Le risposte di Jérôme Quirant

Data 16/10/2013 20:20:00 | Categoria: 11 settembre

Il debunker francese Jérôme Quirant ha risposto alle 50 domande poste dal mio film “11 settembre - La Nuova Pearl Harbor”.

Ecco le sue risposte, seguite dalle mie repliche. [Traduzione dal francese di Alexcam. L’originale completo è qui).

Domanda 1 - Sapendo che gli attacchi erano imminenti, sapendo che avrebbero potuto utilizzare aerei dirottati, ma non sapendo quando e dove ciò sarebbe accaduto, era un buon motivo per rafforzare al massimo la difesa e per tenere aerei pronti a decollare in qualunque momento, in ogni parte della nazione. Perché invece si è voluto programmare così tante esercitazioni nello stesso giorno, mentre restavano solo quattro caccia in stato di allerta per difendere proprio il settore della nazione che più rischiava di essere attaccato?

Domanda 2 - Dopo essersi reso conto che l'America era sotto attacco, alle 9,03, perchè Eberhart non ha immediatamente sospeso tutte le esercitazioni militari, e richiamato alla base tutti i caccia disponibili?

Domanda 3 - Perchè Myers non gli ha chiesto di farlo, durante la loro telefonata, dopo essere stato aggiornato dallo stesso Eberhart sull'attacco in corso?

Domanda 4 - E perchè la Commissione 11 settembre non ha mai posto a nessuno dei due generali queste domande di fondamentale importanza?

QUIRANT: “Queste domande non hanno nulla a che fare con gli argomenti tecnici e scientifici dei quali mi sono personalmente interessato.”

Questa è una risposta veramente sorprendente. Dobbiamo infatti dedurre che Quirant abbia deciso di difendere la versione ufficiale dell’11 settembre senza nemmeno essersi interessato a quello che è sicuramente il problema più importante di tutti, ovvero la mancata difesa aerea. E come se un Testimone di Geova andasse in giro a sostenere che “la Bibbia è parola divina” senza aver nemmeno letto il libro della Genesi. Tu gli chiedi “Come mai nel Capitolo 1 Dio crea prima le bestie e poi l’uomo (Genesi 1, 1:25), mentre nel Capitolo 2 crea prima l’uomo e poi le bestie (Genesi 1,2:18)?”, e il Testimone di Geova ti risponde “Non lo so, non mi sono mai interessato della Genesi. Io ho letto solo il Deuteronomio e il Libro dei Profeti. Però sono sicuro che la Bibbia sia parola divina.”

Soltanto i dogmatici puri si comportano in questo modo, superficiale e grottesco insieme. Il mondo della ragione abita a migliaia di anni luce di distanza da loro.

QUIRANT: “Non sono piuttosto domande che vanno poste direttamente agli interessati?

Non ha nessuna importanza “a chi” vengono poste le domande. Ciò che è importante è che nessuno è in grado di dare una risposta valida, nè gli interessati nè i debunkers. Questo conferma che con tutta probabilità ci fu una complicità dei militari negli attentati, e che quindi la versione ufficiale dei “dirottamenti” sia soltanto una bugia colossale.

Domanda 5 - I servizi segreti sapevano dell'aereo in avvicinamento da almeno 30 minuti, avevano la possibilità di abbatterlo, e avrebbero dovuto farlo per difendere la capitale. Invece non lo hanno fatto. Perché?

Domanda 6 - Rispetto all'episodio descritto da Mineta, puoi suggerire qualcosa di diverso da un ordine di non abbattere l'aereo, da parte di Dick Cheney, prima che questo colpisse il Pentagono?


QUIRANT: “ Una ricerca più seria di quella presentata nel documentario mostra una contraddizione lampante fra le dichiarazioni di Mineta e il momento dell’arrivo di Cheney nella sala riunioni in questione. Quel giorno ben 11 aerei furono dichiarati possibili dirottamenti. Quello a cui si fa riferimento non è quello che ha colpito il Pentagono. La scena descritta da Mineta deve per forza essere avvenuta dopo il 3° impatto, se non addirittura dopo il 4°. Una analisi minuziosa e pienamente documentata sul caso Mineta si trova a questa pagina.

