Il microscopio della discordia

Data 22/9/2009 7:20:00 | Categoria: Scienza e Tecnologia

IL MICROSCOPIO DELLA DISCORDIA di Marco Cedolin

Fra gli argomenti più dibattuti in rete nel corso delle ultime settimane, si può annoverare sicuramente la vicenda concernente il microscopio FEG-ESEM, usato fino ad oggi dal Dott. Montanari per gli studi sulle nanoparticelle e nanopatologie e donato, per decisione della Onlus Bortolani proprietaria legale dello strumento, all’Università di Urbino, privando di fatto lo scienziato modenese della possibilità di continuare nelle sue ricerche.

Senza nessuna pretesa di decretare chi fra i soggetti che sono entrati nella contesa abbia ragione e chi torto (il torto e la ragione spesso non sono dei valori assoluti, bensì elementi dai contorni assai sfumati) proviamo innanzitutto a ricapitolare brevemente l’ordine dei fatti, facendo seguire qualche considerazione.

Beppe Grillo lo conosciamo tutti, come arguto comico dallo spirito istrionesco che negli ultimi anni è riuscito ad imporsi nel nostro paese anche come voce di una critica politica in grado di raccogliere ampio consenso. Autore di un blog fra i più visitati in assoluto, organizzatore dei V Day che hanno portato in piazza decine di migliaia di persone, in procinto di fondare a breve una nuova formazione politica che potrebbe avere i numeri per raccogliere dei risultati di un certo rilievo.

Stefano Montanari è un dottore in farmacia (farmacista è stato spesso etichettato in alcuni blog, quasi si trattasse di una qualifica vergognosa) che da anni studia le nanoparticelle …




… e le nanopatologie da esse determinate allorquando fanno ingresso all’interno del corpo umano. Per essere più precisi, come da lui ribadito più volte, nelle conferenze e nei libri, egli ha sempre lavorato con sua moglie, Dott.ssa Gatti, e, all’interno della loro collaborazione, proprio sua moglie rappresenta il fulcro del lavoro di ricerca, mentre lui, che pure partecipa attivamente alle operazioni di ricerca, si è occupato e si occupa più attivamente della divulgazione dei risultati della ricerca stessa, attraverso libri, conferenze e quant’altro. Chiunque in Italia abbia studiato le conseguenze dell’incenerimento dei rifiuti (in maniera seria e senza essere aggiogato al carro di chi costruisce gli inceneritori) ha trovato proprio nelle ricerche della coppia Gatti/Montanari degli elementi di estremo interesse, utili a comprendere la nocività degli inceneritori di nuova generazione che, lavorando a temperature più alte, sono riusciti a diminuire le emissioni di diossina e PM10 (sostanze per le quali esistono limiti di legge) aumentando però in maniera esponenziale la produzione delle nanopolveri che la legge non prende in considerazione, ma che penetrano invece in maniera profonda e devastante all’interno del corpo umano.

Sempre grazie alle ricerche della coppia Gatti/Montanari è stato possibile ad esempio comprendere i termini di bufale come quella dei filtri antiparticolato (FAP) montati sulle autovetture diesel di ultima generazione e sponsorizzati anche da alcune associazioni ambientaliste. Filtri che in realtà non riducono le emissioni inquinanti delle vetture come millantato, ma semplicemente trasformano il particolato (pericoloso, nero e puzzolente) in polveri ultrafini ben più pericolose, quantunque invisibili e difficilmente percepibili.

Non proprio il tipo di uomo amato alla follia in Italia dalla scienza ufficiale modello Veronesi e dalla politica dell’incenerimento e delle multiutility, che di nanopolveri preferirebbero ovviamente non si facesse assolutamente menzione.

La Onlus Bortolani, come si può leggere sul suo sito, si occupa principalmente di beneficenza di opposizione alla pena di morte e della raccolta di contributi economici per aiutare soggetti svantaggiati che versano, anche temporaneamente, in una situazione di difficoltà.

L’Università di Urbino è un soggetto, privato fino all’anno scorso e ora pubblico che sullo stesso sito della Onlus Bortolani viene presentato in questi termini.

