Autorità e libertà di pensiero

Data 31/12/2005 9:48:58 | Categoria: opinione

Mi domandavo da che parte iniziare una specie di "discorso di fine anno" (che bello sentirsi Ciampi, a volte!), e mi sono imbattuto in un commento di uno degli iscritti più recenti, che sembra contenere tutti gli elementi per sintetizzare sia ciò che avviene nel mondo, riguardo all'11 Settembre, sia ciò che avviene qui sul sito, come suo riflesso.

Ecco il commento, riportato integralmente: "Le vostre teorie riguardo l’11 settembre mi sembrano molto interessanti. Il problema però è che mettono in discussione le teorie ufficiali, e quindi direttamente la veridicità delle parole dei grandi del mondo, e in particolare di Bush e del suo staff, dei mezzi di informazione e tutti coloro che avallano la versione ufficiale. Io sono stato educato a credere nella giustizia, nell’ordine, nell’autorevolezza di chi ci governa; molto mi ha aiutato la religione nel credere che esista un piano divino e che tutto ciò che accade non accade per caso. Non me la sento quindi di accogliere la vostra teoria, anche perché come possiamo noi pensare …
… di porci contro l’autorevolezza dei potenti del mondo? Chi siamo noi per poter sfidare i potenti del mondo? Io non credo che sia una cosa legittima gettare fango sulla versione ufficiale, facendo vacillare i nostri ideali. Io credo fermamente in ciò che dissero i padri della Chiesa, che porsi contro i governanti è un pò come giudicare Dio".

Di fronte a questo, la reazione istintiva degli altri iscritti ha oscillato da un "non ci credo, dài, dimmi che stai solo scherzando", fino ad un "i provocatori come te si vedono lontano un miglio", passando per un "la gente come voi mi fa solo tanta tristezza". Nessuno quindi, per un motivo o per l'altro, ha ritenuto necessario confutare quell'idea. Non è la prima volta che capita, specialmente quando il nuovo venuto "la spara grossa" - almeno rispetto a quello che è sul sito il pensiero dominante su quell'argomento.

Questa situazione denuncia sia un pregio che un limite del sito stesso. Il pregio, abbastannza ovvio, è che viene confermato il principio per cui qualunque idea qui ha diritto di cittadinanza "in quanto tale", e non, come vorrebbero alcuni, "tutte, meno quelle più becere", dove ciò che è becero naturalmente lo decidono loro.

Il limite è quello, forse meno ovvio, che reagendo in quel modo si commette una plateale "fallacia ad hominem", in quanto si passa a giudicare il messaggero, e non più il messaggio.

Indipendentemente dalle intenzioni dell'utente infatti, e dalla sua reale posizione nella vita, sta di fatto che nel mondo quel tipo di mentalità esiste, ha imperato per secoli, e registra a tutt'oggi, checchè ne pensiamo, molti più seguaci di quanto si possa immaginare.

Il concetto di autorità "a divinis" esiste sin dall'alba dell'umanità, e per noi "gentili" è stato formalizzato già dai tempi di S.Paolo. La frase "Io Mario Rossi, imperatore in nome di Dio", è stata pronunciata infinite volte su questa terra, senza che nessuno si stupisse più di tanto, e lo stesso Napoleone, dopo aver contribuito al successo della Rivoluzione Francese - che apriva le porte a quell'Illuminismo che di questa idea si sarebbe sbarazzato - non ha esitato a pronunciarla, tutto bardato di ermellino, una volta messi a tacere gli avversari più pericolosi. Ma prima di poterlo fare, ha dovuto vincere un estenuante braccio di ferro con Papa Pio VII, per obbligarlo a venire a Parigi ad incoronarlo, appunto, "in nome di Dio". Altrimenti, la messinscena sarebbe servita a poco.

La storica alleanza fra stato e chiesa, che risale ai tempi di Costantino, si può riassumere tutta qui: una si arroga un diritto divino, di tipo spirituale, con il quale poi conferisce un potere temporale all'altro, che però vorrebbe, in realtà, a sè sottomesso: dicesi, vista da fuori, "lotta per le investiture." Ancora oggi, con le scintille fra Ratzinger e Ciampi, non ne siamo usciti del tutto.

Tornando al commento del nostro utente, possiamo quindi dire che sia nel caso fosse stato espresso "per vedere cosa succede", sia che lo propugnasse come suo convinto assertore, per noi non dovrebbe cambiare nulla: ci ha messo davanti ad un'idea formalmente compiuta, logicamente valida (al suo interno, si intende), e storicamente realistica, che ha quindi lo stesso identico diritto di esistere di qualunque altra.

Rifiutarla a priori come "grossolana", come "impossibile", o semplicemente come "boutade", equivale in tutto e per tutto a fare proprio quello che di quell'idea noi critichiamo, ovvero sostenere "per principio" che una qualunque teoria anti-Bush vada respinta, in quanto metterebbe in discussione una certa autorità che invece non va toccata.

Fondamentalismo dogmatico da una parte, dogmatismo fondamentalista dall'altra, scegliete voi, la musica non cambia. Visti da fuori, "a scatola chiusa", essi si equivalgono in tutto e per tutto.

Ecco perchè quel commento, e le reazioni che ha causato, possono considerarsi emblematiche di ciò che accade ogni giorno sul nostro sito.

Nel mondo reale invece, il commento è emblematico poichè rappresenta in pieno il meccanismo più classico attraverso il quale molta gente, in perfetta buona fede, respinge a priori la versione cospirazionista sull'11 Settembre. "Non può essere - dicono - perchè questo significherebbe…bla bla bla"

Questa posizione è criticabile per almeno due motivi:

1 - E' un esempio macroscopico di "fallacia del piano inclinato", dove le eventuali conseguenze negative di un ragionamento non autorizzano ad inficiarne automaticamente la validità. Gli elementi tangibili, e inconfutabili, portano ad una certa conclusione, e da quella non si scappa. Se poi per te ciò significa sconvolgerti l'esistenza, mi dispiace moltissimo, e se posso dare una mano sono a tua disposizione, ma la validità del ragionamento non cambia.

2 - La logica del "deferire" autorità ad occhi chiusi, comporta anche una riduzione della responsabilità personali di ciascuno, per cui "se Bush ha deciso di far ammazzare centomila civili in Iraq, siccome Bush agisce in nome di Dio, non può sbagliare e quindi va bene così". Tale logica porta cioè ad abbassare il nostro spirito critico al di sotto della soglia delle nostre responsabilità. Ma lo stesso Dante, che la Chiesa ha voluto a tutti i costi far passare per cristiano, ha scritto "fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza".

In conclusione, se questo è il giorno dei buoni propositi, per il laico, oppure del fioretto, per il credente, facciamo che il primo si sforzerà di cercare sempre di separare l'idea dal giudizio sulla persona, e di trattarla isolatamente. Mentre il secondo…. beh, al secondo lascio intatta la possibilità di formulare lui il suo intento, perchè mi risulta difficile, specialmente in questo periodo, immedesimarmi in qualunque modo in una mente che proceda per dogmatisimi, di destra, sinistra, alto o basso che siano.

Buon anno "libero" a tutti, quindi, e che sia davvero libero in ogni direzione possibile.

Massimo Mazzucco

(Se proprio non hai niente di meglio da fare) vai alla pagina LA LOGICA NON E' UN'OPINIONE, con la lista delle fallacie più comuni, e relativi esempi.



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