IL TRISTE REMAKE

Data 20/8/2005 23:53:03 | Categoria: dagli Usa

La notizia di queste calde giornate di Agosto, in America, porta un nome soltanto: Cindy Sheehan.

Cindy Sheehan è una donna che ha perso il figlio in Iraq. Ce ne sono tante, volendo, e non ci sarebbe niente di strano nel sentirla lamentare un sacrificio che ovviamente ora le appare sproporzionato rispetto a qualunque risultato si possa mai raggiungere

Ma Cindy non si lamenta soltanto, Cindy vuole sapere. Vuole sapere con chiarezza, da Bush in persona, "perchè" suo figlio è stato mandato in Iraq. E siccome Bush, che è in vacanza in Texas, si rifiuta di riceverla, si è letteralmente piantata davanti al suo ranch, all'inizio di Agosto, decisa a non andarsene finchè non avesse ottenuto il colloquio sperato. Sola, sotto la sua tenda, attendeva paziente ogni giorno che il Presidente le passasse davanti, esponendo le sue domande …
… su degli striscioni fatti in casa: "Chi ha mentito?" "Chi è morto?" "Chi ha pagato?" "Chi ci guadagna?"

Comprensibile quindi che Bush non stia proprio morendo dalla voglia di incontrarla.

Inizialmente le news hanno riportato il fatto in sordina, ma il supporto per Cindy - grazie soprattutto all'internet - ha cominciato a crescere inesorabilmente, fino ad arrivare, ad oggi, ad un vero e proprio accampamento di migliaia di persone, che chiedono a Bush di mettere fine alle sue guerre di conquista personale travestite da esportazione di democrazia.

In questa galleria di immagini ci si può rendere conto delle dimensioni - e dell'intensità - che ha raggiunto la protesta in questi ultimi giorni. (Attenzione: pagine molto pesanti)

Da notare, fra le altre, la presenza di Michael Berg, il padre di Nick, decapitato dai "terroristi" in Iraq l'anno scorso.

Trattandosi inoltre del Texas, non sono potuti mancare episodi estremi come quello del contadino che si è messo di colpo a sparare all'impazzata - "in aria", ha detto lui, "e quindi legalmente" - perchè "stufo di tutto qual casino". Oppure quello del cristiano fondamentalista, poi arrestato, che ha voluto travolgere con il suo camioncino una lunga fila di croci bianche, piantate lungo il ciglio della strada, che rappresentavano ciascuna uno dei ragazzi morti in Iraq. E' stato un chiodo di una di quelle croci a bucargli la gomma, provocando così la sosta obbligata che lo ha poi portato all'arresto.

Domenica arriva persino Joan Baez, in una specie di remake degli eventi che la resero famosa negli anni della protesta del Vietnam.

Solo quando il sapore della morte li raggiunge da vicino, infatti, gli americani si ricordano che non sia un sapore particolarmente piacevole. Peccato che ci si dimentichi regolarmente di chiedere la fine di questo genere di guerre anche a nome dei civili iracheni, afghani, jugoslavi o vietnamiti che siano, che nel frattempo muoiono letteralmente a decine di migliaia, come se non fossero esseri umani come noi.

Massimo Mazzucco



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