Prendere il toro per le corna

Data 30/7/2010 16:50:00 | Categoria: Medicina

Questa vicenda personale rappresenta uno splendido esempio di come possiamo cambiare il corso delle cose nel momento in cui decidiamo di assumerci la responsabilità per la nostra salute. Non in modo avventato e casuale, naturalmente, ma in modo razionale e informato, coma hanno fatto i due protagonisti della vicenda.

Prendere il toro per le corna di Freeman

Evitando di ribattere ai talebani delle vaccinazioni-che-hanno-salvato-il-mondo, vorrei limitarmi a riportare la mia esperienza personale con le vaccinazioni.

Antefatto. Mia moglie in occasione della somministrazione di una vaccinazione infantile ebbe una bruttissima reazione: rash cutanei, febbre altissima, vomito, convulsioni. Il tutto durò qualche giorno, e la madre terrorizzata decise di evitarle tutte le vaccinazioni future, anche se il suo medico diceva (già allora!, li indottrinano proprio bene...) che non era certa la correlazione. Ma il suo buon senso di madre prevalse, e così niente più vaccinazioni.

Purtroppo, servì a poco: di lì a qualche anno avrebbe sviluppato il diabete di Tipo 1, a seguito di una reazione autoimmune. Qualsiasi tentativo di collegare l'insorgenza improvvisa della malattia alla reazione avuta in seguito al vaccino si è scontrata contro il muro di gomma del "non è dimostrabile", ma lei in cuor suo ha questo fortissimo sospetto, anche perché nella storia della sua famiglia non esistono casi di diabete (quindi tanti saluti per il fattore ereditario).

Oggi ho due figli, il primo nato ormai quasi 5 anni fa. Si è preso 3 dosi di esavalente, ...
... di cui due nel primo anno di vita.

Era un bambino sano, dopo il primo anno ha cominciato a manifestare di tutto (tralascio per brevità l'elenco dei malanni). Oggi soffre di adenoidi, ha accenni di sindrome dello spettro autistico, è sottopeso, mingherlino, fragile e in seguito ad esami (HLA) eseguiti su consiglio del dottore che lo ha seguito in ospedale per problemi renali, è risultato predisposto alla celiachia ed al diabete (entrambe malattie autoimmuni, faccio notare). Al dottore abbiamo chiesto se in qualche modo fosse possibile ascrivere questa predisposizione alle vaccinazioni, e lui ha fatto spallucce, ma è stato possibilista sul caso "certo, un eccesso di reazione immunitaria ai vaccini potrebbe anche essere una concausa dell'emergere di questa predisposizione, ma chi ve lo dice?". E' esattamente questo il punto, del quale si fanno forti i vaccinatori: è difficilissimo, se non impossibile, correlare le reazioni ai vaccini, almeno su base individuale, in maniera certa. Ma nell'incertezza, bisognerebbe astenersi!

A questo punto, con mia moglie incinta al sesto mese, abbiamo deciso di prendere il toro per le corna, e ci siamo messi a studiare.

Abbiamo preso anche contatti con il COMILVA e con Gava, dopo aver letto il suo splendido manuale (quante notti ci ho passato sopra, andando in ufficio la mattina come uno zombie...). Ci si è dischiuso un universo, che però non ci ha meravigliato più di tanto (avevo già avuto modo di assaggiare le mirabolanti prodezze della c.d. "medicina ufficiale" in occasione del tumore di mio padre, nella cui morte la chemioterapia e la superficialità dei medici hanno avuto un effetto determinante).

A quel punto, prendiamo la decisione: la secondongenita non la vaccineremo, costi quel che costi.
Abbiamo intrapreso la battaglia con la ASL, dopo qualche titubanza della mia compagna, terrorizzata dal potere oppressivo della burocrazia statale, ma alla fine abbiamo ottenuto ciò che volevamo.

Oggi la mia stellina ha quasi 18 mesi, e non ha fatto nessuna vaccinazione. Nessuna.
E' una bambina vispa, allegra, sorridente e, a differenza del fratello vaccinato, non si ammala mai seriamente: certo ha preso qualche raffreddore ed ha avuto episodi febbrili, ma durano una giornata dopodiché è allegra e saltellante come prima. Ed è la più forte della famiglia.

A novembre scorso, abbiamo preso tutti e 4 la c.d. "suina", in famiglia: io l'ho presa peggio di tutti, dopo due settimane ero ancora a pezzi; anche mia moglie ed il primogenito hanno dovuto combattere con il virus per una settimana circa, mentre la piccolina ha avuto la febbre solo per 1 giorno, e dopo soli 3 giorni non aveva più alcun sintomo. E' stata la più forte di tutti, insomma, contro il virus.

Ora, il mio potrebbe essere un caso isolato, senonché confrontandomi con decine di altri genitori del COMILVA in situazioni simili alla mia, con figli sia vaccinati che non, riportano la stessa esperienza: i fratelli non vaccinati sono più forti, allegri, vispi, si ammalano più raramente e superano più facilmente le malattie, rispetto ai loro germani vaccinati.

Non dimostra niente? Ci vuole la "peer-review" (che lo stesso direttore del Lancet qualche anno fa denunciò essere piene di conflitti di interessi e di falsità belle e buone)? A me non servono: io valuto la mia pur piccola esperienza, assistita dal buon senso e dall'amore per i miei figli.

Lascio che i vari "seguaci" continuino pure a credere in ciò che più gli aggrada, io sono felicissimo della mia scelta e se ho un rimpianto è di aver vaccinato mio figlio maggiore, di essere stato superficiale, fidandomi ciecamente della favola per cui le vaccinazioni sarebbero "praticamente prive di rischi".

Chiudo con un incoraggiamento agli aspiranti "obiettori": non fatevi spaventare dalla burocrazia, dalle minacce di pestilenze e anatemi vari, abbiate come unico faro la salute ed il benessere dei vostri figli, ed ogni ostacolo si scioglierà come neve al sole, se sarete adeguatamente informati, consapevoli e determinati nella vostra scelta.

Freeman



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