Nel 10 anniversario dell’11 settembre

Data 6/9/2011 4:50:00 | Categoria: 11 settembre

di Fulvio Grimaldi

Non vi raccontano che a Tripoli succede una Bengasi o una Falluja all'ennesima potenza: i mercenari Nato, comandati da uno dei più efferati terroristi di Al Qaida, Abdul Hakim Belhadj, assassino che ha operato in tutto il Globo per conto della Cia (come sempre Al Qaida, che ne è stata creata e che ne è manovrata), stanno commettendo carneficine, saccheggiano tutto, uccidono a mani legate i combattenti patrioti catturati, massacrano le famiglie nei quartieri delle case popolari costruite da Gheddafi, danno la caccia, come a Misurata e Bengasi, ai libici neri e agli immigrati dei paesi subsahariani. La Nato lo sapeva, la Nato lo voleva. La Nato continua a bombardare Tripoli e la Libia, segno che Gheddafi e i gheddafiani ci sono. E ci restano, scommettiamo?

Lo strumento risolutivo è sempre il terrorismo. Quelli che la Nato ha affidato al comando del suo boss Al Qaida più qualificato, sempre ovviamente al guinzaglio degli squadroni della morte delle forze speciali Nato, sono quelli che a Bengasi e Misurata hanno compiuto efferatezze sataniche che neanche Dante o Hyeronimus Bosch avrebbero potuto immaginare, sono gli invasati decerebrati, ma ben pagati, che per Cia e Mossad e la civiltà occidentale hanno lavorato in Afghanistan, Iraq, Bosnia, Kosovo (c'era pure l'altro fiduciario, Bin Laden), Cecenia, Al Qaida nel Maghreb, Al Qaida nella Penisola Arabica in Yemen, in parallelo terrorista con i fiorellini "nonviolenti" delle rivoluzioni colorate. Sono quelli che, bontà loro, si sono assunti la paternità Cia-Mossad dell'11 settembre e seguenti. Sono dell'Occidente l'arma di distruzione di massa per eccellenza.

Per coprire la sua complicità, anzi il suo rapporto filiale, con Al Qaida, oggi Washington annuncia di aver abbattuto in Pakistan, ...
... con un drone, il "numero due" di Al Qaida in Pakistan, Atijah Abd el Rahman. E' una balla, smentita dal governo pakistano, ma serve a distogliere il gregge dalla sempre più chiara sinergia terrorismo Nato-terrorismo Al Qaida. Cosa fanno tutti i media? Siguen, laufen nach, follow, suivren, seguono. Magari si baloccano con le lieve insofferenze di Amnesty, ben bilanciate, con i 50.000 (cinquantamila!) prigionieri politici di Gheddafi “fatti sparire”, i 4000 delinquenti comuni liberati fatti passare per "prigionieri politici", il “lusso sfrenato” della famiglia Gheddafi sintetizzato in un deplorevole, eccessivo, tracotante idromassaggio. Qualcuno pensi ai lussi di Buckingham Palace, del Quirinale, delle reggie amiche del Golfo ... Sono cose che valgono le “70mila donne stuprate dai gheddafiani a Bengasi”, a cui un'avvocata "indipendente" ha inviato altrettanti questionari, di cui ne ha avuti indietro 60mila (bum!), tutti a conferma di viagra e stupri. Smascherata da giornalisti investigativi Usa seri, le è stato chiesto di esibire i formulari. O, almeno, i contatti delle sue intervistate. Niente, nada, nothing, rien, nichts. Tale è l'informazione della civiltà democratica e assolutamente superiore. In cui s'è fatta confortevole nido la sinistra del del mondo. E' che aveva tanto freddo...tutta sola... tra branchi e mandrie e stormi e mute di estremisti e popoli intemperanti.

