La sovranità, a seguito di centocinquant’anni di lotte, coincide con la democrazia, e la democrazia è la libertà di un popolo che possa decidere di sé. Quindi io ritengo che l’imperativo morale cui dovremmo attenerci è considerarci solidali come popolo nella ricerca della nostra sovranità, intesa come dignità sociale degli italiani in quanto tali.


Un monumentale Luciano Barra Caracciolo, magistrato e sottosegretario di Stato agli Affari Europei, in un intervento ripreso da Byoblu al Palazzo del Pegaso di Firenze lo scorso 29 marzo, riannoda i fili dell’occupazione straniera tanto devastante quanto invisibile che siamo costretti a subire ormai da anni. Durante il convegno “Europa, le riforme ai trattati“, il sottosegretario illumina evidenze che molti lettori conoscono già, insieme ad angoli bui ancora inesplorati, e lo fa con la statura dello studioso e la passione dell’uomo incorruttibile che (tra pochissimi) non si vuole arrendere.

Così, Barra Caracciolo ricorda quando Giuliano Amato si mise a capo di 16 politici che dovevano riscrivere la Costituzione Europea dopo la bocciatura degli elettori francesi e di quelli olandesi, l’Amato Group, e disse che “la cosa buona di non chiamare il Trattato di Lisbona Costituzione è che nessuno può chiedere un referendum” (qui il libro di David Craig che riporta le parole di Amato). Non solo, prima della firma del trattato disse chei leaders europei hanno deciso che quel documento doveva essere illeggibile. Se non è leggibile, non è costituzionale. […] Se fosse possibile leggerlo con immediatezza, ci sarebbe qualche motivo per un referendum“. E meno male che la disinformazione la fanno i cittadini sui social: qui ci troviamo di fronte a disinformazione di Stato.

Ecco come il magistrato ricorda la questione.

Occorreva rendere i trattati incomprensibili perché gli stessi governati non avessero in media gli strumenti culturali per capire in che diavolo di avventura si stessero imbarcando, e lo vedrete…: vedrete quando arriveranno sulle vostre teste i frutti dell’approccio funzionale generalizzato che sta assumendo l’Europa con un’accelerazione impressionante e in violazione di qualsiasi principio di attribuzione. Attraverso la predicazione di cose che non possono essere contestate perché sono sicuramente belle da condividere altrimenti sei cattivo, secondo una spietata legge finanziaria e industriale, loro ristrutturano le società europee, fino a portare questo processo a un grado di irreversibilità. Cioè nessuno saprebbe più metterci le mani per smontare questo meccanismo infernale ma in fondo semplicissimo.

Un altro passaggio importante della sua esposizione riguarda il nostro stato di subordinazione rispetto alle forze che hanno imposto i trattati. Una domanda che spesso ci si pone è infatti: se si sapeva, che la sorte dell’Italia nell’Eurozona sarebbe stata questa, perché tutto questo è stato accettato? Vedere in proposito sia il video di Giuliano Amato “ecco come vi abbiamo portati nell’Euro” che il video di Romano Prodi “Kohl mi disse ‘tranquillo!’, e così entrammo nell’Euro“. Guardare inoltre le fondamentali interviste di Byoblu a Nino Galloni su chi e come volle il processo di deindustrializzazione italiano (“Come ci hanno deindustrializzato” e “Il funzionario oscuro che fece paura a Kohl“). Barra Caracciolo spiega, nel suo intervento, come funzionano le colonie e grazie a chi funzionano.

I presupposti del colonialismo sono gli stessi di quelli del libero scambio. Il più forte impone istituzionalmente un trattato al più debole. Nessuno fa mai un trattato di libero scambio se non è costretto, oppure se non è pazzo. Gli inglesi, che sono specialisti nella loro scuola storica, hanno individuato i presupposti del colonialismo, che rispetto al liberoscambismo è lo stesso fenomeno, visto da angolazioni diverse: c’è uno che vince e l’altro che viene disarticolato nella sua autonomia politica di popolo. Dopodiché si prende un’élite locale, che naturalmente è complice col vincitore, e in cambio della franchigia dal tipo di sfruttamento che la colonia implica, in cambio cioè del privilegio che si può prendere a livello locale, fa il guardiano, per cui gli inglesi sanno bene che nessun colonialismo è possibile senza la complicità delle élite locali. Qualcuno che collabora c’è sempre.

Del resto, la finalità predatoria dell’Unione Europea è inscritta nel suo stesso DNA. Continua Luciano Barra Caracciolo:

Questa destrutturazione si ha proprio attraverso il meccanismo dell’esasperazione della competizione interna. C’è scritto nei trattati: l’Unione Economica Monetaria è volta alla forte competizione, e siccome si tratta di un’Organizzazione internazionale tra stati membri è sottinteso che la forte competizione è tra stati. Quindi è organico, costitutivo dell’Unione Europea che bisognava farsi la guerra commerciale fra tutti. E la guerra commerciale ha governato tutto.

Se mai decideremo di lottare“, termina il sottosegretario, “sarà una lotta dura e anche piuttosto lunga“.

Fonte Byoblu