È evidente che Quirant sia poco preparato in materia, visto che rimanda ad argomentazioni utilizzate dai debunkers 4 o 5 anni fa. E’ altrettanto evidente che Quirant non abbia guardato con attenzione il mio film, altrimenti si sarebbe accorto che l’ “analisi minuziosa” di cui parla viene smentita proprio dalla documentazione da me presentata nel film: le testimonianze di David Bohrer, di Ashley Estes, di Richard Clarke, di Eric Edelmann e dello stesso Cheney – oggi come 12 anni fa - confermano oltre ogni ragionevole dubbio la presenza del vicepresidente nel PEOC prima delle 9.37.

Di “poco serio”, in questo caso, c’è soltanto la presunzione con cui Quirant affronta un argomento che chiaramente non conosce, sperando che sia sufficiente buttare là un link qualunque – vecchio oltretutto di diversi anni - per dare l’impressione di aver risposto alle mie domande.

Domanda 7 - Marwan Al-Sheikki non aveva mai guidato prima un jet nella sua vita, per non parlare dei grossi aerei passeggeri. Come ha potuto eseguire salite di 3000 piedi al minuto e discese vertiginose da 10.000 piedi al minuto, mantenendo sempre l'aereo sotto controllo, e perché mai avrebbe voluto correre rischi del genere, compreso il rischio di scontrarsi in volo con altri aerei, invece di navigare in sicurezza con il pilota automatico fino al bersaglio prescelto?

QUIRANT: “Marwan al-Sheikki (volo 175-WTC2),come Mohammed Atta (volo 11-WTC1), ha ottenuto la sua licenza di pilota commerciale il 19 dicembre 2000, terminando cosi la sua formazione alla Huffman Aviation, ed hanno seguito anche dei corsi su dei simulatori professionali (Boeing 727 e 767). Un minimo di 9 ore é stato contabilizzato per ognuno di loro attraverso rilievi dei centri di formazione.
http/911myths.com/index.php/Marwan al-Shehhi Timeline :Official


A leggere il rapporto della Commissione sono capace anch’io. Ma non cambia il fatto che quest’uomo non avesse mai guidato un jet prima nella sua vita. Non si spiegano quindi le manovre spericolate che avrebbe fatto, sempre ammettendo che fosse in grado di compierle.

QUIRANT: “10000 piedi al minuto corrispondono a 50 metri al secondo.Tenendo conto della velocità dell’aereo in quel momento(850km/ora in media),cio dà una pendenza del 21% ?sia unangolo di 12°.Certamente é importante(sopratutto inconfortabile per i passegeri) ma questo non é niente di « vertiginoso »!

E’ perfettamente inutile mettersi a giocare con i numeri, a questo punto. Se Quirant avesse guardato con attenzione il mio film, si sarebbe accorto che è il controllore di volo Dave Bottiglia a dire “Queste sono cose che non abbiamo mai visto prima” e “sono cose mai sentite prima”, non sono stato io a farlo.

Se quindi Quirant vuole contestare l’opinione di Bottiglia posso metterlo in contatto con lui, così magari lo convince a cambiare idea. Nel frattempo preferisco fidarmi di quello che dice un controllore di volo con 20 anni di esperienza, e non di quello che dice un debunker come Quirant, che non mi risulta avere la minima qualifica in campo aviatorio.

QUIRANT: “In ogni caso non era la picchiata mostrata in maniera totalmente falsa sul documentario. In più ,queste cifre non sono statte ragiunte che su dei brevi periodi estremamente corti (qualche secondo), e risultanti da flutuazioni importanti attorno a una discesa media di 6000 piedi al minuto (dunque con un angolazione minore, di 7°). […]

E’ la famosa “Variabile di Duputrenko”, che dice: “Un atleta può correre per un’ora a 30 Km./h, ma poi ”soltanto per brevi periodi estremamente corti (qualche secondo)”, può arrivare a 70 Km./h.” E’ una cosa che accade spesso, nelle gare di atletica: a volte lo schizzo in avanti del corridore è talmente rapido che gli spettatori non se ne accorgono nemmeno. L’importante è che la velocità media rimanga intorno ai 32 Km./h.