Il paradosso da ridicolizzare tutti i paradossi è che, ucciso e buttato a mare un Numero Uno che era morto di diabete nel 2001 in Pakistan, dopo aver formidabilmente servito lo scontro di civiltà scatenato dall’Impero, gli stessi che si accingono a celebrare con vertiginosa e sanguinaria ipocrisia l’11 settembre attribuito ad Al Qaida e che gli ha spianato la strada per l’assalto al restante mondo, fanno spuntare tutto un florilegio di Numeri Due onde non perdere il ritmo e ulteriormente incentivare e allargare la sfera d’azione dei terrorismi di Stato. La sinergia Nato-terrorismo internazionale, come esemplificata oggi dal comando congiunto Nato-boss di Al Qaida a Tripoli, può apparire sbalorditiva solo per i gonzi alla Marco D’Eramo e altri (del “manifesto”) che danno dei “teorici della cospirazione” e dei “complottisti” a chiunque guardi nelle palle degli occhi e tra gli artigli i veri cospiratori. Vedi attacco alla Libia, Afghanistan, Iraq, grazie al complotto delle panzane, vedi la rapina planetaria ai danni di quasi tutta l’umanità grazie al complotto della “crisi”, vedi mafia, massoneria, Vaticano con Opus Dei e le loro strategie occulte intrecciate tra di loro e con la classe politica e il capitale…). E i gonzi sono anche dei timorosi benpensanti, per cui se qualcosa può sembrare sbalorditivo e, dunque, preoccupante, destabilizzante, meglio tapparsi gli occhi e lanciare fette di prosciutto su quelli degli altri.

Vogliamo allora fare una contro-commemorazione dell’ 11/9, accanto all’occasione ufficiale dei terroristi che si propone, come in Norvegia, di allestire spunti, con Al Qaida ed altri, per dare ancora più denti e obiettivi a terrorismo e guerra (e conseguente stato di polizia interno): Siria, Yemen, Somalia, Iran, Pakistan, e poi Myanmar, Corea del Nord, Eritrea, Algeria, l’Africa tutta, Russia… Cina. Noi, nel nostro piccolissimo, però innervato (come dice Bertinocchio) dalla verità, cerchiamo di limarne le zanne e mozzarne la lingua.

11 settembre, che commissione!

Con libri e pubblicazioni il presidente, vicepresidente e primo consigliere giuridico della Commissione parlamentare Usa sull’11/9 – Thomas Kean, Lee Hamilton e John Farmer Jr. (li conosce Marco D’Eramo, occhiuto inviato negli Usa - si sono dissociati fortemente dalla relazione finale della Commissione. Hanno dichiarato che: l’amministrazione Bush ha ostacolato tutti i lavori, ha negato informazioni e documenti, Bush avrebbe accettato di testimoniare solo se fosse stato accompagnato dal vice Dick Cheney (detto “il macellaio”), né Bush né Cheney hanno voluto testimoniare sotto giuramento, dirigenti e funzionari del Pentagono hanno platealmente mentito alla Commissione, testimonianze sono state rifiutate, la Commissione voleva incriminare questi personaggi per ostruzione della giustizia e falsa testimonianza, la Commissione era stata predestinata a fallire, il governo aveva preso la decisione di non dire la verità sull’accaduto, i nastri del NORAD (Comando Usa Nord) raccontano una storia del tutto diversa da quella passata a noi e al pubblico, “ a tuttoggi non sappiamo perché il NORAD ci ha detto ciò che ci ha detto e che era lontanissimo dalla verità”.

Prosegue la denuncia. Alla maggior parte degli interrogativi della famiglie delle vittime non fu data risposta. Testimoni cruciali non furono chiamati. Furono ascoltati solo coloro che sostenevano le tesi governative. La Commissione era un’operazione politica controllata, non una ricerca di fatti e prove. I suoi membri erano tutti politici. Non c’era un solo esperto della materia. Il senatore Max Cleland si dimise dalla Commissione perché “non avrebbe più potuto guardare negli occhi un qualsiasi americano, in particolare i congiunti”.

Si potrebbe immaginare che, se un pugno di inesperti viveur arabi, alcuni dei quali ricomparsi in vita e di cui non c’è traccia in alcuna lista d’imbarco, hanno potuto minchionare la Cia, l’FBI, 16 agenzie di intelligence Usa, tutti i servizi segreti alleati, in primis il Mossad, il Consiglio Nazionale di Sicurezza (organo principe dello Stato di Polizia), il Dipartimento di Stato di una Medusa con i serpenti in testa come Hillary, il Norad, la Sicurezza aeroportuale quattro volte nella stessa mattinata, i controllori del traffico aereo, il presidente, il congresso e tutti i media, eccetera, si dovrebbe poter chiedere come un simile improbabilissmo ambaradan sia potuto succedere. Magari aggiungendo come mai quegli agenti del Mossad, che erano pronti a filmare lo spettacolo e, alla sua riuscita, si sono visti saltellare di esultanza e darsi dei cinque, il cui pulmino rigurgitava di materiale elettronico sofisticatissimo, fossero stati rilasciati e rispediti nel covo Israele dopo pochi giorni.

