letale – ha preso il posto del semplice medicinale curativo.

E dove non arriva la realtà, ci pensa la fantasia di chi vende quei palliativi ad inventarsi malattie inesistenti e vaccini inutili, pur di vendere qualche fialetta in più.

Tutte queste mutazioni verso il peggio sono state alimentate dalla sete di denaro e dal desiderio di potere, i due “vizi capitali” che da sempre rappresentano la croce e la delizia dell’umanità. Delizia per l’esigua minoranza che arriva a possederli, croce per tutti gli altri.

Più hai soldi più hai potere, e più potere accumuli più soldi puoi guadagnare.

Teoricamente, non ci sarebbe nulla di male nel guadagnare molto denaro, specialmente se te lo sei meritato. Il problema nasce nel momento in cui ogni dollaro che ti metti in tasca …
… è un dollaro tolto a qualcun altro, in modo immeritato. Quando una persona si vanta di aver messo in piedi un business in cui “guadagna moltissimo facendo poco o nulla”, si sta vantando in realtà di togliere con facilità dei soldi a persone che invece hanno dovuto sudare per metterli da parte.

Se il “grande oncologo” del momento si vanta di portare a casa 20.000 euro al mese, metà dei quali gli derivano dal fatto di prescrivere medicinali inutili ai suoi pazienti, si sta vantando in realtà di aver ingannato quei pazienti – consapevolmento o meno, il discorso non cambia – estorcendo i loro soldi a favore delle industrie farmaceutiche che lo tengono a salario.

E’ inutile girarci intorno: i soldi – intesi come potere di acquisto complessivo, non come moneta spicciola – sono quelli che sono. Non puoi andare su Marte, arricchirti, e poi tornare sulla Terra a fare il nababbo. E persino se i soldi te li stampi da solo – che equivale ad andare su Marte - quei soldi finiranno per perdere di valore con l’inflazione che hai creato sulla Terra.

La ricchezza disponibile è quella che è, il resto sono solo “magheggi” numerici che non cambiano di una virgola la realtà delle cose. Se quindi vuoi avere più soldi del necessario, devi per forza toglierli a qualcun altro.

Ma è proprio qui che scatta il problema. L’uomo infatti è avido di denaro e di potere, ma non è così barbaro e insensibile da poter ignorare in eterno i rimorsi di coscienza, che lo assalgono ogni volta che toglie qualcosa a qualcun altro.

Ecco quindi che l’uomo moderno si è inventato l’alibi perfetto, per restare al riparo dai rimorsi mentre si gode in santa pace i privilegi della sua ricchezza: il sistema. Non è l’uomo che ruba i soldi agli altri, è “il sistema” costruito in questo modo che lo obbliga a farlo. Non è il “signor Bayer” in persona – almeno, non lo è più – a derubare i suoi consimili, vendendogli a prezzo iperbolico medicine del tutto inutili: è la “Bayer Corporation” a farlo.

E la corporation, come tutti sanno, non ha un cuore. E’ una semplice entità astratta, incolore inodore e insapore, incaricata di guadagnare soldi, ed è guidata dai “sani principi” di economia competitiva che la portano ad agire in quel senso.

I suoi azionisti sono solo persone normali, che si sentono pienamente in diritto di usufruire del sistema vigente, lasciando che siano i fantomatici “consigli d’amministrazione” a prendere per loro le decisioni che li porteranno ad arricchirsi sulla pelle degli altri.

A loro volta, i membri dei consigli di amministrazione sono solo persone obbligate a prendere certe decisioni predatorie, in base alle famose “regole di mercato“ seguite dalla corporation.

E’ impensabile chiedere ad un amministratore delegato di far abbassare i prezzi delle medicine che vende la sua corporation, per andare incontro a chi non ha i soldi per comperarle. Verrebbe immediatamente licenziato, sostituito e rinchiuso in un manicomio per il resto dei suoi giorni.

Quello che non è impensabile, ma a cui nessuno sembra pensare, è che invece è legittimo chiedergli di dare le dimissioni.

Si tratta, in realtà, di riconoscere la responsabilità individuale che ciascuno di noi ha nella società, invece di nascondersi dietro al comodo alibi del sistema che “ci obbliga” ad agire in un certo modo. Questo sistema lo abbiamo inventato noi, e quindi lo possiamo disinventare in qualunque momento. Non ci è stato imposto da nessuno, e quindi nulla ci proibisce di cambiarlo. Solo l’egoismo ci suggerisce, nel segreto della nostra meschinità, di non farlo.

Questo discorso vale per tutti, ovviamente, e non solo per i medici. Deve dimettersi il giornalista che è obbligato dal suo giornale a raccontare bugie ai suoi consimili, pur di mantenere il lussuoso stile di vita di chi ne è proprietario, e gli passa un pezzo di pane per farlo.

Deve dimettersi il poliziotto che si rende conto di essere usato dal potere - sempre in cambio del solito pezzo di pane - per tenere buoni i suoi simili a manganellate, quando si rende conto che costoro lottano per istanze giuste e sacrosante, per le quali lotterebbe anche lui, se fosse nei loro panni.

Deve dimettersi il politico che credeva di poter cambiare il mondo, e che cede invece alle lusinghe “del sistema” politico, che naturalmente viene a conoscere solo quando è troppo tardi per lui fare marcia indietro.

Deve dimettersi da se stesso, in ultima analisi, chiunque agisca contro la propria coscienza e la propria legge morale.

Tutto il resto, in quel caso, andrebbe a posto in un attimo.

Massimo Mazzucco




La fonte di questa news è Luogocomune
https://old.luogocomune.net/site

L'indirizzo di questa news è:
https://old.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3198