20 anni fa la CIA creava il mito di Bin Laden. Sarebbe servito come simulacro dell’”uomo cattivo”, il nemico di turno a cui addossare la responsabilità per tutte le operazioni “false flag” che gli Stati Uniti intendevano compiere negli anni a venire.

A sua volta l’organizzazione di AlQuaeda, che era stata inizialmente creata dalla C.I.A. per combattere i sovietici in Afghanistan, divenne la “invincibile armada” agli ordini di Osama Bin Laden, con il compito dichiarato di combattere l’Occidente. Bin Laden esordisce come “nemico dell’Occidente” nel 1998, con gli attentati alle ambasciate americane in Kenia e Tanzania, che causarono centinaia di morti.

A quel punto Bin Laden era pronto per il grande salto: gli attentati dell’11 settembre. 19 beduini armati di tagliacarte seminano morte e terrore negli Stati Uniti, e Bin Laden diventa il ricercato numero uno al mondo. Grazie a questo spauracchio, gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali possono tranquillamente invadere prima l’Afghanistan e poi l’Iraq, con la scusa della “guerra al terrorismo islamico”.

 

Nel frattempo il vero Bin Laden è già morto, nel dicembre del 2001, ma il suo “fantasma” continua ad agitare i nostri sonni per almeno un decennio. Finché, nel 2011, il presidente Obama decide che è ora di ritirarsi dall’Afghanistan. Bin Laden come spauracchio non serve più, e quindi viene ufficialmente ucciso nel famoso raid di Abbottabad (raid nel quale gli americani, dopo avere catturato il più importante terrorista del pianeta, si dimenticano di mostrarlo al mondo e decidono di buttarne il cadavere in mare).

A sua volta AlQueda non serve più. Ormai inflazionata, la fantomatica organizzazione di mujaheddin si dissolve nel nulla, e compare al suo posto un nuovo nemico, anch’esso islamico, anch’esso brutale, anch’esso al comando di una organizzazione militare di tutto rispetto, che risponde al nome di Al-Baghdadi. La sua organizzazione si chiama ISIS, ed è finanziata dall’Arabia Saudita (curiosamente amica degli Stati Uniti). L’ISIS si mette così alla guida dell’Islam sunnita nella sua battaglia contro quello sciita, ovvero Siria e Iran prima di tutto (curiosamente, di nuovo, queste due nazioni sono proprio i nemici dichiarati di Israele).

Esattamente come AlQuaeda aveva fatto il grande regalo agli Stati Uniti di fornirgli un’ottima scusa per invadere l’Afghanistan e l’Iraq, così l’ISIS di Al-Baghdadi svolge curiosamente un altro compito molto utile agli Stati Uniti e ai suoi alleati: quello di cercare di rovesciare Bashar Al Assad.

E così, mentre gli Stati Uniti fingono di combattere l’ISIS, segretamente la sostengono ed attendono che gli uomini di Al-Baghdadi compiano per loro il lavoro sporco.

Purtroppo però entra in scena un protagonista imprevisto, la Russia. Questo sconvolge tutti i piani dell’Occidente, visto che la Russia attacca veramente gli uomini dell’ISIS, e nell’arco di poco tempo li polverizza. (Evidentemente, i russi hanno una mira molto migliore degli americani).

A questo punto anche Al-Baghdadi non serve più, visto che la missione dell’ISIS è ormai fallita, e quindi non resta che toglierlo di mezzo, con tanto di canto di vittoria da parte del presidente americano.

Adesso aspettiamo che salti fuori in Medioriente una qualche nuova organizzazione, con il nuovo cattivo di turno, che torni a farci tremare e a toglierci il sonno durante la notte. L’importante non è il nome e non è la sigla. L’importante è avere sempre una scusa per terrorizzare l’occidente, mentre si continuano a fare i propri porci comodi in casa altrui.

Massimo Mazzucco