Marco d’Eramo e tutta l’allegra brigata dei pecoroni collaborazionisti che recitano ancora il rosario delle bufale Usa sull’11/9 (come su Libia e tutti gli altri) farebbero bene, se giornalisti, a bersi un caffè con qualcuno di queste organizzazioni, composte da migliaia di persone: Architetti e Ingegneri per la Verità sull’11/9, Vigili del Fuoco per la Verità sull’11/9, Piloti per la Verità sull’11/9, Scienziati per la Verità sull’11/9, Ricordare la Torre n. 7, Famiglie delle Vittime per la Verità dell’11/9. E non sono gli unici. Ci sono alcuni dei più prestigiosi esponenti Usa e internazionali di queste categorie, quelli che non dipendono da guiderdoni di Stato, quelli che non se la sono fatta sotto davanti alle rappresaglie di carriera, reddito, reputazione. C’è dunque da chiedersi perché mai, mettiamo, 1.500 ingegneri e architetti dovrebbero sostenere una montatura che con ogni certezza gli mette a repentaglio cose della vita assai importanti.

David Ray Griffin, accademico Usa, ha scritto 10 libri confutando la versione governativa. In Italia lo ha fatto Giulietto Chiesa, uno dei giornalisti più seri e addentro alle cose. Gli scienziati hanno sottolineato che non è stata data una spiegazione per la fusione dell’acciaio rinforzato. Nessuno ha mai risposto sul crollo, per ovvia demolizione controllata (confermata dal proprietario) della Torre 7, contente gli uffici operativi dell’Intelligence. La relazione non ne ha potuto parlare, nessuno ha mai dato una spiegazione. Una squadra di chimici dell’Università di Copenhagen ha rintracciato tra le macerie di Ground Zero residui di nanotermite, un esplosivo avanzatissimo di potenza nucleare. I dirigenti dei Vigili del Fuoco hanno lamentato che nessuna inchiesta forense è stata condotta sulla distruzione e sui resti degli edifici. I detriti di metallo sono stati portati oltremare entro 24 ore. Il che costituisce reato.

E tralasciamo, rimandando alla miriade di documenti pubblicati, l’elenco massiccio delle aberrazioni e falsificazioni tecniche, smentite inesorabilmente dalle riprese televisive e da operatori sul posto; i retroscena della speculazione borsistica sugli effetti dell’attentato; il ruolo del magnate ebreo Larry Silverstein, neoproprietario di un complesso di grattacieli da abbattere perché obsoleti e pieni di amianto, ma ottimo pretesto per una miliardaria speculazione assicurativa; coloro, amici, affini, impegnati nelle Torri, che furono avvisati in salutare anticipo dell’apocalisse; l’ilare disinvoltura con cui si è sorvolato sul prodigio di scapestrati arabi, falliti all’esame di guida di un Piper, che a New York e a Washington compiono con enormi Boeing acrobazie che i più esperti piloti del mondo giurano che mai le avrebbero potuto compiere. Ma nelle ceneri fumanti dei detriti frantumati s’è trovato, lucido e integro, il passaporto del caposquadra.

Tutto questo diventa quasi irrilevante davanti all’inesorabile e agghiacciante cui prodest dell’intera operazione. L’11 settembre, con i successivi episodi analoghi, quelli fasulli (polverine nelle scarpe o nelle mutande di viaggiatori, esplosivi da allestire in toeletta d’aereo e che avrebbero fumigato l’intera cabina, pullman con fuochi d’artificio a Times Square) e quelli certamente in preparazione, è l’evento decisivo dell’era in cui siamo entrati con il beneplacito della”sinistre” a partire dall’esperimento di laboratorio Contras del Nicaragua di Reagan. Scontro di civiltà, oggi arrivato in Libia, fomentato con l’arma del terrorismo dinamitardo, assassino e mediatico; dittatura della finanza per cancellare la politica e gli Stati sovrani e attuare l’ultimo grande trasferimento di ricchezza e di risorse (ambiente da uccidere) dal basso al minuto cocuzzolo capitalista.

