In memoria di Cesco Ciapanna

Data 27/3/2014 21:30:00 | Categoria: storia & cultura

di Gianni Elvezia

Questa mattina ho parlato con un amico che ancora legge Fotografare (o più correttamente Fotografare Novità [1]) e ho ricevuto la notizia della dipartita di Cesco Ciapanna.

Avevo cominciato a comprare alla fine degli anni '70 il mensile fondato nel 1967 e diretto fino ad una dozzina di anni fa da Cesco Ciapanna . Un mio amico lavorava in uno studio fotografico (ora come altri amici è passato prematuramente a miglior vita per un interesse troppo profondo e condiviso dalle persone più interessanti di quegli anni nell'alcool) e a casa aveva la collezione completa di Fotografare. Erano gli anni in cui mi interessavo attivamente di fotografia, un hobby costoso che non mi potevo permettere, anche perché si sovrapponeva ad un'altra miriade di hobby costosi che già praticavo e per cui, incredibilmente, trovavo sempre il tempo (bella gioventù...) ma non i soldi. Mi interessavo anche di iconografia ed altre stranezze varie ed assortite così che nella mia libreria costantemente in stato di ricompilazione per la vendita periodica dei libri allo scopo di finanziare qualche hobby - e per i miei frequentissimi traslochi traumatici - non mancavano fascicoli come quelli di Phototeca [2]e pubblicazioni alternative situazioniste underground sullo stile di Ma L'Amor Mio non Muore [3]. Il mio amico mi rivelò che il direttore, Ciapanna, che lui aveva incontrato in occasione di una mostra, era un personaggio singolarmente stimolante e che le sue imprese editoriali non si limitavano certo alla rivista di fotografia, anzi.

Così cominciai a diventare un Ciapannista convinto. Lessi in una seduta il suo libro Marihuana e Altre Storie [4] e divorai il libro di John Marco Allegro Il Fungo Sacro e la Croce [5] che lui aveva tradotto e stampato per la casa editrice sua omonima. La mia ricerca e l'appetito per altre pubblicazioni fuori dall'usuale divennero frenetiche, ...
... e cominciai (e continuai per anni) ad essere un fedele lettore e divulgatore del pensiero di Cesco (la gente a quel punto cominciava ad evitarmi avendomi bollato come adepto di uno strano culto a cui capo si trovava il santone Meo Ciapanna), specie quando, negli anni '80, divenne l'antesignano delle Teorie Storiche Alternative in Italia, ben prima di altri che ora vanno per la maggiore e con intuizioni a dir poco geniali, quando si occupò dei dubbi sulle fotografie degli sbarchi lunari in maniera professionale e senza preconcetti e, soprattutto, quando diede alle stampe Le Carte dell'Aids [6], nel quale esponeva la Truffa dell'Aids semplicemente partendo da una lettura dei giornali più autorevoli e diffusi del panorama giornalistico mondiale con l'ausilio di buon senso e spirito critico.

Cesco Ciapanna era una persona curiosa ed interessata al mondo attorno a lui, un viaggiatore e uno studioso di qualsiasi disciplina che servisse a risolvere un particolare problema. Professionalmente era noto soprattutto per avere inventato degli astucci subacquei per le macchine fotografiche professionali che sono usati ancor oggi, il che ne testimonia la bontà progettuale. Quando qualcosa lo interessava si immergeva nella materia totalmente e non ne riemergeva che quando era diventato un esperto della questione. Il suo approccio era logico e come si direbbe in Inglese, no-nonsense, vale a dire puntuale e scarno ma nel contempo mai limitato o limitante, anzi approfonditissimo. La sua ottima conoscenza della lingua inglese era, specie in un'Italia dove praticamente nessuno ne capiva molto di più dell'argomento delle lezioni del Prof. Flanagan [7], un vantaggio considerevole, che lo faceva volare alto sul provincialismo imperante allora come oggi.