Parlando seriamente: non solo il ragionamento di Quirant è improponibile, ma in realtà i dati RADES parlano di 2 minuti consecutivi ad oltre 500 nodi orari, per il volo 175, e non di “qualche secondo”. Lo ripeto a Quirant, guardi il mio film con maggiore attenzione, invece di far perdere tempo a tutti con affermazioni insensate.

QUIRANT: “A parte volere abusare di tale questione, perchè lasciare pensare che sarebbe stato sufficiente ingaggiare il pilota automatico, e scendere da 10000 piedi (o più) per centrare l’obiettivo? Per quale motivo, a che cosa servono i piloti negli aerei ?

Guardi Quirant che non sono stato io a “lasciar pensare che sarebbe stato sufficiente ingaggiare il pilota automatico per centrare l’obiettivo”. Lo afferma il suo collega Paolo Attivissimo, nel film che lei evidentemente – insisto - ha guardato con pochissima attenzione.

A me di dire una imbecillità del genere non passerebbe mai per la testa.

[Confesso che è molto divertente vedere i debunkers che si smentiscono fra di loro, senza nemmeno rendersene conto].

Domanda 8 - Ziad Jarrah non aveva mai guidato prima un jet nella sua vita, per non parlare dei grossi aerei passeggeri, ed aveva anche una scarsa esperienza con i piccoli aerei da turismo. Come ha potuto eseguire una discesa "così veloce che il computer non riesce a stargli dietro", pur mantenendo sempre l'aereo sotto controllo, e perché mai avrebbe voluto correre rischi del genere, compreso il rischio di scontrarsi in volo con altri aerei, invece di navigare in sicurezza con il pilota automatico fino al bersaglio prestabilito?

QUIRANT: “Pilota automatico, bis repetita. L’aereo ha puntato verso il suolo poco prima di schiantarsi, niente di cui meravigliarsi, dunque, che il computer di bordo non riuscisse a seguirlo in quel momento. Ma non prima.

Nuovamente, Mr. Quirant, non ha guardato il film con attenzione. Il controllore di volo Stacey Taylor dice chiaramente (Parte 1 - 01.02:24) che l’aereo ha iniziato “una discesa così rapida che il computer non riusciva a stargli dietro” subito dopo il dirottamento, intorno alle 09.35, e non “prima dello schianto”, che è avvenuto alle 10.03.

QUIRANT: “Ziad Jarrad(volo 93-Shanksville),oltre ai corsi di pilotaggio classici che gli avevano permesso di ottenere una licenza di pilota privato, aveva fatto una decina di ore in simulatore professionale (Boeing 727 e 737). link.

Come spiega chiaramente il mio film, i Boeing 727/737 sono aerei progettati negli anni ‘70, completamente diversi dai 75/767 dirottati l’11 di settembre. Fare qualche ora di addestramente sul simulatore di un 727 /737, per poi pilotare in quel modo il Volo 93, sarebbe come fare qualche giro di pista con la Lotus 1970 di Emerson Fittipaldi, per poi saltare a bordo della Lotus di Grosjean e vincere una gara di F1 al primo tentativo.

Nemmeno nei fumetti dell’Intrepido raccontano cose del genere.

Domanda 9 - Come può un dilettante [Hani Hanjour] che era ritenuto incapace di volare da solo con un monomotore, che "faticava a capire i principi fondamentali del volo", e che non si era mai seduto prima ai comandi di un 757, diventare improvvisamente capace di pilotare un aereo di quelle dimensioni alle massime velocità?

QUIRANT: “Prima osservazione, non c' é stato un « raso terra » nel crash sul Pentagono come é stato ripetuto alla nausea dai « truthers »,e, ancora una volta( !) in questo film. L’aereo scendeva a circa 20metri al secondo, nel suo avvicinamento finale. Era dunque una discesa rapida verso l’obiettivo e non un raso terra.

