TAV, parte il primo buco

Data 30/11/2012 0:40:00 | Categoria: Energia e Ambiente

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di Marco Cedolin

Dopo quasi un anno e mezzo dall'occupazione militare della Maddalena di Chiomonte, la macchina del TAV si appresta a mettersi in moto per lo scavo del primo tunnel dell'alta velocità in Val di Susa. Stando alle informazioni rilasciate dai media, confermate dall'attività del cantiere, già entro la fine della settimana la fresa inizierà a bucare la montagna per lo scavo del tunnel geognostico di 7,5 km, deputato a diventare la discenderia del megatunnel di 57 km che costituirà la spina dorsale dell'opera. Se tutto andrà come previsto, Mario Monti potrà così presentarsi lunedì al vertice di Lione con Hollande, annunciando che in Italia il TAV Torino - Lione é ufficialmente partito, nonostante le contestazioni....

E nonostante dispiaccia scriverlo sembra davvero alto il rischio che le cose vadano a finire proprio così. Anche agli occhi di qualsiasi osservatore disincantato ...
... (e non faziosamente contrario al TAV, come il sottoscritto), la differenza di statura fra l'opposizione al "buco" nel 2005 e quella odierna non può che apparire palese.

Sette anni fa, seppur in maniera molto più disorganizzata rispetto ad oggi, decine di migliaia di valsusini, insieme a buona parte dei sindaci della Valle scesero in strada e si opposero fisicamente allo scavo del tunnel.

Oggi il sentimento di opposizione all'opera é se possibile in Valle ancora più condiviso, dopo avere conquistato solidarietà e consapevolezza in ogni parte d'Italia. Ma dopo il "commovente" assalto al cantiere del 3 luglio 2011, durante il quale quasi centomila persone (della valle e del resto del paese) sfidarono la gragnuola di lacrimogeni tossici lanciati sulle loro teste per un'intera giornata, la situazione é andata progressivamente normalizzandosi. A causa di tutta una serie di ragioni, assai complesse da sviscerare nella loro interezza insieme alle relative responsabilità, a contrastare fattivamente l'attività del cantiere nei mesi successivi sono rimaste un paio di migliaia di persone, mentre il grosso delle famiglie contrarie all'opera ha ritenuto sufficiente spendersi esclusivamente nelle manifestazioni con le bandiere, facendo di fatto mancare quell'opposizione popolare che riempiva le strade e nel 2005 si rivelò decisiva nel respingere l'opera.

L'entusiasmo che aveva portato le famiglie a riempire i presidi, a passare le notti al gelo ed a fronteggiare in decine di migliaia polizia e carabinieri, ha così lasciato spazio al senso d'impotenza, alla rassegnazione, al convicimento che comunque di più non si possa fare.

Così magari già domani o fra un paio di giorni la fresa violerà la montagna e lo scavo del TAV entrerà a far parte della realtà della Val Di Susa. Non si tratta del megatunnel, ma "solamente" della galleria geognostica, quella stessa che nel 2005 sotto la neve decine e decine di migliaia di persone rispedirono con forza al mittente, convinte che si poteva, ma soprattutto si doveva fare.

Marco Cedolin

Il Corrosivo




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