FIRST LADY DISASTER

Data 23/5/2005 0:52:02 | Categoria: news internazionali

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FIRST LADY DISASTER

Se una è nata per stare nel suo ranch in Texas, a preparare le frittatone con sei uova al marito cowboy, perchè vuoi per forza mandarla dall'altra parte del mondo, a fare addirittura della diplomazia internazionale ad alto livello?

D'accordo che il copione è tutto già scritto, e non ci vuole un genio dell'improvvisazione per portare a casa il risultato, ma anche la personalità ha la sua importanza, e di questa purtroppo la signora Bush non è che ne abbia da gettare.

Tutte le volte che l'abbiamo vista, dall'inaugurazione del marito alla visita ai Berlusconi, dai funerali del Papa ...
... alle finali di basket, ha sempre esibito la stessa identica espressione facciale, che fra l'altro ricorda più un porcellino spensierato che una dignitaria d'alto rango. Nonostante questo, la strategia del bastone e della carota, che a Washington continuano a perseguire nonostante i risultati discutibili, vuole in questo momento un gesto di "mending fences", cioè di riconciliazione, verso il mondo arabo.

E così la sana cuoca texana si ritrova catapultata in Medio Oriente, letteralmente avvolta da un cordone di agenti di sicurezza, nel suo improbabile gesto di una visita al Muro del Pianto, oppure della sovrastante moschea di Al-Aqsa.

E' soprattutto qui che le cose sono messe male per la First Lady, poichè è stata accolta nella moschea con frasi e gesti tutt'altro che amichevoli, soprattutto dalle donne che stavano pregando all'interno. Dopotutto, è soltanto la moglie di colui che semina morte in mezzo Medio Oriente da tre anni a questa parte.

In tutto questo, pare che la First Lady abbia continuato imperterrita a sorridere a tutti, mentre batteva chiaramente in ritirata. Una volta sul piazzale, un ragazzino lanciatosi contro di lei ha rischiato di venire impallinato dagli agenti di sicurezza, se non fosse stato fermato all'ultimo momento dal gesto di uno dei presenti.

Ma anche sul lato israeliano, che doveva essere quello "sicuro" della visita ufficiale - il pareggio garantito, nel peggiore dei casi - le cose sono andate molto peggio del previsto. Invece di essere accolta dagli israeliani come la rappresentante dei "salvatori" della loro terra, Laura Bush si è improvvisamemnte vista circondata da dimostranti che reclamavano a gran voce la liberazione di Johnathan Pollard, la spia israeliana condannata all'ergastolo venti anni fa, nonostante un accordo che gli garantiva una pena lieve, che comportò una vera e propria crisi ai massimi livelli fra le due nazioni.

La verità è che con le immagini di Abu Grahib scolpite nella mente, con la recente dissacrazione del Corano a Guantanamo, e con la reputazione che instancabilmente gli americani si guadagnano ogni giorno in Medio Oriente, ci vorrebbero mille viaggi come quello della First Lady per convincere gli arabi che l'America non sia poi tutto quel male.

Anche perchè, mentre a Guantanamo i "cristiani" di Bush dissacrano il Corano buttandolo nel gabinetto, "alla moschea di Al-Aqsa - ha detto una donna intervistata dopo la visita della Bush - noi non abbiamo mai impedito l'ingresso a nessuno".

Più che convincerli di essere buoni e bravi, gli americani potrebbero anche cominciare a pensare che da loro si può anche imparare qualcosa.

Massimo Mazzucco

VEDI ANCHE IL CASO POLLARD, legato ad un suo curioso opposto, il caso di Mordecai Vanunu, "Sionista suo malgrado".













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