CASO INDYMEDIA - E' SCADUTO IL TEMPO PER GLI STRUZZI

Data 10/10/2004 6:13:31 | Categoria: politica italiana

CASO INDYMEDIA - E' SCADUTO IL TEMPO PER GLI STRUZZI

Non sappiamo con esattezza quali siano i contenuti delle varie cause depositate contro Indymedia, e quindi - in pura linea di principio - non possiamo condannare un gesto delle autorità congiunte internazionali, purchè sia esso stesso avvenuto nell'ambito e nel rispetto delle leggi vigenti.

Ciò detto, ci riserviamo il pieno diritto di sospettare che si tratti invece di un'operazione in cui il fondamento legale è una semplice copertura, per permettere di tacitare una voce che certamente non piaceva a chi in questi anni gestisce il potere in occidente, ed in Italia in particolare.

Questo lo confermerebbe, fin troppo candidamente, Mario Landolfi di An, il quale, secondo un' ANSA di oggi, "esulta anche perchè fu lui, pochi giorni dopo l'eccidio di Nassiriya nel novembre 2003, a chiedere per primo al governo di chiudere questo sito, in segno di protesta per i commenti pubblicati da Indymedia in quei giorni sui militari italiani."

A questo punto il copione vuole che ogni "spirito libero" si stracci le vesti scandalizzato, urli al mondo tutto il suo sdegno, e si metta ad inveire…
… contro la cecità e l'arroganza di chi sta al potere, fino a non avere più fiato in gola. Ma questo è anche quello che vorrebbe proprio chi sta al potere, perchè sa benissimo che quell' urlo si perderebbe nel vento, nell'arco di una nottata al massimo.

Per quel che ci riguarda, noi preferiamo conservare la voce, e ringraziare.

Ringraziamo prima di tutto l'intero corpo dei partiti di sinistra, ovvero, in questa legislatura, l'"opposizione" per definizione. Sono loro che sin dall'inizio hanno tenuto bordone - se non avallato direttamente - molte scelte del governo chiaramente intese ad una futura restrizione delle libertà individuali. In particolare, proprio le loro proteste, flebili e del tutto formali, al momento di passare la legge sull'Internet di un anno fa, sono state l'esatto equivalente di un avallo complice e servile.

E la loro scandalizzata reazione di fronte ai fatti odierni - il Ministro deve venire in parlamento a spiegare…. ha "tuonato" qualcuno dal suo pergolato di Capalbio - non è che la misura della loro ipocrisia più assoluta. Essi sanno infatti benissimo che nessuno verrà mai a spiegare un bel niente, perchè era già tutto chiarissimo da quando le leggi sono state approvate. La destra sta semplicemente facendo il suo mestiere, sta a loro impedirglielo. Ma essi sanno anche benissimo che siti come Indymedia oggi danno fastidio al governo di destra tanto quanto ne darebbero, in un futuro, ad uno di sinistra.

Più urlano scandalizzati, quindi, più abbiamo la misura della loro complicità nell'operazione. E non ci si venga raccontare che non ci sono modi, pur essendo in minoranza, di fermare una qualunque legge si voglia fermare, se solo lo si vuole davvero. Certo, tocca magari rinunciare a qualche cioccolatino di ritorno, e lì la scelta si fa dura. (I senatori democratici dello stato del Texas, che sono in minoranza, l'estate scorsa sono arrivati a fuggire ripetutamente dalla stato, inseguiti fisicamente dai poliziotti fino alla linea di confine, pur di evitare di votare una legge repubblicana sfacciatamente ingiusta e di parte).

Ma il ringraziamento più grande - chi frequenta questo sito ormai se lo aspetta - va all'intera categoria dei giornalisti, cioè a tutti coloro che sono responsabili di informare il grande pubblico sui vari media di portata nazionale.

E proprio loro, curiosamente, sembrano essersi svegliati oggi da un lungo sogno, nel quale evidentemente la responsabilità che comporta il loro ruolo non aveva trovato posto. Sempre l'ANSA di oggi riporta una dichiarazione della International Federation of Journalism (circa 500 mila in tutto il mondo), secondo cui siamo di fronte "a un'intollerabile e invasiva operazione internazionale di polizia contro una rete specializzata nel giornalismo indipendente''.

Ohibò, e da dove sarà mai arrivata, questa "invasiva" operazione? Su che basi sarà mai stata costruita? Con quali garanzie di non vederne scaturire una rivolta popolare sarà mai stata attuata?

Come abbiamo già cercato di chiarire in articoli passati, è soprattutto grazie ai giornalisti che la grande bugia dell'11 Settembre è passata nei termini in cui è passata. E sono stati indisputabilmente quei termini - il nostro "pacifico mondo occidentale aggredito da forze oscure ed incontrollabili" - a fornire le basi per le leggi repressive che sono state poi approvate con la piena connivenza delle sinistre.

E oggi che quelle leggi sono scattate, i primi a gridare "al fuoco" sono proprio gli incendiari e i portatori di legna di professione.

Finchè non risaliremo all'origine del male, e riusciremo a rimuovere - almeno parzialmente - quella mostruosa bugia criminale, nulla di tutto quello che avviene al suo interno potrà essere evitato.

Ricordiamo infatti che non solo i siti che vengono chiusi, ma le stesse centinaia di civili che muoiono ogni giorno in Iraq e in Afghanistan, o gli innocenti che vengono trattati come animali a Guantanamo ed in mille altre prigioni segrete, esistono solo grazie a questa bugia. Che non si può più fingere di ignorare, senza rischiare a questo punto di divenirne complici totali: anche chi assista ad un semplice furto di pomodori, dopotutto, e non lo denunci immediatamente alla polizia, ne è considerato complice di fronte alla legge.

E' venuto quindi il momento per tutti, sia i cittadini, di destra o di sinistra che siano, sia soprattutto chi li informa, di assumersi in pieno le proprie responsabilità, cercando prima di tutto di fare ogni sforzo possibile - e i mezzi oggi ci sono - per capire cosa sia davvero successo quel giorno di tre anni fa.

Dopodichè, siamo certi che ciascuno saprà benissimo cosa fare, comportandosi in piena libertà rispetto alle conclusioni che ne avrà tratto.

Massimo Mazzucco


VEDI ANCHE: I KRUMIRI DELLE NOSTRE LIBERTA' La nostra precisa accusa ai giornalisti.

PRIGIONIERI DELLA BUGIA

"“IL MESTIERE DI GIORNALISTA È QUELLO DI UCCIDERE LA VERITÀ”



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