Un bel giorno, nel febbraio del 2005, Grillo e Montanari si conoscono (non credo sia fondamentale se per caso o per volontà di uno dei due, dal momento che a questo riguardo le dichiarazioni dello stesso Montanari e quelle di coloro che parlano in vece di Grillo tuttora silente non coincidono) e si piacciono. Grillo sembra affascinato dai risultati della ricerca scientifica della coppia Gatti/Montanari. Montanari sembra felice del fatto che la popolarità di Grillo possa dargli la possibilità di proseguire nelle proprie ricerche, tramite l’acquisto di un nuovo microscopio, dal momento che l’uso di quello sul quale ha lavorato fino a quel momento gli è stato impedito.

La Onlus Bortolani abbraccia con entusiasmo la causa volta ad "incentivare la ricerca contro il cancro provocato da nanoparticelle" ed il 4 giugno 2006 sponsorizza perfino un'intera giornata d'informazione e spettacolo dedicata alla raccolta fondi per l’acquisto del nuovo microscopio, con la presenza oltre che di Montanari e Grillo, anche di una serie di cantanti e personaggi VIP e il patrocinio del comune e della provincia di Reggio Emilia.

Per circa un anno Montanari accompagna Grillo nel corso di tutti i suoi spettacoli (sempre spostandosi a proprie spese in giro per l’Italia) e nel corso delle serate illustra i risultati delle proprie ricerche e fa la questa per l’acquisto del nuovo microscopio. Entrambi traggono profitto dal sodalizio. Montanari ottiene attenzione e visibilità per il contenuto delle proprie ricerche, oltre alla possibilità di raccogliere le donazioni per l’acquisto del nuovo microscopio. Grillo con l’ausilio del ricercatore aumenta la propria credibilità e facendosi portatore di studi dall’alto peso specifico ottiene sempre maggiori simpatie e consensi fra le tante persone che in Italia si oppongono agli inceneritori.

A marzo 2007 la Onlus Bortolani, senza che Montanari abbia mai potuto prendere visione e verificare i movimenti bancari concernenti le donazioni, annuncia in un articolo la fine della raccolta fondi, andata perfino al di là dei 378.000 euro necessari, affermando che la cifra eccedente, ammontante a 3947 euro verrà utilizzata per sovvenzionare l’inizio delle ricerche di Gatti/Montanari, che quel denaro dichiarano di non averlo invece mai ricevuto.

Sempre all’interno dello stesso articolo viene annunciato che "la Dott.ssa Gatti e il Dott. Montanari potranno finalmente proseguire le loro ricerche grazie al microscopio che tutti voi avete comprato attraverso le vostre offerte. Inizia quindi la nuova avventura di una libera ricerca che porteranno avanti Antonietta e Stefano."

Nell’articolo viene poi ringraziato più volte Beppe Grillo e sottolineato che la Onlus Bortolani è ora proprietaria legale del microscopio "in quanto "moralmente" siamo tutti proprietari di questo microscopio, tutti avremo il diritto ad essere informati sempre e tempestivamente delle ricerche scientifiche e dei risultati ottenuti tramite l’utilizzo del microscopio."

In calce all’articolo compare una lettera a firma Gatti/Montanari, nella quale oltre a delineare i progetti concernenti il primo anno di attività del microscopio, i due ricercatori ringraziano pubblicamente la Bortolani, Beppe Grillo ed i ragazzi dei Meet up.

Tutti felici dunque: Montanari ha finalmente di nuovo un microscopio su cui lavorare, la Onlus Bortolani che ne detiene la proprietà è riuscita ad incentivare la ricerca contro il cancro provocato da nanoparticelle e Beppe Grillo viene ringraziato da tutti. Stefano Montanari e sua moglie vengono riconosciuti da entrambi i loro "compagni di viaggio" come ottimi ricercatori, affidabili e capaci, meritevoli della loro fiducia.

