E' una questione di linguaggio

Data 3/3/2013 2:40:00 | Categoria: politica italiana

A prima vista, sembrerebbe che la situazione politica italiana sia in stallo per una semplice questione matematica: con tre partiti che si sono divisi gran parte dei voti, non ci sono i numeri per formare una solida maggioranza di qualunque tipo.

In realtà, quello che sta bloccando oggi l'Italia è soprattutto un problema di linguaggio.

Questi tre grandi partiti infatti non parlano tutti la stessa lingua. Due di loro, PD e PdL, parlano ancora la lingua del passato, che si basa su affermazioni intenzionalmente vaghe, giri retorici, messaggi trasversali e codici cifrati. All'interno di quella lingua c'è tutto lo spazio per l'ipocrisia, per l'inganno, per la malafede, e per i più perfidi trabocchetti.

Il Movimento Cinque Stelle invece parla la lingua del futuro: diretta, semplice, immediata, senza fronzoli e senza retorica. Dice pane al pane, e belìn al belino. All'interno di questa lingua non ci sono ambiguità, non c'è spazio per l'ipocrisia, e la malafede è condannata già in partenza a venire smascherata.

La vecchia guardia ha imparato a parlare quando a fare da pubblico controllore c'era la televisione. Sapevano quindi benissimo di poter alludere, di poter fingere, e di poter mentire, perché tanto la televisione non li avrebbe mai messi con le spalle al muro. Al massimo avrebbe finto di farlo, ...
... con le "finte inchieste giornalistiche" del ventennio passato, che un realtà fanno anche loro parte del grande inganno.

Il Movimento Cinque Stelle invece ha imparato a parlare quando a fare da controllore c'era già Internet. In Internet nessuno può mentire, questo lo sappiamo tutti. Se vuoi sopravvivere in rete, prima di tutto devi essere onesto, diretto e trasparente.

Ecco perché oggi assistiamo a un dialogo tra sordi: Grillo dice "tutti a casa" e Bersani replica: "Fin qui hanno detto 'Tutti a casa'. Adesso sono nella casa anche loro. Quindi adesso o dicono 'Tutti a casa' ma compreso loro, o dicono come vogliono ristrutturare la casa''.

Bersani cioè finge di non capire, perchè è abituato da sempre a fare così, quando si trova in difficoltà.

Grillo dice "Voteremo solo le leggi che fanno parte del nostro programma", e Bersani replica:"Io voglio fare una legge sui partiti e sono pronto a discutere del finanziamento ai partiti''. Usa cioè la tecnica di chi finge di venirti incontro senza doversi impegnare su nulla di preciso, perchè è abituato da sempre a fare così, quando è costretto a sbilanciarsi.

Grillo dice "Vogliamo trasparenza e partecipazione", e Bersani replica: "Finanziamento ok, pero' tu adesso mi spieghi, quando facciamo la legge sui partiti, com'e' la trasparenza e la partecipazione, come si eleggono gli organismi dirigenti, com'e' il codice etico per le candidature''. Bersani cioè rimanda la palla al mittente, perchè non è assolutamente in grado di comprendere termini come "trasparenza" e "partecipazione". Non fanno parte della sua storia, non fanno parte della sua cultura, e quindi non fanno parte del suo vocabolario.

Ha ragione Grillo, quando dice che "sono tutti morti": non è solo una boutade di cattivo gusto, è una constatazione realistica dei tempi che cambiano.

Non è possibile dialogare se non si parla la stessa lingua, ed è persino da stupidi provarci.

A questo punto, bisogna solo aspettare. Se queste persone non si sbrigano ad imparare in fretta la nuova lingua, vorrà dire che dovranno farlo nella prossima reincarnazione.

Massimo Mazzucco



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