I sogni: assurdi, ma non troppo?

Data 30/4/2014 10:50:00 | Categoria: opinione

Nel corso della storia migliaia di scienziati, filosofi e sapienti da ogni pare del mondo hanno provato a spiegare l'origine dei sogni. Ma a tutt'oggi abbiamo al massimo delle teorie, molto generiche e incomplete, che ci lasciano praticamente al punto di partenza: non sappiamo con certezza da dove vengano i sogni, come nascano, e quale sia la loro reale funzione.

Le due principali correnti di pensiero sono quella endogena e quella esogena, che potremmo anche definire "scientifica" e "metafisica". La prima sostiene che i sogni vengano "da dentro", ovvero che siano sostanzialmente il risultato di una nostra attività cerebrale interna, che ha luogo durante le ore del sonno. Questa corrente di pensiero si rifà naturalmente all'idea più ampia che la mente stessa - e quindi il nostro pensiero - non siano che delle semplici funzioni biologiche, generate dalla attività biochimica del nostro cervello. Secondo la scienza, in altre parole, tutto avviene all'interno del nostro cervello, senza alcun collegamento con l'esterno.

Le tesi esogena invece vuole che il nostro cervello sia una specie di ricetrasmittente collegata con un mondo superiore, sottile ed invisibile, che esiste al di fuori di noi. In questo mondo superiore le idee - o archetipi - esistono indipendentemente dagli esseri umani, e questi ultimi utilizzano il cervello per collegarsi al mondo delle idee, sia durante le ore della veglia che durante quelle del sonno. Durante la veglia il risultato sono i nostri ragionamenti, durante il sonno il risultato sono i sogni.

Si tratta, naturalmente, di due distinzioni molto generiche, e non è mia intenzione addentrarmi nello specifico delle mille teorie che sono fiorite al riguardo di ciascuna, nel corso della storia. Voglio però proporre un paio di osservazioni, che mi portano a credere che la tesi esogena sia più corretta di quella endogena. [...]
La prima osservazione è i sogni sono "assurdi", ma solo in apparenza. Lo sono cioè dal punto di vista formale, ma rimangono perfettamente logici a livello strutturale. (Forma: l'aspetto delle cose. Struttura: i rapporti fra le cose).

Faccio un esempio: di recente ho sognato che mi trovavo in un porto di mare, in una città sconosciuta. C'era una nave ormeggiata, che stava per partire. Io dovevo assolutamente prendere quella nave per tornare a casa, ma non riuscivo a fare il biglietto. La biglietteria infatti era una specie di farmacia piena di gente che andava e veniva, e per fare il biglietto bisognava riuscire ad aprire dei cassettini che erano posti su una specie di espositore per medicinali. Quando finalmente riuscivo a fare il biglietto correvo sul molo, e saltavo sulla nave in partenza. Ma a quel punto la nave si era trasformata in una specie di vagone ferroviario a cielo aperto, senza sedili e senza scompartimenti, che si muove molto lentamente. C'erano solo i finestrini, e dentro tanta gente in piedi, pigiata stretta, che guardava fuori. Io chiedevo a quelli intorno a me a che ora partisse l'ultimo aereo, ma nessuno sapeva rispondermi. Inutile dire che mi sono svegliato con il classico senso di sollievo, nel rendermi conto che si trattava soltanto di un sogno.

Io sogno spesso di dover tornare a casa, nella mia città, e mi trovo sempre in situazioni, angoscianti e assurde insieme, nelle quali rischio di non farcela. A volte sono in macchina, ma l'autostrada è bloccata da un concerto di violinisti; oppure arrivo di corsa in aeroporto, ma per salire sull'aereo devo prima attraversare a nuoto una piscina, con le valigie in mano; oppure sono in stazione, ma non posso salire sul treno perchè sono ancora in pigiama, e così non mi lasciano salire.

Analizzando questi sogni mi sono reso conto che esistono sempre due aspetti che coesistono fra loro: quello formale, assolutamente illogico ed assurdo (il concerto di violinisti, la piscina, la vestaglia), e quello strutturale (il tema del ritorno, l'ostacolo da superare) che è invece perfettamente logico e coerente.

E' un po' come il cinema di Hollywood, dove cambiano i personaggi e le ambientazioni, ma alla fine la storia è sempre la stessa.

I personaggi che cambiano, nei sogni, sono le situazioni assurde che si presentano di volta in volta, e che fanno da ostacolo al viaggio di ritorno. Ma la spinta a tornare, e la necessità di superare certi ostacoli per riuscirci, sono delle costanti universali che non cambiano mai.

Se quindi esistono queste costanti, assolutamente logiche e consequenziali, mi risulta un po' difficile credere che vengano generate ogni volta dalla semplice attività biologica "casuale" del nostro cervello. Mi pare invece più probabile che questi archetipi - il desiderio del ritorno, la necessità di superare gli ostacoli, ecc. - esistano al di fuori di noi, e che la veste "assurda" che assumono ogni volta nei nostri sogni sia semplicemente il risultato di un cattivo funzionamento - o meglio, di un funzionamento imperfetto - della nostra ricetrasmittente cerebrale.

La seconda osservazione è che i sogni spesso ci sorprendono: a volte ci capita di scoppiare a ridere, in sogno, per una situazione particolarmente comica che si è venuta a creare. In altri casi invece accade qualcosa che ci spaventa a morte, e che non ci aspettavamo assolutamente. A questo punto mi domando: se quello che accade in sogno ci spiazza e ci sorprende, come può essere generato dallo stesso cervello che ne rimane sorpreso? Come può lo stesso cervello essere quello che "racconta la barzelletta" (oppure la storia spaventosa) e che poi scoppia a ridere, oppure ne rimane terrorizzato?

Se uno racconta una barzelletta vuol dire che la sa già, e quindi alla fine non può scoppiare a ridere. Se uno racconta una storia spaventosa vuol dire che sa già come va a finire, e quindi non può restarne terrorizzato. Mi sembra quindi molto più probabile che una parte delle informazioni dei nostri sogni vengano da fuori, e che quello che accade nel nostro cervello sia il risultato di una collegamento fra di noi ed un mondo che non conosciamo - almeno razionalmente - ma che sembra certamente esistere, al di là del velo del mondo materiale.

Massimo Mazzucco



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