LO SCHIFO IMPERVERSA

Data 5/5/2005 23:19:30 | Categoria: Iraq

LO SCHIFO IMPERVERSA

Mentre la porcheria ci piove ormai fisicamente in testa in maniera indecente, gli effetti ancora più nocivi della "deregulation" morale, introdotta nei rispettivi paesi dalla filosofia "imprenditoriale" dei governi Bush e Berlusconi - ovvero, il fine giustifica i mezzi - stanno cominciando a farsi sentire in tutto il loro peso.

Siamo ancora immersi nell'olezzo ributtante della sentenza di piazza Fontana, che vorrebbe farci credere che i nostri servizi e la nostra polizia non siano stati in grado, in 35 anni, di risalire ai colpevoli di quella strage, quando ci arriva dall'America l'equivalente morale con l'assoluzione - tutt'altro che imprevista, peraltro - della soldatessa Lynn English, la riservista di Abu-Grahib ...
… protagionsta delle immagini che denunciarono al mondo gli abusi medioevali dei nostri "alleati" sui prigionieri iracheni.

Anche in questo caso, a parità di vergogna, registriamo la costante che differenzia la nostre due culture: contorta, bizantina e diabolica la procedura delle nostre autorità per autoassolversi, sfacciatamente pragmatica ed ipocrita la loro. Della nostra, già sappiamo. Come si è arrivati invece al nulla di fatto nel tribunale militare americano? Ricorrendo al solito cavillo burocratico, che in America ha la paradossale capacità non di imporre, al massimo, un rifacimento del processo, ma di cancellarlo defitivamente dalla storia. Vi è infatti, nella costuituzione americana, l'emendamendo cosidetto della "double jeopardy" (ricordate il film Double Indemnity/ tit. italiano?), per cui un cittadino non può mai esser messo sotto processo più di una volta per lo stesso reato. Basta quindi trovare il cavillo per invalidare in qualche modo un processo, per garantirsi anche l'impunità permanente dell'accusato per quel reato.

Come sono riusciti ad ottenere ciò, in questo caso, i difensori della England? Semplice: la soldatessa, in fase istruttoria, si era necessariamente dichiarata "colpevole" del reato di abuso di potere, chiedendo nel contempo una pena più mite. Ora però il sergentone Graner, "fotografo" ufficiale delle varie imprese erotico-sado-fotografiche della England, ha testimoniato che lei non poteva sapere di stare commettendo un reato, perchè era stato lui ad ordinarle di agire in quel modo contro i prigionieri.

Ma questo non bastava ancora per convincere i giurati che lei non potesse sapere che commetteva un reato. Bisognava quindi che Gardner le desse anche un valido motivo, per ordinarle di mettere il guinzaglio ai prigionieri, prima di trascinarli come cani randagi per i pavimenti del carcere.

Ebbene, che ci crediate o no, la spiegazione di Gardner, che la giuria ha accettato senza batter ciglio, è la seguente: il guinzaglio messo ai prigionieri era una misura di sicurezza per evitare che scappassero, o si dimenassero, nel trasferimento da una cella all'altra, e le foto serivano proprio a documentare tecnicamente questa procedura. Purtroppo nel realizzarle il guinzaglio è momentaneamente salito fino al collo del prigioniero, dando l'impressione che questi venisse trascinato per il pavimento. (Talmente illuminata deve essere stata la giuria da questa rivelazione, che si è completamente dimenticata di chiedere a Gardner che tipo di misura di sicurezza fosse quella di accatastare i prigionieri seminudi uno sull'altro, incappucciandoli dopo averli umiliati sessualmente. Forse era un modo per impedire accoppiamenti omosessuali nelle celle, che oltre che essere altamente immorali sono notoriamente proibiti dalla Bibbia?)

Ora, siccome la dichiarazione di "non consapevolezza" della England da parte di Graner, diventa irreconciliabile con la precedente ammissione di colpevolezza della soldatessa, il processo viene annullato d'un colpo, e la ragazza è libera di tornarsene a casa ad allattare serenamente la propra creatura.

Ricordiamo infatti che Gardner, oltre che stare già scontando 8 anni di carcere per gli abusi di Abu Grahib, è anche il padre della bimba che la England ha partorito dopo il suo rientro negli States. E' quindi lo stesso capro espiatorio, già immolatosi per salvare la faccia ai veri responsabili di quelle torture, a limitare ora il danno anche sotto di sè nella scala gerarchica. Di sicuro questo suo sacrificio verrà premiato, non appena le luci dei riflettori si saranno allontanate da questa vergogna collettiva, con un felice rientro a casa anticipato. In fondo, un uomo ha tutto il diritto di vedere crescere i propri figli fin da piccoli. Volete che non ce l'abbia un valoroso soldato del più potente esercito del mondo?

Massimo Mazzucco

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