Senatore e viceministro Usa: lezione alle “sinistre”.

Scrive Paul Craig Roberts, senatore e, sotto Reagan, sottosegretario del Tesoro, poi presidente o membro di numerose commissioni parlamentari, cattedratico di economia in 6 università Usa, editorialista del Wall Street Journal: “La versione data dal governo Usa dell’11/9 è la base di partenza per le infinite e interminabili guerre che stanno esaurendo le risorse dell’America e distruggendo la sua popolazione, insieme a tante altre. Ed è il fondamento del nostro Stato di Polizia che finirà con l’abbattere qualsiasi opposizione alle guerre. Gli americani sono incatenati alla storia dell’attacco islamico dell’11/9, perché è questo evento che giustifica la carneficina delle popolazioni civili in numerosi paesi islamici e giustifica Stati di Polizia domestici quale unica difesa dai terroristi. Già abbiamo la metamorfosi di terroristi in “estremisti politici”, “agitatori sociali”, “ambientalisti”, “animalisti”, attivisti antiguerra…

Oggi siamo insicuri, non a causa di terroristi o estremisti interni, ma perché abbiamo perso le nostre libertà civili e non possiamo difenderci da un potere che non deve rendere conto. Forse varrebbe la pena chiedersi, in dibattiti pubblici e in parlamento, come tutto questo abbia potuto succedere”. Non vi pare, Marco D’Eramo e compagnia salmodiante i karma tossici.

Finchè rimane in piedi questa Disneyland nucleare che è la versione ufficiale sull’11/9, le nostre parole svaporeranno in quei fumi tossici, le nostre armi politiche saranno ferrovecchio spuntato, non ci sarà salvezza per il mondo. Hic Rhodus, hic salta. Conniventi dell’anticomplottismo, sarete chiamati a pagare. Ma temo solo dai vostri manovratori.

Fulvio Grimaldi

Fonte: Mondocane

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NOTA: Riguardo al presente articolo vorremmo apportare alcune correzioni sui fatti dell’11 settembre. Fra virgolette le frasi di Grimaldi, a seguire le nostre annotazioni.

“Nessuno ha mai risposto sul crollo, per ovvia demolizione controllata (confermata dal proprietario) della Torre 7,…”

Alla fine gli enti preposti (NIST) hanno risposto sul crollo, dicendo che si tratta dell'unico caso nella storia di grattacielo con struttura in acciaio ad essere crollato a causa di un incendio. Questa spiegazione, ovviamente, è stata contestata dal Movimento per la verità sul 9/11 in generale, e da Architects & Engineers in particolare.

“La relazione non ne ha potuto parlare, nessuno ha mai dato una spiegazione.“

Per la precisione, il 9/11 Commission Report contiene 4 riferimenti al WTC7 ma nessun riferimento specifico al crollo dell’edificio. In ogni caso una spiegazione da parte del NIST è stata data in seguito, ed è quella di cui sopra.

“ ...nanotermite, un esplosivo avanzatissimo di potenza nucleare”.

A quel che ci risulta, la nano-thermite è un eplosivo di grande potenza, ma non ha nulla a che fare con l’idea di “nucleare”. (Forse Grimaldi lo intendeva in senso metaforico, ma è meglio chiarire).

“I detriti di metallo sono stati portati oltremare entro 24 ore. Il che costituisce reato.“

I realtà i detriti di metallo sono stati portati oltremare - in buona parte, ma non tutti - qualche settimana dopo. Sul fatto che ciò “costituisca un reato” non possiamo essere certi, visto che non siamo a conoscenza di tutti i passaggi della catena di custodia fra le varie autorità interessate, nè della legislazione specifica. Di certo possiamo affermare che il gesto abbia generato uno scandalo enorme nella comunità scientifica - e non soltanto - come fu riportato ai tempi dal New York Times.

Il pezzo di Grimaldi rimane ovviamente un articolo politico e non tecnico, ma ci è sembrato comunque oppurtuno aggiungere queste precisazioni.

Massimo Mazzucco




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