UN PANORAMA DESOLANTE

Data 27/9/2005 6:38:03 | Categoria: 11 settembre

Sono stato autorizzato da ambedue a farlo, e quindi racconterò con piena tranquillità quello che mi è successo nelle scorse settimane con i giornalisti di due testate di settimanali italiani, Panorama e News. I loro nomi d'altronde non sono necessari, è la storia in sè che ci interessa.

Il primo si fece vivo dopo che fu messo in rete, con relativo clamore, il segmento sul crollo delle Torri (ora parte integrante del film "Quattro anni dopo"). Chiacchierando al telefono, si qualificò come un responsabile di alto livello dell'attualità. Non ricordo il termine esatto che usò, ma di certo era "capo" di qualcosa, e ne trassi l'impressione di una persona con un certo spazio decisionale, all'interno della sua struttura.

La sua "apertura di gambetto" fu, parafrasata, di questo genere: "Ma cosa sarebbe 'sta storia che le Torri non sono crollate da sole? Non staremo mica dicendo sul serio, per caso?"

Umile ed attento (inizialmente credevo che fosse la classica trappola ...
..."disinformatica"), passai le due ore seguenti "teleguidandolo", via telefono, attraverso la Sezione 11 Settembre del nostro sito. Al termine del tour, che si era concluso davanti alla facciata del Pentagono colpito, la sua posizione era diventata: "Ma è chiarissimo, non c'è storia! Lì col cazzo che ci è entrato un Boeing!"

Nel frattempo, mi ero tristemente reso conto che l'apparente fintatontaggine iniziale era invece pura e genuina ignoranza dei fatti.

Man mano che realizzavo questo, durante la conversazione, risuonavano nella mia mente le parole "attualità… Panorama…. il settimanale… Panorama… Non ha detto, la pagina della cucina di Annabella. No, ha detto proprio Panorama…. Ha detto l'attualità di Panorama!"

Al momento di tirare le somme, ero ovviamente io più stupito di lui. Glielo confessai, e dissi che avrei voluto raccontare questa storia sul nostro sito, dove siamo invece tutti convinti che loro non siano che una masnada di vigliacchi traditori. Mi autorizzò tranquillamente a farlo, spiegandomi - almeno per quel che lo riguardava - che fino ad allora si era fidato di quello che gli diceva il suo direttore, che "quelle in Internet sull'11 Settembre sono tutte cazzate".

A quel punto iniziò a pianificare, "a voce alta", come avrebbe messo in edicola "lo scoop dall'anno".

Mi permisi allora di essere leggermente scettico, e gli chiesi se per caso poteva immaginarsi cosa avrebbe pensato il suo Editore di un articolo del genere. Mi disse che tutto dipendeva da come si presentano le cose. "Se io do la semplice notizia che esiste questo filmato, e che esiste un sito italiano così ben documentato sulla faccenda, non sono obbligato a prendere necessariamente una posizione".

In quel momento ricordai di aver letto da qualche parte che l'obbiettività giornalistica è una pura chimera, perchè il semplice fatto di scegliere una notizia e di ignorarne un'altra è già una presa di posizione, ma non dissi nulla. In fondo, pensai, saprà ben lui con chi ha a che fare. Pur senza illudermi, gli feci quindi tanti auguri, pregandolo in ogni caso di tenermi aggiornato.

Non l'ho mai più sentito.

Dimenticavo di dire che la telefonata di due ore, fra gli Stati Uniti e l'Italia, l'avevo pagata io.

Il secondo caso merita di essere raccontato soprattutto in luce del primo.

Io sinceramente - mancando dall'Italia da qualche anno - non sapevo nemmeno che News, "il nuovo settimanale diretto da Andrea Monti", esistesse.

Dopo che mi ebbe contattato un loro giornalista, "per intervistarmi su questa storia dell'11 Settembre", corsi a dare un'occhiata alla versione in rete, tanto per non fare proprio una figura barbina. Ricordo che pensai "a prima vista, sembra un numero estivo di Panorama degli anni ottanta". Erano anni, quelli, in cui già "non succedeva niente" - secondo loro - nei normali mesi dell'anno, e quindi in agosto la mancanza assoluta di contenuti diventava accecante. Se ben ricordo, il dilemma più lacerante, in quelle lontane estati, era "capezzolo sì, capezzolo no".

In compenso il giornalista di News fu molto più modesto e ragionevole. Disse subito di avere un vice-direttore "che difficilmente ci sente da quest'orecchio", ma disse anche che intendeva impostare più genericamente l'articolo sul fenomeno dei siti internet che si occupano dell'11 Settembre, e la cosa mi sembrò molto più saggia e meno improponibile a livello politico. Si dimostrò inoltre preparato sull'argomento, abbastanza almeno da non dovergli spiegare che l'acciaio non si "smolla" alla semplice vista di un fornello di Camping-Gaz.

Confesso anche che, mentre mi lanciavo nella mio inarrestabile sproloquio sull'11 Settembre*, covavo un meschino sentimento di vendetta, contro il "big" che non si era nemmeno più degnato di farmi sapere quanti cazzotti in faccia avesse preso dal suo direttore.

Purtroppo però non ho mai piu sentito nemmeno questo secondo giornalista. (Se non altro, questa volta la telefonata l'aveva pagata lui).

Ho scoperto in seguito che Andrea Monti fu direttore di Panorama negli anni ottanta. Da allora, non so perchè, non riesco più a liberarmi da una strana sensazione di presa in giro.

Massimo Mazzucco


* Avviso per i contagiati piu recenti. Il Morbo di Aschroft, da un certo punto in poi, degenera in una situazione in cui il malato non può più accennare alle Torri, al Pentagono, o a qualunque altro aspetto del 9/11, senza dover esporre, fin nel minimo dettaglio, TUTTA la sfilza di prove contro la versione ufficiale. Come le ciliegie, l'una tira l'altra. Tempo medio per la piazzata, aggiornato alle rivelazioni piu recenti, due ore e quattordici minuti, compresa una pausa per prendere fiato e bere un bicchier d'acqua a metà percorso.

(Verso la fine la vista si offusca, il calore si fa insopportabile, e solo quando la moglie ti dice "calmati, amore, che sei tutto sudato", ci si rende conto che gli amici sono già andati via tutti da un pezzo.)




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