All'inizio degli anni '90, in un periodo in cui si penserebbe che il pensiero alternativo avesse più facilità nel diffondersi, egli dovette sottostare alle forche caudine di citazioni in tribunale e si rinchiuse nello studio dell'Onomanzia sulla quale aprì un blog (che è ancora disponibile) [8]. Aveva già dato abbastanza, comunque. I suoi scritti sull'Onomanzia divennero più e più criptici, esoterici e francamente sembrano abbastanza lunatici. Probabilmente, però, conoscendo il personaggio e le sue traversie si trattava di un modo per non attirare attenzioni non desiderate e nel frattempo, per chi sapeva interpretare alcuni spunti, continuare a comunicare idee nuove. Ciapanna dell'ultimo periodo scriveva magari roba da lunatici, ma non pareva assolutamente uno squilibrato nella sua maniera di scrivere o di porsi, anzi, proprio il contrario. Essendo stato dal principio uno di quelli che avevano interpretato correttamente il personaggio di Carlos Castaneda, anche lui usava tattiche similari a quelle dello scrittore californiano (di qualsiasi origine fosse) per evitare guai peggiori o riconoscimenti di cui non sentiva il minimo bisogno.

Da soli, il concetto di Forca Logica e la puntuale dimostrazione che una elite cultural-esoterica manda messaggi in codice onomantico tramite mass media (per tutti, ad esempio, i cognomi delle persone scelte, non elette, a cariche politiche, accademiche o amministrarive, ed il codice 92) basterebbe a riservargli un posto nell'Olimpo della Controcultura.

La Forca Logica è il famoso ed abusato paradigma mentale per cui su qualsiasi argomento si devono forzatamente assumere due posizioni esclusive di ogni altra posizione, una l'opposta dell'altra e che sta nell'essenza del sistema democratico maggioritario come sistema per l'omologazione delle opinioni all'Agenda Apocrifa.

L'Onomanzia invece consiste nella ricorrente marea di Coincidenze veramente Significative che si hanno tra nome e funzione, per esempio, o tra nome e destino professionale. Per esempio chi deve sapere che tutto va secondo i piani dell'Agenda sarà sicuramente soddisfatto di apprendere che il Responsabile della Guerra all'Aids in Italia fa di cognome Aiuti (traduzione letterale dall'inglese dell'acronimo Aids) o che il capo di una polizia particolarmente dedita al pestaggio di dimostranti inoffensivi si chiama Manganelli. Questi non sono casi isolati: uno tsunami apocalittico di queste coincidenze ci investe ogni giorno, troppo evidentemente enorme per essere registrato nella coscienza di dormiveglia ordinaria del cittadino impotente.

La cosa che più mi sorprende è che un personaggio così fondamentale e giocoforza noto nel suo ruolo di editore di successo del periodico di fotografia più venduto in Italia sia reputatamente sconosciuto anche tra chi dovrebbe senz'altro in un modo o nell'altro essere stato in contatto con il suo lavoro. Ad esempio, gran parte del lavoro di cui sono oggetto i documentari su argomento diverso da quello del crollo dei tre grattacieli del Centro Mondiale Commerciale (non mi beccate a chiamarli secondo il rito, come mi ha insegnato, tra gli altri, anche Ciapanna, le parole hanno potere e non sono mai divulgate a caso) da Massimo Mazzucco era già stato affrontato con mirabile completezza da Cesco Ciapanna anni fa, ma mai viene citato, da nessuno. Nessuno (tranne un manipolo sparuto, in parte messo sulla traccia da chi sta scrivendo questo articolo) ne ha mai sentito parlare, o così dice.

Il suo libro sulla Canapa ed altre droghe del 1979 è tuttora l'opera più completa, comprensibile e puntutale mai scritta in Italiano sull'argomento. Affronta la questione da molteplici punti di vista quali quelli culturali, storici, politici, industriali e arriva ad affrontare persino sostanze peculiarmente italiane come addirittura il Campari (!!!). Ciapanna infatti scopre che gli indigeni di una delle isole Bahamas, Crooked Island, usavano una pianta chiamata cascarilla per avere effetti psicotropi dati dalla betaina: capirete la sua sorpresa quando si viene a sapere che l'intera produzione di cascarilla è comprata in blocco dalla Campari...

