La Spagna, l'Italia, e l'orgoglio che non c'è

Data 20/10/2005 8:31:01 | Categoria: news internazionali

Gli spagnoli li batteremo forse ancora a calcio, ma per il resto è ormai da lunghi anni che ci stanno impartendo lezioni ben più severe e importanti su tutti i fronti.

Indipendentemente da quello che ciascuno pensi sul "terrorismo islamico", bisogna riconoscere che nel momento stesso in cui si sentirono presi in giro - dal poco astuto Aznàr, che aveva tentato di contrabbandare le bombe di Atocha per un gesto dell'ETA - mandarono sonoramente al diavolo lui e il suo governo, e diedero il semaforo verde alla squadra di Zapatero.

Noi invece sappiamo benissimo di esser presi in giro - perchè saremo cinici finchè vuoi, ma stupidi non lo siamo mai stati - ma evidentemente a noi va bene così. Evidentemente a noi va bene essere cittadini di una nazione schiava degli Stati Uniti, che permette ai loro agenti segreti di agire indisturbati sul nostro territorio, fino ad essere arrivati ad infiltrare …
… le stesse Brigate Rosse (non lo dico io, naturalmente, lo disse qualche tempo fa l'onorevole Galloni, ai tempi presidente del CSM). A noi va bene che i loro piloti giochino a fare le acrobazie sotto i cavi delle funivie, e se poi per caso si portano via nostro fratello o nostra madre, non diciamo niente anche se gli autori della strage restano impuniti. Noi non diciamo niente se ci ammazzano un Nicola Calipari a sangue freddo, e poi ci pigliano in giro davanti al mondo raccontandoci che non l'hanno fatto apposta.

Gli spagnoli invece non ci stanno. Due anni fa un tank americano sparò dritto contro l'Hotel Palestine di Baghdad - dove risiedevano tutti i giornalisti internazionali - e ammazzò in loro Jose Couso, reporter di Telecìnco. La cannonata ebbe naturalmente l'effetto voluto, e mise istantaneamente fine alla presenza a Baghdad dei giornalisti non "embedded" (che significa "intessuti", ma si può tranquillamente tradurre con "imbavagliati").

Ebbene, il giudice spagnolo Santiago Pedraz aveva citato in giudizio, presso il tribunale internazionale, il sergente Shawn Gibson, il capitano Philip Wolford e il tenente colonnello Philip de Camp, responsabili del tiro al bersaglio sul Palestine. E visto che la autorità USA, naturalmente, non hanno nemmeno risposto, ha emesso oggi un ordine di arresto internazionale per i tre militari americani.

Non servirà a niente, naturalmente, ma se voi vi chiamaste Ilaria Alpi, morta in Somalia in circostanze mai chiarite, o Raffaele Ciriello, morto in Israele in circostanze fin troppo chiare, non preferireste esser morti nel tentativo di informare una nazione che poi vi onora pubblicamente, facendo tutto il possibile per fare giustizia sulle cause della vostra morte?

Massimo Mazzucco



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