Corea del Nord: la messinscena infinita

Data 28/4/2012 2:30:00 | Categoria: news internazionali

Se c'è una anomalia, all'interno di un mondo già decisamente anomalo, è sicuramente quella rappresentata dalla Corea del Nord. In una situazione dove ormai la globalizzazione ha raggiunto ogni angolo del pianeta, questa nazione appare come un vero e proprio residuato di tipo ideologico, appartenente ad un'epoca ormai lontana.

Strangolata da oltre 50 anni di sanzioni economiche di ogni tipo, la Corea del Nord è riuscita a sopravvivere rimpiazzando con l'orgoglio quello che non poteva avere sul fronte dei beni di consumo. Evidentemente per la elite al potere in Corea è più importante conservare un privilegio relativo, di fronte ad una popolazione adorante, piuttosto che rassegnarsi ad una realtà ben più triste e sconfortante, se vista dall'esterno.

Ma poi in qualche modo i coreani con la realtà esterna devono confrontarsi: viene infatti da sorridere nel sentire i loro diplomatici che stigmatizzano gli occidentali "schiavi del capitalismo", quando loro stessi sono obbligati a inventarsi ridicole messinscena pur di ottenere dall'occidente tutto ciò di cui hanno bisogno.

Risale a qualche anno fa la sceneggiata del loro primo "impianto nucleare" ...

... - una specie di mega-lavatrice arrugginita, sistemata in qualche modo in una cisterna di cemento, con la quale i nordcoreani fingevano di perseguire l'arricchimento di chissà quale materiale radioattivo.

Questo fu sufficiente per giustificare una "seria preoccupazione" da parte degli Stati Uniti, i quali convinsero i nord-coreani a chiudere al più presto la loro lavatrice, in cambio di qualche quintale di grano e una dozzina di barili di petrolio.

Ultimamente i nordcoreani ci hanno riprovato, inventandosi un presunto lancio "pacifico" di un satellite per le comunicazioni, che naturalmente ha fatto subito "preoccupare" gli occidentali perchè "visto da fuori" sembrava invece un test per un missile di tipo balistico.

In realtà - questo lo sanno tutti - i missili sono missili, e da fuori non c'è modo di vedere se dentro ci hai messo una bomba atomica oppure la sedia a rotelle di tua nonna. Ma evidentemente gli occidentali si erano già dimenticati che la mega-lavatrice era stata spenta, e che i nord-coreani posseggono al massimo qualche granata avanzata dalla guerra del '52, e così i telegiornali occidentali hanno potuto "preoccuparsi" di questa nuova "minaccia" per un paio di settimane.

In realtà c'era comunque poco da temere, visto che il poderoso siluro nord-coreano è esploso in aria dopo circa un minuto di volo, come se fosse un pacco di mortaretti che prende fuoco prima del previsto.

Ma i nordcoreani ormai devono averci preso gusto, e continuano a bluffare come incalliti giocatori d'azzardo: sembra infatti che all'ultima parata militare abbiamo fatto sfilare sei poderosi missili - questi sì, di tipo rigorosamente militare - che alla fine sono risultati essere più o meno dei tubi vuoti, riverniciati per l'occasione. E pure avvitati male, a quel che dicono gli "esperti" occidentali che hanno analizzato le foto.

Nel frattempo i contadini nordcoreani vanno sempre a lavorare a piedi, mentre l'intera nazione vive ad un livello medio semplicemente vergognoso.

Forse sarebbe ora che l'occidente smettesse di fingere di avere a che fare con una nazione pericolosa, e la smettesse di ricattarla in modo vergognoso, pur di vincere a sua volta una battaglia ideologica ormai inutile ed obsoleta.

Va bene, avete vinto voi, siete contenti? Hanno vinto l'I-Phone, il televisore al plasma e le celebrità di Facebook. Concedete finalmente ai nordcoreani di avere lo stesso accesso a questo bendidio che hanno tutte le altre nazioni del mondo, e lasciate almeno che siano loro a mandare affanculo una volta per tutte quei quattro cialtroni che continuano a cercare di restare al potere non certo per motivi ideologici ma per un vantaggio personale.

Poi casomai farete i conti anche con i nordcoreani, quando "Occupy Wall Street" sarà diventata "Occupy PyongYang." Tanto, di lì dobbiamo passare tutti per forza.

Massimo Mazzucco



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