Ha ragione Quirant, non c’è stato nessun raso terra. Infatti i pali della luce sono caduti perchè si sono spaventati, e non perchè li hanno tagliati (o meglio, li avrebbero tagliati, secondo la VU) le ali dell'aereo.

QUIRANT: “In seguito, Hani Hanjour (volo 77-Pentagono), in piu di 600 ore di volo che gli hanno permesso di ottenere una licenza di pilota privato, aveva effettuato diverse decine di ore di esercitazione su simulatore professionale.

A questo punto non penso che Quirant abbia guardato il mio film di fretta, penso proprio che non l’abbia guardato del tutto.

QUIRANT: “Tutti i piloti sanno che le manovre piu delicate sono l’atterragio e il decollo, non dirigere un aereo verso un obiettivo.

Se c’è qualcosa che “tutti i piloti sanno”, è che una persona che non è in grado di pilotare un Cessna 150 non puo’ pilotare un Boieng 757, specialmente se non ha mai visto prima la sua cabina di pilotaggio, nè dal vivo nè in un simulatore. Il resto sono solo parole inutili.

Domanda 10 - E se anche fosse riuscito a raggiungere Washington con il pilota automatico, perchè mai avrebbe scelto di staccarlo e di pilotare a mano per altri otto lunghi minuti, compiendo una discesa circolare assolutamente non necessaria che a) avrebbe aumentato enormemente le probabilità di schiantarsi a terra prima del previsto, b) avrebbe aumentato le sue probabilità di venire intercettato, c) lo avrebbe portato a perdere nuovamente di vista il bersaglio, d) lo avrebbe obbligato ad un approccio molto più difficile, vicino al terreno, e) avrebbe ridotto il suo bersaglio ad una sottile striscia di cemento, f) avrebbe limitato i danni potenziali agli anelli più esterni dell'edificio, quando avrebbe potuto ottenere il massimo danno, assicurandosi un successo spettacolare della missione, se avesse semplicemente abbattuto l'aereo dall'alto sui tetti del Pentagono?

QUIRANT: “Pilota automatico, ter repetita !!... Cosa lascia pensare che quello che é successo è esattamente quello che voleva fare? Non era troppo alto arrivando verso il Pentagono, e ciò l’ha obbligato a fare appunto quella virata? O era una semplice ricognizione visiva che precedeva la discesa verso l’obbiettivo? Si dice che sarebbe stato più «intelligente» colpire il tetto per fare più danni… Ma era quello che cercava? E’ veramente riuscito nella sua manovra? Non é che veramente l’ha sbagliata? Cosa vi permette di essere cosi affermativi? Se le torri gemelle erano tra le piu alte de gli Stati Uniti in 2001, e quasi larghe come una pista di atterraggio, il Pentagono é, ancora oggi, la costruzione più imponente del paese in termini di superfice. DEGLI OBBIETIVI QUASI IMPOSSIBILI DA MANCARE.

Certo, dall’alto però. Non sul fianco.

Capisco le difficoltà di Quirant di fronte ad una domanda come la mia, ma io sinceramente avrei preferito non rispondere, piuttosto che abbandonarmi ad un delirio insensato come il suo. Non saprei nemmeno da che parte iniziare, per replicare seriamente.

Domanda 11 - Se anche qualcuno avesse potuto prevedere un attacco al Pentagono, avrebbe certamente immaginato un aereo che piomba dal cielo sui tetti dell'edificio. Chi penserebbe mai di suggerire di "tenersi lontano dall'anello esterno" in particolare, a meno di non sapere già in anticipo quello che sta per succedere?

QUIRANT: “Sicuramente della veggenza... Altri veggenti, meno fortunati, avevano previsto un “crash” sul tetto.

Come battuta può anche essere spiritosa, ma come risposta vale meno di zero. La frase dell’alto militare riportata da Miklasewski ("Se fossi in lei starei lontano dall’anello esterno") dimostra che l’impatto all’anello E fosse stato previsto in anticipo, e che quindi la storiella di Hani Hanjour che “colpisce per caso” il Pentagono in quel modo sia solo una grande buffonata.

[Continua]







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