L’idillio però dura lo spazio di un solo anno, fino al mese di febbraio 2008, quando Stefano Montanari decide di entrare in politica, diventando il candidato premier di "Per il Bene Comune" il neonato movimento creato da Fernando Rossi e Monia Benini. Proprio in quell’occasione Montanari, non mancando di ringraziare Grillo per l’aiuto offertogli riguardo al microscopio, lo invita ad appoggiare il nuovo movimento, dal momento che la formazione politica si fa portatrice delle stesse battaglie condotte da lui negli spettacoli e sul blog. La risposta di Grillo non arriverà mai, se non indirettamente attraverso l’invito a non andare a votare espresso sul proprio blog dal comico genovese, seguito poi dall’indicazione concernente i partiti con il minor numero di condannati, prescritti ecc. ad uso e consumo di coloro che a votare vogliono proprio andarci. Elenco nel quale "Per il Bene Comune" non compare neppure. Da quel momento in poi (stando alle parole di Montanari, Grillo non si è mai espresso in proposito) i due non si sono più né visti né sentiti e sul blog di Grillo non sono più comparsi articoli aventi per oggetto Montanari o le sue ricerche.

Il 17 giugno, al termine di una lunga trattativa condotta all’insaputa di Gatti/Montanari, possessori ed utilizzatori del microscopio, l’Associazione Bortolani annuncia di avere formalizzato "in condivisione con Beppe Grillo" la donazione del microscopio all’Università di Urbino, con una clausola in virtù della quale Gatti/Montanari potranno continuare ad utilizzare per le loro ricerche lo strumento in quella sede, per almeno un giorno la settimana. La donazione viene motivata con la volontà di allargare la ricerca ad altri scienziati e ricercatori così da consentire il massimo sfruttamento delle potenzialità e delle opportunità offerte dal microscopio.

Stefano Montanari, posto di fronte al fatto compiuto, protesta in maniera veemente, mettendo in evidenza come sia materialmente impossibile per lui e sua moglie continuare ad operare con il microscopio ad oltre 200 km e 3 ore di viaggio in auto da casa, una volta la settimana, per tutta una serie di motivi tecnici e logistici incontrovertibili. Aggiungendo inoltre che i soldi dei donatori da lui raccolti durante gli spettacoli e le conferenze erano stati elargiti perché la "libera" ricerca fosse portata avanti da lui e da sua moglie.

La Onlus Bortolani dal canto suo risponde con un articolo pubblicato il 5 luglio, nel quale ribadisce la totale condivisione di Beppe Grillo all’operazione, rassicura in merito al fatto che la ricerca sulle nanopatologie proseguirà ed anzi verrà potenziata e specifica inoltre che in base alla clausola il microscopio potrà essere utilizzato da Gatti/Montanari anche più di una volta la settimana. Nello stesso articolo viene anche introdotta per la prima volta una seconda motivazione alla base della cessione del microscopio: Montanari e sua moglie avrebbero sottoutilizzato lo strumento. Il primo poiché impegnato nella campagna elettorale con Il Bene Comune e nella promozione dei suoi libri, la seconda in quanto impegnata a svolgere un’altra occupazione part time. Viene evidenziato inoltre come la Nanodiagnostics srl di Gatti e Montanari sia una società a scopo di lucro, quasi questa condizione rappresenti una qualche forma d’incompatibilità con la destinazione d’uso del microscopio.

In merito a tale articolo non si può evitare di evidenziare come la campagna elettorale di Montanari con il Bene Comune sia durata in tutto solo un paio di mesi ed i libri nella promozione dei quali egli è impegnato trattino proprio di nanopolveri e nanopatologie, in perfetta armonia con il ruolo di divulgatore delle ricerche da lui più volte sostenuto nell’ambito della collaborazione con sua moglie, anche prima che la raccolta fondi iniziasse. La Nanodiagnostics srl è inoltre sempre stata una società a scopo di lucro, anche a marzo 2007 quando veniva affermato che i due ricercatori avrebbero potuto "finalmente proseguire le loro ricerche grazie al microscopio che tutti voi avete comprato attraverso le vostre offerte." Possibile che nel corso di due anni siano cambiate così tante cose?

Beppe Grillo nel frattempo continua a tacere.

Il 3 settembre 2009 Stefano Montanari rilascia un'intervista nel corso della quale sostiene le proprie ragioni all’interno della vicenda ed invita Beppe Grillo a confrontarsi con lui, per rendergli noti i motivi che lo hanno indotto a sostenere la cessione del microscopio. Afferma che, a parte una visita risalente ai tempi della consegna del microscopio, con tanto di servizio fotografico, Grillo nel corso dei 2 anni successivi non si è mai recato presso il laboratorio, né ha consultato lui o sua moglie per ricevere aggiornamenti sulle ricerche o fare considerazioni in merito allo svolgimento delle stesse.