Il libro è pieno di queste chicche e dovrebbe, come si dice, essere un testo obbligatorio nelle scuole medie, se questo non fosse un pianeta ormai in balia di una cabala di persone che hanno a cuore solo l'asservimento del prossimo ai loro porci e sanguinari fini. E anche la maniera migliore di fare conoscenza, per via indiretta, con Cesco Ciapanna, l'uomo:

Nella primavera del '76 il mio amico T. morì dopo un'iniezione di eroina. Quando me lo dissero mi sentii male, il colpo era doppio: il mio amico era morto - il mio amico si drogava. Fu allora che nacque in me il desiderio di saperne di più, il desiderio di ricostruire l'ultimo periodo della vita del mio amico, quella parte che mi era stata così ben celata, che pochissimi conoscevano, e non del giro dei vecchi amici. Venni così in contatto co il mondo della droga, cominciai ad interrogare coloro che dicevano di saperne qualcosa, e soprattutto cominciai a leggere ed a collezionare tutti i libri che parlavano dell'argomento. [...] Dai libri che leggevo non veniva fuori la definizione di droga, non veniva fuori la definizione di assuefazione, e soprattutto appariva che questo problema si materializzava adesso, ossia dopo gli anni Sessanta [...] Mi recai a New York per affari e un amico mi guidò iin una libreria, New Morning, specializzata in libri sulla droga. Quella scoperta era destinata a rivoluzionare i miei interessi e forse la mia vita per gli anni seguenti.[...] Tornai in Italia con una cassa di libri sulla droga, e mi gettai a capofitto alla scoperta di un mondo nuovo. Io sono fatto così, se una cosa mi piace, mi piace da morire, e per un paio di anni le mie letture si limitarono praticamente al settore che grossolanamente viene definito della "controcultura". Scoprii che a San Francisco c'è un centro studi specializzato in questi argomenti. fui accolto in modo fraterno, mi fu possibile consultare vecchi libri di farmacologia, altrove introvabili [...]. Se leggeranno quel volume, giornalisti, medici e giudici italiani scopriranno ad esempio che quel centinaio di giovani trovati morti ogni anno con la siringa ancora nella vena come il mio amico T. , non sono stati uccisi dall'eroina...

A mio parere Ciapanna viene trattato con la cautela che si riserva ai fenomeni troppo estremi, potenzialmente minacciosi per la cultura dominante, come lo è stata tutta la controcultura italiana degli anni '60-'90. Accecati dal provincialismo virale e dai veti culturali, gli italiani hanno riservato a Ciapanna la stessa sorte che gli inglesi hanno riservato a John Marco Allegro. E si trattava di due giganti.

Peccato. Non lo incontrerò mai. Ma desidero che si sappia in giro che ha avuto estimatori che gli devono molto.

Gianni Elvezia (Pike Bishop)

Per i link contenuti nell'articolo vedi l'originale su Il Portico Dipinto.

NOTE:
# 1. http://fotografare.com/
# 2. Una pubblicazione trimestrale di genio che affrontava temi scabrosi quali la Storia Infame della Pornografia e la loro iconografia: impagabile, e ora materiale da collezionisti
# 3. Una raccolta di documenti che ora si direbbero "antagonisti" che ormai e' diventata leggendaria. Non ce l'ho piu', ma in rete probabilmente si trova qualcosa di piu' di quanto indicato nel mio link
# 4. Il libro "Mariuhana ed altre Storie" si può scaricare grazie a nocensura.com: http://www.nocensura.com/2012/09/marijuana-e-altre-storie-di-cesco.html
# 5. Del quale ci eravamo occupati qualche tempo fa con una serie di tre articoli
# 6. Ora sembrerebbe introvabile se non con torrent russi...
# 7. Di Aldo, Giovanni e Giacomo, presa in giro dell'inglese per italiani https://www.youtube.com/watch?v=6Ciq8xgvW10
# 8. Che contiene una breve autobiografia onomanzica http://onomanzia.wordpress.com/about/





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