Libero stato in libera chiesa?

Data 9/10/2005 9:03:46 | Categoria: storia & cultura

Ogni volta che si tocca la Chiesa, il sito si incendia. In maniera educata, intendiamoci, e comodamente all'interno dei parametri che qui ci prefiggiamo di osservare, pena la sopravvivenza del sito stesso.

Resta comunque il fatto che gli umori diventino di colpo bollenti, come se fossimo tutti affetti da una malattia cronica, che al primo stimolo torna immediatamente a manifestarsi in tutta la sua virulenza. Peppone o Don Camillo che siamo, non fa nessuna differenza.

E non potrebbe che essere così, in realtà, poichè questo stato di semi-infermità permanente non è che l'essenza stessa della nostra storia, antica come recente. E' dal giorno in cui Costantino scoprì di sognare, che papa e imperatore si battono per il controllo della terra …
… che diede origine a due delle più grandi istituzioni mai conosciute nella storia umana, l'Impero Romano e la Chiesa Cattolica, appunto.

Una volta si lottava per il suo controllo con i cannoni, oggi lo si fa con la politica. Nel cercare di ripercorrere le tappe di questa lotta, si finisce inevitabilmente per parlare di Massoneria. Qualcuno ha suggerito che la Massoneria - intesa sia come istituzione che come "stato laico" che da essa sarebbe emanato - abbia vinto, e che questo alla Chiesa di Roma bruci ancora oggi.

In realtà, pochi si illudono ormai che questa vittoria sia davvero avvenuta. Quando vedi un d'Alema, il "primo presidente del consiglio comunista in Italia", che fresco di nomina sale lesto le scale di S. Pietro, e va a porgere omaggio a papa Wojtyla, qualche dubbio è anche lecito avanzarlo.

La storia di Napoleone, a partire dalla sua conquista del potere, diventa in pratica la storia della sua lotta con il papato. Inizialmente è costretto a firmare con la Chiesa un Concordato, per poter essere incoronato imperatore, a Parigi, da Pio VII. In seguito toglie alla Chiesa man mano tutti i poteri e tutte le terre che possedeva, fino a ridurre il Papa agli umilianti arresti domiciliari. Ma da Roma arriva la lettera di un suo generale, che gli comunica che "il Papa governa con la punta delle dita molto meglio che noi con le nostre baionette." Dopo un lunghissimo braccio di ferro, fatto di soprusi e di concessioni, di arresti e di liberazioni, di cortesie e di vigliaccate, mentre Napoleone è prigioniero a S.Elena, Pio VII fa il suo ritorno trionfale nello Città Eterna. L'Impero Francese finisce nel nulla, la Chiesa rimane dov'era sempre stata.

Lo stesso Mussolini, noto mangiapreti in gioventù, arrivò a riconoscere pubblicamente che "se uno vuole governare in questo paese, non può certo illudersi di farlo senza l'approvazione della Chiesa". Seguiva a ruota il Concordato del '29, nel quale la Chiesa "sconfitta dai Massoni" portava a casa uno dei più grossi bottini politico-economici che la storia mai ricordi.

Il governo spagnolo, nel '36, aveva dichiarato guerra aperta alla Chiesa, ai Gesuiti e all'Opus Dei. Pochi mesi dopo partivano dal Marocco le armate della "reconquista", guidate dal generale Franco, che ricevevano la pubblica benedizione direttamente da S.Pietro.

Anche Hitler, nella sua ascesa al potere, non potè fare a meno di passare per le forche caudine di un doloroxso Concordato con la Chiesa. A definirne i termini, dall'altro lato del tavolo, c'era un giovane e sorridente nunzio papale, che di cognome faceva Pacelli. Lo stesso Pacelli, diventato papa, avrebbe voltato le spalle a Hitler nel momento cruciale in cui l'Italia cambiava casacca.

In Argentina, nel 1954, il dittatore Peròn aveva messo sotto controllo i giornali, la radio, gli intellettuali, l'editoria, la polizia, la mafia, l'esercito, e tutto quello che ci fosse da controllare in quel paese. Giudicò che fosse il momento di eliminare l'unico rivale che ancora potesse minacciare il suo potere, e si mise contro la Chiesa. Un anno dopo era in giro a chiedere l'elemosina come un campesino qualunque.

E oggi, in Italia come nel mondo, il potere della Chiesa è ramificato nel tessuto socio-economico in maniera ormai indistricabile, e specialmente in Italia non c'è banca, o altro istituto di qualunque importanza - quindi, di potere - che non abbia una solida percentuale di azionisti che risiedono in Vaticano.

Si può quindi dire che i fatti del Risorgimento, che portarono all'Unità d'Italia, ed all'apparente fine del potere temporale della Chiesa, segnano al massimo il momento storico in cui il potere della Chiesa dovette passare da palese a nascosto, senza che per questo cambiasse nulla di sostanziale nella dinamica del controllo del paese.

Quando un cardinale qualunque si permette di interferire nella publica res di una nazione indipendente, ed invita apertamente a disertare il democratico processo di un referendum, senza che nessuno protesti ufficialmente, c'è ben poco da illudersi su chi davvero regga le fila del potere nella nostra cosiddetta nazione.

Che cosa c'entri poi tutto questo con le predicazioni di un giovane ebreo di circa duemila anni fa, è tutto un altro discorso.

Massimo Mazzucco




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