Dice di ritenersi un personaggio scomodo ed inviso a molti uomini politici ed arriva a ventilare il fatto che dietro la sottrazione del microscopio si nasconda in realtà un complotto ai danni della sua persona e della ricerca sua e di sua moglie nell’ambito delle nanopatologie.

L’11 settembre la Onlus Bortolani comunica con un articolo sul proprio sito di avere provveduto a denunciare Stefano Montanari per diffamazione ed ingiurie, affermando che sarà così un magistrato ad attestare la verità e fare giustizia.

Vista la decisione di demandare al tribunale il proseguo della contesa, stupisce però che sempre all’interno dell’articolo, l’estensore dello stesso la giustizia cerchi di farsela da solo. Possiamo leggere infatti.

"Prendiamo atto che il Sig. Stefano Montanari è molto impegnato in politica (arrivando anche a candidarsi Premier!) e ultimamente in un’intensa attività denigratoria e diffamatoria nei confronti della nostra Onlus."

Ancora una volta la candidatura di Montanari quale premier del Bene Comune viene presa a pretesto di non si capisce bene cosa, dando quasi l’impressione che tale decisione bruci più di quanto sarebbe logico aspettarsi da un’associazione che si occupa di beneficenza.

E si legge ancora nel finale: "Se ci è consentita una constatazione finale, a giudicare dal tempo che il Sig. Stefano Montanari dedica alla politica e all’intensa attività diffamatoria nei confronti della Onlus intasando la rete con le sue sciocchezze, diremmo che di ricerca ne ha fatta e ne sta facendo davvero poca."

Ancora un nuovo accenno alla partecipazione politica di Montanari, oltretutto parlando al presente mentre lui dopo i 2 mesi di campagna elettorale non fa più politica da un anno e mezzo, allora si tratta davvero di qualcosa di più di un’impressione.

In calce all’articolo si può poi leggere che chi volesse approfondire l’attività del Sig. Stefano Montanari e conoscere meglio il personaggio, può prendere visione dell’inchiesta e dell’intervista al riguardo realizzati dalla Dott.ssa Valeria Rossi, giornalista ed editrice del quotidiano on line di Savona Il Ponente.

Allora andiamo a vedere siffatta inchiesta, nel tentativo di capirci qualcosa e di conoscere meglio chi veramente sia Stefano Montanari.

Sarebbe logico aspettarsi di leggere o vedere, finalmente un’intervista al convitato di pietra Beppe Grillo, che oltretutto ai monologhi in video è certo più avvezzo dello stesso Montanari, ma Grillo anche sul Ponente continua a tacere.

Valeria Rossi in compenso afferma di avere scambiato telefonate e mail con la Onlus Bortolani (tali da indurla a togliere dal sito l’intervista a Montanari precedentemente pubblicata), con lo stesso Montanari e con altre persone direttamente coinvolte nei fatti.

Segue la pubblicazione di una serie d’informazioni che la giornalista afferma di ritenere giusto pubblicare, dal momento che sono comprovate da testimonianze e documenti di cui è venuta in possesso. Sarebbe logico attendersi che anche il lettore possa visionare codesti documenti, ma essi nell’inchiesta non vengono prodotti o si limitano a delle mail, ad un filmato ed un link nientemeno che al sito di attivissimo (il re della disinformazione sul web), attraverso i quali la giornalista tenta di costruire un teorema, basato su una vecchia storia di merendine alle nanoparticelle, avvenuta ben dopo l’inizio della raccolta fondi, ma che la giornalista tenta di ricondurre ad un periodo antecedente nel tentativo di sostenere la sua tesi.

Una tesi secondo la quale Montanari avrebbe buggerato Grillo alla stregua di quanto si potrebbe fare con un bambino di 5 anni. Grillo di anni ne ha un poco di più, ed è oltretutto persona arguta ed intelligente, ragione per cui il teorema si rivela addirittura più ardito della cospirazione ventilata da Montanari ai suoi danni. Comunque vi invito ad andare al link del Ponente e giudicare personalmente, tenendo conto del fatto che sul sito della Nanodiagnostics sono sempre stati specificati correttamente i termini di quell’analisi, che non costituiva assolutamente una ricerca scientifica, come (a differenza di quello che si tenta di far credere riguardo a Grillo) compresero evidentemente tutte le aziende incriminate che non ebbero mai nulla da obiettare.

