CORSI E RICORSI STORICI

Data 19/4/2005 22:23:13 | Categoria: opinione

CORSI E RICORSI STORICI

di Massimo Mazzucco

Anno Domini 2000, mese di Aprile: si è spenta da poco l'eco entusiamante di un inizio di millennio convissuto in diretta mondiale da oltre 150 nazioni. Le nuove scoperte sulle cellule staminali promettono di dare all'umanità un pò di sollievo rispetto a malattie come l'Alzheimer, il Parkinson o le stesse lesioni vertebrali permanenti. Il presidente Clinton riceve a Camp David Barak e Arafat, nella speranza di veder finalmente coronati gli sforzi di tutti coloro che hanno cercato, negli ultimi 50 anni, di portare un pò di serentità in Medio Oriente. Il Papa polacco rinnega venti secoli di terrorismo catechistico, dicendo che l'inferno è un luogo freddo, perchè distante da Dio, e che le fiamme della Gehenna erano solo un'immagine allegorica.

Ecco: se in quel momento ci avessero detto che nell'arco di soli 5 anni ci saremmo ritrovati con un'America che invade militarmente il Medio Oriente, con i palestinesi ridotti ormai allo stato di schiavi in casa propria, con una presidenza USA...
... che si riafferma grazie al voto evangelico del Bible Belt, con la ricerca scientifica completamente bloccata dal fondamentalismo cristiano, con le spaccature fra i diversi blocchi di nazioni che diventano sempre più profonde, con il Prefetto dell'Inquisizione che sale al potere in Vaticano, ci saremmo probabilmente messi a ridere di gusto.

Eppure, diciamolo francamente, oggi faremmo una firma perche fossero "solo" questi i cambiamenti radicali a cui stiamo dovendo abituarci giorno per giorno, in questo stranissimo futuro che sa sempre di più di passato remoto.

La verità è che, nonostante l'euforia "progressistica" di fine millennio - anzi, forse proprio a causa di quella - questo violento ritorno al passato avremmo dovuto aspettarcelo. Se è vero infatti che l'umanità si evolve nel tempo, è anche vero che essa non si muove certo con moto costante e lineare, e l'immagine che forse si adatta di più a descrivere il suo percorso è quella di un lombrico. Non è solo la lentezza tremenda con cui il lombrico procede, a ricordarcelo, ma è proprio il suo movimento "pulsante", irregolare, "a onda" che lo fa. Prima la testa va in avanti, poi la coda lo raggiunge. Nel procedere il lombrico si distende e si allunga, e la testa è quindi costretta a fermarsi, per evitare che il tronco si spezzi e che la coda vada persa.

Pare infatti che a destinazione - qualunque essa sia - siamo condannati ad arrivarci tutti insieme. Un pò come nel ciclismo su pista, nell'inseguimento a squadre: poco importa che l'uomo di testa tagli il traguardo per primo, finchè l'ultimo del quartetto non ha superato anche lui la riga bianca, la squadra non vince. Tanto vale quindi stare compatti, per evitare sforzi supplementari a chi sta in coda.

E così è l'umanità, che riesce a procedere non tanto quando le avanguardie esplodono con la novità, ma quando tutto il resto - la famosa "massa" - digerisce il cambiamento da esse introdotto, passando anch'essa per intero attraverso la fase di rinnovamento.

La Storia saluta l'Età dei Lumi collocandola a ridosso della Rivoluzione Francese, ma in realtà non fu fino ai moti europei del 1848 che se ne cominciarono a sentire gli effetti su scala internazionale. Nei 40 anni di restaurazione che intercorsero, la testa "illuminata" del lombrico aveva dovuto fermarsi, per attendere che la coda recuperasse in qualche modo il terreno perduto, e "digerisse" rapidamente i nuovi concetti introdotti al tempo di Voltaire.

Per quel che ci riguarda, si potrebbe quindi supporre (sperare?) che questo violento rallentamento lungo il percorso sia necessario perche tutti digeriscano meglio, a livello planetario, certi concetti di fine millennio che una parte dell'umanità dava già per scontati.

Come disse Confucio, il più grosso errore che un leader possa fare è quello di voler accelerare i tempi della storia.

(Nel qual caso bisogna riconoscere che i Bush e Ratzinger del nostro tempo sono fra i migliori leader di tutte le epoche conosciute).

Massimo Mazzucco





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