Renzi, impara da Prandelli

Data 25/6/2014 10:50:00 | Categoria: politica italiana

Dopo l'eliminazione dai mondiali, Cesare Prandelli ha dato le dimissioni. Ha fatto bene. E' stato un gesto onorevole, che suggerisce intelligenza e onestà insieme. Incapace di mettere insieme una nazionale degna di quel nome, Prandelli ha dichiarato: ''Il responsabile sono io, il progetto era mio e non è stato un progetto vincente: mi prendo le responsabilità e mi dimetto. E sono dimissioni irrevocabili''.

Già, le responsabilità, famoso termine che ha sempre avuto grande importanza in tutte le società civili, ma i cui contorni diventano improvvisamente più sfumati quando ci si avvicina alla politica.

Guardate solo quello che è successo ieri in Inghilterra: l'addetto-stampa di Cameron, Andy Coulson, è stato ritenuto colpevole e condannato per spionaggio telefonico. Cameron ha detto pubblicamente di "assumersi la piena responsabilità" per l'assunzione di Coulson, ma poi si è dimenticato anche solo lontanamente di accennare alle proprie dimissioni.

E' come se le due cose, in politica, fossero completamente slegate una dall'altra.

Da noi poi non ne parliamo nemmeno: quando si entra nei palazzi della politica, il significato della parola responsabilità diventa l'equivalente di una barzelletta. Pensate, abbiamo un premier che aveva dichiarato pubblicamente di fare una certa riforma entro il 10 di giugno, "altrimenti mi dimetto". [...]
Il 10 giugno è passato, della riforma ancora non si vede l'ombra, ma non solo il nostro premier non si è dimesso, si è addirittura dimenticato di spiegare perchè non l'abbia fatto.

Anzi, invece di dare queste spiegazioni, il nostro furbetto di provincia ha pensato bene di allungarsi i termini della sua "scommessa" politica: Da 100 a 1000 giorni, così, una moltiplica secca di dieci volte, fatta passare con la più splendida nonchalance. E badate bene che Renzi non ha detto "mi dò 1000 giorni per fare le riforme X, Y e Z". Almeno, avesse detto quello. Invece ha detto "fra 1000 giorno avremo un'Italia pronta a fare il cammino delle riforme".

Il nostro Matteo "cimettolafaccia" Renzi ci sta prendendo per il culo in maniera ormai plateale, ma i giornalisti compatti fingono tutti di non accorgersene.

Tanto loro il posto pagato ce l'hanno. E, come diceva Upton Sinclair, "è molto difficile far capire ad una persona certe cose, quando il suo stipendio dipende dal fatto di non capirle".

Massimo Mazzucco



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