Più avanti la giornalista disquisisce riguardo al vecchio microscopio, suggerendo che esso non fosse stato pagato con i soldi dei due ricercatori come da loro affermato e che in realtà non fosse stato loro realmente sottratto, dal momento che la Dott.ssa Gatti starebbe attualmente lavorando con esso ad un progetto europeo. Tale intuizione deriverebbe da un virgolettato dello stesso Montanari e starebbe a dimostrare che dopo la sottrazione l’apparecchio sarebbe stato riassemblato nell’Università di Modena e gli scienziati potrebbero ancora fruirne, anche se in modo parziale.

Dispiace constatare come nel condurre un’inchiesta così accurata la giornalista non si sia sentita in dovere di leggere il libro "Il girone delle polveri sottili" dove Montanari afferma che il vecchio microscopio fu in parte pagato dalla Comunità europea ed in parte (quella maggioritaria) da lui e sua moglie. Un’affermazione molto diversa rispetto a quella da lei citata, sostenendo che Montanari abbia mentito.

Così come dispiace constatare che Valeria Rossi nella sua inchiesta non sia venuta a conoscenza del fatto che i locali dove è ospitato il vecchio microscopio sul quale lavora attualmente la Dott.ssa Gatti (microscopio che versa oltretutto in condizioni non ottimali) non hanno il permesso per eseguire ricerche sui tessuti patologici umani, ragione per cui le ricerche sulle nanopatologie, oggetto della donazione possono venire effettuate elusivamente presso la Nanodiagnostics con l’ausilio del nuovo microscopio.

Secondo la giornalista, evidentemente poco e male informata, Montanari buggerò dunque Grillo una seconda volta (non si sarebbe detto fosse così facile) facendogli credere gli fosse stato sottratto un microscopio che era ancora in suo possesso, con il solo scopo di convincerlo ad aiutarlo nella campagna di sottoscrizione per acquistarne un altro. Montanari ama dunque fare collezione di microscopi, così come Ghigo amava collezionare orologi? Ma perché Montanari dopo tante mistificazioni e dopo avere preso per il naso Grillo per anni non ha intestato il microscopio nuovo alla Nanodiagnostics e dopo avere sudato le proverbiali sette camicie per raccogliere i soldi ha permesso invece che ne entrasse in possesso la Onlus Bortolani? Che un truffatore di siffatta risma possa avere cpmpiuto uno sbaglio di questo genere risulta davvero inconcepibile, e forse la giornalista ci svelerà l’arcano più avanti.

Più avanti, appunto, si afferma che Montanari avrebbe anche millantato la propria partecipazione a progetti ai quali ha in effetti partecipato ma non da protagonista. Un po’ come raccontare che sei stato la punta del Milan, mentre in realtà giocavi nel Milan ma stavi spesso in panchina.

Sorge il dubbio che la giornalista non sia al corrente del fatto che negli elenchi della Comunità Europea non vengono citati i collaboratori, collaboratori che ogni capo si sceglie come meglio crede. Ragione per cui è possibile che sia proprio quest’inchiesta a millantare una mancata partecipazione di Montanari a dei progetti all’interno dei quali lui era invece presente.

Viste le informazioni raccolte fino a questo punto dell’inchiesta (inchiesta?) la giornalista dichiara di non stupirsi molto del fatto che Grillo e la Onlus, da Montanari non si fossero più fatti vedere. In effetti, come stupirsi? Un farabutto di tale risma in caso di una visita avrebbe perfino potuto sequestrarli e pretendere come riscatto un terzo microscopio, magari più grosso.

Al contrario, se tutte le informazioni regalateci da Valeria Rossi fin qui corrispondessero a verità, sarebbe stato logico aspettarsi che Grillo ed i responsabili della Onlus Bortolani irrompessero nel laboratorio della Nanodiagnostics per chiedere conto a Montanari del suo operato, e invece non si sono fatti più vedere.

