Mentre noi stiamo qui a preoccuparci di quello che ha detto Salvini in risposta a quello che aveva detto di Maio rispondendo a Salvini, gli Stati Uniti vanno avanti per la loro strada. O meglio, tornano indietro.

Non contenti per il fallimento delle guerre in Afghanistan e Iraq, ora vogliono fare addirittura la guerra all'Iran.

Lasciato solo fra le grinfie dei neocons, il pacioccone isolazionista Donald Trump si sta lentamente trasformando in uno dei falchi più agguerriti che l'America abbia mai conosciuto. Con diversi repubblicani che dichiarano apertamente in televisione che "distruggere l'Iran sarebbe una cosa semplicissima", il neocons John Bolton ha ormai preso in mano la politica estera americana, e sta programmando di mandare nella zona del Golfo Persico centinaia di migliaia di soldati americani. 120.000, per l'esattezza, ovvero lo stesso numero che era stato impegnato nel 2003 per invadere l'Iraq. Curiose coincidenze.

Peccato che l'Iran non sia l'Iraq. Non si tratta cioè di uno stato costruito a tavolino dagli occidentali, tirando quattro righe nel deserto, ma di una vera e propria nazione con una storia millenaria, dotata di una fortissima identità sociale e religiosa, disposta a combattere fino all'ultimo respiro prima di cedere le armi all'odiato aggressore americano.

Ma questo agli americani non importa, per loro è importante fare le guerre, non è importante vincerle.

L'industria bellica americana produce costantemente nuove armi e nuove tecnologie, e la spinta ad utilizzarle è tale che prima o poi qualunque presidente ne viene sopraffatto.

Il nemico del giorno in realtà per loro non ha importanza, quello che è importante è continuare a spedire armi, soldati e munizioni in ogni parte del mondo.

Se tu hai una fabbrica di chiodi, ti devi anche preoccupare che la gente possegga dei martelli adatti per poterli piantare. Ogni guerra fatta dagli americani non è altro che un chiodo che ha trovato il suo martello.

E' così, e non c'è niente da fare. È nella loro natura, e la cosa incredibile è che gli americani non se ne rendono conto. Fra l'elite del complesso militare-industriale e la popolazione, infatti, ci sono i media, che fanno da filtro e raccontano a 300 milioni di rimbecilliti che bisogna andare a fare la guerra all'Iran "perché proteggono i terroristi e mettono a rischio le democrazie occidentali".

E loro ci credono, tirano fuori la loro bandierina a stelle e strisce, e continuano a ingurgitare le loro hamburger.

Da una parte gli americani hanno messo in piedi una macchina consumistica che è impossibile da saziare, se non andando continuamente a depredare le ricchezze delle altre nazioni. Dall'altra, questa macchina consumistica produce anche armi e munizioni, che vanno utilizzate esattamente come tutti gli altri beni di consumo, e quindi le guerre sono semplicemente la soluzione ideale per risolvere contemporaneamente la doppia esigenza di consumare queste armi, portando a casa di volta in volta il bottino che serve a mantenere in vita una nazione affamata di consumi.

La cosa più divertente è gli americani sono convinti di essere la nazione più libera, giusta e democratica del mondo.

Massimo Mazzucco