Più avanti ancora (che fatica!) la giornalista afferma di voler parlare del secondo microscopio, mentre nella nostra ignoranza pensavamo lo si stesse già facendo, essendo solo quello oggetto del contendere. A questo riguardo lei stessa si dice convinta che il microscopio sarebbe rimasto nelle mani di Montanari, se solo lo stesso avesse prodotto le prove del suo utilizzo a scopo di ricerca, riprendendo le parole di un articolo della Onlus Bortolani nel quale si domanda di produrre i risultati delle ricerche.

Montanari durante questi anni magari avrà anche usato il FEG-ESEM per fare il caffè o come navigatore a bordo della sua vecchia Skoda, ma la giornalista si è premurata di domandare a Montanari se ha fatto ricerca e se ha risposto all’articolo della Onlus Bortolani?

Almeno la prima delle due domande sembra l’abbia fatta, e Montanari stando alle sue parole l’avrebbe aggiornata riguardo alle sue ricerche, che secondo la giornalista apparterrebbero però ad un periodo precedente all’utilizzo del microscopio e forse non sono neppure sue. Così la giornalista può concludere che non risultano, peraltro, pubblicazioni a nome Montanari e/o Gatti relative agli ultimi tre anni, ovvero al periodo di permanenza del microscopio presso il loro laboratorio. Gli anni in verità sono due e mezzo e non avere ancora pubblicato una ricerca non significa certo non avere fatto ricerca, anche se così fosse come la giornalista ci racconta.

Non ci è dato naturalmente sapere quali pubblicazioni incontrerebbero l’approvazione di Valeria Rossi, però per amore del vero occorre constatare come dopo avere espresso a Montanari la stessa domanda, egli ci abbia fornito una lunga serie di pubblicazioni concernenti il periodo in oggetto che, data la corposità, preferiamo pubblicare in fondo all’articolo. 

Ma perché Montanari avrebbe sudato per ottenere un microscopio e poi dormirci sopra?

Valeria Rossi ci svela l’arcano poco più avanti. Montanari avrebbe utilizzato il microscopio per arricchirsi attraverso le analisi private a pagamento e poi avrebbe anche dichiarato pubblicamente tali ricavi, perché essendo un presuntuoso che ama apparire non avrebe resistito alla tentazione.

In realtà la giornalista (in un eccesso d’imparzialità difficile da prevedere da parte di una persona che nel fare un’inchiesta fra due contendenti toglie l’intervista del primo perché glielo chiede il secondo) pubblica anche la spiegazione in cui Montanari afferma di avere fatto ricerca, ma anche qualche analisi a pagamento, per finanziare la ricerca stessa. Sembrerebbe logico, dal momento che una volta acquistato il microscopio la ricerca non la finanziano certo Grillo o la Onlus Bortolani.

Ma la giornalista non ci sta e inizia a fare le pulci a Montanari riguardo alle cifre che lui (possessore del microscopio e ricercatore) dichiarerebbe di avere speso per la manutenzione dell’apparecchio. Novantamila euro l’anno? Ma figuriamoci la ditta produttrice ha detto al massimo trentamila! Cerchiamo sul sito del Ponente i documenti che confermino la correttezza di queste cifre, anche per comprendere se la ditta produttrice si riferisce solo alla manutenzione ordinaria o menziona anche quella straordinaria, ma sul sito questi documenti non ci sono.

Inoltre ci domandiamo se Valeria Rossi nei suoi contatti con Montanari abbia appurato il fatto che la cifra da lei citata sia relativa solamente alla manutenzione e non comprenda invece, come sarebbe più logico, anche le spese relative all’affitto e gestione dei locali ed il costo del personale che in questi anni ci risultano essere state a totale carico di Gatti/Montanari.

Il resto, prosegue la giornalista sono solo ipotesi e supposizioni. Viene da ridere, perché fin qui l’inchiesta ha prodotto forse qualcosa che somigliasse anche solo vagamente ad una prova incontrovertibile e andasse oltre la maldicenza da bar dello sport?

E allora vediamole queste ipotesi e supposizioni, anche se dopo avere visionato i "fatti" vengono davvero i brividi.

Scopriamo che alla giornalista in fondo l’ipotesi del complotto contro Montanari tutto sommato non dispiace, che l’avessero ordito i cementificatori e gli inceneritoristi ci potrebbe anche stare, ma secondo lei per il gusto di anticiparli, Montanari avrebbe fatto tutto da solo in preda ad un eccesso di masochismo.

Valeria Rossi poi invita anche i lettori a riflettere sul fatto che la lotta all’inquinamento è una cosa, la ricerca un’altra e Montanari un’altra ancora. E noi che avremmo giurato si trattasse invece di una trinità.

Ragione per cui il fatto che Montanari inseguendo il nobile scopo della ricerca abbia manipolato le persone, i dati ed i fatti per scopo di lucro personale (in base a quali prove e documenti venga fatta questa affermazione rimarrà per noi un mistero, e dire che la persona denunciata per diffamazione in questa vicenda è proprio Montanari) non deve giocare a favore degli inquinatori e degli inceneritori.

Detto ciò la giornalista conclude affermando che, appurate le gravissime colpe di Montanari, dimostrate attraverso il chiacchiericcio da bar dello sport, comprende benissimo perché Grillo si sia allontanato da questa figura. Lo comprendiamo anche noi, perché mai stare vicino a qualcuno che colleziona microscopi e ti prende per il naso ogni volta che vuole? Pensa lo sapessero gli italiani!

Comprende altresì anche perché la Onlus Bortolani abbia deciso di trasferire altrove il microscopio, naturalmente per il bene dei donatori che erano stati buggerati anche loro da questo losco figuro. Ma non sembra soffermarsi neppure un attimo sul fatto che chi ha tirato fuori i soldi intendeva finanziare la "libera" ricerca sulle nanopatologie e non la ricerca all’interno delle Università, dove di libero non esiste assolutamente nulla. Un particolare che in tutta evidenza la giornalista ritiene trascurabile.

Così come ritiene trascurabili le affermazioni esternate da Montanari nell’intervista da lei pubblicata e poi tolta dal sito dell’inchiesta, secondo le quali ad Urbino nessuno avrebbe mai prodotto una sola ricerca nel campo delle nanopatologie e in quella sede non esisterebbero né i locali né le attrezzature di complemento indispensabili né i tecnici per eseguire quel tipo di ricerca.

Valeria Rossi preferisce invece sottolineare come Montanari possa comunque continuare ad utilizzare il microscopio, sia pure sobbarcandosi un viaggio di 230 km, 460 fra andata e ritorno. Sono tanti, certo, afferma lei stessa, ma poi lascia intuire che in fondo potrebbero costituire una giusta punizione per le sue malefatte.

Come nota finale la giornalista afferma che "Il dottor Montanari avrà ampio diritto di replica". Replica che con tuta probabilità verrà cestinata, come accaduto con l’intervista, qualora la Onlus Bortolani non la ritenga di suo gradimento.

Che dire? Il Ponente e Valeria Rossi ci hanno davvero stupito, inchieste giornalistiche di alta qualità come questa in giro se ne vedono davvero poche!

Arrivando anche noi alla conclusione, dopo avere letto le esternazioni di Montanari, gli articoli della Onlus Bortolani, l’inchiesta del Ponente ed il silenzio di Grillo non intendiamo assolutamente, a differenza di Valeria Rossi, decretare chi abbia torto e chi ragione e se ci siano dei malfattori che organizzano complotti o inseguono fini di lucro personale. Saranno i lettori a farsi un’idea, con la speranza che i link e le osservazioni portate riescano ad essere loro d’aiuto.

Ci preme soltanto fare un’ultima considerazione che riguarda gli unici soggetti buggerati senza dubbio dal dipanarsi di questa vicenda. Le tante persone generose che dinanzi alla "faccia" di Beppe Grillo e Montanari hanno ritenuto giusto donare dei soldi per finanziare la "libera" ricerca sulle nanopatologie meritavano sicuramente di meglio. Raccontare loro che la libera ricerca da oggi in poi si svolgerà all’interno di una pubblica Università, dove i poteri forti la fanno da sempre da padroni, è un esercizio privo di costrutto che avrà come risultato solamente quello di allontanare queste persone da chi non ha saputo mantenere le promesse. Dinanzi a loro il torto e la ragione sfumano, perché non è così che si costruisce sensibilità, partecipazione e credibilità intorno a temi fondamentali quali l’ambiente e la salute. Questo e solamente questo fatto, credo dovrebbe imporre più di una lunga riflessione a tutti coloro che sono stati attori della vicenda, nessuno escluso, neppure chi ha preferito rimanere in un silenzio per molti versi incomprensibile.

Marco Cedolin

A seguire l’elenco delle pubblicazioni relative al periodo oggetto della contesa, fornitoci da Stefano Montanari:

[A.M. Gatti, S. Montanari, Retrieval analysis of clinical explanted vena cava filters J. of Biomedical Materials Research: Part B. 77B, 307-314, 2006 IF 2.105

G. Barbolini, A.M. Gatti, Nanopatologia. Trattato di Istopatologia. Ed. Piccin Nuova Libraria Padova ISBN 88-299-1769-9 2006, Cap.1.5 pag 75-80

G. Barbolini, A.M. Gatti, B. Murer, Pleura, Trattato di Istopatologia. Ed. Piccin Nuova Libraria Padova ISBN 88-299-1769-9 2006, Cap 8.4 pag 1081-1098

K. Peters, R. Unger, A.M. Gatti, E. Sabbioni, A. Gambarelli, J. Kirkpatrick, Impact of ceramic and metallic nanoscaled particles on endothelial cell functions in vitro. Nanotechnologies for the life Sciences Vol.5 Nanomaterials- Toxicity, Health and Environmental Issues Ed. By Challa S.S. R. Kumar Wiley –VCH Verlag GmbH &Co. KGaA 2006. 108-129. ISBN: 3-527-31385-0, vol. 5, 108-125

. Hansen, G. Clermont, A. Alves, R. Eloy, C. Brochhausen, J.P. Boutrand, A.M. Gatti, J. Kirkpatrick, Biological tolerance of different materials in bulk and nanoparticulate form in a rat model: Sarcoma development by nanoparticles J. R. Soc. Interface (2006) 3, 767-775 doi:10.1098/rsif.2006.0145

A.M. Gatti, M. Ballestri, G. Cappelli Nanoparticles: potential toxins for the organism and the kidney? CRITICAL CARE NEPHROLOGY, 2nd Edition, Basic Physiology, Chapter 235 :2007

A.M. Gatti, S. Montanari "Nanopathology" Ed. Pan Stanford 2007, ISBN 10-9814241008

S. Montanari, A.M. Gatti Inquinanti atmosferici, non solo tosse – 7° Congresso nazionale dell’Associazione Italiana per lo Studio della Tosse – Bologna, 8-9 febbraio 2008

A.M. Gatti, S. Montanari Nanopollution: The Invisible Fog of Future Wars – The Futurist (May-June 2008) pagg. 32-34

A.M. Gatti, D. Tossini, A. Gambarelli, S. Montanari, F. Capitani – Investigation of the Presence of Inorganic Micron- and Nanosized Contaminants in Bread and Biscuits

by Environmental Scanning Electron Microscopy – Critical Reviews in Food Science and Nutrition, 49:275-282 (2009)

A. Elder, I. Lynch, K. Grieger, S. Chan-Remillard, A.M. Gatti, H. Gnewuch, E. Kenawy, R. Korenstein, T. Kuhlbusch, F. Linker, S. Matias, N. Monteiro-Riviere, V.R.S. Pinto, R. Rudnitsky, K. Savolainen, A. Shvedova – Human Health Risks of Engineered Nanomaterials: Critical Knowledge Gaps in Nanomaterials Risk Assessment - capitolo di I. Linkov e J. Steevens (eds.) – Nanomaterials: Risks and Benefits – Springer Science + Business Media B.V. 2009 – pagg. 3 - 30

A.M. Gatti, S. Montanari – Nanocontamination of the soldiers in a battle space – capitolo di I. Linkov e J. Steevens (eds.) – Nanomaterials: Risks and Benefits – Springer Science + Business Media B.V. 2009 – pagg. 83 – 92

S. Montanari Nanopatologie, ambiente e inceneritori – Medicina Democratica 168/172 (2007) pagg. 51-58]






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